New Indie Italia Music Week #183

Pensa ai vulcani che si risvegliano improvvisamente. Alla gente che grida nei dischi. Agli aerei pronti per partire. A chi viene dal niente con i pronostici contro e il fuoco dentro. Alle telecamere che riprendono scene d’amore.

Attraversa l’indecifrabile per capirlo e andare oltre.

E se ti servirà una chiave di volta, ci sarà sempre un brano che ti svelerà la strada da percorrere.

Scopri il nuovo numero di New Indie Italia Music Week con i migliori brani #IndieItalia della settimana!

Mary

Sembra l’eroina di un anime giapponese, Mary. Ha gli occhi grandi, non si pone limiti, decolla insieme al pre-ritornello e piomba su di noi esplodendo nel refrain, insieme all’accompagnamento dance-pop.
Mary però è solo una sedicenne che ha voglia di scoprire l’amore e di farlo.
Galattica, affamata, entusiasta, sognatrice e donatrice di sogni. L’amica figa, e Ditonellapiaga sembra tornare ragazzina anche lei nel raccontarla.
Un mito.
Come è (o dovrebbe essere) qualsiasi adolescente.

(Stefano Giannetti)

Ditonellapiaga: 8

La sola concreta realtà

Il secondo estratto di “Garage Pordenone” è una ballata sul tentativo di concretizzare l’amore.
“La verità, vi prego, sull’amore” è la domanda che si ripete e tormenta nel brano.
Si elencano tante sensazioni già provate, astratte (ma neanche tanto), poetiche, in cerca di una spiegazione. Perché “è una cosa che si impara e che si vive”, ci prende quando vuole ma a noi sfugge.
Resta il desiderio di continuare a farci drogare dal turbine di sentimenti, ma anche di afferrarli, renderli tangibili, razionalizzarli.
Per trasformarlo nella “sola concreta realtà”.

(Stefano Giannetti)

Tre Allegri Ragazzi Morti: 8

Piano cartesiano

“Come le ordinate e l’ascissa di un piano cartesiano”. È forse la rappresentazione dolce e impietosa di come due persone, per via dei loro caratteri, siano destinati a mantenere una certa distanza tra loro, a un ineluttabile e inamovibile posizionamento sul diagramma della vita che non le riavvicinerà mai?
“La differenza è che tu bevi Malibu, invece io sono sotto ad una pioggia di deja-vu” – “Magari ritorni qui con me, così facciamo di nuovo le tre, ma questa volta mi parli di te”: è la storia di tutte le relazioni difficili.
Non è amore la voglia di ribaltare anche la malvagia evidenza di un luogo geometrico? Il credere che, nonostante tutto, i sentimenti siano su un piano diverso, incalcolabile, e nella sua indecifrabilità fa continuare a sperare?

(Stefano Giannetti)

Solosara: 7,5

8106 (album)

Anti-folk scanzonato e vivace, una dichiarazione di libertà e autenticità: questo “8106” il nuovo album di Asia Morabito aka Sleap-e, artista che con questo nuovo lavoro si conferma come una brillante rivelazione nel panorama musicale italiano, capace di mostrarci che nuove direzioni sonore sono ancora possibili in Italia, seppure il cantato sia in inglese. Le undici tracce dell’album sono frammenti dal suo mondo interiore, che riflettono i dolori e i sogni di gioventù, ma anche la fedeltà ai propri istinti e la magia di perseguire ciò che si ama senza compromessi.

(Ilaria Rapa)

Sleap-e: 8,5

L’incontro (album)

Tōru ci porta in un viaggio nel mondo dell’elettronica sperimentale con il suo nuovo album “L’incontro”, un’ode al potere delle interconnesioni umane. La limitata presenza degli strumenti acustici mette in risalto l’accento sulla parte elettronica e sui campionamenti, arricchendo gli arrangiamenti con una sensazione di profonda introspezione. Potremmo definire l’album come una riflessione sulle emozioni e sulle relazioni umani, un monito anche a superare la solitudine attraverso degli incontri che fanno davvero la differenza.
(Ilaria Rapa)

Toru: 7,5

Per sempre – Album

“Ho imparato che il per sempre non esiste, tranne che per una cosa triste”

I Sierra con “Per sempre” raccontano storie che ti entrano dentro, come quando vorremmo fermare il tempo per rimanere in quel momento, tra le braccia di quella persona che cancella tutti i nostri difetti, e guardandoci indietro ricorderemo che alla fine, stavamo bene e non ce ne rendevamo conto.

