New Indie Italia Music Week #182

“Godi anche se sente tutto il palazzo. Tutto tutto. Senza che ti vergogni. Sotto sotto non è vero che invecchi. E se ti senti morire dall’imbarazzo. Non farti schiacciare. Chi ti giudica è il male. La vita è volgare!

Hai già scelto il suono per accompagnare il tuo salto carpiato esistenziale verso il ritorno alle tue volontà primordiali?

Scoprilo con i migliori nuovi brani #IndieItalia della settimana scelti e recensiti dalla redazione e trova l’ispirazione per la tua rinascita.

Un segno di vita (Album)

Trovare un segno di vita, “i germogli di Hiroshima”, “i fiori del deserto”, tutte immagini positive in mezzo al caos che ci circonda. Perché ogni volta che “distruggevano, ricostruivano”. È la luce in mezzo al buio, nelle “zone militari”. Dove riuscirai a spaventare “sempre tutti con la tua voglia di vivere, non riesci a smettere di piangere, non riesci a smettere di ridere”.
Vasco Brondi torna dopo tre anni, da solo, conclusa l’esperienza con Le Luci della Centrale Elettrica. Lo fa con un disco strumentale, orchestrale, dove le chitarre fanno da padrone, ma non sono sole. È un disco di speranza, qui dove il discorso pubblico sembra sempre più dare significato di “apocalisse”, in un mondo che va verso la guerra, qui c’è voglia di ricostruzione. C’è anche voglia di rivolta, per rinascere da questo inferno.

(Lorenzo Ottanelli)

Vasco Brondi: 8

Crack

“Crack” il singolo  nuovo singolo di Angelo Sicurella scritto e prodotto insieme aDario Mangiaracina (La Rappresentante di Lista).

Dopo l’uscita nel 2023 del raffinato Cigni, album in cui l’amore affrontava le intemperie del mondo in una immaginata remissione del genere umano, il cantautore e producer siciliano torna con un nuovo capitolo della sua produzione discografica.

Con dei rimandi al sound di band come TV on The radio, Young Fathers, CRACK è un brano elettronico costruito su sample di drum che s’incastrano perfettamente a pattern di tom distorti, synth che viaggiano in direzione RnB, fraseggi jazz nascosti e un finale che si apre a sostegno della voce con un basso elettrico dritto.
Parlando del brano, Angelo e Dario raccontano:Navighiamo in un mondo di eccessi, nutriti da egoismo e indifferenza. È vita disillusa che ci consuma o società cannibale che ci vuole con le ossa rotte? Quanto manca al grande Crack?

Angelo Sicurella: 8.5

Notte vodka

 

La libertà che tutti dovremmo concederci. Tirare fuori la sofferenza in una notte. Espellerla dalla nostra bocca, far uscire il demone.
Forse fa bene, forse no. Ma la notte è il momento ideale per la resa dei conti col proprio male. Per guardare in faccia il passato che ancora lacera corpo e anima. Per urlare ciò che proviamo per una persona persa, cose che di giorno abbiamo paura anche di dire a noi stessi col solo pensiero (“Pur di vederti un’altra volta, ti vedrei scopata da un altro a letto…”).
Il pianoforte ha il compito di dare forza allo sfogo, ma forse, mentre accompagna, anche di provare a lenire il dolore della voce.

(Stefano Giannetti)

Centomilacarie: 7,5

Su da te

Vi sentite mai schiacciare dalla frenesia e dalla precarietà che accompagnano la vita in una grande metropoli? Sunken sì, che ne parla proprio nel suo nuovo pezzo “Su di te”, concentrato principalmente sui rapporti con se stessi e con gli altri, e su come questi abbiano bisogno, per funzionare, di una sorta di fuga dal caos.

Con una produzione di stampo electro-pop e EDM, questo messaggio viene reso addirittura più intenso, grazie ad un ritmo incalzante ed energico, che segue perfettamente le parole del ritornello.
In un mondo in cui siamo circondati da impulsi e persone è sempre più difficile riconoscere quanto valgono davvero le persone più importanti. E questa canzone ne è un costante promemoria.

(Sara Pederzoli)

Sunken: 7

Cicatrice

Profonda ma ballabile, ecco Scarda! Quel pizzico di leggerezza all’interno di una condizione un po’ triste e malinconica, come la fine di un amore. Per chi ha bisogno di perdersi, ma sa ritrovarsi.

