
PH: Francesco Drazza
Anxiety: “Accettare per non dover cancellare” | Intervista
Se si scrive a matita si può sempre prendere una gomma e aggiustare. Nella vita è più difficile riuscire a rimediare ai propri sbagli, cancellando gli errori per completare nuove pagine di vita. ANXIETY e trasparentesi raccontano la fortuna e sfortuna di avere 18 anni. Se da una parte la gioventù riesce ad essere sfrontata, dall’altra aumentano le responsabili e se si commette un passo falso le conseguenze sono vissute sulla propria pelle.
Il brano vuole entrare in sintonia con la Generazione Z, esprimendo quanto sia complesso trovare il proprio posto nel mondo di oggi.
Si tratta di una fase di grande vulnerabilità e confusione, soprattutto per tutti quei ragazzi che si trovano a confrontarsi con pressioni sociali, familiari e personali creando un cortocircuito tra aspettative, sogni e realtà.
Anxiety mette a nudo le proprie insicurezze con la voglia di lasciare il segno con la musica, trasformando in ispirazione ogni difficoltà.
INTERVISTANDO ANXIETY
Quando si compiono 18 anni la vita cambia davvero?
Cambia sicuramente il modo in cui percepisci le cose. Ho compiuto 18 anni ormai da circa 9 mesi e mi sono reso conto di come ho iniziato a preoccuparmi del mio futuro, dei momenti trascorsi con la mia famiglia e delle persone che mi circondano. Al contrario, ho lasciato andare le cose più futili, quelle che prima consideravo importanti. Credo che dopo i 18 anni si sviluppi un senso di autocritica più maturo, e si cominci a capire cosa conta davvero.
Crescere vuol dire avere più responsabilità?
Credo che crescere significhi prendere atto delle responsabilità che abbiamo sempre avuto, ma che non siamo mai riusciti a comprendere perché troppo piccoli.

Qual è la forza più grande della tua generazione?
Credo che ci sia un forte desiderio di giustizia, di inclusione e di ridurre l’odio. Certo, ci sono sempre delle eccezioni, ma mai come in questa generazione si è lottato così tanto per ottenere uguaglianza e porre fine alle discriminazioni. E questo è qualcosa di bellissimo.
Cancellare gli sbagli riuscendo però allo stesso tempo ad imparare la lezione sarebbe un ottimo compromesso per sistemare il passato?
Il passato non può essere sistemato, ma si può imparare a convivere con esso. Nella canzone parlo proprio di questo: dell’accettare ciò che è stato, nonostante la tentazione di voler cancellare tutto. Il passato fa parte di noi e deve farne parte, per insegnarci a vivere e permetterci di imparare, anche se a volte le lezioni possono essere dolorose.
In fondo sai cosa vorresti chiedere al futuro?
Imparare ad accettarmi, sotto ogni punto di vista.

In questo momento c’è una frase che vorresti scrivere a matita e una con un pennarello indelebile?
Scriverei a matita “ho paura di non farcela”.
Sarà bello un giorno leggere “ce l’ho fatta” con un pennarello indelebile
Cosa ne pensi degli artisti che arrivano a cambiare il proprio nome d’arte?
È una situazione in cui mi sono trovato anche io. Quando un artista cambia nome d’arte, significa che non si rispecchia più nelle cose che voleva raccontare in precedenza. Si tratta di un passo rischioso nell’industria musicale, ma spesso è proprio ciò che serve per trovare la propria identità..
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