New Indie Italia Music Week #210

New Indie Italia Music Week #210

“Mi sento scossa agitata, agitata, un po’ nervosa. Uoh uoh. Acida come di più non si può, di più non si può, come un acido. Uoh uoh. Mi sento grande come una città, come una città, una gigante. Acido suono sento solo te, sento solo te il resto che cos’è. Acida sempre, acido per me, acido per te, acido cos’è. Che viaggio strano quando tornerò, poi lo rifarò, poi lo rifarò”

(Acida – Prozac+)

Sentimenti contrastanti ci pervadono. Ci sentiamo grandissimi, giganti, e il momento dopo piccoli come granelli di sabbia. Non avere paura se senti un acido emotivo salire dalle viscere, è normale. Sarebbe insolito se non avvertissi tali emozioni dentro di te, vedendo cosa accade intorno a noi.

Ti senti agitato, nervoso, onnipotente e poi inerme? Non disperare, ascolta la musica che ti fa viaggiare, e quando tornerai, sarà tutto più chiaro (forse).

Fatti travolgere dal vortice delle nuove uscite #IndieItalia della settimana, scelte e recensite dalla redazione!

 

A Lorenza (Album)

A Lorenzza, EP d’esordio di Lorenzza, è una vera esplosione di talento e personalità che non passa inosservata. In soli 23 minuti, la rapper classe 2002 ci trascina in un viaggio di barre taglienti e storie intime, cariche di sofferenza, resilienza e voglia di rivincita. Le tracce scorrono come in un unico respiro, lasciando l’impressione di un live diretto e sincero, dove ogni parola è al servizio di un flow naturale e disarmante.

Lorenzza esplora relazioni tossiche, legami di sorellanza e le cicatrici di un passato non sempre amichevole, ma lo fa con una maturità sorprendente per la sua età. La scrittura è cinematografica, capace di catturare dettagli e stati d’animo con precisione emotiva. I feat., nonostante i nomi di peso come Nayt e Rkomi, risultano secondari rispetto alla forza narrativa della protagonista.

Questo EP è più di un debutto: è un manifesto di autenticità che risolleva il rap italiano dal torpore. Lorenzza ci dice, con una freschezza quasi arrogante, che vale ancora la pena credere nella musica. A Lorenzza è un piccolo gioiello che lascia il segno, e Lorenzza è senza dubbio una delle promesse più brillanti del panorama musicale attuale.

Lorenzza: 9

Tu sei il mattino

Lucio Corsi ci delizia con la sua voce dolce e sincera nel suo singolo Tu sei la mattina. Un brano semplice e intimo, che ripercorre l’infanzia e prende come punto di riferimento la scuola e i momenti vissuti al suo interno. L’artista parla in maniera concreta delle prime esperienze fatte da bambino, riferendosi ai momenti di piccola vita quotidiana come nel caso delle prime sigarette, i primi amori, andando ad esprimere con una nota malinconia la mancanza di quei momenti lì.

(Andrei Lepadat)

Lucio Corsi: 9

PIÙ NE VOGLIO

PIÙ NE VOGLIO, un brano in linea con la musica techno, d’altronde è una collaborazione di Estremo con BigMama e Nahaze. La canzone ricorda in toto la canzone Mamasutra dell’artista, infatti, lo stile di BigMama si nota a pieno. Il testo non ci parla d’amore, come siamo abituati oggigiorno, bensì mette in luce ed evidenzia tutti i temi che molti trattano come un tabù, andando a parlare apertamente della libertà sessuale senza veli e vincoli.

(Andrei Lepadat)

Estremo, BigMama, Nahaze: 9

chissenefrega

In seguito alla pubblicazione del loro nuovo album 11 case, la band bolognese rovere pubblica chissenefrega. Il singolo, ha una storia particolare dietro, infatti, la sua pubblicazione non era programmata. L’album 11 case doveva avere al suo interno 11 tracce, le quali avrebbero dovuto simboleggiare le 11 case che il frontman della band, Nelson Venceslai, ha cambiato nella sua vita. Peccato però che la conta è stata fatta male nel momento dell’ideazione dell’album.

Chissenefrega parla di un dialogo interiore con sé stessi, andando contro chi si era prima, abbandonando chi si è stati in modo da abbracciare chi diventeremo. Il brano va proprio a esprimere la volontà di avere un riscatto all’interno di uno di quei momenti in cui si vuole trasformare la resa dei conti in una rinascita vera e propria.