Un limbo che racchiude la situazione di molti. “Tu sei la mia cicatrice, non fai più male, sì ma quando l’hai fatto mi sentivo felice”. Guardare al passato con occhi nostalgici, consapevoli delle ferite rimarginate e di ciò che non sarà più. E di ciò che magari sarà.

(Simone Sebastiani)

Scarda: 7,5

Insieme

Melodia piacevole, all’interno di un brano che parla d’amore. Nella sua accezione più sincera e passionale. FIAT131 si pone diversi interrogativi sulla vita e sulla sua donna amata. Si chiede quale sarà il suo futuro, quali le strade da percorrere. Accetterebbe tutto dalla vita. A una condizione: condividerla insieme alla sua lei. Innamorato.

(Simone Sebastiani)

FIAT131: 7

07:34

Un amore routinario, di due amanti che sono da tempo insieme, che convivono. Ci sono momenti in cui le cose sembrano andare a meraviglia e ci sono i momenti in cui i pensieri prevalgono sul resto. Quando si sente “in disparte” mentre “gli altri sono amici con cui resti fuori a bere”.
Mecna poggia la voce su una base lo-fi molto interessante, in cui Fudasca dà il meglio di sé. Su questo sonoro che ci fa viaggiare in anfratti della sua vita, Mecna scrive un testo mai banale, mai scontato, come quando, alla fine del brano, contrappone le prime due rime con “sconosciuti” con le ultime due, che conclude con “ci siamo conosciuti”. Un brano sulla vita di tutti i giorni, un brano essenziale, che è anche un brano universale.
(Lorenzo Ottanelli)

Mecna, Fudasca: 8,5

Cioccolata

L’amore al centro. Gli occhi azzurri della sua lei una pericolosa trappola in cui perdersi. La scatola di cioccolata come regalo risolutivo di qualsiasi crisi. Un brano ricco di immagini che rimandano al genuino amore adolescenziale. Perfetto incastro fra melodia, testo e voce. Ciò che resta dell’indie. E che indie. Chapeau..

(Simone Sebastiani)

Lost Kids, Ayden Lau, Close Listen: 7,5

Diventano bosco

Una poesia, un’ode ai sentimenti che con la loro potenza si uniscono alle forze della natura e non sono meno forti di esse.
Il crescendo della voce e delle musiche riflettono quanto una relazione ha scatenato dentro di noi e quanto è presente nei luoghi che abitiamo, quanto esplode nel cielo che ci ricopre; come ogni parte del nostro corpo e di quello di chi abbiamo amato sia in ogni elemento che ci circonda. Mimetizzata ma visibile allo stesso tempo. (“Fino a dove gli occhi tuoi diventano bosco”).
Tremenda e incantevole, letale e piena di vita: come il mondo, una storia d’amore.

(Stefano Giannetti)

Noite: 8

L’amore in Dieci

Un singolo che mescola abilmente le caratteristiche del cantautorato a quelle della cumbia, generando un mix fresco e coinvolgente. Lunedì Notte ci parla di quanto a volte la fuga dai problemi possa avere un risvolto quasi sensuale in un certo senso. Potremmo così definire “L’amore in dieci” come un inno alla libertà e all’abbandono delle preoccupazioni, perfetto per chi cerca un momento scanzonato e senza pensieri.

(Ilaria Rapa)

Lunedì Notte, CIMINI: 7,5

Woody

“Woody” è un singolo che affonda le sue radici in atmosfere groovy e oniriche, che trasportano l’ascoltatore in un mondo dei sogni più vicino al surreale che alla realtà. Il brano, anticipazione del secondo album della band, si distingue per l’abile fusione tra chitarre classiche ed elettriche, arricchite dalle registrazioni dal sapore lo-fi. La storia di Woody, il cane immaginario e reale, aggiunge quel tocco di stravaganza che non ti aspetti.

