New Indie Italia Music Week #181

Qual è il tuo #posatenebre ? Un oggetto al quale ognuno può dare la propria accezione. Un luogo in cui disfarsi dei guai. Un non luogo in cui disperdersi.

Un suono, una melodia, una canzone alla quale affidare l’arduo compito di distruggere le #badvibes e mettere dei punti di sutura duraturi.

Scopri le migliori nuove uscite #Indieitalia della settimana, scelte e recensite dalla redazione: chissà, potresti trovare il tuo posatebre…

Dafalgan

Ele A ci trasporta nella sua Svizzera, dove è nata e cresciuta, là dove c’è ricchezza, ma dove si tende a nascondere tutto sotto il tappeto. È la voglia di sparire, di calmarsi, di sciogliersi “nell’acqua, ma non passa, questa volta non passa”. La scorciatoia nell’alcol “con il Dafalgan”, che è un voler stare bene, senza percepire più niente.

“Dafalgan” è un pezzo moderno, che parte con una tastiera elettronica anni Novanta, il periodo di riferimento di Ele A, che già in Globo ci trascinava nelle sonorità di fine secolo. È un rap che si trasforma in melodia pop nel ritornello, molto rilassato, quasi soul-r’n’b. Il gioco sonoro funziona e il brano risuona, è bello sentirlo anche in loop.

(Lorenzo Ottanelli)

Ele A: 8,5

 

Attraverso

“Attraverso” di Daria, un brano che unisce batterie incalzanti e chitarre elettriche in un’esplosione sonora che però riesce a lasciare spazio alla voce intensa ma sottile dell’artista e produttrice indipendente. Seppur dal suono minimale, l’arrangiamento nasconde quella complessità che sfida l’ascoltatore a scoprire ogni dettaglio nascosto. In questo brano, Daria esplora il coraggio di superare gli ostacoli e di crescere attraverso il confronto con sé stessi e con gli altri.

(Ilaria Rapa)

Daria Huber: 7,5

Poetry

Ascoltando “Poetry” ti da la stessa sensazione di acquistare un biglietto per un viaggio in un mondo fatto di divertissement e bizzarrie e in cui le note si muovono con un ritmo old school che ricorda quelle di Scooby-Doo.Sleap-e è riuscita ad imbottigliare l’essenza delle serate folli tra amici in una canzone, trasformando il processo di guarigione in una festa da non perdere.

(Ilaria Rapa)

sleap-e: 8

PROMOZIONE MUSICALE

Canzoni Disperate

Canzoni disperate è la voglia di un artista, qui Malinverni, di usare un brano per comunicare qualcosa o meglio raccontare una storia. Questa è una caratteristica necessaria per essere un cantautore e per rispondere ad un mondo di musica plastificata con ritornelli vuoti di significato, creati a tavolino solamente per piacere alla classifica o alle radio.

In un dialogo c’è un mittente e un destinatario, in questo caso ci sono due persone davanti ad un drink che provano a raccontarsi senza conoscere ancora il loro grado d’intimità e fiducia.

Per cogliere certe sfumature bisogna prendersi il tempo di riascoltare, interrogandosi sul significato del messaggio, solo attraverso l’elaborazione è possibile capire cosa ci stanno dicendo gli altri.

(Nicolò Granone)

Malinverni: 7

Sconosciuti Superstar (Album)

Sconosciuti Superstar è il nuovo album di Angelica: il terzo disco della cantautrice che con un back to the roots, viene pubblicato lo stesso giorno in cui, cinque anni fa, è stato pubblicato il primo disco Quando finisce la festa.

Scritto con la partecipazione di Calcutta e Domenico Finizio, il nuovo album contiene melodie appiccicose sopra un sound variegato ma omogeneo allo stesso tempo: si va dalla disco a ballate organiche, passando per chitarre distorte, synth e arpeggiatori senza strappi al motore, confermando l’abilità della cantautrice di mescolare tutto quello che le piace senza porsi limiti.

Sconosciuti Superstar è un disco sincero, vissuto in prima persona, un processo emotivamente impegnativo ma allo stesso tempo liberatorio, che permetterà ad Angelica di proseguire il suo viaggio in maniera più leggera.

Angelica: 8,5

Troppe cose

A tutti sarà capitato di stare aggrappati al passato rimanendo legato ad una relazione ormai destinata alla fine o in un posto di lavoro dove non si voleva stare, ma per mancanza di coraggio si è preferito rinunciare a buttarsi nel vuoto, senza tuffarsi verso un nuovo cambiamento.

Ovviamente, senza lasciarsi prendere dall’istinto, quando bisogna fare una scelta ci sono sempre troppe cose da valutare, spesso sono talmente tante che si fa in confusione, entrando in un blackout decisionale dal quale non si vuole uscire.

