New Indie Italia Music Week #174

Cosa sappiamo davvero di noi? Cerchiamo le parole giuste per rispondere a questa domanda, ma ahinoi non le troviamo mai. E allora che si fa? Come si fa a uscire da questo impasse?

Semplice, facciamo in modo che sia la musica a parlare per noi. Dedichiamoci una canzone per entrare in sintonia, almeno per iniziare, poi saranno le nostre emozioni a disegnare il percorso.

Anche tu non trovi le parole giuste?

Scopri il nuovo numero di New Indie Italia Music Week, e perditi nel flusso emozionale delle liriche e dei suoni dei migliori brani della settimana, scelti e recensiti dalla redazione di Indie Italia Magazine.

+1

Questo pezzo è un love test: se ti piace significa che sei innamorato. Racconta un sentimento limpido, che ti rende migliore. Poco temporale, pochi Fulminacci, molto cielo sereno. 

Un piano e voce che lentamente si trasforma in qualcosa di più, come una relazione che cresce piano, con impegno, mano nella mano. Quindi avete capito: se la vostra vita sentimentale fa schifo, evitate l’ascolto.

Obbligatoria un’occhiata al videoclip che cita la performance “The Artist is Present” di Marina Abramović.

(Vernante Pallotti)

Fulminacci: 7

Un segno di vita 

Non sono qui per spiegare il testo del nuovo pezzo di Vasco Brondi. Vorrei solo consigliarvi di ascoltarlo, magari mentre state tornando dalla proiezione del nuovo film di Miyazaki (cosa c’entra? Dovete scoprirlo voi). Ascoltatelo dopo aver letto una notizia che vi ha fatto prendere male. Quando siete confusi e spaventati da cose più grandi di voi.

Per provare a intravedere il futuro, la pioggia che cancellerà le strade, la pianura che tornerà un bosco. Forse per crederci abbia bisogno di un segno di vita.

(Vernante Pallotti)

Vasco Brondi: 8

Fosforo

FOSFORO è il nuovo singolo di AMALFITANO feat. FRANCESCO BIANCONI (Baustelle).

Cantautorato colto e intelligente, ironia e anima rock caratterizzano la musica di Amalfitano. Tra feste mediterranee dall’anima punk, Amalfitano torna con un brano dedicato alla bellezza, che anticipa il secondo album previsto nel 2024.

Fosforo parla del potere demoniaco della bellezza e la sua forza d’attrazione, attraverso un raffinato parallelismo con gli effetti del fosforo: un elemento chimico essenziale per diverse funzioni biologiche ma che può essere nocivo in determinate forme o quantità. Così succede per la bellezza e per l’amore, quando i sentimenti sono così intensi da diventare distruttivi.

“La bellezza può rendere veramente pazzi (raccontano i miti parlando di Afrodite).
La bellezza è potente, esplode in un sorriso qualunque come una bomba al fosforo, tanto brillante quanto dolorosa, ci brucia, ci acceca e in qualche modo ci possiede, ci fa dimenticare tutto il nostro universo e ci butta in una danza in cui vogliamo solo perderci.”
(Amalfitano)La penna degli autori disegna immagini evocative, raccontando la potenza di un concetto astratto, la bellezza, in grado di scatenare una serie di emozioni e reazioni chimiche che lasciano tracce indelebili: i ricordi.

Un brano che nasce dall’incontro nel centro di Roma con la Bellezza pericolosa in un momento storico apocalittico. Una canzone passata per tante mani e voci che l’hanno prodotta e accarezzata con cura.

Amalfitano ft Francesco Bianconi: 6.5

Aria

Piqued Jacks, la band indie rock dalle radici internazionali, sorprende i fan con il lancio della loro prima canzone in italiano, “Aria”.