(Ilaria Rapa)

Yosh Wale: 7

Analisi portafoglio danni

“Analisi portafoglio danni” di Tueri Damasco traduce in tre parole l’attuale complessità della vita. Nove brani che esplorano il caos interiore, la fuga dalla realtà e la ricerca del significato del mondo che ci circonda. Tra sonorità folk, alternative e post-rock, l’album riesce a catturare bene l’animo dell’artista, offrendo una chiara prospettiva sull’analisi delle emozioni e delle relazioni sociali. Con una sensibilità delicata e perspicace, Tueri Damasco invita l’ascoltatore a esplorare il labirinto della mente umana, attraverso la condivisione del proprio punto di vista e della propria esperienza.

(Ilaria Rapa)

Tueri Damasco: 8

Cocaina

LUCA COI BAFFI si fa portavoce di storie altrui con “Cocaina”, un brano dalla potenza enorme con un messaggio ben preciso: è sempre più difficile farcela con le proprie forze, in questo mondo profondamente capitalista o sei pieno di soldi o non vai da nessuna parte.
Vedere i nostri sogni di libertà sfumarsi ed evaporare perché non abbiamo più i mezzi per compierli, e ci accorgiamo che attorno a noi tutte le persone sono cambiate, sono diventate zombie di sé stessi, preoccupate solamente di arrivare a fine mese e allo stesso tempo provvedere alla famiglia.
In un momento di disperazione, in cui guardando giù vediamo solamente un baratro nero che vuole inghiottirci, cerchiamo tutte le soluzioni possibili per non pensare alla nostra situazione, ma la risposta non è mai nello stordimento dei sensi: prima o poi, con le nostre forze e con l’aiuto di chi ci sta accanto, ce la faremo.

(Margherita Ciandrini)

LUCA COI BAFFI: 8

Sulle ali del cavallo bianco

Elettronica distorta è amore a prima vista, il primo stato del rendersi conto di essere visibili all’altro, provare il sogno e “l’amore struggente/ che ci cambierà/ all’improvviso si muove sotto di noi”: questo è il tema di tre canzoni (“come un angelo”, “troppo forte”, “sulle ali del cavallo bianco”) che raffigurano il perdersi in qualcuno, la voglia di dirsi sempre di sì come se non ci potesse essere niente che riesca a fermarci nella nostra corsa verso su sul nostro cavallo bianco.

Ma questo è semplicemente il primo amore, le nostre scelte non sono tutte calibrate su musica elettronica, si cambia e si prova a non affidarsi più a quelle canzoni che provavano a farci sognare in qualcosa di migliore. Dall’elettronica distopica ed assurda, arriva il cantautorato. Qualcosa si rompe in mille pezzi ma purtroppo non è lo specchio del nostro bagno ancora da pulire, è altro. Alla prima rottura di qualcosa di interno sembra di perdere tutto, come se fossimo fatti di cristallo pronto a rompersi in mille pezzi alla prima botta. La rottura e la scomposizione sono indice di cantautorato, di musica malinconica. “Talponia” e “l’abbraccio” sono emblematiche del vedersi vedendo attraverso noi stessi, anime stilistiche del disco fatte di voci nude ed asciutte, “il desiderio dell’amore che diventa rivolta”.

Arriva così il terzo stato, quello del bastarsi da soli, pop (“momenti”, “l’abbraccio), dream pop fuso con caratteri urban (“ho un’idea”) fino ad arrivare a ritmi quasi caraibici (“e se”) o jungle (“tutto un casino”).

Il mezzogiorno del pop, ad un certo punto, finisce. Il sole scende e lascia spazio alla notte e alle stelle che si illuminano solo se le fissiamo più di qualche semplice secondo. Il sonno non c’è e lasciamo che i nostri occhi siano celati sul bianco del soffitto. Perché non si chiudono? Ci interroghiamo ma senza risposte. Eppure, se vediamo le fotografie più recenti che continuano ad occupare spazio sul telefono, sembriamo tanto felici. C’è forse solo una cosa che manca: l’amore. L’amore che tanto abbiamo allontanato continua a tornare. “Il messaggio”, ultima traccia dell’album, è un tirare le somme della giornata, dei momenti, delle ore, dei mesi passati. Stracolmo di emotività tra note di loop sacro e solenne che ci porta in luoghi dove la realtà e il tempo sembrano non esistere. Suona la sveglia, sono già le sei di mattina. Meglio provare a chiudere gli occhi.

