New Indie Italia Music Week #178

5 cellulari squillanti non basteranno per tirarci fuori dal tunnel sanremese. Anche l’Europa non si è potuta sottrarre al fascino dell’Italian Sound. E sinceramente: We want more!

But, what’s next?!

Se vuoi scoprire i nuovi protagonisti della musica italiana, non devi fare altro che sintonizzarti ogni domenica sulle frequenze di Indie Italia Magazine per godere delle migliori uscite #IndieItalia della settimana.

Sulle ali del cavallo bianco

Una poesia di vero amore, nel più classico dei sensi. Un piano che si fa lentamente ritmo dance, da voce singola si fa coro. È come un canto liturgico, che prende i ritmi anni Novanta e le melodie classiche per ridefinirle. Il brano è didascalico: testo e musica concordano. L’inizio è la visione del cavallo alato, il ritornello è l’ebrezza del volo sulla schiena bianca, su bassi che sono gli zoccoli al galoppo sull’aria.
Cosmo ci presenta il suo nuovo progetto con un brano veramente “antipop”, come il titolo del documentario che sarà disponibile in streaming tra qualche giorno. È la volontà di seguire solo l’estro creativo e non le logiche di mercato, per un’artista libero, che vola sulle ali bianche del cavallo alato.

(Lorenzo Ottanelli)

Cosmo: 8

Cenere

“Cenere” è il titolo del nuovo singolo della cantautrice e interprete siciliana Erika Ietro, in arte Erika Lei.  Il brano è prodotto da Dario Iaculli, già bassista dei “The Kolors”.

Cenere è un chiaro inno alla rinascita dopo la fine di una relazione. Quando dopo tanti anni si è abituati a camminare, rallentare e poi correre ma sempre in due, quando si resta soli è normale chiedersi se si è ancora in grado di riprendere in mano la propria vita o persino viverla. Dopo iniziali titubanze la risposta è chiara, non solo si è in grado ma prendendo consapevolezza di se stessi ci si rende conto di essere già da tempo persone nuove, perse nelle abitudini e nella routine di un qualcosa di morto da tempo.

Erika Lei: 8

Distante

Quando si pianifica un viaggio si ha una meta da raggiungere e un punto di partenza che indica dove inizierà il percorso. Possono esserci molti chilometri, strade piene di curve o lunghi rettilinei da percorrere tranquillamente senza prestare eccessiva attenzione.

Se però due persone si allontanano, evitando di dichiarare quale destinazione sta prendendo la loro vita, sarà molto difficile riavvicinarsi o almeno sapere quanto è grande questo vuoto di lontananza.

Certe volte può capitare anche di sentire l’esigenza di allontanarsi dalle proprie convinzioni o perché no, anche paure, rimaste chiuse chissà per quanto tempo dentro i nostri pensieri.

Alice Isnardi con il suo nuovo brano dal titolo “Distante” racconta una scoperta e un cammino verso una diversa consapevolezza dell’esistenza, ma anche un rifiuto verso un mondo che cambia, diventando spesso asettico e libero da legami umani.

(Nicolò Granone)

Alice Isnardi: 7

 

Elliott

“Elliott” è molto più di un singolo; è un’immersione nell’anima tormentata del suo autore: Cassio. Questo brano anticonvenzionale cattura l’essenza di una storia d’amore vissuta in prima persona. Non è quindi un caso che il giorno del lancio sia stato a San Valentino, un giorno in cui idealmente si vive l’amore come un legame indissolubile che implica dare senza chiedere nulla in cambio.
Le parole di Cassio ci gettano nell’abisso delle sue emozioni contrastanti, rivelando la lotta interiore tra l’amore e la paura dell’abbandono.

(Ilaria Rapa)

CASSIO: 7

Lamerica

La nuova tripletta dei RIVA, “Lamerica”, “Perso per sempre.” e “Eden”, si distingue per la complessità narrativa che permea ogni strofa. Anticipato dal singolo “Lamerica” che dà il nome alla raccolta, “Perso per Sempre” si mostra come un dialogo intimo tra terapeuta e paziente, riflettendo sulle domande senza risposta che segnano il percorso della vita. Mentre “Eden” cattura l’essenza del cambiamento e della ricerca di un nuovo sé, invitandoci a lasciarci trasportare in un viaggio verso l’ignoto, alla ricerca di qualcosa di perduto e forse mai realmente trovato. Un insieme che ci fa sicuramente tanto emozionare.
(Ilaria Rapa)

RIVA: 7,5

NO JOKE

“No Joke” è il nuovo irriverente brano di Sleap-e: un singolo intriso di energia e voglia di liberazione. Sleap-e, con la sua voce indubbiamente autentica, trasmette, attraverso questo nuovo singolo, tutta la sensazione di gioia e determinazione nell’affrontare situazioni che limitano la sua libertà creativa. Il brano si distingue per la sua freschezza e originalità, anticipando l’album, promettendo di essere una vera e propria rivelazione nell’industria musicale emergente.
(Ilaria Rapa)