Il singolo è un’emozionante incursione linguistica che aggiunge una nuova dimensione alla versatilità della band. “Aria” rappresenta una tappa significativa per la band, con testi intrisi di poeticità e melodia avvolgente. La traccia parla di un amore che libera dalla quotidianità e protegge dalle insidie, una fiamma avvolgente e allo stesso tempo impossibile da afferrare e tenere stretta.
“È un richiamo, un canto verso una persona che può guidarci fuori da giornate vuote; il desiderio di chi, dopo aver provato quel sentimento di libertà, non vuole più tornare al mondo di prima, una richiesta di essere sollevati ancora, riempiti così tanto d’aria da poterla finalmente afferrare.”, ha affermato la band.

I Piqued Jacks hanno costruito la loro reputazione attraverso la produzione di musica eclettica e coinvolgente, e “Aria” si inserisce perfettamente in questo filone. La canzone rappresenta un capitolo emozionante nella carriera della band che si cimenta per la prima volta con la lingua madre.

Piqued Jacks: 6,5

Pavlov

PAVLOV è il terzo singolo di Soft Boys Club, progetto nato da un’idea di Roberto Checchi, Federico Cavaglià (Nobody Cried For Dinosaurs), Loris Giroletti (L’Officina Della Camomilla) e Federico Ronchini (Earthist).

Soft Boys Club nasce a Milano nel 2022 con l’intento di proporre una visione alternativa della mascolinità che possa rappresentare i millenial lettori di Sally Rooney, di Mark Fisher, fan di Paul Mescal, Phoebe Waller-Bridge e Corbin Shaw. Il progetto prende la forma di una band punk-rock dalle influenze emo con una particolare attenzione all’elemento cantautorale.

Il SBC è attualmente al lavoro sul suo disco d’esordio in collaborazione con il produttore milanese Giacomo Carlone (Belize, Il Triangolo, Angelica, Collazio) e di Marco Giudici (Any Other, Generic Animal, Gregorio Sanchez, Rares), sotto la supervisione di Futura Dischi & Tipo Dischi.

Pavlov è un brano pop-punk dinamico, che racconta attraverso un parallelismo con gli esperimenti sul condizionamento operante dell’etologo russo Ivan Pavlov la complessità delle relazioni e la crescente difficoltà della generazione dei millennials nel mostrarsi senza filtri e nel legarsi in rapporti duraturi, nel contesto di una società dominata dal terrore per il rifiuto e il fallimento. Pavlov è un invito a scendere a patti con i propri difetti e accettarsi per quello che si è, come gesto politico, non come punto di arrivo ma punto di partenza per un processo di autocoscienza collettiva.

Soft boys club: 7

120 km/h – Giacinti

Dopo quasi un anno e mezzo dall’ultima release solista, SANTO BLUE torna con un doppio singolo 120 KM/H e GIACINTI.
SANTO BLUE, all’anagrafe Alessandro Mancini, è un cantautore e produttore romano.

120 KM/H e GIACINTI sono i due nuovi singoli dell’artista romano. Il mini EP rimanda ai vinili 45 giri degli anni ’60 e ’70, con un lato A, generalmente il pezzo più radiofonico, e un lato B.
Il cantautore parla così del brano: “In questo anno e mezzo dall’ultima release ho scritto tanto, tantissimo, e come mi succede sempre mi sono trovato un disco tra le mani! Questi primi due singoli saranno l’inizio di una serie di doppie release, che porteranno al disco nella sua interezza nella seconda metà di quest’anno. Sarà un concept album e 120 KM/H e GIACINTI sono i pezzi giusti per far entrare tutti nel mood del progetto. Un mondo colorato, nostalgico e vibrante!”

SANTO BLUE: 7

La mia metà

Innescata da un riff di chitarra che fa da tappeto all’intero pezzo, La mia metà -scritta da Angelica e Domenico Finizio (Tropea) e prodotta da Golden Years- è una canzone-crudité che coniuga liriche taglienti e il gusto dolceamaro che solo gli interrogativi di fronte ai bivi della vita sanno lasciare.