(Viola Santoro)

Cosmo: 8,5

Speciale

Se nel primo EP del 2016, Milano non conteneva amore, ora la situazione sembra diversa. In questo viaggio di tredici minuti in quattro brani, abbiamo la parvenza che nonostante il cielo grigio si possano notare striature dorate di sole. Milano è la città della ripartenza, delle persone che corrono veloci non curandosi dei biglietti della metro che lasciano per terra. Capita di guardarli, sembrano convinti di quello che fanno persino quando vanno a fare la spesa. Chissà, certe volte penso se abbiano una lista sulle note del telefono o se riescano a ricordarsi tutto e a non scordarsi niente.

Lei non ne può più di sentirsi diversa da tutti i robot che non si lasciano alle debolezze, loro sono alla scoperta di un mondo più vasto e sfumato di quello che credevano. Basta guardare oltre e cercare il mare per scappare dal grigio delle metro che, nonostante abbiamo sentieri colorate, continuano ad essere tristi.

(Viola Santoro)

Livrizzi, Kaizén: 8

Zattera 

Quando qualcosa non è più di fronte a noi mentre ci fissa, sembra di aver perso, nel giro di pochi secondi, il pavimento che avevamo pulito poco tempo fa non riesce più sostenere il peso del nostro corpo.

Cadiamo in vortici spazio-temporali per schiantarci senza forza su una zattera in mezzo al mare. La zattera è instabile ed anche un po’ affondata, in realtà, ma in qualche modo riesce a portarci da qualche parte. Dove? Non credo si sappia, non credo ci interessi. L’importante è allontanarsi dalla vecchia realtà e costruirne una nuova. 

La pioggia sarà incessante fino a quando non riusciremo a raccogliere tutte le gocce sulle mani e a confonderle con l’acqua del mare. Solo in quel momento ci guarderemo i piedi e vedremo che le scarpe non saranno più bagnate ma asciutte su un pavimento da lavare ancora una volta.

(Viola Santoro)

Santelmo : 7,5

up&down

“Cado giù come pioggia dall’alto”
Margherita Principi con “up&down” ci canta quanto sia difficile convivere con gli alti e bassi della vita, soprattutto quando abbiamo una sensibilità tale che nei momenti down ci sentiamo prigionieri della nostra testa.
Attraverso la produzione del collettivo aura6am, Margherita riesce finalmente a maturare musicalmente e come artista, e adesso se si perde, poi è sicura che tornerà, in un posto dove può stare tranquilla.
A volte l’unica soluzione per uscire dalle nostre crisi, non è chiudersi in casa con le luci spente e la sola compagnia delle voci dentro la nostra testa, ma è mettere su un brano che ci fa ballare ed iniziare a muovere i primi passi per uscire dal nostro buio.

(Margherita Ciandrini)

Margherita Principi, aura6am: 8,5

Sto meglio

Gli Elephant Brain ci donano il brano “Sto meglio” un concentrato di energia che ci regala tutta la carica di cui abbiamo bisogno per affrontare tutte le sfide della vita.
C’è sempre un limite che non possiamo superare, e una volta che siamo arrivati a quel punto, o esplodiamo o ci trasformiamo e accettiamo che non siamo perfetti, che per più di un minuto non riusciamo a trattenere il respiro, e allora ci lasciamo andare e respiriamo, di nuovo.
Passeranno tutti i momenti di incertezza e anche le voci dentro la nostra testa che non ci lasciano mai, basterà aprire una finestra sul mare, sentire attorno a noi delle braccia che ci donano conforto, bere un bicchiere di vino con gli amici di sempre…e potremo davvero dire “Sto meglio”.

(Margherita Ciandrini)

Elephant Brain: 8

Antistaminici

Un brano dinamico ed energico, che sa guarire e farti sentire meno solo. Uno scudo sicuro che, come una coperta, ti salva ma ti sradica, con una metafora che funziona e anche bene.
I Malvax urlano una risposta alle ingiustizie sociali, quella risposta fisiologica del sistema immunitario che non ci sta più. E i Malvax stessi non ci stanno più, stanchi di quella repressione del desiderio di rivolta, che si insinua come la tosse.

La ritmica danzante e prorompente diventa la voce per chi quella voce non ce l’ha più ma vuole ritrovarla, per disintossicarsi da quegli “antistaminici” sociali ed esistenziali. Ora tutti con i megafoni, che è il nostro momento.

