New Indie Italia Music Week #172

“La musica è la rappresentazione sonora, simultanea, del sentimento del movimento e del movimento del sentimento” (Bob Marley).

Qual è il tuo stato d’animo del momento? Triste, felice, arrabbiato, fiducioso… qualunque sia il tuo mood, sappi che ci sarà sempre una canzone con cui entrare in simbiosi per condividere i tuoi sentimenti in un flusso unico fatto di parole, note e imperscrutabili parti di infinito, per ritrovarsi, oppure per scoprire una nuova parte di te stesso pronta a provare nuove emozioni al ritmo di nuove vibes.

Scopri le migliori uscite Indie Italia della settimana con le recensioni della redazione di Indie Italia Magazine per trovare nuovi stabilizzatori dell’umore: Rigorosamente senza contro indicazioni per l’anima!

I botanici (Album)

La ricerca della perfezione musicale rincorsa da I Botanici si riversa nel nuovo album “I Botanici” nato dalla collaborazione produttiva con Bebo de Lo Stato Sociale.
Il sound preciso e pulito, con le chitarre come punto di riferimento, spazia dal post rock all’emo toccando addirittura il jazz e la forma più naturale di cantautorato.
11 tracce che abbiamo già imparato ad amare con i sei brani che hanno anticipato il disco, e abbiamo accolto come dei bambini a Natale i 5 singoli inediti che trattano di vita vissuta dei componenti della band all’interno della società odierna, sempre alla ricerca di un confronto con gli altri per definirci, senza capire che non è così che riusciremo a capire chi siamo.
Non crediamo neanche più a noi stessi, e ci chiediamo insieme alla band che senso ha partecipare a questa vita che spesso è solo un vortice di polvere (“Ciò che resta”). “Margherita” è un inno alla spensieratezza della gioventù, dove credevamo che le ingiustizie non esistessero, mentre ora ne siamo circondati. Ci sentiamo persi con “Distratto” e I Botanici ci cullano verso la fine del disco con una bella grandinata che spazza via tutto e ci permette di ricominciare (ad ascoltare il loro disco).

(Margherita Ciandrini)

I Botanici: 8,5

Inverno Nucleare

“C’è vita ed è reale lontano dagli schermi”.

Livrizzi ritorna con un brano intriso di un’atmosfera immaginifica con l’intenzione di esortarci a vivere il mondo reale anche se ci fa paura, anche se non è perfetto e sfavillante come vorremmo.

Balliamo alle porte di un inverno nucleare, in una danza all’unisono con il vento e con lo spirito dell’universo: in un modo o nell’altro sopravvivremo.

Un singolo perfetto per “svegliarci” anche in questo periodo dell’anno in cui il mondo di fuori potrebbe fare più male del solito, e per ricordarci che non c’è tempo per stare immobili a guardare la realtà che scorre dietro ad uno schermo. La realtà siamo noi, prendiamocela tutta.

Livrizzi: 8

Ritorno (Album)

Se c’è una cosa che questa settimana ha spiazzato è stata l’uscita della prima parte dell’album di Gianni Bismarck, “Ritorno”. L’album intero si chiamerà “Andata e Ritorno” e uscirà settimana prossima. Intanto il cantautore romano ci delizia con un buon rap, capace di giocare anche con Noyz Narcos, compagno di strada. Di quella strada che è tornato a cantare, a quelle origini a cui tanti sembrano destinati a voler ripensare e ricantare.

Gianni Bismark ci fa risentire il sound più crudo, con testi che non hanno voglia di lasciare niente al caso e lo fa con la prima traccia, dove dice “con sto disco forse ho proprio esagerato” e lo dice ancora di più con Noyz, con “Te famo scuola”, perché sono loro che hanno fatto “la storia” e lo vogliono dire, mostrare, mettersi al centro, come quando lo chiamavano “Er magico”. Guai a dire “sono di strada” se “poi ti scusi”. È proprio nell’ultima traccia, quella che dà il nome all’album, che si sente di dire che è il solito, che è sempre il solito. Con nessun passo falso in dieci anni, Gianni Bismarck è sempre lui.

(Lorenzo Ottanelli)

Gianni Bismark: 8

Non ne uscirò mai

Sperimentare, mostrare che non si vuole essere incasellati in nessun genere, per vivere davvero la musica come si deve, come vera arte. È per questo che “Non ne uscirò mai” rappresenta la versione indie-pop di Santo Stefano. Qui il nuovo artista di Maciste Dischi prende una via diversa rispetto a “Marchigiano”, il suo primo singolo.