“Mi fa schifo mezzo mondo / e non mi ha chiesto mai neanche il permesso”.

A volte ho cercato di contribuire a migliorarlo, a volte ho contribuito a peggiorarlo e altre volte sono stata talmente immobile da non fare né l’una né l’altra cosa. Scrivendo questa canzone ho capito che, quando tutto mi fa schifo, solo l’amore, l’amicizia e il gelato mi tirano su – ANGELICA.

Con “La mia metà”, Angelica serve sul piatto della disillusione l’ultimo assaggio del suo nuovissimo progetto discografico, di cui ha rivelato le prime coordinate svelandone a sorpresa sui social la data di uscita. Con un back to the roots il suo terzo album vedrà la luce l’8 marzo, lo stesso giorno in cui, cinque anni fa, ha pubblicato il primo disco Quando finisce la festa.

Angelica: 7

Non è mai la fine del mondo

Il nuovo lavoro di Chiara Turco è una poesia malinconica, una notte passata a guardare un cielo pieno di stelle che non lo illuminano abbastanza.
Il passato rimpianto fa sembrare il presente la fine del mondo. Ma si tratta solo del cambiamento che ci rompe, e poi fa riunire i nostri cocci in una forma nuova.
La voce di Chiara è cristallina e graffia quanto basta a riflettere quella paura che si addolcisce solo se per affrontarla possiamo stringerci a qualcuno. O a brani come questo.

(Stefano Giannetti)

Chiara Turco: 9

Demoni

Demoni sembra l’antitesi di Marechiaro, il precedente singolo di Flora in cui si cercava di catturare screenshot di felicità nel marasma dell’esistenza.
Può apparire come un trip arrendevole, invece è una discesa matura all’interno delle proprie crisi. Flora sa che ha qualcuno a tenerle i talloni mentre sta annegando nella corrente del sistema, ma non vuole essere tirata via.
I demoni vanno affrontati, accettati. Sopravvivono per merito nostro. E noi, permettendoglielo, sopravviviamo a loro e a tutto il resto.
(Stefano Giannetti)

Flora: 8,5

If I don’t care

Una cadenza che pare dare il ritmo a una tabella di marcia terapeutica nella prima strofa. Poi cresce, prova a motivarci col ritornello.
Verso la fine il controllo della rabbia di Any Other sembra cedere (“And one day everything resolves, and the day after makes you burn, just tell me when it is my turn to get some fucking rest”), per poi risollevarsi nell’ultimo refrain.
Testo, musica e motivazione della voce riproducono perfettamente non solo i bilanci che si fanno a fine giornata (o prima di affrontarne una), ma espandono uno spettro di quel singolo spasmo, quella fitta al petto, quel senso di nausea con cui il corpo dà l’allarme che qualcosa non va.
Because “mental health is just a bitch.”

(Stefano Giannetti)

Any Other: 8,5

Only Phunk

Una vera e propria ribellione sonora che cerca di contrastare la dipendenza dai social media, quella della band di Pescara LE CANZONI GIUSTE. Con il suo approccio punk/rock, il brano racconta la storia di un giovane intrappolato in un ciclo ossessivo post-rottura, esplorando il lato oscuro delle relazioni online. La critica intelligente di “Only Phunk” si concentra sull’importanza di bilanciare il desiderio sessuale con connessioni che siano autentiche. Il brano non vuole giudicare, ma piuttosto invita all’auto-riflessione sulle dinamiche relazionali, promuovendo un equilibrio sano tra mondo virtuale e reale.
(Ilaria Rapa)

LE CANZONI GIUSTE: 7,5

Isola di Tam (Album)