Sleap-e: 8

Adhd

“E se fossi capace di dirti mi dispiace”, chissà se è veramente colpa dell’adhd… alla fine sembra essere una difficoltà che un po’ tutti abbiamo. Che poi non si sa neanche perchè chiedere scusa risulta sempre così scomodo, come se avessimo paura di dormire con la luce spenta delle verità che abbiamo dentro. Effettivamente, però, “che mi frega ho l’adhd”, sembra un po’ una scusa. Una scusa che, quasi quasi, potremmo sperare di avere tutti perchè a quel punto avremmo una scusa sempre pronta, come se fosse questo il modo giusto di risolvere i nostri litigi.
Il testo è carico di vulnerabilità ed offre uno sguardo autentico sul vissuto di coloro che convivono con la neurodivergenza.

(Viola Santoro)

Sergio Andrei: 7

Cupido è morto

Ma alla fine chi è Cupido? Follia? Amore? Tristezza? Rabbia?
Tutti gli amori sono destinati a perdere la loro forza iniziale, ad appassire, a morire, a scadere nella quotidianità, a diventare cimiteri del desiderio. E tutto questo è follia. I corpi degli amanti si trasfigurano nel tempo: cambiano forma, colore, consistenza, carattere. La durata però non dovrebbe logorarli ma rinnovarli. Il tempo della durata non è corruzione del presente ma rinnova il primo sguardo. Il primo sguardo… proprio quello che lascia le lacrime sul cuscino vuoto.
Una vita di avanzi e di frammenti di serate finite in pazzia, ma senza accorgercene.

(Viola Santoro)

Fil: 8

My time

Ogni promessa, anche quella d’amore, contiene ambiguità. Le ambiguità ci distruggono ed ora bisogna riprendersi, cercando il centro perfetto. Che poi, Platone aveva parlato di amore sferico, dell’amore come ricomposizione dell’interno: ogni metà separata ricerca la sua parte perduta. Platone chiama amore questa “caccia dell’intero”, questa spinta al recupero dell’identità unica. Chi ci dice, quindi, che per stare bene non si possa diventare la metà da ricercare? Da ritrovare, guarda caso, proprio in noi stessi?

(Viola Santoro)

Senzavolto: 8

Un anno pazzesco

Energia frizzante e positività coinvolgente: continua il percorso dei CACTUS all’interno dell’indie felice. “Un anno pazzesco” è l’invito a vivere la vita col sorriso, a prendere in mano il proprio destino e lasciarsi trasportare dalla magia dell’amore.

Un messaggio lanciato soprattutto ai più giovani, con la consapevolezza che l’esito delle nostre azioni dipende soltanto da noi. Le immagini e la melodia del brano rimandano ad una sensazione di piacevolezza e festa. “Rendere la vita meglio di un sogno”: si può!

(Simone Sebastiani)

CACTUS: 8

MAICOL

Riprendendo uno dei ritornelli più famosi di Francesco De Gregori, Kamahatma ci presenta Maicol, un ragazzo di provincia all’apparenza come tanti, che in realtà ha vissuto più vite in una, e forse nessuna troppo felice.

Il futuro sembra essere un prigione per chi non ha la possibilità o il tempo di sognare, dato che prima di credere in qualcosa bisogna avere la forza per affrontare la routine del quotidiano.

Tutti ripongono speranze in questo giovane senza però dargli nessuna possibilità non solo di sbagliare, ma anche d’imparare attraverso amore, rispetto o semplice affetto.

E se il mondo ti si ribella contro, è inevitabile crescere con un certo malessere interiore. La colpa però non è tutta di Maicol, anzi lui fin da bambino è diventato vittima di una società ricca di aspettative e allo stesso tempo piena di problemi che non si risolveranno mai da un giorno all’altro.

(Nicolò Granone)

Kamahatma: 9

Il nastro di Möbius

Ispirata alla teoria del matematico tedesco, “Il nastro di Möbius” dei Votto, band metal scream piacentina, ci scuote dai nostri pensieri, ci prende letteralmente l’anima e la separa dal corpo a suon di batteria e chitarre potenti.

Al quarto ascolto riusciamo anche a capire il testo, tutto in scream, che prima ci provocava solamente un’inquietudine pazzesca, ora invece che sentiamo distintamente le parole urlare dal cantante, ci fa riflettere, principalmente sulla paura della morte, ma anche sulla paura in generale.