Diversi sono i featuring dei due rapper all’interno del disco, il primo con Nicolette la cui voce ci coccola le orecchie in “Troppo vicini”, e a seguire “Malincuore” feat. Quest e DNA feat. Wayne.
“Cellofan” ci racconta che, anche con il mondo in mano, non riusciremo mai a goderci le cose che ci stanno accadendo, perché pensiamo di non meritarle o perché vogliamo sempre di più, e alla fine ci ritroviamo in un’altra galassia, proprio come in “Piccola fiammiferaia”.

Amore, passato, futuro, crescita, sbagli e introspezione, queste sono le parole chiave del nuovo album del duo alternative rap, e, ad occhi chiusi con una brezza di vento che ci accarezza la faccia, ce lo godiamo appieno.

(Margherita Ciandrini)

Sierra: 9

Mistakes

Etereo e ambient-pop, il nuovo singolo di Brividee “Mistakes” ci immerge dentro un mondo fatto di campanellini e luci pulsanti tutto attorno a noi, unite a cristalli che catturano i raggi del sole e li proiettano lontanissimo, creando fasci di luce così solidi e colorati che ci sembrano quasi possibili da afferrare.

Il brano è una sorta di cantilena senza pause che ci provoca un senso di incomprensione e di confusione, come se dovessimo risolvere una situazione profondamente sbagliata che abbiamo creato, e ad un certo punto ci svegliamo e ci rendiamo conto che non possiamo più vivere con il senso di colpa.

Possiamo lottare quanto vogliamo, ma alla fine tutto si manifesterà per ciò che è, e noi non potremo fare altro che seguire il flusso dei nostri istinti, per uscire da questo tunnel fatto di luce accecante.

(Margherita Ciandrini)

Brividee: 7,5

Benone

Da casa Maciste, Teseghella è sicuramente da tenere d’occhio quest’anno. Portavoce della sua generazione, in grado di trasmettere, con l’empatia tipica dell’indie pop, concetti semplici e universali.

Anche Benone, il nuovo singolo, ha queste caratteristiche: un mood leggero e un’ironia pungente descrivono quelle insicurezze che tutti almeno una volta hanno provato.
Pensieri confusi e montagne russe di sentimenti e momenti, mentre in sottofondo una canzone canta let it be.

Ma ad un certo punto, dalle giostre si scende e finalmente si sta benone, e questa canzone è, come dice l’artista stesso, quel soffio di lucidità che porta alla consapevolezza degli alti e bassi.
Non possiamo che essere d’accordo.

(Sara Pederzoli)

Teseghella: 8

La nostra prova di danza

Si parla spesso di partenze nelle canzoni, ma ci siamo mai chiesti cosa fa chi rimane? Lamante sì, e ce lo racconta in una sorta di dialogo tra città grande e provincia profonda. Addii che diventano una danza tra due persone, una che vuole restare e una che ambisce al sogno della metropoli.
Non c’è più nessun compromesso a tenere unite le due parti, se non una bellissima dichiarazione d’amore forte, urlata a pieni polmoni a chi parte.

E quindi, cosa fa chi rimane? Chi rimane si paragona quasi a una pianta, che cresce nello stesso posto dove nasce, come evidente risposta alla frenesia delle grandi città, fagocitate da altissimi grattacieli.

E voi? Da che parte state?

(Sara Pederzoli)

Lamante: 8,5

Come l’ultima volta

Pezzo che sa di addio. Quanto fa male l’allontanamento della persona amata. I Serendipity riflettono su tutto ciò che di bello è stato, con potente nostalgia. Una serie di immagini richiamano i sogni e le consuetudini della lei. E ripensarci ci manda in paranoia.