“Isola di Tam” di Tommaso Tam si presenta come un romanzo distopico sonoro, un’esperienza musicale che va oltre la consuetudine. Nel suo quinto album, Tam esplora nuovi orizzonti musicali con una dedizione costante all’esplorazione. Gli arrangiamenti sono curati con attenzione, i bassi potenti si intrecciano con melodie avvincenti, mentre la voce di Tam dipinge con precisione le contraddizioni da cui cerchiamo di fuggire ogni giorno. Il disco offre una visione non banale e rassicurante della realtà, con uno sguardo laterale e imprevedibile, a tratti disturbante. Il desiderio di isolarsi da tutto, la voglia di rifugiarsi su un’isola, ma la consapevolezza che non basterà il mare a salvarci, sono alla base del nuovo disco di Tam.
(Ilaria Rapa)

Tommaso Tam: 7

La Band

Non poteva esserci canzone più vera di quella dei Bengala Fire: un inno rock’n’roll che trasuda l’energia del punk inglese. Non a caso, infatti, i Bengala Fire si distinguono per il loro sound profondamente britannico e per le loro performance travolgenti. “La Band” è un concentrato di rock che anticipa l’album presto in uscita. Il brano è però anche un inno all’amicizia, al cameratismo e all’essenza stessa della musica, che è poi l’essenza stessa dei Bengala Fire.
(Ilaria Rapa)

Bengala Fire: 7,5

aiaiai

Quando finisce una relazione spesso non rimane nulla a meno che tu non sia un artista che ha la possibilità di usare la propria esperienza per elaborare il lutto attraverso una canzone, un film o perché no anche una poesia sdolcinata e strappa lacrima.

Acate trasforma il suo dolore in aiaiai, sfogo emotivo per un pezzo che all’apparenza non parla di niente, ascoltandolo invece si percepisce tutta la delusione di troppe aspettative interrotte e promesse lasciate a metà. Il brano probabilmente è un qualcosa che non sarebbe mai dovuto uscire, ma ormai il cassetto è stato aperto, Cupido se n’è andato via e questa rimane l’ultima consolazione, nell’attesa, e falsa speranza, ahinoi sempre meno romantici, che la prossima volta andrà meglio.

(Nicolò Granone)

Acate: 7,5

cercavi di più

“Cercavi di più, di qualche abbraccio la notte.”

In amore capita di vivere momenti confusi, non riuscendo a capire bisogni e desideri prima addirittura di se stessi e poi degli altri. Quando ci si potrebbe accontentare si vuole sempre altro, mentre se si hanno piani assurdi e complicati capita invece di accettare compromessi tra cuore e ragione.

Se si volesse provare a  mettere delle regole, probabilmente si arriverebbe alla conclusione, forse anche in pochissimo tempo, che è impossibile stabilire algoritmi o  teorie che funzionano sempre, con tutti, al cento per cento.
E allora se i sentimenti sono un casino, tanto vale accettare questo mood, vedere che succede, eliminare inutili paranoie e lasciarsi trascinare dentro ogni emozione.

Nel brano la tristezza di una storia ormai conclusa si fonde alla leggerezza di una diciottenne che ha capito a sue spese che non tutte le relazioni sono destinate a durare per sempre. Questa continua altalena tra la volontà di mettere un punto al passato e la speranza che le cose possano tornare quelle di una volta è racchiusa in un’atmosfera “dreamy”, intrisa di una malinconia.

(Nicolò Granone)

soap: 8

Come il reggaeton

I guilty pleasure  sono tutte quelle cose che ci piacciono anche se magari le vediamo di nascosto o ce ne vergogniamo quando saltano fuori in un discorso. Ma quale problema c’è se un evento, un film, o una situazione anche un po’ stupida riesce a farci stare bene?

Come il reggaeton, nuovo pezzo di G.Bit, è tutto da ballare, provando comunque una velata tristezza perché molte volte è utile accettare il proprio fallimento. La malinconia e la frustrazione però è meglio buttarla via, o almeno provarci, con il sorriso sulle labbra sarà più facile anche vivere una sconfitta.

Come il reggaeton fatto in questo modo, allegro, leggero e spensierato.