I Votto ci fanno lasciare da parte i problemi quotidiani per portarci dentro un bosco, con una benda sugli occhi, sempre con la costante sensazione che qualcuno ci segua dietro di noi, e allora corriamo, cadiamo, ci schiantiamo contro gli alberi, per ritrovarci dentro un labirinto impossibile da superare, perché in realtà è solamente dentro la nostra testa.

(Margherita Ciandrini)

Votto: 8

 

Post-irrisione

Entriamo negli anni ’50 con “Post-irrisione”, brano di Luca coi baffi, che usa la sua voce e la sua musica per parlare di qualcosa che si è sempre tenuto dentro. 

Soprattutto nell’universo maschile, c’è sempre stata la regola non scritta “se racconti a qualcuno i tuoi problemi, poi ti rendi vulnerabile e vieni additato come debole”, o almeno, questo è quello che la società del passato (ma è poi passato?) ci imponeva. 

E allora come fare se il nostro cuore è spezzato perché la ragazza ci ha lasciato? Semplice, mentre si aspetta che le cose si sistemino da sole, ci scriviamo sopra una canzone e usiamo la musica come placebo, proprio come ha fatto Luca coi baffi e noi lo ringraziamo per aver condiviso questa esperienza con noi, dopotutto, abbiamo visto tutti, almeno una volta, il viso di quella persona che ci fa soffrire dentro un bellissimo tramonto.

(Margherita Ciandrini)

Luca coi baffi: 8

Domenica

La colonna sonora di oggi non può che essere “Domenica”, il nuovo singolo dei KAUFMAN che, “perfetta, nevrotica, alcolica”, diventa lo sfondo per raccontare il pendolo tra la quotidianità e la noia che questa giornata rappresenta. Immagini, come polaroid, vengono descritte in un calendario settimanale che, sebbene abbia lati malinconici, viene alternato da una musica allegra e pop che ci rimbalza nella testa.

(Benedetta Fedel)

KAUFMAN: 7,5

pratovecchio

La malinconia per la rottura di una storia d’amore è tutta qui. EDODACAPO non sa cosa fare, è perso ed in cerca di risposte. Pone una serie di domande alla donna amata, perché il senso di attesa e confusione non lo lascia in pace. Ripercorre alcune tappe della storia, si guarda indietro e riflette. Soltanto così, infatti, riesce a ripartire e voltare pagina. È la storia di molti innamorati: si soffre, si piange, ma ci si rialza con coraggio. Bravo Edo.

(Simone Sebastiani)

EDODACAPO: 7

bacardi

L’amore è anche sostegno e complicità. In questo brano, il Bacardi rappresenta la via di fuga, il sostegno che annebbia problemi e pianti. E’ questa la proposta di phixre: spensieratezza e libertà in un cupo venerdì sera, lontani da tutto e tutti.
Proposta rifiutata. Perché lei preferisce rimanere sola, abbandonata alla sua malinconia. Qui, allora, il gesto più forte e nobile: accettare la volontà dell’altra e rimanere in attesa di un cenno d’approvazione per aiutarla a cancellare il suo malessere. Segno di rispetto e forza, anche questo è amore.

(Simone Sebastiani)

phixre, Tom Rix: 7,5

Fiammiferi

Una ballad con un piano calmo, una chitarra che viaggia leggera su una voce soffiata che ci fa sognare, tra tutte quelle situazioni che durano il tempo di un fiammifero o di un bacio. Che è un bruciare veloce, che è come un cocktail, finisce così presto, che a volte non sai dire altro: “che mondo schifo”.
E allora arrivi alla conclusione che, se dura il tempo di un bacio, “allora non stacchiamoci mai più”, perché tutte queste relazioni a corto raggio non si sopportano ancora. E alla fine “bruciami come la notte, come le botte”. Perché è bello vivere qualcosa di nuovo, di duraturo. Oltre il momento.

(Lorenzo Ottanelli)

Zeep, Kaizen: 7,5

Iride

Iride è una danza macabra di sentimenti che ormai hanno preso fuoco fino a diventare cenere pronta a volare via al prossimo soffio di vento. Le lacrime bruciano dentro gli occhi, ma meno dei ricordi condivisi insieme. Niente è più forte di avere ancora l’illusione di poter cambiare un passato sempre più lontano.

Fammi fammi ballare, è la preghiera di Leo Lennox per dimenticare ogni tormento e ricominciare a essere in controllo delle proprie emozioni.

“Noi siamo meglio di così, dico io”. Ripartire dall’amore per noi stessi per trovare la forza di andare avanti.

