Le gioie di una “Vita lenta” con VV | Indie Talks
Di FIlippo Micalizzi
Non possiamo interferire con l’inesorabile scorrere del tempo, però possiamo decidere in che modo sfruttarlo. Ad aiutarci a capire come, viene in nostro aiuto VV, che con la sua Vita Lenta, ci offre una nuova prospettiva su una vita che non è dettata dalla velocità con cui facciamo le cose, ma dal modo in cui ci prendiamo del tempo per assaporare ogni minima esperienza. Scopriamo insieme a lei in questo nuovo Indie Talks, l’importanza di prendersi del tempo.
VV X INDIE TALKS
- Ciao VV! Con “Vita lenta” hai deciso di offrirci una prospettiva che si concretizza nel godersi i momenti che la vita ci offre invece di lasciarli andare per la fretta di raggiungere un obiettivo. C’è un momento in particolare in cui ti sei accorta che stavi correndo troppo e occorreva rallentare?
Assolutamente sì, dopo aver pubblicato il mio primo disco ho avuto un momento di crisi in cui mi sono resa conto che stavo facendo tutto di fretta, forse per nascondere a me stessa delle mie insicurezze, mi sono spinta oltre. Ho rotto con parecchie delle persone che avevo attorno e ho passato un periodo di depressione in cui stavo perdendo la fiducia in tutto, è proprio in quel periodo che è nata vita lenta, toccando il fondo; è il frutto di una riflessione personale ma anche di parecchie chiacchierate, mi sono accorta che non ero la sola a sentirmi così, che se ne parlava un po’ ovunque.
- Tutto il mondo ci dice che dobbiamo fare in fretta. Sia sul lavoro che nello studio, ma anche nelle relazioni. Come si supera la paura di restare indietro?
Per quanto riguarda la mia esperienza bisogna imparare a controllarla, la paura è una difesa importante, non va eliminata, a meno che non prenda il sopravvento, allora in quel caso diventa una cattiva consigliera. Bisogna lasciargli il giusto spazio, altrimenti si rischia di perdere la capacità di vedere la realtà in modo lucido, ma soprattutto bisogna imparare a dedicare altrettanto tempo a pensieri positivi, di fiducia.
- Nel brano dici “che cosa ci importa di correre se poi non c’è niente da vincere”. Quali sono per te le vere vittorie a cui si dovrebbe ambire nella vita?
Riuscire a godere di quello che la vita ci offre nel presente, la risata di un amico, la carezza di un proprio caro, un tramonto, persino del proprio lavoro; la vita è ora ed è una sola! Quando certi dolori e ferite profonde ci lacerano, non riusciamo più a coglierne la bellezza, allora bisogna lasciare che le cose ci attraversino, ma senza distruggere tutto, che poi, la felicità come ogni cosa, non perdura, è una scossa che ci arriva solo se siamo connessi con noi stessi.
- Il mercato musicale corre continuamente con centinaia di nuovi artisti e altrettanti brani che nascono ogni giorno. In quanto artista, in che modo ti rapporti con questo mondo, e quante pressioni può mettere fare musica nel 2024?
Moltissime, soprattutto se si ha un’idea di musica che non combacia esattamente con quello che funziona per la maggiore. Il rumore di fondo oggi è molto alto e spesso porta gli artisti a non riuscire a concentrarsi sulla crescita e sullo sviluppo di una propria idea e a inseguire i trend: una volta che qualcosa funziona nascono un esercito di cose mediocri che si assomigliano un po’ tutte. La velocità poi abbassa sempre la qualità, bisognerebbe trovare un balance tra la smania di soldi e successo e il desiderio di fare qualcosa che abbia un reale valore artistico e culturale.
- Come ultima domanda vorrei chiederti: Quando decidi di prenderti del tempo, quali sono i momenti che preferisci per goderti la vita?
Io cerco di prendermeli ogni giorno, ogni momento è quello buono, con le cose che non mi fanno stare bene ci litigo, cerco sempre di cambiarle se è possibile e, se non lo è, di trovare anche in quelle una mia dimensione. I miei momenti preferiti sono quelli in cui dico “tiè”, quelli in cui faccio l’amore, quelli in cui scrivo su un beat che mi piace, quelli in cui mi viene un’idea, quelli con gli amici, quelli in cui mangio, bevo, godo, amo. “Tiè”.
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