(Nicolò Granone)

G.Bit:7,5

Cemento Fresco

Tutto è in divenire, ogni giorno la nostra vita cammina su un sentiero fatto di cemento fresco. Ogni mutamento è l’inizio di qualcosa, anche se capita di accorgersi molto più di una fine, qualsiasi essa sia.

Siamo curiosi, ma allo stesso tempo fragili. Abbiamo paura di prendere la strada sbagliata, perderci verso chissà quale direzione e abbiamo la presunzione che il cambiamento sia un fattore esterno al nostro modo di vivere. Con supponenza ci viene facile giudicare invece di agire.

Apice, con la sua penna schietta e filosofica rifletta sulla condizione dell’essere umano, interrogandosi sul fatto che ognuno di noi con vizi e difetti è uguale, e sarebbe necessario rafforzare il proprio senso di comunità, piuttosto che limitarsi a condurre battaglie indologiche per essere meglio di chi è davanti a noi. Camminando insieme si potrà tracciare un unica via verso la nascita di un mondo migliore.

(Nicolò Granone)

Apice: 8

Barça

Quando si parla di calcio si discute se è meglio giocare bene o arrivare al 90′ con 3 punti in più in classifica. Solo pochi allenatori nella storia sono riusciti a creare un binomio vincente tra spettacolo e risultato, uno di questi è Pep Guardiola che con il suo Barcellona dove giocavano Messi e Neymar ha vinto e divertito.

Ecco, per sfortuna di Malpelo, una ragazza ha preso il suo cuore, ha fatto il tiki -taka, ha rubato emozioni e adesso lui non riesce più a riprenderselo, rimanendo così fermo al palo.

L’amore a volte sembra bellissimo, poi però nasconde nelle sue contraddizioni lacrime e promesse di fedeltà infrante, come un calciatore che fin da bambino sognava di giocare nella propria squadra del cuore, ma dopo solamente una stagione firma un nuovo contratto e si accontenta di guadagnare qualche soldino in più. Nuove labbra e scudetti sul petto da baciare, mentre i vecchi tifosi si asciugano il viso con la sciarpa.

(Nicolò Granone)

Malpelo: 8,5

Cattedrale

Brando Madonia costruisce una Cattedrale insieme a CARBONE, monumento sacro dedicato a tutte le incomprensioni che possono esserci all’interno di una coppia. Nel farlo però, entrambi, rimangono sospesi tra speranza e paura, accettando il terrore di non essere capaci a capirsi. Il tutto non avviene  in maniera passiva, dato che si percepisce la volontà comune di fare sempre un ultimo tentativo, anche quando ormai non esiste più nulla da creare, ma è arrivato il tempo di demolire.

“Un altra notte arriva e passerà, anche per me, anche per te. Non ci capiremmo mai”, alla fine l’amore è un mistero di fede, o ci credi e lo vivi altrimenti è più semplice dire che non esiste nulla.

“La cattedrale in centro è per noi, quello che vuoi”

(Nicolò Granone)

Brando Madonia, CARBONE: 7,5

La puzza della città

Ambientata tra la puzza della città e i treni sempre in ritardo, tra la pioggia e le nuvole che passano, gli Ex-Otago tornano a parlare di un amore che finisce e di cui non si riesce a farsene una ragione. Tra la malinconia e la solitudine, tra la fine di una storia e l’incertezza il mondo sembra concordare con la tua emozione. Alla fine, anche “il mondo sembra una pozzanghera” e “mi sento solo e non mi piace affatto”.
È un sound malinconico quello di questo inizio 2024, per gli Ex-Otago, che parlano di Gennaio e Febbraio, di lei che non risponde, di lei che se ne è andata e non ritorna. “La puzza della città” è un bel brano, che ci ricorda che gli Ex-Otago sono ancora fra noi, a fare quella musica che ci piace tanto.
(Lorenzo Ottanelli)