(Nicolò Granone)

Leo Lennox: 8

Meteorite

Una batteria, insieme a una chitarra importante, aprono un brano rock nell’anima, che ha tutto quello che i Voina vogliono lasciare con le loro canzoni. Una volontà di riscatto unica, per il gruppo abruzzese.
Fottersene di tutto, anche del meteorite che si schianta sul parabrezza, perché siamo troppo di fretta. È la tracotanza di volersene stare sereno, anche se fuori da sé le cose non funzionano. Anche se il mondo è completamente perso, “facciamo testa a testa”. Fuori dalle logiche di un mercato che appiattisce un po’ tutto, loro fanno come gli pare. E funziona.

(Lorenzo Ottanelli)

Voina: 7

Giù dal pero

“Tutti diventano più belli dopo che si lasciano, diventano anche più seri, tutti diventano più svegli dopo che si lasciano”

Nel giorno degli innamorati la coppia Martelli e Auroro Boreale fanno un regalo a chi vorrebbe festeggiare ma non può, ironizzando sul fatto che stare da soli può avere molti lati positivi.

L’amore è un privilegio, non un dovere quindi se tu che ascolti questa canzone stai vivendo una storia senza più amore, scendi, lanciati giù dal pero e diventa indipendente!

(Nicolò Granone)

Martelli, Auroro Boreale: 7,5

Napoli Visionaria

Un’esplosione di groove nel cuore di un’immaginaria Piazza Mercato in cui le voci del popolo si moltiplicano e si confondono, fra ritmi frenetici, armonie, melodie, chitarre funky e aperture di fiati a metà tra Kokoroko e Napoli Centrale.

Napoli Visionaria è il singolo di Bassolino, nuovo progetto artistico del pianista, compositore e producer napoletano Dario Bassolino, esponente di spicco della vivacissima scena musicale partenopea. Il brano è il primo estratto dall’album Città Futura, un disco dal sound “losco, pulp, grottesco e romantico” fuori l’1 marzo per due etichette seminali, la berlinese Jakarta Records e la napoletana Periodica Records, label di “neapolitan electronics e funk music”.

Con un titolo preso in prestito da un libro dello scrittore napoletano Luigi Compagnone, Napoli Visionaria è una traccia stratificata come le architetture della città, con una base percussiva e mantrica che si interseca a temi ora sofisticati, ora popolari e con i mandolini che si fondono con i sintetizzatori: un vero e proprio manifesto sonoro di libertà espressiva suonato da un collettivo di musicisti di tutto rispetto e fortemente ispirato da Processione sul mare, un pezzo di Toni Esposito del 1976.

Bassolino: 9

La terra

Come in un viaggio nel tempo, la musica de Il Quadro di Troisi alterna i suoni del presente a un’estetica orgogliosamente citazionista. La canzone italiana da “Sanremo” degli Anni 80 opposta alla musica elettronica che si balla nei club di Berlino: un incontro/scontro da cui nasce un’armonia unica e al tempo stesso inimitabile.

Con questo brano l’ex duo formato da Donato Dozzy e Eva Geist e diventato ufficialmente un trio con l’ingresso in pianta stabile di Pietro Micioni si conferma come uno dei progetti più raffinati in circolazione e regala un ulteriore assaggio del disco in arrivo. Un album che vuole raccontare la vita in tutte le sue sfaccettature e che segna un deciso passo avanti verso un linguaggio musicale ancora più autoriale e personale, in cui gli elementi che da sempre contraddistinguono il sound della band – un approccio alla forma canzone che si riallaccia direttamente a certa tradizione italiana e un suono spiccatamente “elettronico – si fondono ancora di più in un mix unico, seducente ed elegante.

Il quadro di Troisi: 7

Subacquea (EP)

“Subacquea” è l’attesissimo ep del duo Eyes, be quiet. Racchiude tre pezzi che sono stati fondamentali nell’indagine del sound attuale, ampio e malinconico.
Diversi tra loro, ma uniti da un filo conduttore, i brani spaziano tra il coraggio e la delusione, il rifiuto e l’inseguimento, la ricerca di una luce nel buio delle acque profonde.

“Ammit” è sussurro disperato, osservare da vicino una cosa bellissima spezzarsi tra le tue mani senza avere il potere di fare nulla. Faresti di tutto per impedirle di rompersi, sacrificheresti te stesso, ma allo stesso tempo non ne hai le forze e ti lasci avvolgere dalla malinconia e dai suoni orchestrali.

“Notti Scure” è il primo brano scritto e singolo. Parla dell’avere coraggio e del voler tentare, anche quando ti rendi conto che dovrai combattere quello che hai intorno. Un crescendo, che parte da un folk intimo con un finale dream pop.

“Polifemo” è un rifiuto totale del proprio corpo, dover convivere con una carne che non senti tua e preferiresti “strapparti per metterci delle squame”. Distorto e ipnotico, come immaginiamo il canto di una sirena che ti attrae tra le sue braccia per affogarti.

Eyes, be quiet: 7.5