(Andrei Lepadat)

Rovere:9,5

parlo ancora di te

Ci si manca, ci si vorrebbe parlare, ci si vorrebbe guardare profondamente nelle pupille degli occhi e vedere se si allargano come una volta.
Le parole pronte ad essere inviate sulle note del telefono che sembrano essere mine.
Parlare con gli altri non aiuterà e ci si sentirà ancora più persi nel mare dei pensieri.

Ma, alla fine, nessuno ancora ci ha insegnato come si dimentica qualcuno. Non esistono delle istruzioni da seguire e, se anche esistessero, non si riuscirebbero a seguire.

Note tristi, malinconiche, note che non sanno guardare oltre, note di loop, note di pianto, note che stridono.

(viola santoro)

eroCaddeo:7,5

Rest well, rainbow kid

Una produzione degna dei Cigarettes after sex.
Il mood creato è lo stesso.

Per chi ama ascoltare buona musica sul letto, chiudendo gli occhi, immaginando altro da quello che si sta vivendo.
Aggiungerei, se mai, un calice di vino (preferibilmente rosso) ed una coperta, dato il freddo del momento.

La colonna sonora già l’avete.

(viola santoro)

Primovere:8

Venere

Senza cuore il mondo cade.
Abbiamo il dovere di mostrarci negli occhi degli altri.
C’è bisogno di empatia, c’è bisogno di amore, c’è bisogno di tutto ciò che per puro pudore tu non fai.

Far vedere il proprio cuore in mano, avere il coraggio di mostrarlo e di non proteggerlo, pur avendo la paura di vederlo martoriato.

Senza cuore il mondo cade.
E se ci fosse una virgola cambierebbe tutto il senso.
Ma la virgola non c’è.

Una voce malinconica, graffiante mischiata ad una produzione altrettanto malinconica, graffiante.

Marianne Mirage:8

La Musica / Lazy

Doppio singolo per Leo Fulcro, dove in uno, “La Musica” sentiamo delle vibes più urban e oltreoceano in cui si percepisce il legame viscerale che l’artista ha con la musica stessa. Nell’altro invece, “Lazy”, si percepisce un tono molto più rilassato e disinvolto. Il groove morbido cattura il piacere di vivere la pigrizia, appunto, come un momento di otium, come un momento di pausa e riflessione dalla frenesia del quotidiano.

(Ilaria Rapa)

Leo Fulcro: 7

Hibakusha PT2 (Album)

È “Hibakusha – Parte 2: Rivalsa” il nuovo EP di Sergio Andrei, seconda parte del disco “Hibakusha”: cinque canzone che corrispondono ad altrettante declinazioni del significato di “rivalsa”, offrendo una prospettiva diversa su come affrontare le difficoltà, tra ironia e introspezione.

L’EP si unisce a “Hibakusha – Parte 1: Angoscia”, distinguendosi per il suo colore rosso intenso e le sonorità lofi e funky. Frutto di un lungo e meticoloso lavoro in studio, “Hibakusha – Parte 2: Rivalsa” presenta un’anima più matura e distintiva, che si muove tra influenze di artisti come Mac Miller e Mac DeMarco, groove intensi, chitarre dai toni psichedelici e un equilibrio fluido tra rap e melodie avvolgenti. 

Due le collaborazioni: quella con Danno dei Colle der Fomento per “Alice”, primo singolo estratto dal lavoro discografico, e quella con Jekesa, del collettivo “Do Your Thang” per “Pirati”, focus track dell’Ep.

Sergio Andrei: 7.5

Nella natura vuota dei simboli appassiti (Album)

Un’opera ambiziosa e profonda, un viaggio sonoro tra dimensioni reali e simboliche, dove l’eleganza del chamber pop incontra l’intensità del folk e la modernità dell’elettronica. Stiamo parlando del nuovo album di Carlotta Sillano: dieci brani, prodotti magistralmente da Taketo Gohara, creano un mosaico di suoni stratificati: pianoforti, synth, archi e percussioni si mescolano per creare paesaggi sonori che evocano tanto la solennità di montagne sacre quanto l’intimità di ricordi personali. Le sue liriche, dense di immagini e simboli, esplorano con delicatezza la memoria, il rapporto con la natura, trasformando luoghi e oggetti in specchi delle emozioni e della storia personale.
(Ilaria Rapa)

Carlotta Sillano: 7,5

Il contrario

Contro la paura di rinascere, un brano tra pop e soul che dovrebbe accompagnarci in ogni momento della giornata. E ha tutto il potere per farlo. Con la morbidezza della musica, l’intensità e insieme la delicatezza vocale, la profondità del testo. È un incoraggiamento ad accettare lo scoraggiarsi. Guardare senza paura a quello che va oltre le nostre previsioni. Ma non per colpa di un fantomatico destino, bensì di un nostro cambiamento di rotta. Il contrario, l’errore commesso, sono carte da giocare contro l’idea granitica che ci siamo fatti. E che per sua stessa natura di masso, ci schiaccia.
“Ho un problema con me, prima o poi capirò cos’è”; “voglio cambiare binario”: basterebbero questi due passi a rendere la coraggiosa ammissione, la presa di posizione di Anna nei confronti del navigatore che abbiamo impostato, e che di risposta ci ha impostati, nella vita.