Il ricordo dell’ultima volta, dell’ultimo incontro, non ci scompare mai dalla testa. Cuffiette alle orecchie e tuffo al passato: bravissimi. Quanta spensieratezza, il futuro è tutto vostro.

(Simone Sebastiani)

Serendipity: 7,5

Portami

Gli Eugenio In Via Di Gioia ci proiettano nel viaggio di una conchiglia tra gli angoli più sconosciuti del pianeta, prima di diventare perla. Può apparire un malus, ma proprio questo continuo tragitto la renderà simbolo di fascino e bellezza. E’ un pezzo rivolto a chi vuole sganciarsi dalla monotona routine per viaggiare fra lo sconfinato e l’ignoto. Perdersi per poi ritrovarsi.

Anche stavolta, gli Eugenio dimostrano capacità di conciliare profondità di scrittura, temi, con una melodia coinvolgente e piacevole. Su questo, e molto altro, poco da dire, davvero numeri uno.

(Simone Sebastiani)

Eugenio In Via Di Gioia: 7,5

Mille cose

L’eterna insoddisfazione è la “grande penitenza” che grava sulle spalle dei giovani d’oggi. Anche quando stanno inseguendo i propri sogni. Il quadro di quest’epoca, della disillusione che accompagna le giornate, lo dipinge perfettamente l’esordiente Giovami.
“Non ci credo più” e giù a stilare un elenco di quelle “mille cose” che ci hanno protetto finché hanno potuto, finché non avevamo ancora l’età per affrontare davvero i giorni, con gli occhi disincantati. Ogni tanto ci si prova ancora, a celarsi la visione della guerra quotidiana contro la noia della mancata realizzazione, attraverso piccole distrazioni che una volta giunte al termine presentano un conto caro il doppio.
Viene un po’ in mente la frase di Sofia Muratore del libro “Sofia si veste sempre di nero”: “io voglio essere felice adesso”.
La conclusione del brano ci porta all’unica soluzione possibile: scendere a patti col disincanto e con la snervante attesa di un traguardo che non arriva mai. “Io credo a chi non crede ma poi vive di poesia”.

(Stefano Giannetti)

Giovami: 7,5

Fiori e baci

Fiori e baci, in alcune relazioni, non hanno valenza o utilità. In certi casi, il sentimento passionale più forte suscita il solo desiderio dell’altra persona. Fiori e baci, dunque, indicano per i Manitoba ed Edda un conforto di cui non si ha alcun bisogno.

Certi rapporti, davvero, sono passione pura, non c’è alcun posto per inutili rimorsi. Amore nella sua forma più intima e carnale, immergetevi nel brano.

(Simone Sebastiani)

Manitoba, Edda: 7

Capita anche a me

Corha nel suo ultimo singolo si fa portavoce di un valore che a volte tendiamo a dimenticare, l’empatia. “Capita anche a me” nasce da una scena di frenetica vita milanese, quando Corha vede una ragazza piangere in metropolitana e sente il bisogno, tra la folla, di smette di correre e di ascoltare quel dolore. Come in uno specchio, l’artista si sente addosso un male, anche se non è il suo, e lo sa racchiudere in una canzone pop, tra le vibrazioni della sua voce.

(Benedetta Fedel)

Corha: 8

parole violente

Soap, nel suo nuovo singolo “parole violente” canta un amore difficile, ma senza il quale non si riesce a stare.

Nella vita bisogna convivere con la consapevolezza che il proprio amore non sempre possa essere ricambiato e, quando ci scontriamo con la dura realtà e con la violenza di certe parole, si sta male, male veramente. Il protagonista di “parole violente” è proprio un amore a tratti malato, che però l’artista riesce a rendere comunque patinato con l’allure sognante che la caratterizza, donando una grande malinconia al brano: un crescendo di emozione che esplode in particolare sul finale, quando la voce resta sola a trasmettere tutto il dolore provato da chi comprende quanto sia difficile fare a meno di chi può fare a meno di noi.