Una ricerca di uscire, andarsene da una situazione che fa male e che incasella, a volte incatena. Per questo è importante tirare “la fune fino a che si stacca” e se anche perdo “la giacca, non ho freddo più”. Santo Stefano lo racconta su un sound molto indie, con una chitarra leggera ma importante, con una batteria che scandisce il tempo e che si fa più presente nel ritornello, come il meglio del genere vuole.

(Lorenzo Ottanelli)

Santo Stefano: 7.5

Perle

Una relazione fa da espediente per parlare della depressione, del suo problema col mondo, il fatto di essersi ritrovato solo e di avere una persona accanto, che è lei, che lascia le perle in bagno, il suo “sapore di fumo e un mezzo saluto” e poi ti dice che sei tutto, ma tu le vorresti gridare che non sei niente. Perché il mondo va “a cento all’ora e si ferma ogni mezz’ora”. E lei diventa “l’eco della mia solitudine”, mentre lei guarda il cielo azzurro, lui si ferma a guardare le piastrelle.

Tancredi salirà con questo brano sul palco di Sanremo Giovani il 19 dicembre e sarà sicuramente ben accolto. Il pezzo parte con un riff di chitarra intelligente e il sound è contemporaneo, come ci si aspetta da un ex concorrente di Amici e si parla di depressione, con metafore e qualche giusta ripetizione.

(Lorenzo Ottanelli)

Maledetti Noi (Album)

Con 10 tracce sincere e potenti, “Maledetti Noi” è l’incontro tra synth, piano, chitarre e cantautorato italiano, per raccontare ricordi personali e le mille sfaccettature di amori vissuti.

L’album si apre con “Giradischi”, focus track e cuore del progetto, nella quale Ciliari parla di un amore estivo e di quel giradischi nella sua testa che lo rende confuso ma, allo stesso tempo, euforico. Il complesso intreccio di emozioni viene raccontato con leggerezza e spontaneità, attraverso il richiamo di elementi tipici dell’atmosfera estiva. Il suono delle onde e le stelle alla finestra fanno da cornice allo scenario descritto, conferendo al brano l’analogia di un caldo rifugio perfetto per queste giornate cupe.
I richiami alla stagione calda sono molteplici e ricorrenti nel disco: Ciliari la anticipa attraverso un secondo brano cardine dal titolo “Ma che notte fantastica”, dove la spensieratezza ricercata si fa sempre più concreta non solo grazie all’uso di fotogrammi evocativi, ma anche attraverso melodie ritmate e un songwriting dall’ironia accentuata.

Ciliari: 7

Tancredi: 8

Faccio un giro

“Nulla è più difficile da sopportare di una serie di giorni felici”: lo diceva Watzlawick, un filosofo/sociologo/psicologo/studioso di comunicazione/persona qualificata nella propria area di studio (quindi mi fido); credo che il nostro Eakos possa confermare la tesi.

“Spesso faccio un giro nei miei ricordi, la maggior parte delle volte per trovare un colpevole, anche se, in fin dei conti, non c’è mai stato”: lo dice Eakos, un cantante nato sotto il segno dei pesci (e lo si può capire) ed amante della parte più malinconica dell’uomo; credo che Watzlawick possa confermare la tesi.

“Faccio un giro” è il nuovo singolo di Eakos, si resta facilmente appesi a note incerte di sentetizzatori che ci riportano, inevitabilmente, a provare una malinconia maldestra e sinistra. L’importante è ricordarsi che anche la malinconia, fin quando non si trasforma in melanconia, può avere qualche piccolo lato positivo. 

Voi riuscite a coglierlo? Domandatevelo durante l’ascolto in cuffia di questo brano.

(Viola Santoro)

Eakos: 7

Maledetta nostalgia

In greco, «ritorno» si dice nóstos. Álgos significa «sofferenza». La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare (proprio come dice Kundera).

Sveglia alle 8 di mattina, corsa al bagno, lavare la faccia, deodorante, scegliere dei vestiti, prendere il portafogli, uscire di casa, provare nostalgia.

Potrebbe anche trovarsi all’inizio ma, come ci insegnano in prima elementare, anche cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia.

Come sarebbe vivere senza il costante peso di provare nostalgia? 

Cecile se lo chiede. Anch’io me lo chiedo. Anche tu te lo chiedi. Troveremo mai una via d’uscita? O preferiamo sottostare ad un costante desiderio di ritorno?