Ex-Otago: 8

Alta Tensione

Gli archi ci portano tra i fili dell’alta tensione, in bilico, ad intermittenza là dove Camilla Magli ci accompagna tra il disordine e la sete che non passa. Fra le sere in cui senti il diluvio scendere dentro te, sono le lacrime che cancellano quella sete eterna, che non ha voglia di terminare, come le fantasie, che bruciano come la benzina.
In un sound complesso, fatto di voci alte e basse, Camilla Magli ci accompagna nell’intimità della vita, in immagini che esemplificano le fantasie e le difficoltà. L’interesse e lo stordimento delle emozioni che ci trascinano altrove.
(Lorenzo Ottanelli)

Camilla Magli: 7,5

Sorridi

Con l’ultimo album Wrongonyou aveva detto di voler tornare alle origini e ci era riuscito. Con Sorridi possiamo confermare che queste origini ci sono tutte. Il brano suona bene tra chitarre, batterie e un piano, gli strumenti si intersecano perfettamente. La voce di Wrongonyou funziona come sempre tra le giuste note.
Sorridi è la voglia di gridare quanto è fantastica l’abitudine di avere accanto quella persona a cui vogliamo bene. Quanto è fantastico starla a guardare, quanto è bello farsi anche del male, perché in fondo è l’amore che conta. E Wrongonyou lo canta con la forza e la voglia di sempre.

(Lorenzo Ottanelli)

Wrongonyou: 7,5

Serole (Album)

Dopo sei anni di attività, i Tropea ci donano il loro primo album: “Serole” raccoglie brani che abbiamo già imparato ad amare in questi mesi e canzoni inedite come “Ti amerei”, brano profondamente romantico ed introspettivo, totalmente in linea con l’anima dei Tropea.

 Essendo un disco nato in una vasta linea temporale, ci sono anche brani nati forse prima della band: “Sick” ci porta dentro la paura di ammalarci, ma non di una malattia fisica, bensì di un dolore dell’anima, impossibile da risanare, “All my Life” ci trasporta dentro la confusione che caratterizza la crescita di una persona: “All my life I was never sure about nothing at all”. “Ribellione” è un risveglio in un mondo in cui finalmente si può tornare ad amare, l’abbraccio di una persona che è sempre stata nostra, ma da lontano, ora finalmente possiamo sentirla e toccarla.

 “Semplice” è il brano di chiusura per eccellenza, quando abbiamo paura di essere incompresi, quando ci ritroviamo in un posto e non sappiamo se potrebbe essere il nostro: torniamo a casa, ovunque essa sia, e riusciremo a trovare il nostro punto di partenza.

“Serole” è un disco che unisce magistralmente la bravura musicale dei Tropea e la loro introspezione, utile per catturare tutti gli ascoltatori del disco e portarli sopra una collina con attorno le persone più importanti della loro vita, e nient’altro.

(Margherita Ciandrini)

Tropea: 9

Default (Album)

chiamamifaro ci porta dentro il suo pop – malinconico, funk, rock – con il nuovo EP “Default” e ci racconta quanto sia difficile apprezzare tutti i piccoli gesti e le azioni che facciamo con il pilota automatico ogni giorno, un bacio del buongiorno, due tazze sul tavolo, ascoltare nuova musica insieme nel viaggio mattutino che ci porta verso la nostra routine lavorativa.

“Rumore bianco” apre il progetto e ci porta dentro la frenesia dei 20 anni, quando la soluzione a quasi tutto è gridare nel vuoto e ballare fino a non riuscire a pensare più, sensazione che continua con “Luci blu” feat. YTAM che aggiunge il funk alla disco di chiamamifaro, e le due voci si legano come due alcolici in un cocktail, che mescolandosi formano un nuovo colore. 

La nostalgia ritorna in “Monete”, un inno agli anni passati che ci hanno lasciato più ricordi che persone e che ci portano a “MA MA MA” una storia che non può essere chiusa perché non c’è mai stato un vero addio, e continuerà a tormentarci nei nostri sogni.

