
New Indie Italia Music Week #217
Scontriamoci per poi frastagliarci in mille pezzi. Il vento, il fuoco, l’acqua li mischieranno prima o poi creando una nuova materia: unica e irripetibile poiché composta da tanti cocci di “noi” che adesso luccicano di un colore collettivo graziato dalla luce.
Abbattiamo i limiti che ci separano. Mescoliamoci per creare nuovi scenari, nuovi mondi, nuovi suoni da ascoltare.
Iniziamo da qui, dalle sfumature dei migliori brani della settimana, scelti e recensiti dalla redazione.
Favola
Siamo abituati a lasciarci tra le lacrime, sommersi dai pensieri ridondanti. Non posso negare, quindi, di essere stata piacevolmente sorpresa dalla musica malinconicamente felice e spensierata di Dente. Potrebbe essere emblema del mantra del nuovo anno, qualcosa del tipo “guardiamo le cose da una prospettiva diversa”.
Il non negare di pensarti, il non negare di vederti nelle schiene degli altri, il voler vedere per forza nelle linee non troppo definite delle nuvole i tuoi lineamenti, il chiedere di noi nelle favole che ancora vanno scritte… con un’aggiunta di sax soprano e tastiere che sembrano musica per altre parole. Il file rouge della scrittura di Dente continua, proponendo una scrittura tagliente, quasi pronta a riaprire cicatrici che mal si sanano, ma che risulta essere leggera, tenera, dannatamente delicata. L’amore che sfuma sorridente tra le note di una ballata felice, bello.
(Viola Santoro)
Dente: 8,5
Tu6
Lo scarto tra “tu 6 odio” e “tu 6 amore” è sottile, impercettibile, difficile da vedere. Il problema arriva quando ci cadi e ci sprofondi dentro, quasi come se fosse un buco nero senza via d’uscita.
La caduta senza paracadute avrebbe gli stessi synth di questo nuovo brano di SAO, veloci, avvolgenti, spigolosi, capaci di creare attrito nella caduta e dare vita ad una nuova musica elettronica che aumenta la velocità.
Una volta atterrati, proprio come quando da bambini finivamo una giostra della quale avevamo paura, ci rendiamo conto di quanto poco sia durato il volo. La voglia di provare altra confusione tra amore e odio ci divora così voracemente da voler ripetere il tutto. Da questo nascerà altra musica che ci farà ballare ed urlare. Attendendo nuove note per la prossima caduta, vi consiglio di ascoltare questo brano.
(Viola Santoro)
SAO: 7
Sconosciuti
Sconosciuti nasce un po’ di tempo fa per il cortometraggio “Fiori Fiori Fiori” di Guadagnino. Era il 2020, era il Covid, era uno dei momenti tragicomici degli ultimi anni.
Non ricordo come passava il tempo, le giornate erano sempre le stesse e l’unica via d’uscita era l’immaginazione. Ricordarsi della fretta delle corse per arrivare in tempo, del lamentarsi per le troppe cose da fare, del voler riposare, del riuscire a dormire per la stanchezza, della voglia di abbracciarsi. Se ti affacciavi dalla finestra per fumare una sigaretta vedevi poche persone che camminavano per la strada.
Cosmo canta l’empatia per un estraneo, per uno sconosciuto. Uno dei pochi che camminava per strada, uno di quelli che si girava intorno per vedere cosa ci fosse di nuovo per la strada e che si sorprendeva per una monetina trovata sull’asfalto troppo pulito. Di quel momento, forse, ci è proprio restato questo; la necessità di conoscere l’altro ma non sapere in che modo riuscirci.
È così che la musica diventa vettore di emozioni, ciò che ha il compito di unire e di far collegare i puntini da soli.
Una musica nostalgica, delle frequenze alte un po’ tagliate che richiamano dei passati prossimi e che creano un’atmosfera vintage e deteriorata.
Si chiude così il cerchio del cavallo bianco di Cosmo che, dopo aver volato per altre galassie, torna tra le mura di casa sorprendendosi dell’immaginazione del viaggio.