(Stefano Giannetti)

Anna Carol: 8

Come restare

A sentire Come restare, sembra di trovarci in due seduti al tavolo della cucina, sotto la luce fioca di una notte lunghissima. Con un rubinetto che continua a perdere una goccia alla volta, forse destinato a cedere definitivamente mentre noi preghiamo che resista così. Che è più facile sopportare un problema cronico che rischiare di rompere tutto per riparare.
Un loop in penombra, come nell’oblio restano le scelte logiche e l’amor proprio, perennemente sacrificati dai nostri gesti mossi dalla paura di perdere (o rendere scontenti di noi), l’altra persona. Perché il voler restare ci acceca, il “come restare” sarà sempre un mistero, ma il tentativo più facile è sempre quello di fingere che “va tutto bene”, sperando che basti a non rimanere soli.

(Stefano Giannetti)

Le Ultime Parole Famose & Zibba: 8

per ogni caduta una terra amata (album)

“Per ogni caduta, una terra amata”, il primo disco dei SAAM, è un abbraccio emo-punk violento e gentile, che trasforma ogni caduta in un’occasione per rialzarsi più forti. Le cicatrici diventano souvenir preziosi, simboli di crescita e resilienza, in un racconto che mescola introspezione e potenza sonora con straordinaria autenticità.

La tracklist bilancia energia e morbidezza, rispettando gli stilemi dell’emo e arricchendoli con arrangiamenti curati e testi incisivi. Le chitarre armonizzate, vere co-protagoniste, creano un suono denso e corale, mentre la voce, spesso in secondo piano, valorizza la coesione della band. “TOMBA”, singolo di lancio, prepara il terreno per un album che stupisce per la fluidità con cui alterna toni sommessi e assalti frontali, come accade in “Grondaia”, manifesto conclusivo del disco.

Brani come “Rane” e “Convivere” (featuring Gli occhi di chi ha fatto il Vietnam) esemplificano la maturità artistica raggiunta dai SAAM, capaci di trasformare ansie e fallimenti in strumenti di crescita. “Per ogni caduta, una terra amata” non è solo un disco, ma una guida per chi affronta la vita con il coraggio delle proprie fragilità. I SAAM dimostrano che cadere non è mai la fine, ma solo l’inizio di un nuovo percorso.

SAAM: 8

Limite

Con Limite Esdra dipinge un quadro impressionista di immagini vivide e di emotività densa/profonda. Chiudendo gli occhi durante l’ascolto, è possibile lasciarsi trasportare dagli elementi naturali descritti nel testo: i sintetizzatori che oscillano come il vento, e una voce gentile che, rassicurandoci, ci fa sedere “con i fiori nel campo”.

Il brano riesce ad essere così intimo e comunicativo forse proprio perché ispirato da una pagina del diario dell’artista. In pochi secondi, l’inciso trasforma questa conversazione gentile in un invito marcato, ma non per questo meno dolce, a riscoprire la propria forza accogliendo le proprie criticità.

Synth bass sincopato e cassa in quattro diventano infatti il nuovo propulsore che esorta ad alzarci per ballare e lasciarci andare, dando spazio a un flusso di emozioni sincero e liberatorio. Ogni un’alternativa è possibile, quando si ha il coraggio di concedersela.

(Benedetta Fedel)

Esdra: 8

FULMINI

“Sono la tua luna nera, la vedi ancora di sera?”

“Fulmini” di CARA è un brano che esplora la tensione tra l’immaginazione e la realtà, un delicato gioco di luci e ombre emotive. La canzone si apre con una dolcezza che sfiora l’irraggiungibile, come una carezza sospesa nell’aria, capace di evocare la malinconia di ciò che potrebbe essere e non è. Con una voce intima e fragile, CARA racconta il desiderio di scoprire un mondo che solo la mente riesce a dipingere, ma che la realtà non permette mai di raggiungere completamente. “Fulmini” è un viaggio introspettivo che affida a pochi, intensi secondi l’urgenza di un grido soffocato, un istante in cui la bellezza si fa dolore e la distanza tra sogno e vita si fa insostenibile.”.

