Anna e L’appartamento è un progetto che indaga le storie che vive la sua protagonista nel quotidiano e nella musica, con alcuni spunti che escono fuori da questa stanza musicale e si riconoscono con altri riversandosi in strada.
“Assedio” ep pubblicato a novembre, presenta 5 tracce che esaltano la rinascita processo necessario per iniziare ad amarsi di più e ad esporsi al mondo con sicurezza e orgoglio. Anche nei brani più intimi c’è rispetto per il sacrificio e la fatica per raggiungere, giorno dopo giorno, obiettivi personali.
Il tempo molte volte può provocare ansie e tensioni, soprattutto in un contesto dove si rischia di avere sempre troppe cose da fare, arrivando persino a evitare di ascoltare quello che si vorrebbe davvero perché non si riesce a curare con le giuste attenzioni il proprio essere.
Assedio diventa quindi una lotta interiore dal quale Anna e L’Appartamento riesce ad emergere con una nuova speranza e libertà.
Sicuramente possiamo trovare Florence and the Machine, Nada, Amanda Palmer e Fiona Apple.
Da brava confusa mi sento di dire che non lo so. Credo però che nei periodi di confusione (ma forse più che di confusione, di crisi) sia più probabile trovare delle risposte meno convenzionali di quando ci troviamo nella nostra comfort zone. E conseguentemente è possibile che qualcosa cambi, certo, ma nella confusione la direzione e la meta sono spesso incerte.
Pensare di poter cambiare idea tutte le volte che voglio. Forse non sempre è possibile ma mi piace credere di avere questa libertà.
Ballare descrive un po’ tutta la vita in generale. Si può ballare in tanti modi diversi: la techno quando fai le 6 mattino o anche nei momenti più frenetici, vividi, vitali della nostra quotidianità; diversamente ci si può muovere quasi come stessimo fermi, a tratti mimando noi stessi o qualcun altro, come in un atto di danza contemporanea, come quando ci si rinchiude nel proprio spazio interiore. Ballare significa stare nel flusso della vita, ballare è la vita stessa: non sarei in grado di scegliere una parentesi specifica.
Esatto, della depressione, dell’anoressia e più in generale del provare un perenne senso di inadeguatezza.
Perché leggersi è scomodo, provoca dolore e spesso a volte non si trova comunque una soluzione a tutta la sofferenza che si prova. E allora è più semplice trovare le risposte altrove e lasciare la fallibilità al di fuori di noi e all’ineluttabilità delle cose. A volte, credo anche, sia semplicemente così.
I social sono uno specchio distorto delle cose, dove diventiamo tutti super star che fanno cose incredibili mentre viviamo nelle nostre vite normali. E parlo da persona che per esigenze comunicative, ne fa uso. Ma ogni tanto mi viene in mente una certa puntata di Black Mirror.
Di fascinazione. Fascinazione all’idea che sia sempre il preludio di qualcosa di nuovo. Ciclicamente.
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