(Sara Pederzoli)

Malvax: 7

Bellissimo (Lato A)

I Segreti tornano in gioco con un vinile virtuale, di cui per ora siamo in possesso solo del Lato A. Un disco di richieste e affermazioni, di quelle che danno fastidio e che sono difficili da spiegare ad alta voce. Lo fanno in concomitanza con la partenza del tour e con la produzione di Matteo Cantaluppi che comunque non guasta mai. 

Nel disco ci sono riflessioni sulla bellezza della vita e su quanto siamo fortunati (Vienimi a salvare), e c’è il rock and roll per contrastare la disperazione (Adiòs). Ci sono anche gli inviti ad abbracciare i cambiamenti e un inno per saper cadere con stile (Loren), senza abbandonare i sogni ad occhi aperti di una cena surreale (Metti una sera a cena).

Ma c’è anche La chiave, canzone manifesto del disco, che parla della paura di aver perso la bussola e di una vita senza musica. Insomma, c’è proprio tutto. 

(Sara Pederzoli)

I Segreti: 8

Perderci nell’attimo (Album)

“Non sempre mi ha aiutato parlare in un mondo in cui tante parole, ormai, non vengono più capite.
Poi ho iniziato a pensare che il problema non fossero le parole.”

Con queste parole SELMI annuncia l’uscita del suo primo EP “PERDERCI NELL’ATTIMO”.

“Quello che mi spinge a raccontarmi è più una necessità catartica, mi auguro che le persone abbiamo in qualche modo voglia di leggercisi – racconta SELMI – Queste canzoni sono state scritte a distanza di parecchi mesi l’una dall’altra, io scrivo tanto e per selezionarle ho fatto un po’ un percorso, più simile a un puzzle , una sorta di scala cromatica che si compone a fine EP.”

La sua musica segue la volatilità del suo umore, capace di portarlo tra alti e bassi senza alcun preavviso. Generi contrastanti, che mantengono sempre la propria identità, lasciando scorgere un animo riflessivo e una scrittura delicata che sottolinea una grande sensibilità.

Selmi: 7.5

Verso casa (Album)

“Verso una casa” è il raggiungimento della maturità artistica di Arianna Pasini: un progetto che colma lo spazio tra cantautorato e indie-rock, fatto di parole oneste e produzioni raffinate. Dopo più di 10 anni dalla stesura della prima canzone, il disco d’esordio di Arianna Pasini vede finalmente la luce. Un processo di crescita che non è stato corrotto dall’adrenalina raccolta sui palchi nelle più diverse formazioni (Generic Animal, Andrea Poggio, Soviet Soviet, Any Other per citarne alcune), ma che, al contrario, ha insegnato all’artista ravennate a trattare ogni brano in maniera sartoriale.

L’album rispecchia la persona che è Arianna: una Spettatrice che non ama stare al centro dell’attenzione, ma che la attira quando imbraccia una chitarra. Il suo timbro lieve, fino ad ora accantonato a favore del suo acume da musicista, la rende immediatamente riconoscibile nel mare magnum della musica contemporanea.

Il disco è schietto e sincero: ogni pezzo poggia su istanti di vita vissuta che Arianna descrive con testi semplici e accessibili. Nella precarietà della vita di un’artista, la ricerca di una casa è attraversata anche da momenti in cui si è obbligati a fare di se stessi la propria dimora, ovunque ci si trovi, con persone che si amano e che si ha amato. La casa che Arianna ricerca non è che la stabilità di cui tutti abbiamo bisogno, un’imperturbabilità che solo la pace interiore può donare.

Arianna Pasini: 8

Che ne sanno gli altri

In un mondo assuefatto dal giudizio il romanticismo ha la capacità di venire si criticato, cercando però di resistere contro la velocità di questi tempi moderni. Che ne sanno gli altri, di tutto ciò che che proviamo io e te, protagonisti di una o più storie d’amore che convivono dentro il nuovo brano di Dodicianni.

Ci sono molti misteri in questo Universo, uno riguarda come funzionano i sentimenti e l’amore. Meglio non sapere sempre tutti i perché, apprezzando così la magia che provoca questa dolce confusione emotiva. Perché si a volte è davvero impossibile riuscire a spiegare razionalmente certe situazioni, si può comprenderle meglio attraverso l’arte.