(Benedetta Fedel)

CARA: 8

D’UNA

“Io ti dedico una vita, ma tu hai voluto capirci qualcosa”; “tu distraimi da questa grande storia”; “che poi da grande si pensa solo a parole”.
Ciò che viene da chiedersi ascoltando le parole di D’UNA è perché l’irrazionalità e l’ondata di sensazioni che regala un storia d’amore non bastano, quando devono fare i conti con la ragione. O le ragioni, dell’uno e dell’altro.
In fondo è quello il muro su cui si va a sbattere, è contro le parole da adulti che il voler stare insieme va a schiantarsi. Ma in fondo, il grande muro di ognuno di noi è anche l’accettazione del prossimo come universo a sé stante e indipendente dal nostro. Quindi, come si fa a far volare i sentimenti più in alto di tutti i paletti cosicché bastino a far durare una storia per sempre? Non sono forse forti abbastanza? O non siamo forti abbastanza noi, e quei limiti li creiamo apposta?
Gaia unisce un pop ultramoderno a delle estensioni vocali e una ricerca di stile che fanno sì che D’UNA sia un brano d’oggi e senza tempo.
Come gli amori difficili (ovvero tutti?).

(Stefano Giannetti)

Gaia Banfi: 8

1Respiro

Il nuovo singolo di Arssalendo è un claustrofobico grido d’aiuto nei confronti della sua città, dato che l’artista si sente imprigionato da ricordi e situazioni. “Qui è successo un casino, è stato bruttissimo” è il motivo di questo disastro emotivo o fattuale. Senza conoscere le cause, si possono vivere sulla pelle le conseguenze di un gesto o di un pensiero che ha sbandato oltre le aspettative.

L’atmosfera cupa  carica il brano di tensione, fil rouge che diventa il pretesto per raccontare un dolore più ampio rispetto all’evento in se. Quante volte il mondo esterno diventa specchio di quello che stiamo vivendo dentro di noi?

(Nicolò Granone)

Arssalendo: 7,5

my baby!

L’amore diventa un desiderio peccaminoso la notte, profuma d’emozioni e passione. Per sprigionare tutta questa potenza bisogna avere la fortuna e la follia di riuscire a trovare proprio quella persona che stimola ogni pensiero.

Per Ginevra è proprio “my baby!”, un brano che si fa inno per una ribellione anche sessuale, libera da confini e ogni forma di razionalità. Le chitarre simulano l’energia di un qualcosa di forte e travolgente, che diventa magico nel buio e segreto in un tempo dove tutti gli altri dormono in silenzio.

(Nicolò Granone)

Ginevra: 8,5

Quanto è difficile amarsi in una grande città

È incredibile come l’essere umano sia attratto dalle alternative e davanti a innumerevoli scelte sia tratto in inganno dalle opzioni e dalle possibilità. Se ogni scelta vuol dire rinunciare a qualcos’altro diventa molto difficile amarsi in una grande città. Vivere senza punti di riferimento, nella confusione di un periodo della vita è il presupposto per mettere in discussione sentimenti, relazioni e rapporti che nascono da una personale incertezza.

Quando tutto sembra facile, a portata di mano, possono nascere dubbi e incertezze, e chissà se Nervi si sia sentito, almeno una volta, davvero sperduto anche nel proprio modo di fare musica.

(Nicolò Granone)

Nervi: 8

Come sorridi tu

Gli occhi di chi sorride in maniera speciale possono essere isola di salvezza, ma anche onda che travolge tutto trascinando chi guarda dentro un abisso di fragilità emotiva. Può capitare infatti di capire da uno sguardo quali possono essere i propri limiti, talvolta si cerca negli altri una tale approvazione di cui in realtà non si dovrebbe nemmeno aver bisogno.

Affidare la propria felicità ai rapporti e alle relazione è una scelta molto rischiosa soprattutto quando il confine tra nuotare e finire con la testa sott’acqua non è così ben definito.

“Quando non bastano più le parole, collisione, lo scontro con il mare”

(Nicolò Granone)

Florilegio: 7,5

Violenza

Il nuovo singolo dei Mangrovia Twang é avvolgente e carico di tensione. “Violenza” mette in luce la dicotomia tra fascino e inquitudine: una tempesta emozionale tra suoni elettropop ben calibrati e funzionali all’ intento narratologico del brano. Ì Mangrovia Twang sono un gruppo di cinque membri che si è formato da poco, ma ha già una sua identità riconoscibile. Ascoltate “Violenza” e immergetevi nel mondo dei Mangrovia Twang alla ricerca della natura delle cose della vita.