Soap è nel panorama italiano un unicum, capace di fondere nei propri brani l’italiano e il francese, cogliendo con la seconda sfumature altrimenti irraggiungibili. Cresciuta in due culture diverse, tra Italia e l’Algeria francofona, Soap è in grado di intercambiare le due lingue donando un valore aggiunto alla sua musica che, con una naturalezza innata, ha sempre un sapore internazionale. Il tutto accomunato dalla freschezza dei vent’anni, ma anche dall’inquietudine dei primi amori adolescenziali e delle prime delusioni che questi portano con sé.

Soap: 7

Bellissimo (Album)

“Bellissimo”, il disco realizzato con la produzione artistica di Matteo Cantaluppi, è stato concepito come una sorta di “vinile virtuale”, con una side A e una side B complementari e ugualmente accattivanti. La band racconta: «“Il fatto che si vive e si muore è bellissimo”.

Il terzo disco è composto da dieci canzoni di richieste, di affermazioni e di tutto quello che è più difficile da spiegare ad alta voce. Sono brani che raccontano il corso di questi ultimi due anni della band, sono nati da sensazioni e intenzioni diverse, ed è anche per questo che I segreti hanno deciso di di pubblicare questi due album in due release diversi.

I segreti: 7

MAGNETI (ALBUM)

MAGNETI è il nuovo album di Filippo Cattaneo Ponzoni e Maëlys Anticipato dai singoli Un motivo per piangere e Buio (al sicuro), Magneti è il disco nato dalla collaborazione tra i due artisti e ispirato da una residenza artistica estiva in Puglia tra il caldo afoso e il canto del mare in sottofondo.

Magneti è la ricerca della propria strada passando attraverso paure e incertezze; è l’incontro tra due progetti solisti da cui, in un incastro naturale e spontaneo, sono nate nuove canzoni scritte a quattro mani e libere di intraprendere un percorso di narrazione dei sentimenti che caratterizzano la generazione d’appartenenza di Filippo e Maëlys.

Tra riflessioni intime, la ricerca interiore di rifugi e sicurezze, ma anche l’inseguimento di speranze e obiettivi, Magneti scorre sulla pelle dell’ascoltatore lasciando un solco che tratteggia un percorso interiore, da intraprendere guidati da Filippo Cattaneo Ponzoni e Maëlys, che con delicatezza ne suggeriscono la destinazione.

FILIPPO CATTANEO PONZONI, MAËLYS: 8

goodbye

È in arrivo il quarto singolo del progetto “&” di thevoto, un percorso fatto di collaborazioni inedite che confluiranno nella sua prima raccolta ufficiale. A questo giro, accanto all’insostituibile heysimo, troviamo Ethan: insieme hanno dato vita a “g o o d b y e”.

“g o o d b y e” è la metafora dell’arrivederci all’Italia. È il racconto di una storia d’amore stanca dei giudizi, degli sguardi inquisitori, del rainbow washing che finge di includere ma che nasconde un enorme sentimento di discriminazione e marginalizzazione.

I protagonisti di “g o o d b y e” sono due ragazzi che si amano. Uno di loro emigra nella speranza di trovare altrove una vera accettazione e felicità. Il tutto con una speranza verso l’altro: “Aspettami dove cadon le stelle, sul golfo delle cose belle”.

thevoto, Ethan: 7.5

Drammi

Quando le cose non vanno come dovrebbero è facile vivere dei “Drammi” grandi o piccole che siano, capita cos di sentirsi in difetto con il mondo.

Matìs sfoga la sua rabbia, mista a tristezza, dentro questo brano che senza troppi giri di parole punta direttamente al cuore, riscoprendo la malinconia per qualcosa che ormai non c’è più, disprezzando un certo egoismo naturale che non permette di aiutarsi quando ci sono dei problemi, perché è più facile cercare di soddisfare le proprie aspettative, senza tentare di mettersi nei panni degli altri. Ecco, con un po’ d’affetto in più, si potrebbe provare a capirsi piuttosto che iniziare ad attaccare, inseguendo una ragione che invece di arrivare ad una realtà universale può provocare inutile dolore.