(Nicolò Granone)

Dodicianni: 9

Frasi fatte

Esistono frasi fatte per amori non corrisposti o vicini alla fine, non ci sono abbastanza parole invece per descrivere la forza dell’emozioni. Spesso le canzoni raccontano la delusione che si sente quando si ci guarda allo specchio e si capisce che qualcosa non va, si nota che il cuore ha iniziato a sanguinare mentre negli occhi è sparita quella felicità.

Sarebbe utile approcciarsi ad ogni relazione con la consapevolezza che tutto è destinato a scomparire, prima o poi, volendolo o meno, senza scappare a prescindere per paura di rimanerci male.

“Se te ne vai, avrò motivo in più per lasciarti andare via da me”, si prova sempre a trattenere il vento, ma la sua forza ci spazzerà via se proviamo a opporci, ecco rimanere bloccati in un loop di una relazione tossica non è più amore, così diventa solamente dolore.

(Nicolò Granone)

Andreea:7,5

Finestre Verdi

Il cambiamento è un nuovo punto di vista che cerchiamo di dare alla nostra vita, e questo processo  diventa inesorabile quando prepariamo le valigie e scegliamo di andare via, lasciare casa e vedere qualcosa di diverso dalle finestre della camera.

All’inizio capita di avere gli occhi rossi pieni di tristezza e malinconia, ma con il tempo è più facile diventare resistenti al passato, guarendo ferite presenti sulle nostre emozioni riusciamo a sognare di nuovo il futuro.

“Finestre Verdi” è lo sguardo di una generazione abbandonata a se stessa che sceglie di rimboccarsi le maniche e diventare protagonista del domani.

(Nicolò Granone)

Mazzariello: 8

La ballata di Jack Parson

Cercando informazioni su Jack Parsons si scopre che è stato un ingegnere aereospaziale appassionato di occulto, quindi a prima vista un ossimoro vivente tra scienza e magia.

Le Astronavi dedicano questo brano alla sua figura, ma soprattutto a tutti quei sognatori in principio, che non riescono a farlo perché vivono con la paura che non succederà mai nulla di tutto ciò che si vorrebbe.

Il mondo tende a imporre limiti e vincoli, solo i più folli avranno il coraggio di andare ad esplorare il lato oscuro della luna!

Le Astronavi: 8

che fine abbiamo fatto

La traccia è un viaggio emotivo attraverso il mondo della musica elettronica, che cattura l’essenza dell’incontro e della perdita tra due anime che si sono allontanate nel corso del tempo. Le pulsanti ritmiche e le atmosfere elettroniche creano un paesaggio sonoro che riflette la distanza emotiva tra i due, mentre le melodie e i suoni sintetizzati evocano una sensazione di nostalgia e speranza. Le parole sparse nel testo trasmettono un senso di malinconia e ricerca interiore, mentre il ritornello accattivante lascia intravedere una fiamma di desiderio di riconciliazione. In sostanza, “che fine abbiamo fatto” è un brano che unisce la potenza dell’elettronica con la profondità delle emozioni umane, invitando l’ascoltatore a riflettere sul significato del tempo e della connessione personale.

Fabiè: 8

Domani sarò un ragno

Come spiega la cantautrice “Il brano racconta in modo leggero e rassegnato la difficoltà di fare coming out, a partire dallo sforzo di spiegare ad alcune persone la propria identità senza che queste abbiano gli strumenti per comprendere. Essere non binary significa sapere chi si è, ma doverlo spiegare continuamente agli altri, con la costante paura di non essere mai davvero compresi e accettati. Significa avere un lato che a molti rimarrà per sempre oscuro. Nonostante ciò, il coming out rimane l’unico modo per rinascere ed essere se stessi, per poter brindare la notte e festeggiare la vita nella sua autenticità, in un mondo che, a prescindere dalle nostre azioni quotidiane, ‘brucia e brucerà’ comunque, quindi perché non rischiare di essere se stessi?”.

La produzione musicale di “Domani sarò un ragno” è di Elliott e nel brano ci sono delle parti in cui Schiuma suona l’ukulele.

Schiuma: 7.5