(Viola Santoro)

Cecile:7,5

Che sarà mai

della fine dell’estate e – come racconta la giovane cantautrice – “della chiusura di un periodo estraneo al resto dell’anno, in cui tutto sembra essere fermo e, allo stesso tempo, dinamico e l’amore sembra essere fortissimo, salvo poi svanire con il ritorno alla ‘vita reale’, che non permette nulla che non sia funzionale, pratico e semplice da vivere e da gestire. Nonostante tutto, l’estate regala ricordi ed esperienze meravigliose, tra cui quella del primo amore, a cui sono dedicate l’introduzione e la conclusione del brano”.

Con questo singolo Schiuma collabora per la prima volta con il produttore musicale Damiank che, oltre alla sua attività da solista, ha già curato le musiche anche per brani di Big Mama e Ganzo.

Schiuma: 7

Disincanto (Album)

“Disincanto” è il nuovo album di Cicco Sanchez, il giovane cantautore capace di unire la poetica dei suoi testi al mondo urban.
Torinese, si è distinto molto come autore e artista nella scena dell’urban pop italiano tanto da avere nel suo curriculum oltre 20 Dischi di Platino come co-autore per le sue collaborazioni con Fred De Palma, Axel, Benji & Fede e Casadilego, il Disco d’Oro nel 2021 per il singolo “Girasole”, oltre 50 milioni di streaming e un ep, “Nostalgia liquida”.

“Disincanto”, è un viaggio tra sentimenti e stati d’animo, è il racconto di tutti i numeri 10 che non ce l’hanno fatta ma che con passione vivono ogni cosa, si parla di amore, morte, paternità, relazioni e flussi di coscienza, il tutto racchiuso in 10 pezzi.

Cicco Sanchez: 7.5

Foto nude

La tentazione di due amanti raccontata con una tale leggerezza da lasciare un grosso punto di domanda: la persona che viene invitata a lasciare il partner dormiente e a raggiungere il protagonista lo farà davvero? O tra i due resta solo un desiderio, non del tutto platonico, dal momento che si scambiano foto di nudo?
L’r’n’b è allegro e perfetto per la tematica. Possiamo scomodare un po’ i grandi per i paragoni, il beat ricorda alcuni brani degli Outkast, di Pharrell Williams e di Snoop Dogg dei primi anni 2000. Ha quella forza trascinante, lascia la stessa piacevole sensazione dopo l’ascolto.
C’è troppa intimità tra i personaggi, troppa conoscenza reciproca. Tanto da rendere la minaccia alle loro stabilità sentimentali palpabile, ma sapientemente smorzata da una vivacità che è un toccasana.

(Stefano Giannetti)

Houston e Jurijgami: 8

Passo da te.

La tensione e la voglia di giocare col fuoco. La nostalgia per qualcuno che, come sempre accade, si riflette in oggetti, come la camicia che ha un’età antica quanto le sensazioni che tiene sedimentate.
L’aria triste e grigia di Torino d’inverno è il promemoria della stasi dell’anima contro cui il desiderio deve lottare per agire.
L’immaturità, che un tempo è stata ostacolo, oggi può essere l’unica scintilla che innesca la partenza. Perché la riconciliazione ha bisogno dell’energia che solo un po’ di incoscienza può donare.

(Stefano Giannetti)

Norman Ego feat G.Pillola: 7,5

Orfani

 

Il ritratto della nostra condizione. Ognuno è orfano nella generazione che vive, il mondo è un problema che ci piomba addosso, un oceano contro cui una bracciata è efficace ma subito dopo veniamo travolti. Si cerca un appiglio, un punto fermo in cui scaricare tutto l’amore che possiamo dare, senza che vada disperso nella brutalità del cosmo (“ho preso un cane che mi dà una mano a fare pace con l’universo”).

Una poesia epica, pura filosofia pop.

(Stefano Giannetti)

Elio: 8,5

Una cosa bene

 

Alzi la mano chi si sarebbe immaginato questo stravagante quartetto. Ed invece la prima collaborazione funziona. Orecchiabile già dal primo ascolto, il ritornello ti entra subito in testa. I Coma_Cose ne hanno fatta di strada partendo da lontano. E sanno cos’è l’amore vero, dopo aver attraversato fasi difficili. Stessa sorte degli Articolo 31, riunitisi dopo una lunga pausa di riflessione. Una cosa bene altro non è che un brano d’amore, sull’amore, quell’amore che riconosci solo quando hai la consapevolezza dei sentimenti, delle emozioni. Emerge la contrapposizione fra le varie forme d’amore. Il primo da giovani, così tortuoso, dove tutto sembra grande e impossibile. Crescendo, ci si fa il callo, ma si incontrano altre difficoltà che rischiano di farci perdere la speranza.