(Viola Santoro)
Cosmo: 8
Metamorfosi Vol 1 (Album)
“METAMORFOSI (VOL.1)” è il nuovo EP dell’artista italo-brasiliano Ethan. La risposta a un mondo che spesso ci vuole statici, omogenei, omologati: una danza tra il passato e il futuro, un viaggio che fonde la sperimentazione elettronica con il pop più tangibile. Ogni traccia è un esperimento, un dialogo tra quello che siamo e quello che potremmo diventare. Non siamo più vincolati a una forma predefinita, ma liberi di fluttuare tra suoni, emozioni e idee, pur mantenendo intatto il nostro nucleo.
In ogni cambiamento c’è una liberazione e la musica è la nostra via per farla emergere. La metamorfosi è il cammino verso una versione più autentica di noi stessi, un flusso che non segue regole, ma che crea nuove possibilità. È il coraggio di spingersi oltre, di esplorare l’inconosciuto e di rinascere. Con “METAMORFOSI (VOL.1)”, invito ognuno di noi a liberarsi dalle proprie catene, a fluttuare liberamente nel suono e a permettere alla musica di guidarci verso nuovi orizzonti», racconta Ethan.
La nuova veste sonora ed artistica di Ethan è infatti frutto di un lungo periodo di ricerca, cambiamento e profonda sperimentazione, terreno fertile di un’evoluzione artistica che lo ha portato a delineare un sound inedito in cui sentirsi pienamente rappresentato. Le influenze dell’RnB si intrecciano alle radici sudamericane e protendono verso il baile funk, l’elettronica, il mondo del clubbing e quello del nuovo pop ereditato da Sophie, Arca, Charlie XCX, Anitta.
Un liricismo sentimentale che si tinge di rosso, immagini sensuali e sessuali che raccontano storie di (an)affettività quotidiana, e che vive di entrambe le lingue con cui l’artista è cresciuto, l’italiano e il portoghese, con contaminazioni anglofone tipiche del parlato contemporaneo.
Ethan: 8,5
Hazy Days (Album)
Anticipato nei mesi scorsi da sette singoli accolti con entusiasmo dalla critica internazionale, ecco il terzo album dei VANARIN, band anglo-italiana nota per la sua intensa attività live e per aver condiviso il palco con Thurston Moore, Public Image Ltd e Battles. In questo nuovo disco, il gruppo raggiunge una piena maturità espressiva, creando un concept album che fotografa l’evoluzione umana tra lucidità e disorientamento, speranza e disillusione, in un’epoca dominata dalla tecnologia. Otto tracce che spaziano tra pop, indietronica, nu-soul e psichedelia, con un crossover sofisticato e immediato, dalle vibrazioni ipnotiche di Hey Listen al fascino futuristico di Falling Under. Oltre alle influenze, i Vanarin si distinguono come artigiani del suono, capaci di intrecciare ritmi e atmosfere in un minimalismo dub-step suggestivo e introspettivo. Hazy Days è un inno sincero alla transitorietà dell’esistenza, culminando con Memories, un invito a ritrovare la propria essenza più profonda.
Vanarin: 7.5
Elasir (Album)
Anticipato dai singoli “AMÆMI” e “ICEBERG”, “ELASIR” corona l’eclettico percorso sonoro della songwriter/producer/dj ELASI con nuovi mondi surreali in cui perdersi ballando ad occhi chiusi. 9 tracce sospese tra universi onirici e realtà variopinte fondono ritmi e tessuti elettronici a suoni ricercati in terre e culture lontane. “ELASIR” è un nuovo tappeto volante che viaggia tra danze ipnotiche, sogni inspiegabili e club in giro per il mondo.
ELASI dichiara: ” ELASIR è il mio antidoto magico per fluttuare leggera, danzando, verso l’Everest quando cado nell’abisso. Molti di questi pezzi arrivano dalla memoria delle colonne sonore di alcuni miei sogni in cui mi perdo in club, città, aeroporti, boschi, spiagge in continua metamorfosi. Il clubbing si mescola all’onirico e alle mie esplorazioni sonore di popoli lontani. Con Rocco Rampino abbiamo lavorato alla produzione per due anni mescolando la mia anima da DJ con quella di songwriter più delicata: è stato un lavoro di lunga ricerca di suoni, immagini e ambienti che più assomigliassero agli iceberg, ai tappeti volanti, e ai binari stellari del mio mondo semplice.”
Elasi: 7.5
Teatro (Album)
“Teatro” è il nuovo album di Marianne Mirage, un’opera che intreccia poesia e autenticità. Un viaggio sonoro vivido, intimo e immediato, dove la musica si fa porta d’accesso all’universo interiore grazie alla voce ipnotica e sensuale di Marianne, capace di avvolgere e coinvolgere, e agli arrangiamenti minimali che amplificano l’intensità evocativa delle sue parole.