(Greta Karol Nesci)

Mangrovia Twang: 7

Luci Spente

Spesso gli artisti hanno dei blocchi emotivi e creativi, Luci Spente racconta proprio questo, la storia di un artista che è in crisi.
Tuttavia le stelle riescono a guidarlo e a liberarlo, facendogli tornare l’ispirazione.

“Come si assomigliano le stelle, galassie di luci gemelle, ma le mie luci sono spente.”
Le luci spente simboleggiano la perdita dell’orientamento e anche un po’ la paura del buio. C’è una disperata ricerca di ispirazione per superare il vuoto portato dal blocco creativo.

Questo brano pop-rock però non parla solo agli artisti ma a tutti quelli che si sentono bloccati, che hanno perso la propria luce.

(Benedetta Rubini)

Lo Straniero: 8

Omonimia

Desideri, quanto ci piace esprimerli, quanti ne abbiamo? Sorprendenti ma anche con un lato disilluso, che Omonimia va ad esplorare.
Il collettivo Picasso Cervéza insieme alla collaborazione con il rapper AI Verde, dà vita a questo brano neo-soul, con atmosfere dell’R&B.

Spesso la realtà contamina i sogni, come se togliesse loro un po’ di luce, dobbiamo invece lasciarci trasportare dalla nostra immaginazione.
Lasciamo che le nostre fantasie nascoste prendono forma, capendo che spesso la nostra frustrazione deriva proprio dalla complessità delle relazioni, dove è difficile equilibrare gli impegni personali e professionali.

“Tanto sono inutili le tue domande… siediti queste sono cose serie, aspetto un quarto d’ora e poi mi metto in ferie.”

(Benedetta Rubini)

Picasso Cervéza ft. AI Verde : 8

America Latina

Il nuovo brano di sigarettewest con sonorità cantautoriali degli anni 70’ e influenze dell’R&B ci parla di un amore sospeso, nostalgico e lontano, proprio come il Sud America.

È pieno di immagini evocative e sentimenti contrastanti; la ripetizione di “Resto fermo con il mare dentro” rappresenta una sensazione di immobilità, il cui la distanza dell’amata amplifica la perdita e il desiderio.

L’atmosfera del brano è molto coinvolgente, grazie anche ad un suono che combina elementi vintage con le sonorità moderne.
America Latina cattura l’essenza della nostalgia e della bellezza malinconica, se siamo amanti delle sonorità cantautorali e delle storie d’amore tormentate non possiamo non ascoltarlo.

(Benedetta Rubini)

Sigarettewest: 8

Clandestinità

Con Clandestinità, il secondo singolo del cantautore lodigiano Simone Porreca, si fa un ulteriore passo verso il suo album di debutto, 13 Candele. Disponibile dal 15 novembre, il brano è un’intensa narrazione di un amore segreto, in cui il patto tra due amanti si sgretola sotto il peso del tradimento.

Le sonorità notturne, che fondono pop e influenze R&B, creano un’atmosfera intima e malinconica, perfetta per accompagnare un testo semplice ma affilato. Ogni parola è un colpo di precisione, capace di risuonare nei cuori di chiunque abbia vissuto una relazione complessa. Con questo brano, Porreca riesce a unire emotività e riflessione, svelando con delicatezza le fragilità umane.

Clandestinità conferma la versatilità dell’artista, mantenendo però una chiara coerenza con il percorso avviato dal suo precedente singolo La Via Di Casa Tua. È un assaggio promettente di ciò che ci aspetta in 13 Candele, un progetto che sembra destinato a lasciare il segno

Simone Porreca: 7

Fegato, fegato spappolato

I The Framez, con il loro nome che invita a dare significato a una “cornice vuota”, tornano con il nuovo EP Karma Remind, una ventata di freschezza che mescola rock e funk in uno stile unico. Dopo il debutto con Disco Rotto, la band milanese si conferma una delle realtà più originali del panorama musicale, pronta a portare la loro energia in un tour che toccherà varie città italiane.

Tra i brani del nuovo EP spicca la rivisitazione di Fegato, fegato spappolato di Vasco Rossi. La band rilegge questo classico con un arrangiamento moderno e pieno di carattere, capace di mantenere l’anima ribelle dell’originale, ma con il tocco distintivo dei The Framez. Il risultato è un pezzo attualissimo, che parla al presente con il linguaggio diretto e vibrante della loro musica.

Karma Remind è una perfetta sintesi del percorso artistico dei The Framez: vintage e innovazione si fondono in uno stile che rimane impresso. Non resta che seguirli e lasciarsi travolgere dal loro groove irresistibile.

The Framez: 7