I ricordi possono essere uno spazio da conservare nella memoria, però non sempre va bene cercare rifugio dentro situazioni che esistono solamente all’interno di noi stessi. Fingerò che vada tutto ok, o forse no, la realtà ci presenterà sempre il conto.

(Nicolò Granone)

Romeo: 7

Orchestra di silenzi

Non è saggio rispondere alla rabbia con rabbia o provare a fare pace utilizzando più violenza. Per calmare il dolore bisogna essere bravi a reagire con calma, pazienza e fiducia. Quando siamo in lotta con noi stessi dobbiamo cercare di capirci, non di accusarci o di stare a rimuginare su ciò che abbiamo fatto producendo un rumore sordo.

Il silenzio diventa una qualità da affinare per cercare concentrazione, che è diverso da rimanere zitti a guardare il disastro perché non si ha il coraggio di alzare la voce o esporre il proprio pensiero.

Pugni debutta con Orchestra di Silenzi, un brano che urla la voglia d’amarsi.

(Nicolò Granone)

Pugni: 7,5

Stai zitta

La musica diventa essenziale, la melodia sparisce. La voce deve prendersi tutto lo spazio in questo brano. Lo spazio che dovrebbe fare suo nella realtà che racconta, ma in troppe occasioni ancora non riesce.

Uscito puntualmente l’otto marzo, il rap furioso di Alda ci ricorda ciò che il mondo femminile deve ancora sopportare, del pericolo del solo camminare per strada, di una vita normale ancora negata nonostante tante parole con cui ci si riempie la bocca in giro e specie in questo giorno. E si sofferma particolarmente nell’ambito domestico (“E nei casi peggiori lo stronzo lo vedi girare per casa” – “Se ripenso ai tempi del covid mi chiedo come cazzo ce l’hanno fatta/devi stare in famiglia ma cosa succede quando la famiglia è sbagliata?”).

Il No ripetuto alla fine è un accorato stimolo a rialzarsi a chi da questo dramma è investita, ma anche (e forse, soprattutto) l’ordine di gridare rivolto a tutti gli altri che hanno la fortuna di non doversi rifugiare in un angolo con la testa sulle ginocchia.

(Stefano Giannetti)

Alda: 8

Centri di anzianità

Il motivo e i giri della voce dolce e spezzata di Assurditè sono vorticosi, così come il rumore che sentiamo all’inizio del brano. Un girare su sé stessi, come la condizione che narra. La nostra. (“Vivo contemporaneamente le birrette e le guerre” – “Lancio questa protesta ma mi vedete stare zitta e immobile sul bancone di questo bar”).

Come le rane che resistono nell’acqua sempre più calda, viviamo nei nostri centri d’anzianità. Indignati per ciò che ci circonda ma incapaci di andare oltre il dirlo con un post o il commentarlo durante una pausa dal lavoro.

Una soave e spietatamente finta visione distopica, in cui ci immaginiamo isolati in un centro anziani mentre gli schermi ci mostrano l’Apocalisse. Una fine del mondo che schiviamo finché possibile, dietro lo scudo dei nostri giganteschi problemi quotidiani, da combattere con un aperitivo.

(Stefano Giannetti)

Assurditè: 8,5

C6

I Miei Migliori Complimenti cambiano ogni volta, si trasformano, muoiono e rinascono in modi impensabili. Come in questa storia post-apocalittica. “Colpito e affondato” da un disastro nucleare, il protagonista recupera ricordi e abilità partendo dal samba che muove la canzone stessa. Un gioco sperimentale che rimane in testa mentre si va avanti a recuperare cognizioni (“ritrovi nei divani le chiavi” – “a volte persino la strada”).

Foglie, unghie e capelli ritrovano vita più facilmente di una relazione (“ma non so se ricordi l’amor” – “pensavo di avere qualcosa per salvarti … e invece non ce l’ho”).

Se ai tempi di Colazione da Gattullo era una sfoglia di mirtilli a raccontarci quanto può essere duro l’amore, qui si scomoda addirittura la fine del mondo. Che al confronto della fine di una storia è comunque polvere che va via con una scrollata di spalle e due passi di samba.

(Stefano Giannetti)

I Miei Migliori Complimenti: 8

Brescia inferno

Il rock dei Cara Calma ci porta attraverso il dilemma del secolo: la routine è protezione o gabbia? Con “Brescia inferno” la band ci racconta di quanto la loro città sia un luogo in cui si sentono al sicuro, compresi e amati, ma allo stesso tempo fragili e confusi.