Con straordinaria sensibilità, Marianne esplora le sfumature più profonde dell’animo umano, alternando forza e fragilità, energia e delicatezza emotiva. Ogni canzone diventa un invito a riconnettersi con sé stessi e con quelle energie invisibili che sostengono il nostro cammino. Attraverso simboli suggestivi – come il vento di Tramontana, che evoca trasformazione, o l’iride, ponte tra il fisico e l’universale – affronta temi personali e al tempo stesso collettivi: il coraggio femminile, la libertà di narrare la propria storia, la ricerca di equilibrio in una fede più grande, la guarigione dalle ferite di una separazione, il ritorno alla speranza e alla compassione, e il legame profondo tra l’essere umano e la natura.
In questo mosaico si inseriscono anche riflessioni concrete, come la sessualità vissuta come un’estasi spirituale, e momenti di rara dolcezza, come l’omaggio al padre.
Ogni traccia è un’esperienza unica, dove realtà e immaginazione si fondono in un elegante gioco di tempo, spazio e identità. “Teatro” non è solo un disco: è un rito collettivo, una dimensione in cui emozioni e tensioni si sciolgono in un abbraccio condiviso tra artista e pubblico. Un’opera che lascia un segno indelebile, creando un legame intimo e silenzioso che trascende il momento dell’ascolto.
Marianne Mirage: 8
Non diresti mai! (Album)
“Non diresti mai!” è l’EP di debutto di maniviola. Dopo la velata critica sociale di Paolo, il singolo uscito lo scorso 6 Dicembre, il progetto si completa di quattro inediti dall’anima cantautorale, strappati dalle pagine di un diario. Con varie influenze stilistiche, dal funk al bedroom pop al cantautorato italiano classico, il progetto spazia dall’intimità riflessiva di “Sala d’aspetto” e “La strada di casa” al senso di inadeguatezza raccontato in “La verità”, al sentimento passivo aggressivo di “Numero fisso”. Un viaggio ironico ma profondamente emotivo, fatto di parole selezionate con cura e di immagini pungenti e universali, di melodie leggere e testi pesanti.
Maniviola: 7
MYROMANTICA
In questo nuovo brano Cimini vuole raccontare la quotidianità dell’amore tra due persone. “MYROMANTICA” dimostra come nelle relazioni si crea un linguaggio intimo e profondo, fatto di tante piccole cose. Il titolo gioca sul termine “my” che in inglese è un aggettivo traducibile come “mia” ma che si pronuncia “mai”.
Tra il sound di una ballata pop e un pezzo indie, il brano è fresco e profondo al tempo stesso. È l’ascolto giusto per chi vuole soffermarsi sulle varie sfumature e citazioni quotidiane che colorano una storia d’amore, che la rendono poetica perché la fanno sembrare reale e concreta.
(Greta Karol Nesci)
Cimini: 8,5
Anima Fantasma
Il primo singolo di Cuspide è il frutto di un complesso lavoro di sintesi di diverse sonorità. Tra influenze R%B ed elettropop si inseriscono richiami all’afrofunk e alla new wave napoletana. “Anima Fantasma” è un brano che scandisce l’esperienza di ascolto. Affronta temi legati alla tossicità delle relazioni, al disagio del vivere in un luogo estraneo, alla fuga dalle proprie prigioni mentali. Gli ascoltatori si sentono trascinati in questa dimensione dalla musica che è piena di ritmo, ma non sovrasta le parole.
Il brano nasce dall’esigenza del cantautore di approfondire i rapporti con le figure femminili della sua vita più o meno importanti. “Anima Fantasma” è un ottimo brano da ascoltare se si ha voglia di estraniarsi dalle cose concrete per qualche minuto e riflettere a tempo di musica sulle proprie relazioni con il mondo, gli altri e se stessi.
(Greta Karol Nesci)
Cuspide: 8
un letto x2
“Vorrei ballare sulla tua musica”: il nuovo brano di Lanyard è proprio un invito a questo. “Un letto x2” esprime quell’esigenza espressiva che si prova dopo una rottura, in quel momento di transizione. Dal punto di vista musicale Lanyard racconta questa necessità di ballare, come si evince dalla citazione, e di esprimersi attraverso delle sonorità elettropop veramente sperimentali.
