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Una cosa da grandi | Indie Tales
La scuola stava finendo, tra pochi giorni sarebbero iniziati gli esami di maturità e dopo, chissà. I protagonisti di questi cinque anni passati tra i banchi del liceo classico tra risate e piantini, usciti da quella stanza sarebbero stati sempre loro, ma diversi. Più grandi e consapevoli che la vita può anche riservare sorprese amare, che gli schiaffi presi non sono nulla rispetto alle litigate con un capo prepotente e arrogante, che senza mostrare un po’ di empatia, ti urla in faccia mentre tranquillamente sorseggia il suo caffe bollente e sempre ben zuccherato.
Crescere è senza dubbio una cosa da grandi e fuori da quella scuola sarebbe stato impossibile sottrarsi alla violenza di quel processo. Gli adulti sembrano sempre noiosi e agitati, anzi in realtà lo sono, pronti a rincorrersi dietro mille impegni, traffico in tangenziale e camicie da stirare prima di andare a dormire, lanciandosi sul letto e facendo la guerra con alcuni pensieri.
In quegli ultimi giorni anche Lorenzo sentiva sentire con forza il peso del domani. I suoi voti erano sempre sopra la media, studiare per lui non era un problema anzi molte volte aveva persino il tempo di leggere altre due cose su Internet. Purtroppo c’era una materia che non riusciva a capire, la cosa divertente che non poteva chiedere ripetizioni neanche ai suoi professori tutti incasinati in una vita di coppia altalenante, tra una famiglia stile mulino bianco e chi alla sera raccontava le proprie preoccupazioni al gatto, prima di spegnere la luce, lasciando le verifiche sparse sul tavolo.
L’amore era lo spinoso tema. Certo i poeti, i cantanti e chi sa usare le parole con diletto ne descrive il momento magico, l’interesse e l’ardore. Tutto però diventa più sincero quando si parla di mancanza. Di relazioni spezzate sul più o bello o mai iniziate, perse tra le aspettative della vita e i sogni del domani. Più passano gli anni e più ci s’intestardisce a cercare la persona giusta, provando a cambiare persino se stessi, scatenando conflitti interiori e paranoie che certo non se ne vanno con la bella stagione. A volte ci provano, ma rimangono incollate sulla pelle come il sudore sotto al sole.
Lorenzo da qualche tempo si stava frequentando con Chiara, quella bionda della 5 B, la chiamava scherzando con i suoi amici, quasi a fare il misterioso anche se tutta sapevano chi fosse.
La loro era una relazione che portava avanti tutta l’innocenza del primo amore, l’imbarazzo di baci dati di nascosto nel corridoio senza farsi vedere dai professori. I due ragazzini avevano bisogno dei loro spazi, di scappare appena possibile dagli sguardi degli adulti per ritrovarsi in mezzo al cortile o più semplicemente sulle panchine dietro la chiesa. Lì entrambi, sorridevano spensierati, cercando di mandare via ogni ansia e preoccupazione, a loro agio nel loro posto sicuro.
Negli ultimi giorni qualcosa però iniziava a scricchiolare. Sarà stato lo stress, il caldo o l’avvicinarsi anche dei 20 anni. La maturità era alle porte, erano uscite le date degli scritti e c’era già agitazione sul toto temi: Calvino o Pascoli?
L’ultimo giorno di scuola si era fatta festa in cortile, salutato professori, abbracciato i compagni più piccoli che avevano già con la testa verso le vacanze. Lorenzo e Chiara erano usciti tranquilli, mano nella mano dalla portone, prima di salutarsi davanti alla fermata dell’autobus dandosi però appuntamento alla sera, a casa di lei, per la prima volta dato che i suoi genitori avrebbero sfruttato il weekend per fare rafting in montagna.
L’adolescenza si conclude quindi lasciando a casa lo zaino e salendo le scale con l’ansia di fare l’amore, per la prima volta? Beh questi potevano essere i pensieri dei due ragazzi, inconsapevoli però che davanti alle responsabilità capita di sentirsi fragili e di rovinare tutto. Una tempesta che arriva all’improvviso fa spegnere la musica ad un Festival così come un sentimento troppo forte rischia di diventare uno tsunami.
Le cose da grandi portano sempre responsabilità, talvolta giudizi e un pizzico di consapevolezza. Lorenzo e Chiara, due ragazzi come tanti, pronti a scoprire nuove emozioni, cercando riparo sotto le coperte. Lei era molto agitata, lui anche per un altro motivo. Quella sera sarebbe arrivato il momento di dire qualcosa, qualcosa d’importante.
Dopo la cena, la coppia si era messa sul divano con la finestra aperta e qualche canzone in sottofondo. Molte se l’erano consigliate a vicenda, senza ricordarsi però i titoli. Nell’atmosfera del momento entrambi prestavano poca attenzione alla musica lasciandosi trasportare tra baci e abbracci. Sul tavolino c’era pure un paio d’occhiali da sole anche se ormai la notte aveva già coccolato la città.
Ad un certo punto però Lorenzo si era fermato, aveva guardato Chiara pronunciando queste parole: ” Ma tu mi ami? Io si”. L’aveva fatto convinto e allo stesso tempo molto imbarazzato. Lei, allora si era tirata su, e aveva iniziato a piangere, fortissimo. Insomma era successo un casino.
“Vattene, mi dispiace” diceva, mentre lui uscendo di casa sbattendo la porta urlando addirittura un ” Ti odio”! Quella stanza, era diventato il set di un film drammatico, dove gli attori sono pagati per fare sceneggiate mentre da casa chi si guarda prova un insieme di sentimenti contrastanti come frustrazione e tristezza. La realtà era entrata in contatto con la spensieratezza di due giovani che avevano sentito il peso dei sentimenti? Perché dal nulla era successo quel disastro. Lorenzo non lo sapeva e Chiara nemmeno, ma probabilmente nessuno aveva voglia di spiegare o affrontare la questione.
Il silenzio era una barriera. Inconsapevolmente, senza essere convinti. entrambi avevano iniziato una guerra. Non una di quelle che finisce presto con pochi morti, ma una che non avrebbe mai ammesso, a prescindere, tregue o compromessi.
Era arrivato addirittura il giorno della maturità e nessuno aveva avuto la voglia di chiedere come stesse l’altro. Orgoglio del cazzo e stupide paranoie. La quinta era finita da poco ed entrambi erano già diventati adulti complessati, senza il coraggio di affrontare i problemi. Davanti al portone, dal quale pochi giorni prima erano usciti allegri e spensierati i due si erano quasi sbattuti addosso, senza neanche guardarsi.
Ecco, in quel momento Lorenzo reagì con queste parole: “Scusa scusa scusa scusa per l’altra sera ti ho detto che ti amo, ma è una cosa da grandi, troppo grandi per noi, ma è una cosa da grandi, troppo grandi per te. Scusa scusa scusa un cazzo, se non mi ami più lo potevi anche dire!”
RACCONTO LIBERAMENTE ISPIRATO AL BRANO “UNA COSA DA GRANDI” DI ALLA