Eppure ne varrà sempre la pena. Perché, con un pizzico di fortuna ed incontrando la persona giusta, l’amore resta il sentimento più bello del mondo. E gli altri che ne sanno…forever and ever.

(Simone Sebastiani)

Articolo 31 feat. Coma_Cose: 8

Una cosa importante

 

Tema estremamente profondo e commovente. Scarda sa toccarlo con le corde giuste. Un brano che parla di malattia, di affetto, di vicinanza. E di quanto sia importante empatizzare con le persone vicine, prima che sia troppo tardi. La durezza della vita. I suoi ostacoli più crudeli, come un male incurabile. In quel momento ci sentiamo persino in colpa nello star bene e nel veder soffrire le persone a cui teniamo di più. Non sempre dipende da noi, non sempre possiamo rialzarci. Accettiamolo. Rispettiamolo.

A quel punto, anche un “semplice” ti voglio bene assume un valore eterno. Amore e vicinanza, prima che la sofferenza degeneri. Che poi, figurativamente, può essere colto come un invito più ampio. Vogliamoci bene per davvero. In ogni momento. Senza arrivare al limite. Godiamoci il dono della vita con le persone più care. Prima che si trasformi tutto in un grosso rimpianto.

(Simone Sebastiani)

Scarda: 8,5

RESTA ANCORA

Una perla rara “Resta ancora” di DIGIOVANNI, un brano che evoca i colori crepuscolari, dove la luce sfuma in richiami antropologici. Il mare di Livorno fa da sfondo alla ballad, un luogo dove il sole sembra danzare sull’acqua, ed è proprio questa danza, vissuta nella sua accezione originaria che diventa quindi una sorta di richiamo antropologico. “Resta ancora” potremmo definirlo come un brano sensoriale che, nel silenzio di un’immensa visione, evoca sensazioni profonde.

(Ilaria Rapa)

DIGIOVANNI: 7,5

Le tue mani

Prima di cadere è inevitabile cercare un appoggio, se scivola giù da un dirupo si spera di trovare qualcuno pronto a allungare la mano in modo da tenerci su. Frero riporta metaforicamente questa immagine, cercando di rimanere aggrappato non solo al ricordo, ma alla presenza dell’altra persona.
Impegni e sogni che però rimangono sollo illusioni, nella tristezza di non accettare un addio.

Rimane così solamente la rabbia davanti a tutta quella poesia fatta di promesse e dichiarazioni d’amore, perché adesso è rimasto solo il silenzio come forma di rumore.

L’assenza ha un peso specifico che non vuole smettere di schiacciare il cuore, bloccando quasi il battito in maniera regolare.

(Nicolò Granone)

Frero: 7

Silhouette (Album)

“Silhouette” è il labirinto oscuro in cui Buonforte non ha paura di addentrarsi. Un album sull’autoscoperta e sulla necessità che la nostra generazione ha di comprendere se stessi, a favore di un’audacia che anno dopo anno sembra essere sempre più sfuggente. Eppure, c’è un unico cruccio dell’artista: quello che per quanto possiamo affannarci e addentrarci nei meandri della nostra mente, non riusciremo mai e completamente a conoscere noi stessi. La title track, “Silhouette,” incarna l’essenza di Buonforte, rivelando limiti e qualità in un’introspezione che abbraccia l’ordine e il caos dell’anima umana.

(Ilaria Rapa)

BUONFORTE: 7,5

ho la testa che mi fa

Margherita Principi ci presenta il singolo portato a Sanremo giovani: “ho la testa che mi fa”, con la collaborazione di aura6am, e ci porta a ballare con la sua voce calda in una street di Milano, piena di vita e di confusione.
Quando una voce ci provoca dei brividi nella testa e nel cuore, e ci costringe a vagare senza meta in una città sconosciuta, ci rendiamo conto di essere degli automi dell’amore, guidati solamente dai sentimenti e dalla passione.
Un brano portavoce della generazione di Margherita che si adatta allo stile musicale pop attuale, senza perdere la malinconia che contraddistingue l’artista marchigiana.
Quello di cui siamo sicuri ora, è che la nostra testa ci fa ritornare sempre al ritornello di questo brano, che si impossessa di noi e non ci lascia più.