Vedere le stagioni passare una dopo l’altra, sempre dalla stessa identica prospettiva, ci fa quasi pensare che non stiano veramente passando, ma siamo noi che ci siamo ibernati in questo inferno ghiacciato che ci tiene con i piedi ben saldi a terra.

I Cara Calma ci spronano a scrollarci di dosso queste catene invisibili per uscire da questi palazzi metaforicamente degradati, per scoprire cosa c’è oltre i detriti.

(Margherita Ciandrini)

Cara Calma: 8

AMORE DINAMITE (Album)

Caffellatte, nel suo EP “AMORE DONAMITE”, tra sonorità pop e dance ci culla con la sua voce che ci entra soffice dentro le orecchie e non ci molla.

Non spariscono più le cicatrici lasciate da un amore esploso troppo presto, e ci ritroviamo a ballare con sconosciuti dentro un bar buio, con le luci che ci illuminano ad intermittenza, cerchiamo in tutti i modi di eliminare quei ricordi che ci stanno facendo impazzire “TANTISSIMO” e ci sentiamo proprio come dentro ad uno “zoo”.

Notti proibite raccontate in “TATTOO TABOO” ci immergono di nuovo dentro il mondo di Caffellatte, che di sicuro non sta cercando l’amore della sua vita in questo EP che sprizza sensualità in ogni testo e melodia .

Pazzesche “TROPPO CHIC”, che riprende Dragostea Din Tei e ci riporta dritti agli anni 2000 ,”FINTADINIENTE” e “crimine” che ci mostrano il lato più dolce e introspettivo di Caffellatte mentre si ritorna alla dance con “SU&GIÙ”.

Caffellatte ci canta che è “meglio dal vivo” e, nonostante il livello sia già alto, non vediamo l’ora di vederla live.

(Margherita Ciandrini)

Caffellatte: 8

Devastante

Che pezzo! Olly centra il bersaglio con un singolo che parla d’amore, sentimenti e consapevolezza. E’ un artista maturo che si racconta ed esprime l’esigenza di costruire legami d’amore forti e duraturi, con tutte le difficoltà che ciò può comportare. E’ il passo che decreta il passaggio da ragazzo ad uomo. Olly lo racconta meravigliosamente con il suo stile inconfondibile.  

Quanto è romantico pronunciare alla ragazza amata: “Per me sei devastante”? Troppo. Semplicemente devastante.
(Simone Sebastiani)

Olly, JVLI: 8

Croce

Con la maggiore leggerezza possibile, Tuasorellaminore affronta la chiusura di un rapporto d’amore piuttosto pesante e malato. Melodia godibile e ritmo anche ballabile, dinanzi ad una situazione spinosa che l’artista si trova ad affrontare. Non sempre, infatti, l’amore è tutto rose e fiori. In alcuni casi diventa una vera e propria croce da sopportare. Per guarire e trovare la “benedizione”, a volte, bisogna sapersene fregare e andare coraggiosamente avanti anche con autoironia. Brava.
(Simone Sebastiani)

Tuasorellaminore: 7

POSATENEBRE

Trattare il delicatissimo tema della della salute mentale con i guanti: esperimento pienamente riuscito. Mew ci proietta in una stanza oscura dalla quale è difficilissimo uscire. E’ la gabbia della depressione. Soltanto chi affronta determinate situazioni può capire cosa si prova.

Uno spiraglio di luce si scorge in questo brano. Emerge infatti il tentativo di sradicare il male interiore uscendo al di fuori della porta di camera. Trovare quella forza, alle volte, può significare tutto. Brividi dalla prima nota: pezzone.

(Simone Sebastiani)

mew: 8

Muro 

Muro è fusione perfetta tra due anime zuppe di pioggia di malinconia e rimorso. L’incontro tra un’anima dal respiro anglofono e un cuore ancorato in Sicilia. 

Fusione d’anima, fusione di parole. Tra l’inglese e il siciliano si crea connubio di radici blues tra chitarre e un piano rhodes, 

Anime riflessive, anime poetiche, si guardano e si interrogano: “Is this Love you feel? Facemo accussi/Or is it pain?/I liccumarei/How long will it take?/Su tutti li to/To stop/being the same/E li camurrie/Do you remember?/Sulu cazzi mei”.

La sfacciataggine di rimanere appesi su un filo e continuare a rimuginare su qualche vecchia discussione, semplicemente muri.

Alla fine saranno semplicemente gli occhi a parlare.

(Viola Santoro)

RBSN, Marco Castello: 8

La Rochelle

“Solo se ti va, se solo, se ti va”

Sembra confusionario ma basta sentire il rumore dell’onda. Le parole sono discorsi,  le onde sono mare. Mare di parole, discorsi d’onde. Poi, uno scoglio. I pensieri poco felici, le storie degli altri che visti dalla spiaggia sembrano essere sempre più asfissianti delle nostre.  Fuggiamo alla Rochelle senza lasciare niente dietro, solo secchielli pieni di conchiglie blu, trasparenti, qualche granello di sabbia e il rumore assordante delle urla nella nostra testa. 