Il nuovo singolo del cantautore e producer teramano è la scelta giusta per chi sta affrontando momenti difficili e piuttosto che piangersi addosso preferisce sentirsi creativo e lasciarsi trasportare dalla musica.
(Greta Karol Nesci)
Lanyard: 7+
Che vita di (Album)
“Che vita di” di VV sarà pure un lamento, un grido di rabbia, ma non è una resa. È un misto di pop e r’n’b trascinante, intenso, ironico (soprattutto autoironico) e dolce.
“Ondeggiando” ci pone davanti il vecchio dilemma che però si rinnova negli anni, ossia come ci facciamo sbattere qua e là in questa corsa al futuro, fingendo che il presente non esista e che non sia lui stesso a farci perdere, in risposta al nostro trascurarlo.
“Spina” e “Fatti miei” ricordano il bisogno di staccare, di isolarci perché non ci sentiamo più in grado di interagire con le giornate e con gli altri. E non è certo colpa nostra, se la rabbia ci ha reso impulsivi e ci ha fatto pentire di qualche atteggiamento verso qualcuno.
Ma è proprio il bisogno di tenersi qualcuno accanto a sembrare, se non la soluzione, l’unico rifugio possibile. Necessario. (“Il bacio che non dai rimane un livido – Vita lenta”). A costo di rimandare a domani l’affrontare problemi di coppia, preferendo trascinarseli dietro come unica garanzia per stare ancora insieme, piuttosto che cercare di risolverli e scoprire che la soluzione potrebbe portare a più drastici cambiamenti, magari una provvisoria o definitiva separazione (“Domani” – feat Nashley).
Bisogno che diventa disperato, àncora per tenerci agli scogli del mondo, a questa vita di… come in “Belve dolci”, dove si arriva a invocare un morso, qualcosa che lasci un dolore da sentire, purché resti un segno che ci ricordi che ne vale ancora la pena. Terapeutico.
(Stefano Giannetti)
VV: 8,5
Bratislava
Il senso di colpa è la cosa peggiore da sopportare. Non ne scappi. Se è stato un errore nostro a portare una relazione alla rottura, viene davvero da lanciare il “cuore nel Danubio”. In una storia diamo totalmente noi stessi e lo sbaglio, di conseguenza, è qualcosa che ci riguarda nel profondo, nel carattere. È una cosa che non si cambia facilmente e con cui dovremo fare i conti anche in futuro.
Per questo motivo Lala, nella sua disperata, efficace e comunicativa fuga interiore a Bratislava, può dire con certezza “tu sei tutta intera, io quello che sta a pezzi”. Perché forse è stato (o sarà) perdonato. Ma lui non si perdonerà mai.
(Stefano Giannetti)
Lala: 7,5
”.” (Album)
Partiamo subito con un titolo di forte impatto, M¥SS KETA rilascia “ . “ (punto) il suo nuovo album. Il punto è uno dei segni forti della punteggiatura, rappresenta il punto di svolta nella sua carriera e rappresenta il suo punto di vista, raccontando senza vincoli o filtri il suo mondo.
M¥SS KETA, ormai è un’icona poliedrica ed eclettica, amata da moltissimi e questa volta fa sul serio, decidendo di mettere un punto su molte questioni. Ogni brano ha un significato unico e distintivo. Per esempio “Lei“ è un manifesto minimalista, che esplora la dualità tra il voler essere potenti e forti e la fragilità che tutti abbiamo. “Voglio essere me” affronta invece il tema dell’invidia e della competizione, poi c’è anche “Divorziata” che parla della donna moderna e della sua estetica.
(Benedetta Rubini)
M¥SS KETA: 8,5
Belladamorire
Tancredi ritorna alle radici urban del rap, insieme alla collaborazione con il rapper Lil Busso, lancia Belladamorire, un pezzo leggero e satirico. L’artista gioca volutamente con immagini provocatorie ed esagerate creando un’atmosfera spensierata.
La figura femminile viene qui descritta come affascinante ed irresistibile, capace di far perdere la testa. Infatti la ripetizione della frase “Sei Bella da morire” rafforza l’idea di una bellezza travolgente ma pericolosa. “Non mischiamo mai l’amore con il sesso” Evidenzia la distinzione che c’è in un rapporto tra la passione fisica e l’amore romantico.
