PH: Giada Robin

Giada Robin: “L’unicità è una forma di bellezza” | Intervista

 “So di non essere una popstar o una rockstar, ma un qualcosa di diverso che non può essere etichettato negli standard. Ho un sound tutto mio che non per forza deve essere compreso. Molte volte sprechiamo tempo ed energie per farci accettare o cercare di emergere secondo le logiche del mondo, quando alla fine basta essere solo sé stessi”, dice Giada Robin.
Femminilità ed energia sono espresse dentro il disco “Gnockstar”, con 10 tracce influenzate dalla dance e  dal rock, simbiosi creata per esaltare la propria presenza scenica in maniera intelligente, con l’affermazione di un identità artistica unica.
Ogni canzone esprime poi una diversa sfaccettatura, dolce o ribelle a seconda del mood, con un occhio sempre rivolto verso le responsabilità e i giudizi degli altri.
Giada Robin non si nasconde e anzi con questo disco si mette in mostra, dando un colore e una forma a diversi sentimenti.

INTERVISTANDO GIADA ROBIN

L’autostima è un valore per la bellezza?

Penso che l’autostima sia importante come processo individuale che porta a riconoscere i propri talenti e le aspirazioni che ci spingono verso i propri obiettivi, ma anche a comprendere i nostri errori ed i nostri limiti. Non solo ma l’autostima ci permette di relazionarci con gli altri senza indossare maschere, quindi la vedo come un grandissimo valore per la nostra bellezza interiore più che quella esteriore. La bellezza intesa più in senso religioso, come identità dell’anima che corrisponde a verità e non all’aspetto fisico.

La bellezza sta nell’accettarsi ed amarsi incondizionatamente: “Io sono quello che sono, così sono stato e così sempre sarò”. 

In questo album ad esempio ho cercato di rivelare la mia vera identità musicale ripercorrendo il mio passato, mostrando diverse parti della mia personalità e sognando un futuro che non dista poi tanto dal presente. Questa “Gnockstar!” non è solo una bella ragazza ma un’anima che brucia di passione. È un invito all’autostima appunto, a conoscere la nostra stella interiore. Il titolo ironico dell’album infatti non deriva soltanto da “gnocca” ma anche da “gnosis” che in greco antico significa conoscenza.

PH: Giada Robin

Come ti trovi a unire rock e dance?

Come racconto in “Disco Maniac” fin da bambina i miei genitori ascoltavano tantissima musica da discoteca e sono loro che mi hanno attaccato la mania della disco e della dance music. Mi sono innamorata subito della regina del pop Madonna e dei suoi spettacoli.

Già all’asilo ed alle elementari portavo uno stereo e mi mettevo a ballare e cantare le sue canzoni davanti ai  miei compagni di classe. Mi ricordo che mentre tutti erano a mensa io mi travestivo inventando dei personaggi e facevo passerelle di moda nel teatro della scuola. Una volta fui sgridata dalle maestre per aver simulato uno spogliarello.

Nonostante il gesto fosse del tutto innocente, molti lo dissero ai loro genitori e feci scandalo.

Il pop e la dance anni 90 rappresentano la mia infanzia, adoravo gli Aqua e gli Eiffel 65.

Da adolescente invece ero una ribelle e sentivo il bisogno di spaccare il mondo ahahaha così ho preferito darmi a rock e metal. Ascoltavo Marilyn Manson e tante band gotiche o punk hardcore, mi vestivo sempre di nero ed avevo una fissa per l’horror. Mi sentivo emarginata ed incompresa, ma anche tanto cool inside mentre mi rifugiavo nel mio oscuro mondo fatto di scheletri e vampiri. Insomma volevo essere una “Barbie Metal Queen”.

In “Gnockstar!” ho voluto unire queste due nature opposte, cercando di trovare un sound che uscisse un po’ dagli schemi ma che potesse finalmente definirmi musicalmente e farmi esprimere al 100% artisticamente parlando. Non mi riferisco solo alla title track ma in tutto il disco in generale e spero che possa essere l’inizio di un nuovo stile musicale. Una specie di unione tra sacro e profano che va oltre ogni giudizio e barriera.

Le emozioni sono un “Rollecoaster”? Quali sono quelle che provocano più adrenalina?