(Viola Santoro)

Chieriach Re: 7,5

Cinico (500 giorni insieme)

Altra dimensione. Senza la voglia di avere paura. Che poi, “500 giorni insieme” è freschezza e malinconia ironica, la sua capacità di mescolare ingredienti perfetti per creare un manifesto generazionale. Ma ciò che lo rende davvero speciale è la sua capacità di immergersi nelle emozioni e negli struggimenti universali legati all’amore giovanile. Attraverso il punto di vista di Tom, il film esplora l’inesperienza e le delusioni legate al gioco dell’amore, offrendo uno sguardo sincero sulle dinamiche sentimentali. La storia di Tom potrebbe essere definita una “friendzone” oggi, ma colpisce perché parla di sentimenti con cui molti possono identificarsi, quando si è convinti che la persona amata sia il riflesso di noi stessi. 

Quindi, lasciamo stare le persone ciniche se non vogliamo essere dei Tom.

(Viola Santoro)

Elex: 7,5

Mai Love

Una sonorità pop che ricorda le ultime produzioni lente di Mahmood, con un piano cadenzato, che si fa moderno anche grazie alla scrittura del testo di Paolo Antonacci. Un tema classico cantato con un buon timbro e un buon falsetto. Mameli è in continuità con sé stesso, riprende anche sonorità già sperimentate e melodie non rivoluzionarie. Ma è quello che funziona per lui.

Mai Love è uno sfogo con sé stessi, ma anche uno sfogo verso una situazione che non è andata, di una relazione che non è riuscita. È un tema classico, ben cantato, come Mameli sa fare.

(Lorenzo Ottanelli)

Mameli: 7,5

Il paragone

Riprendere il funk e il melodico napoletano, non solo nel ritmo, ma anche nei temi e nella scansione melodica. È la scelta di Masamasa, che lascia il pop-rap alle prime battute della strofa, per poi scendere in un ritmo anni Sessanta-Settanta, che ricorda leggermente il Jovanotti degli anni Novanta. Si parte con un piano, per farsi avvolgere da un’orchestra piena di archi e chitarre e finire con un fischio. Masamasa racconta la paura dello stare solo il mercoledì sera, la bellezza di aspettare lei che ti guarda dalla finestra, che non scende le scale, per “sviare un batticuore”. E non c’è la paura del paragone con “il tuo uomo migliore”. È un nuovo Masamasa, ma ci piace.

(Lorenzo Ottanelli)

Masamasa: 8

Nisciuna Colpa

Un’atmosfera eterea disegnata dalle note di un piano che fanno da sfondo musicale alla narrazione di una storia d’amore che fa arrovellare i pensieri, nella solitudine di due anime che si sfiorano senza toccarsi. Federico Di Napoli, con una vocalità soffiata che arriva dritta al cuore e con liriche in lingua napoletana, ci offre un pezzo dalle sonorità tipiche della musica partenopea, caratterizzato allo stesso tempo uno stile fatto di rnb e urban che lo rivestono di un’aura estremamente attuale. “Nisciuna Colpa” rappresenta il perfetto equilibrio tra modernità, sentimento e tradizione.

Federico  Di Napoli, Gorbaciof: 7

Tenerezza

TENEREZZA è il singolo di Amalfitano ft. Francesco Bianconi che a nticipa il nuovo album in uscita il 22 marzo. Cosa ci fa litigare, odiare, dare di matto, dire cattiverie anche se ci si vuole bene? Spesso è qualcosa che va oltre i singoli episodi della vita, qualcosa che non può essere spiegato tramite la psicanalisi, il carattere o l’oroscopo. Qualcosa che non capisci anche se provi a risalire alle cause. Quanta tenerezza fa l’essere umano quando si trova in una situazione del genere? Mentre litiga e odia, con la consapevolezza che – in realtà – ci si vuole bene.

Amalfitano, Bianconi: 7

Nero d’Avola

“Nero D’Avola” è il secondo brano di JUMA: racconta la fine di una relazione, le emozioni contrastanti che si provano, la fuga dal dolore, la ricerca di un po’ di conforto, anche nell’alcol. Tutte le soluzioni che cerchiamo non risolvono mai il problema ma danno sfogo alle nostre debolezze e ci portano a nuove consapevolezze su noi stessi. Juma cerca di raccontare lo scorrere della vita che ci sbatte addosso tutti i giorni, lasciamoci incantare e guardiamoci con degli occhi diversi.

Juma: 7.5