(Margherita Ciandrini)

Margherita Principi, aura6am: 8,5

di miele

“di miele” è una preghiera laica che valucre scrive per se stessa, in modo da cullare le proprie fragilità. “Non voglio altro che stare tranquilla per un giorno, non mi serve niente di più per dormire, nonostante questo accettando una forma di normalità manca sempre qualcosa”.

Un vuoto interiore che spesso è facile cercare di riempire con situazioni temporanea o sentimenti passeggeri. La felicità è un sistema complesso, ma probabilmente nasce e cresce al nostro interno che dipende dalle piccole scelte del quotidiano.

Se fuori fa freddo, proviamo a rimanere con il cuore caldo, coccolando l’anima con carezze e canzoni come questa.

(Nicolò Granone)

Valucre: 8

Side A Side B

Dopo il suo ultimo album ????, Nicolaj Serjotti torna sulla scena musicale con un nuovo progetto – la verità è che non se ne era mai andato, ma adesso ha trovato qualcosa da volerci dire. E lo fa con un doppio singolo Side A Side B. Due brani, ADSL e BLEAH, che vedono alle produzioni gli amici Fight Pausa e Generic Animal, e, per la prima volta, anche due featuring.

Nel Side A del progetto, infatti, troviamo Marco Fracasia, uno dei cantautori più interessanti dell’attuale panorama italiano, con cui Nicolaj Serjotti ha scritto ADSL: una traccia dalle sonorità cupe che parla di sofferenza digitale, stato d’animo personale dell’artista, ma condivisibile da un’intera generazione. Il titolo del brano nasce dal synth del ritornello,“che salta”. Termine azzeccato per esprimere la riflessione di questo brano sulla vita dietro a uno schermo a cui tuttә sembriamo essere destinati, volendo oppure no, in uno “zombiescrolling” infinito per alienarci dalla realtà. Così ADSL diventa un brano evocativo con cui empatizzare e, magari, trovare un po’ di conforto, una sorta di giustificazione corale alla nostra condizione.

Il side B dell’EP è BLEAH, scritto a quattro mani con Rareș, un altro nome di punta della nuova generazione cantautorale italiana. La traccia, dal groove accattivante, parla di dubbio, di periodi di passaggio, di non sapere bene in che direzione andare, di mettere tutto in discussione, ma di farlo sempre con serenità. Un brano introspettivo in cui Nicolaj Serjotti riflette sullo scorrere del tempo e le incertezze che comporta, qui affiancato dalla voce, e dalla penna, di Rareș in un ritornello-tormentone che parla di distanza e di vicinanza, e di come a volte siano praticamente la stessa cosa.

Non meno importante l’aspetto visivo di Side A Side B. Affidato alle foto scattate da Christian Kondic, l’immaginario che fa da cornice al progetto evidenzia la ricercatezza artistica di Nicolaj Serjotti e la cura del dettaglio che investe in ogni suo lavoro. Uno shooting ai piedi degli Spomenik, imponenti monumenti di cemento sparsi tra i paesi dell’Ex Jugoslavia, arricchisce di immagini suggestive il progetto, non solo per l’aspetto estetico del risultato, ma anche per il
suo impatto emotivo. Come dice lo stesso Nicolaj, ritrovarsi davanti a questi colossi abbandonati è un po’ come entrare in un altro mondo, un’altra dimensione ferma nel tempo in cui andare a caccia di giganti grigi in mezzo alle montagne. E una dimensione sospesa nel tempo è anche il suo Side A Side B, un progetto nato da tracce nel Drive, da una strofa che ti ronza in testa e da amici a cui affidare un momento di disconnessione dalla realtà, alla ricerca delle grandezze che ancora possono emozionarci.

Nicolaj Serjotti: 7

geniale

In amore possono esistere delle incomprensione, forse l’altra persona agisce in una maniera più intelligente di quanto si possa pensare. Geniale secondo Fil Ricchiardi, che nel suo ultimo brano racconta la relazione in maniera talmente disincantata da sembrare irreale.

Quando si è innamorati anche le follie hanno un senso, i problemi iniziano all’interno della coppia quando le fa solo uno dei due, con la realtà che diventa ostacolo irrimediabile per ogni forma di romanticismo.

È triste lasciarsi ferire dall’amore, crescendo però diventa una situazione sempre più costante. Meno fiori e più lacrime, non è geniale il modo di costruire oggi relazioni, però, con cinismo, bisogna essere consapevoli di ciò.

Fil Ricchiardi, ENRA: 7,5