
PH: Ufficio Stampa
Gobbi: “Popolarità non vuol dire sincerità” |Indie Talks
L’industria musicale da fuori è un sistema complesso, o almeno così sembra. Tranquilli non abbiamo voluto fare un inchiesta andando a cercare complotti o bug all’interno di questo settore, ma ci siamo interrogati insieme a Gobbi su quale differenza ci sia tra popolarità e sincerità.
L’indie, originale, al di là delle classifiche, raccontava storie di tutti i giorni, poi qualcosa è successo e adesso che succede?
Questa domanda se la pone anche Gobbi, in maniera introspettiva e la risposta che più si addice è: ” Voglio farmi notare”, il suo nuovo album che parte dal bisogno di far musica, senza vendere l’anima al diavolo o ancora peggio, tradire i suoi ascoltatori.
GOBBI X INDIE TALKS
Il tuo brano “Voglio farmi notare” è anche una critica al mondo dei social dove più si è attivi più si viene riconosciuti?
Dal mio punto di vista è una critica perché spesso mi sono trovato nelle condizioni di creare contenuti non tanto per l’esigenza di comunicare qualcosa ma piuttosto perché temevo che il non essere attivo significasse chiudere delle porte al mio progetto, mentre ora mi accorgo che è stato proprio entrare in quest’ ottica che in passato ha smorzato il mio entusiasmo nei confronti di ciò che più amo.
Detto questo non vorrei che il messaggio venisse frainteso, ognuno è libero di sperimentare il proprio rapporto con i social e non spetta a me dire agli altri come comportarsi, spero solo di suscitare negli ascoltatori qualche riflessione, sarebbe già un ottimo risultato.
Cosa scriveresti in una cartolina per te che ti svegli in “Via albertini 22”?
“Ringrazia per i ricordi che hai e cerca di valorizzare i momenti che passi dentro questa casa. Non potrai fermare il tempo, ma potrai tornarci con la mente quando non ci sarà più, sarai lontano o non saprai di cosa scrivere”.

Quanto sono importanti i piccoli gesti per dare spazio ad un senso di autenticità?
Credo che vedere le “cose della vita” al microscopio mi abbia sempre concesso di trasmettere alcuni concetti in modo più originale e di conseguenza paradossalmente abbia permesso al mio pubblico di comprendere nitidamente anche le sensazioni più complicate da trasmettere.
Ti sei mai sentito in bilico tra il tuo lato artistico e la tua persona?
Potrà sembrare un cliché ma mi sono sentito sempre più me stesso sul palco piuttosto che nella vita di tutti i giorni. Oggi sono meno timido grazie alla possibilità di condividere me stesso attraverso le canzoni, ma fino a pochi anni fa facevo fatica a parlare con le persone per paura che quello che pensavo potesse risultare strano o sbagliato. Mi sembra assurdo anche solo pensarci perché in realtà adesso sono sicuro di me. Se devo essere sincero sono sia fiero dei miei miglioramenti che nostalgico nei confronti di un giovane Gobbi con un mondo di disagio da esprimere.
Il giudizio altrui ti da fastidio?
Dipende su cosa e da chi viene espresso tale giudizio, ad esempio se mia nonna mi dice che la mia musica fa schifo non me ne frega niente, anzi la comprendo… se la stessa cosa me la dice il mio manager inizio a farmi due domande.
A parte gli scherzi tutto quello che sono lo devo alla mia capacità di ascoltare e assorbire i punti di vista delle persone che gravitano attorno a me.
È fondamentale avere le idee chiare quando si vuole comunicare qualcosa attraverso una forma d’arte, ma chiudersi a riccio davanti alle critiche è da ignoranti.
“A me mi sembra che l’ultimo giorno di noia, fosse un giorno qualunque in cui non c’eri ancora” ci sono presenze più importanti di altre. Come mai non andiamo d’accordo con tutti, ma qualcuno un po’ di più?
Al termine di un confronto sono arrivato alla conclusione che tendiamo a scegliere le persone con cui stare in base a quanto di noi stessi troviamo in loro, so che può sembrare un gesto egoista ma penso che nel subconscio sia anche un modo per voler conoscere meglio noi stessi. Viceversa non ci attira chi porta con se delle grosse differenze rispetto alla nostra visione del mondo.
A Cesena ti vogliono bene, ma a Bologna?
A Cesena tutti mi vogliono bene, a Bologna molti mi odiano, ma certi mi amano.
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