(Nicolò Granone)

Matìs: 7,5

Cobalto

Se con il primo singolo “controluce” l’artista ha voluto raccontare la profonda ricerca di un equilibrio tra luce e oscurità, ora la luce della notte si fa più tenue, il cielo da nero diventa color cobalto e dall’asfalto un nuovo fiore fiorisce più forte e consapevole della propria unicità perché ha imparato ad amare le sue fragilità e non ha più paura di mostrarle al mondo.

“cercami nelle parole quelle che non sai più dire, continuerò a ballare male senza sonno in mezzo a un temporale, cercami dentro ai tuoi occhi è inutile che li nascondi e in mezzo a un nuovo primo sguardo io saprò fiorire sull’asfalto di un blu cobalto”

Cobalto è un inno a perdere le resistenze per vincere le libertà, soprattutto quella di esprimere la propria creatività senza per forza fare grandi numeri per piacere a tutti. E’ tempo quindi di lasciare andare tutto quello che non ci rappresenta più, di smettere di fingere di avere il controllo su tutto e di non nasconderci più dentro modelli preconfezionati che non ci rendono felici.

Naè: 7

Cani Randagi

Il buio nasconde certe situazioni, di notte è più facile perdersi e non riuscire a trovare la strada di casa. Quante volte però, anche in pieno giorno, si finge di non voler vedere quello che c’è davvero intorno a noi?

Mancanza di empatia, problemi personali conditi da stress ed egoismo, portano l’essere umano a lamentarsi più che ad essere felice per le fortune di cui dispone, cercando di ammirare chi, secondo alcuni canoni sociali ce l’ha fatta, mentre per i più sfortunati non c’è spazio.

La musica può fornire occasione di rivalsa, uno spazio etereo fatto di sogni e speranze, ecco gli Anima Nera ci ricordano che basta una chitarra e un po’ di cuore per trovare il coraggio e la forza di raccontarsi, liberi come cani randagi padroni del proprio destino.

(Nicolò Granone)

Anima Nera: 7

Ripasso

Tempo e spazio rappresentano dei limiti che non possiamo oltrepassare, ma quante volte capita di autoimporsi altri condizionamenti attraverso gesti o pensieri? Tutto può essere relativo, anche tre minuti di distanza possono essere infiniti.

Quanto è difficile però rispettare anche i punti cardinali delle altre persone, quando non sono condivisi in comune, e così una relazione può rimanere in un limbo, diventando persino una caccia al tesoro pericolosa tra chi chiede amore e chi ha bisogno di confini.

Sono sotto casa tua magari ripasso in alcuni momenti può essere un viaggio romantico mentre la stessa frase, in un contesto diverso, si trasforma in un incubo.

(Nicolò Granone)

Destro: 8

Distanti

“Da vicino mi ferisci, ma distanti non sappiamo come fare ad amarci”. Una storia che ognuno di noi ha vissuto almeno una volta, quella che racconta Zani.

Una storia di dipendenza emotiva, in cui l’impossibilità e la voglia di amarsi non fanno che ridurti a pezzi. La musica che accompagna il testo diventa una complice necessaria, che ci fa sentire sospesi e ci mostra la consapevole e fiera fragilità di Zani. 

(Benedetta Fedel) 

Zani:8,5

non dubitare

Per non avere dubbi bisogna avere totale fiducia in se stessi e negli altri, in alcune situazioni però è da sbruffoni pensare di possedere la verità assoluta, arrivando così ad escludere, a priori, qualsiasi forma di riflessione.

Iako espone le sue fragilità, dal punto di un vista di un giovane immerso nella quotidianità di un mondo che cerca d’imporre scelte e decisioni in maniera sempre più subdola, provando a sradicare alla radice un pensiero critico.

