Gardenia: “La verità non è perfetta!” | Intervista

PH: Ufficio Stampa

Gardenia: “La verità non è perfetta!” | Intervista

Quando il passato torna a tormentare i nostri pensieri bisogna scegliere se stare spazio a lacrime e rabbia. Stabilire dei confini tra sofferenza passiva e voglia di reagire, scontrando ragione e sentimento.

I Gardenia portano un sound dove lotta e malinconia convivono creando un equilibrio che vive di una violenza dolce, che sbatte contro tanti momenti rimasti nella memoria, che ogni tanto, bussano alla porta del presente.

Un certo tipo d’istinto porta a voler scappare, andando oltre, il problema più grande e non disfarsi delle valigie che pesano di ricordi, perché se non ci si libera di un certo dolore verrà naturale provare ad alimentarlo, continuando a cercare di bruciarlo. un po’ come gettare benzina su un fuoco che non si può ormai spegnere.

Occhi rossi  e sigarette è un brano che brucia di passione, brucia e lascia cicatrici che sanno d’incertezza, perché la verità non è perfetta!

INTERVISTANDO I GARDENIA

Chi sono i Gardenia e che storie vogliono portare in questo panorama musicale?

Siamo Davide, Ferro, Pietro e Ale, quattro ragazzi di Brescia.

Il progetto Gardenia nasce dalla voglia di scrivere musica autentica e portarla sul palco con la maggior energia e sincerità possibile. Nasciamo per urlare e stringerci insieme, preferendo essere veri piuttosto che perfetti. 

“Occhi rossi e sigarette”  è un debutto che guarda con malinconia alle storie del passato. Il dolore sarà una vostra fonte d’ispirazione?

Pensiamo sia giusto vedere il “dolore” come una sorta di passaggio, grande ispirazione per quello che è stata la scrittura di Occhi Rossi e Sigarette ma anche degli altri brani che compongono il disco è il tema del perdere e del perdersi.

Un qualcosa che spaventa e mette ansia ma, una volta che ci si perde, è possibile trovare nuove strade, forse migliori di quelle precedenti.

PH: Ufficio Stampa

Per fare musica cosa non bisogna imparare mai?

Non bisogna imparare a diventare grandi, piacere per forza, farsi scivolare le cose addosso e a percorrere strade già battute.

Di notte ci si sente più vulnerabili?

Di notte ci si sente più liberi.

Paradossalmente ci sono promesse che possono allungare le distanze?

Ogni promessa nasce con l’idea di abbattere determinate distanze ma una promessa non sincera non è altro che un tentativo per stringere a se qualcosa che sta sfuggendo via.

In questo caso le distanze si allungano.

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C’è un certo edonismo per l’autodistruzione?

Decisamente si, facciamo le cose in grande, se stiamo male vogliamo stare da schifo e se abbiamo bisogno di farci male vogliamo che si vedano i segni!

È un istinto dell’essere umano sperare per una nuova alba, simbolo di un futuro migliore?

Penso sia un istinto di sopravvivenza tipico dell’essere umano, guardare altrove sperando in momenti migliori. 

Molte volte quando sto male o sono in ansia per qualcosa cerco di abbattere questo istinto e provo a concentrarmi solo sul presente: cercare “albe migliori” o provare a dimenticare “brutti tramonti” diventa un vortice di ansie e paranoie dal quale è difficile uscire. 

Meglio accettare il momento e vivere il presente, nuove albe arriveranno sempre.