Se siamo alla ricerca di una canzone che ci trasmette spensieratezza ma che riesce a coinvolgerci, non possiamo non aggiungere “Belladamorire” alla nostra playlist.
(Benedetta Rubini)
Tancredi feat Lil Busso: 7,5
Trame Distorte
Un brano che esplora le profondità dell’ansia e del panico, un mosaico di immagini evocative che ci descrivono i momenti di solitudine. Cobalto trasforma il dolore e l’angoscia personale in un brano che riesce a parlare a tutti gli ascoltatori. “Mi paralizzo e non ci vedo chiaro” Quante volte ci siamo sentiti così per colpa dell’ansia o di un attacco di panico, che agiscono come piovre in grado di paralizzarci e annebbiarci la vista.
La musica, con le sue melodie avvolgenti ed arrangiamenti curati accompagna perfettamente il testo, creando un’atmosfera che cattura.
La musica di Cobalto è tanto terapeutica quanto affascinante.
(Benedetta Rubini)
Cobalto: 8
Il rito delle ombre
Una delle follie comportamentali dell’essere umano è quello di affrontare le cose spesso con troppo ottimismo o pessimismo, tenendo da parte la via di mezzo. Tutto sembra sempre o troppo o troppo poco, ma ecco proprio quello che è ma non è, incuriosisce e porta la nostra mente a indagare, mentre il cuore si lascia ammaliare dalle infinite possibilità.
Meglio di no è il mantra malinconico e disperato che esplode nel ritornello di “Il rito delle ombre”, nuovo brano di Alessandro Ragazzo, utile a ricordare che le aspettative spesso possono creare illusioni che provocano dolore e sofferenza.
Chi ha coraggio di sfidare il proprio buio però riesce a trovare la luce che illumina la sua vita, quindi quanto è dura questa lotta tra sogno e realtà?
(Nicolò Granone)
Alessandro Ragazzo: 7,5
CREPUSCOLO
Un addio non puoi mai essere davvero addio se non si riesce ad accettarlo veramente. Lo sanno bene i romantici e gli innamorati che non si fermano davanti a tutti i segnali negativi, anzi credono di vedere ovunque uno spiraglio di luce: “pensavo quasi che tornassi qui da me”.
L’attesa della felicità diventa una tortura per il cuore, che si nutre di qualche vecchia carezza che ormai non fa più effetto e profuma solamente di malinconia. E poi, quando si va avanti, si sceglie di rimettersi in gioco si ha l’ansia di rifarsi subito, con la sensazione che chiunque sia davvero la persona giusta.
“Che confusione che c’è nell’aria amore, sembravi quasi che fossi fatta per me. Mangio il tuo nome e salto colazione.
Sentimenti complicati che canzoni come “Crepuscolo” di “Francesca Moretti”” sanno esaltare a pieno, lasciando cadere tra le note qualche lacrimuccia.
(Nicolò Granone)
Francesca Moretti: 8
Lagna
Lamentarsi non è quasi mai una buona soluzione, però i 43.Nove se ne fregano delle convenzioni e trasformano il loro rock in una Lagna alla quale è impossibile rimanere indifferenti. Viene voglia di buttarsi in pista, lasciando ogni problema alle spalle, liberando la testa da domande e problemi di ogni sorta. Un po’ di sano casino per sentirsi vivi e invincibili. Ecco cosa si prova davvero ad essere liberi.
In questo mondo di guru tutti propongono soluzioni, ma noi stessi, siamo davvero in grado di focalizzarci sui nostri bisogni senza scegliere di mandare tutto a rotoli, senza neanche capire cosa si sta per rompere?
(Nicolò Granone)
43.Nove: 7,5
6.51
Chi torna a casa tardi o è troppo felice oppure non riesce a prendere sonno e ha davvero paura della notte.
Alle 6.51, tra le vie di Bologna si incontrano questi due mondi che Broncø e Her Skin uniscono in questa preghiera che cura ferendo o ferisce curando, dipende dai punti di vista e dal vissuto di chi preferisce guardare il sole sorgere per necessità, paura o gratitudine.
Le città sono solo uno spazio infinito per le infinite solitudini di ognuno, siamo corpi fatti di sangue e ossa, che proteggono un’anima che può esplodere per gioia o dolore.
(Nicolò Granone)
Broncø con Her Skin: 9