La vita è un susseguirsi di emozioni e noi siamo qui per farne tesoro e divertirci, tra alti e bassi, proprio come le montagne russe di cui parlo in “Rollercoaster”, che è anche la canzone di chiusura del disco. L’adrenalina è data dal rischio, dal pericolo, da quelle situazioni che ci fanno un po’ paura.. ed è la paura che rende interessante la corsa, perché ci fa urlare mentre stiamo facendo il salto nel vuoto ma poi ci fa impazzire di gioia o ridere a crepapelle subito dopo. Riguarderemo a quell’esperienza o a quel ricordo con grande entusiasmo. Del resto, se abbiamo paura è perché ci teniamo a quella cosa, è normale, è umano. La paura però non deve frenare, deve spronare ad andare avanti, aiutarci a superare i nostri limiti per raggiungere i nostri obiettivi. So che per molti uscire dalla zona di comfort, lasciare ciò che è sicuro e mettere in dubbio le proprie convinzioni è molto difficile ma è l’unico modo per combattere la paura. Alle volte bisognerebbe semplicemente fidarsi dell’universo e lasciarsi andare proprio come dico in “Meditation”.

Nella musica c’è una forte prevalenza del giudizio o la libertà ha sempre ampi margini?

Purtroppo ritengo che molti giovani artisti siano abbagliati ormai dai talent show in TV o da quello che passa in radio, da idoli del momento e dai like sui social, distogliendoli dal loro vero potenziale. È chiaro, il giudizio e le difficoltà non mancheranno mai.. molti si arrendono dopo i primi singoli, si scoraggiano per i pochi ascolti o perché non diventano subito popolari come gli altri lanciati dalle grandi major. Da artista indipendente so quanto sia difficile emergere o anche solo farsi prendere sul serio, ma io credo che ognuno di noi sia unico nel suo genere e che in questo mondo in fin dei conti ci sia spazio per tutti. Ci vuole passione, determinazione, coraggio e consapevolezza. Se si capisce dove guardare, cosa chiedere, cosa cercare.. ma soprattutto cosa ci piace e cosa vogliamo essere possiamo davvero fare grandi cose. La conoscenza è potere e libertà, che è quello che cerco di dire con la frase “The power is in my hands”(il potere è nelle mie mani) nello special di “Gnockstar!”. Per questo a mio avviso, è importante conoscersi prima di farsi conoscere. Solo se conoscete voi stessi sarete liberi di esprimervi pienamente.

PH: Giada Robin

Il dolore può rendere più forti?

Proprio come la paura, anche il dolore è una piaga inevitabile. Tutti ci troviamo di fronte a sfide giornaliere e prima o poi anche in situazioni dolorose, difficili da accettare e superare. Periodi bui dove non vediamo una via d’uscita e dove ci sentiamo abbandonati. E’ al di là dell’umana comprensione ma la vera passione è fatta anche di sofferenza e questo è un concetto chiaro in “Jesus DNA”. Ho preso di riferimento la religione cristiana, ma volevo dare un messaggio universale. Il DNA è presente in ognuno di noi ed ognuno di noi porta una croce e quel peso, quel dolore che tanto ci affossa in realtà può renderci più forti e consapevoli. Accettare il dolore significa accettare l’intera umanità ed amare incondizionatamente. “Queen of Pain”, la ballata melodica del disco, è un inno all’ accettazione di se stessi. È come se guardandoci allo specchio con tutte le nostre lacrime, fatiche e perché no, fallimenti..ci dessimo un abbraccio di speranza. E ritornando a “Rollercoaster”, la canzone termina con la frase “what makes you suffer..” (quello che ti fa soffrire) perché per sentirci vivi dobbiamo soffermarci proprio su quello che ci fa soffrire. Non si può camminare nella luce se prima non si abbracciano le tenebre.

“Get Up & Dance” è un’esortazione per liberarsi dei problemi attraverso la condivisione e il divertimento?

Assolutamente! Questa canzone ci invita a rialzarci dopo un fallimento ed a vivere il momento ballando appunto, che è una metafora motoria se così si può dire, di prendere le cose a cuor leggero. Bisogna cercare di divertirsi nonostante tutto e magari condividere le proprie esperienze con gli altri. Nello special della canzone faccio riferimento all’episodio di Lazzaro che risorge dalla tomba, perché tante volte è così che ci si sente.. malati e stanchi. Invece bisogna reagire e guardare avanti. L’importante è non mollare mai. Se si cade ci si rialza e si balla!