New Indie Italia Music Week | Sanremo Edition

L’aria profuma di fiori freschi e di note. Ansia, sorrisi, amarezza, emozioni aleggiano insieme sul palco più ambito e temuto d’Italia: il teatro Ariston di Sanremo è pronto a far parlare di sè!

Scatenate l’inferno, al segnale del direttore d’orchestra: questa sera è tempo di finale!

Chi si aggiudicherà la vittoria del settantesimo Festival di Sanremo?

Alessandra, Nicolò, Aurora, Salvatore e Chiara dopo aver decretato l’addio alla vita sociale nel corso degli ultimi quattro giorni, sacrificando relazioni e impegni quotidiani e molte ore di sonno, si sono immolati per voi per dare vita ai pagelloni dei 24 brani di Sanremo (meno uno…forse).

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Carioca

La musica è come una bacchetta magica: il ritmo travolge e trasforma un momento insignificante in qualcosa di indimenticabile. Nonostante sia una notte buia o non si ha alcun ricordo di ciò che è stato o se si pensa di aver commesso una errore non riparabile.

Carioca: 7

 

Lo sappiamo entrambi

L’amore idilliaco non esiste: la definizione figurativa del termine evoca, infatti, un sentimento ingenuo, un sogno ad occhi aperti. Bene, aprite anzi spalancate gli occhi, perchè la realtà è diversa! I 15 anni sono belli, ma fortunatamente durano solo 365 giorni: lo sappiamo entrambi!

Riki: 5

 

Fai rumore

Ma fai rumore sì, che non lo posso sopportare questo silenzio innaturale: il rumore di un sentimento sconvolge ed appassiona. Se solo ci rilassassimo un momento a godere di quella dolce sensazione, tutto sarebbe meno complicato.

Diodato: 8,5

 

Finalmente io

Il sentirsi “fuori luogo” rispetto agli altri, anche per futili motivi, può creare un blocco comunicativo-relazionale tale da chiudersi a riccio. Trasformare il senso di inadeguatezza in ciò che amiamo può essere l’antidoto: ma quando canto sto da Dio. Finalmente io mi sento d’incanto e il mondo è mio.

Irene Grandi: 6,5

 

Tikibombom

Chi siamo noi? Gli ultimi o i primi della fila? Abbiamo sogni o rimorsi? Viviamo di sentimenti o di razionalità? Siamo noi, con i nostri pregi e difetti, emozioni, reazioni, umori altalenanti. Noi siamo il tempo ed il ritmo del mondo che suona Tikibombom.

Levante: 9,5

 

Come mia madre

Gli italiani sono un popolo di mammoni.

Nessuno: parte in sottofondo Come mia madre.

Da Sanremo, in mondovisione, ne abbiamo dato la conferma esagerando anche un pò.

Giordana Angi: 5

 

Viceversa

Quel fischietto prima del ritornello ti rimane in testa, dando brio ad una canzone d’amore che però ha quel non so che di anziano. Con una sola parola riesce a spiegare quanto sia importante avere una persona al proprio fianco che ti sostiene nelle difficoltà e condivide con te i momenti di gioia. Viceversa però manca quel qualcosa in più per bruciare dentro al cuore degli innamorati. Probabilmente ci saremmo accontentati anche di rivedere una scimmia ballare.

Francesco Gabbani: 6,5

 

Sincero

Meglio una rassicurante bugia o una cruda verità? Sincero è un bel ” vaffanculo” sparato in faccia al politicamente corretto, al dovere di essere belli per forza, ai perfettini incamiciati e ai vestitini eleganti da migliaia di euro che non mancano all’Ariston. È un dito medio alzato verso le polemiche costruite su misura, la finta gentilezza, per il nostro essere democristiani. Un gentile ed educato atto di ribellione orchestrato da due personaggi mica male con Morgan e Bugo.  Volevo fare il cantante delle canzoni inglesi così nessuno capiva che dicevo è da dedicare a chi probabilmente non ha capito neanche così e condannerà questo brano come un esperimento mal riuscito.

Il brano da ieri non è più in gara. La coppia è stata squalificata dalla kermesse causa abbandono del palco da parte di Bugo.

Bugo e Morgan: 8,5

Voglio parlarti adesso

Voglio parlarti adesso è una poesia messa in musica, una dolce buonanotte dedicata alla figlia. Fa riflettere pensare a quanto grande può essere l’amore dei genitori, soprattutto in quelle situazioni nelle quali pensano di aver sbagliato qualcosa,quando il più delle volte si sentono in colpa per delle sciocchezze. Paolo Jannacci è riuscito a farci emozionare e siamo sicuri che lassù sia scappato anche un sorriso al papà Enzo.