Allora qual è oggi la via da seguire per raggiungere la felicità se non si ha neanche la possibilità di chiedersi cosa si sta davvero cercando?

(Nicolò Granone)

Iako: 7

Luna nel cuore

Il gran fermento dei demoni che girovagano tra i nostri pensieri prendono il sopravvento alla caccia dei nostri sentimenti. G Pillola ci trasporta in un viaggio, senza bussola, in un bazar che fa linea con la realtà. 

C’è tempo di dispersione in vicoli senza luce (“Buongiorno Brunhilde”), aspettando che tutto si dissolva in semplici game-play registrati alle dieci di sera. L’atmosfera cupa, tetra, dissolvente tra sveglie e onomatopee si trova in un’anima lo-fi psichedelica dalle sfumature horror e grottesche. Accompagnato da un sound minimale e distorto si districa tra realtà e fantasia facendoci smarrire nel bosco più misterioso del reame. 

È tutto un grande simbolismo, foresta di simboli, sul modo in cui noi riusciamo ad approcciarci a noi stessi e agli altri, l’ansia delle basi irrequiete dimostra proprio questo: il trauma di mostrarsi agli altri che, molte volte, non hanno neanche mai ascoltato la musica che amiamo.

(Viola Santoro)

G Pillola: 7,5

Basta poco

Basta poco per esprimere un concetto? “Immagini il silenzio se tutti dicessero solo quello che sanno?”, basterebbe così poco per imparare a non annuire a ciò che la società ci costringe facendoci chiudere gli occhi.

Basterebbe veramente poco per vivere la vita come vogliamo, senza guardare il cielo o le stelle che, alla fine, risultano sempre troppo poco poetiche per noi e fin troppo per chi ci è di fronte.

Minimale nelle melodie e nelle armonie ma potente nella cura dei suoni e nella follia, musica elettronica che ci faccia scordare di quanto pesante sia dire sempre di sì.

Basta poco, a tutti gli effetti.

(Viola Santoro)

Cucina sonora: 6,5

Tardi 

È tardi e il rintocco della mezzanotte è scattato già da un po’. È tardi fino a quando non si scorcia la fine della retta della notte che lascia spazio al punto d’inizio del presto. È tardi perché tra le fessure delle tapparelle ci sono i primi raggi di luce. 

Nella relatività ristretta di Einstein più acceleriamo, e quindi aumentiamo la velocità dei corpi, più il tempo rallenta. Sembra contraddittorio, eppure è quello che accade. La relatività è parte di noi e noi siamo parte della relatività. Così come nella relatività lo spazio è legato al tempo, così anche la vita dell’uomo risulta legata. Quante volte vorremmo dilatare e accorciare il tempo a nostro piacere? 

Vorremmo accorciare il tempo del distacco, essere soggetti alla schematicità del tempo solo quando si schiera dalla nostra parte. Passiamo il tempo a contare i secondi e i millisecondi come se fosse l’unica attività condivisibile con le clessidre e i loro granelli di sabbia blu.

Ma la velocità dei loro cuori li tradisce, tanto più velocemente batteranno l’uno per l’altro tanto più il tempo passato insieme sembrerà un istante. 

È solo con un tempo indefinito che il tardi riuscirà a perdere il magone d’ansia nero, in un quadro sonoro dream-pop ed elettronico.

(Viola Santoro)

Coca Puma: 7,5

Nagasaki 

Infiniti litigi, cuscini come trincee, urla a tempo di bombe. Insulti scontati e richieste non volute. “Vai via e chiudi la porta”, se detto sotto una coperta, non ha neanche più senso. 

Schiena a schiena, teste chinate e facce perse nei cuscini.

Parole volate tra cassetti mezzi aperti, panni ancora bagnati perchè la lavatrice ci aveva messo più tempo del solito.

Un disordine disordinato, pezzi di carta a terra e tanti mozziconi per terra che creano ancora più incomprensioni.

E voi, alla fine, riuscite a sistemare i vestiti per terra?

(Viola Santoro)

Provinciale, heysimo: 7