Chiude l’EP “Poesia”, e ci accompagna con un misto di dolcezza e malinconia dentro un treno senza destinazione, possiamo solo sistemarci vicino al finestrino e guardare fuori il paesaggio nebbioso.

(Margherita Ciandrini)

chiamamifaro: 8,5

Str*nzo

Una bella lettera d’addio che ripercorre i suoi tanti arriverderci e ritorna incessantemente come le pubblicità che vengono riproposte dalla Rai.

E diciamo addio, ci sentiamo degli stronzi anche se si è provato a fare sempre del meglio. Di certo, però, non possiamo aspettarci di avere di fronte qualcuno che riesca a scusarci sempre per tutto.

Ma alla fine la vita è un po’ come un after show fatto di guai nascosti nella borsa, cose non dette e cose dette fino allo sfinimento.

Girano nella mente pensieri che non fanno dormire, non fanno accettare un addio, non ci fanno vedere noi stesso allo specchio ma ci fanno solo guardare senza scrutare altro se non una bruttissima sensazione di vuoto.

Se anche voi vi sentite un solito “uno come me”, vi consiglio di perdervi nelle”parole di Legno”

(Viola Santoro)

Legno: 8

Baby don’t cry

Il 2024 sarà il suo anno. NASKA è completo e trasversale, anche romantico. Nel suo ultimo singolo invita una lei a non piangere perché tutto è transitorio, come le feste, come le sigarette. Tutto ha un inizio e tutto ha una fine e questo può far davvero male. Soprattutto in amore.

L’artista ripercorre una storia d’amore ormai al capolinea: paradossale quando lei mai avrebbe immaginato di innamorarsi di un ragazzo come lui. Ed invece eccoci qua, con le lacrime agli occhi. Classicone. Piccola non piangere, ci siamo passati tutti.

(Simone Sebastiani)

NASKA: 8

Blindati

Capita mai di stare male ma non sapere perché? Perché non riusciamo a capire cos’è che ci rende così infelici? Sarà la noia? Il vivere in un posto che rende tutto sempre chiuso? 

Nel brano non si parla di noia ma di sguardi annoiati dai soliti sguardi della periferia. Come si esce dalla noia se non provare a combatterla con la sua stessa forza? Proviamo semplicemente a vedere ciò che ci capita di fronte con lo stesso sguardo con cui vediamo ciò che ci annoia… forse può essere funzionale.

Blindati racconta di un ragazzo e del suo sguardo critico su ciò che lo circonda che offre solamente i presupposti per la noia. In poco più di due minuti si riesce a sintetizzare il vuoto interiore di tutto quello a cui non manca niente eppure provano a cercare sempre altro.

(Viola Santoro)

Mazzariello: 8

Pietà 

Il 2024 apre le porte ad una nuovissima ondata funk-pop tra chitarre e leggerezza di spirito. Il 2024 è un anno di sfide, di carpe diem e di voglia di cambiamento: condividete?

Un brano dai toni totalmente ipnotici, confusi, eppure così giusti è ciò che ci vuole per scrivere i propositi di questo nuovo anno.

Equilibrio, leggerezza, spiritualità: entrate, anche voi, nella fase “zen” e lasciatevi circondare dalla musica dei Koomari.

(Viola Santoro)

Koomari: 7

Dal ‘97

Mamma come funzionano i Serendipity! Crescita esponenziale, il loro ultimo singolo ne è la prova lampante. Dal ‘97 è un urlo di liberazione, un brano sfogo per tutte le persone che vogliono liberarsi di un peso, di qualcosa che nella propria vita non sta andando nel verso giusto.

Il testo dalla vena malinconica è accompagnato da una melodia molto piacevole e trasportante. Si finisce per cantarla senza accorgersene, perché è una canzone che fa bene al cuore. Agrodolce, perché urlare al mondo ciò che non va può essere un modo per ribaltare la situazione. Un punto d’inizio. Bravi!

(Simone Sebastiani)

Serendipity: 8