Jannacci: 7

 

Me ne frego

Ci son cascato di nuovo: un po’ come tutti noi, che siamo ancora una volta qui, presi dall’ascolto compulsivo dell’ennesima hit che Achille Lauro è riuscito a tirar fuori. Questo pezzo ha tutte le carte in regola per diventare onnipresente su tutte le nostre le nostre frequenze. Quest’amore è panna montata al veleno/ ne voglio ancora è più o meno quello che pensiamo tutti ogni volta che proviamo a cambiare stazione radio, invano, per poi cedere alla tentazione di urlare questo ritornello decisamente accattivante.

Achille Lauro: 8

 

Baciami adesso

Enrico Nigiotti riesce a sciogliere anche i cuori più freddi con la sua voce calda e la chitarra malinconica che lo accompagna quasi sempre. Baciami adesso racchiude in sé tutte le parole che vorremmo dire alla nostra persona speciale, ma che probabilmente non abbiamo mai avuto il coraggio di pronunciare.

Enrico Nigiotti: 7

 

Ringo Starr

Fra un riferimento ad “How I Met Your Mother”, uno al “Re Leone” e un tributo ai Toto, questo brano dei Pinguini Tattici Nucleari è la sintesi perfetta dei pensieri della generazione dei giovani d’oggi.  C’è chi sente di essere rimasto un po’ indietro rispetto ai propri coetanei, chi si sente dimenticato dal mondo e chi sente di non essere nulla di speciale, ma Ringo Starr è il riscatto perfetto per gli eterni secondi e tutti, indistintamente, vengono contagiati dall’energia esplosiva di questi fantastici ragazzi.

Pinguini Tattici Nucleari: 8,5

 

Niente (Resilienza 74)

 

Se cercassimo su Google un tutorial su come spaccare a Sanremo, quest’anno non ci troveremmo un rapper. Ci troveremmo una donna che in 1,53 m di altezza racchiude una forza capace di arrivare fino al cielo e a 74 anni possiede l’energia di tanti aitanti giovani messi insieme. Una donna che, soffrendo di fronte all’immobilismo della nostra società, mostra al mondo quanto sia difficile, ma eroico non piegarsi al dolore. Alla faccia di chi ha pensato: “Ma questa mummia da dove l’hanno riesumata?”

Rita Pavone: 7

 

Eden

La verità è che non meritiamo un rapper come Rancore. Profondità di contenuto, riferimenti mitologici, rimandi artistici e storici sono troppo per tutti quelli che considerano l’hip hop “una formula con cui qualcuno dice yo e l’altro fa il gesto delle corna”, per dirla con le parole di Ghemon. Il “rap ermetico” di Tarek  ci ricorda quanto in quell’Eden che è la nostra vita, la mela sia sempre stata relazionata ad una scelta che ha prodotto un cambiamento. Ma non solo. Su un incalzante ritmo di Dardust, il romano ci chiede se noi stessi avremmo il coraggio di scegliere. E allora, se ogni scelta crea ciò che siamo, che faremo della mela attaccata al ramo?

Rancore: 8,5

Andromeda

In un mondo sempre più attento a ciò che sta in superficie, spesso non ci si accorge di cosa si celi al di là di quello che è davanti agli occhi. Una canzone, ad esempio, non è sempre e solo chi la interpreta, ma anche chi la scrive e chi la produce. È l’incontro di storie ed attitudini diverse che creano qualcosa di unico. Ed è proprio di questo che l’Andromeda dalla voce di Elodie, la penna di Mahmood e i suoni di Dardust ci fa rendere conto. Sarebbe bello farne ravvedere tutti all’Eurovision.

Elodie: 8

 

Rosso di rabbia

C’è chi la chiama collera, odio o ira e chi irritazione o rancore. Ma la rabbia è davvero solo furia smodata? Pare di no. O almeno questa è la risposta del sabotatore in cui Anastasio si incarna. Ed ecco che il rosso sentimento assume le sfumature di motore d’azione più che di freno ai nostri comportamenti. Il problema, quindi, è il non poter “scoppiare”, per limite proprio o imposto dagli altri. E ancor di più il furtivo nutrirsi di questo disappunto taciuto da parte degli scrocconi di emozioni, pronti a fotografare ogni turbamento dell’animo. Ma se nel racconto la rabbia non riesce ad essere buttata fuori, lo stesso non si può dire nella musica in cui il rock esplode deciso sul pentagramma. Da cosa lasciarsi ispirare, allora? Dalle parole o dalle note? A voi la scelta.

Anastasio: 7,5

 

Musica (E Il Resto Scompare)

Primo ascolto: “Ma cos’è sta roba?” 

Secondo ascolto: “Mmh, insomma” 

Terzo ascolto: “Musicaaa e il resto scompare” 

Con i brani di Elettra è spesso così: all’inizio si storce un po’ il naso per i ritmi latini da cui siamo ormai sommersi, ma poi non ci si può non lasciar trasportare da quest’onda, perché lei è una di quelle performer che fa davvero in modo che tutto scompaia e resti solo la musica. Musica-medicina per lasciarsi alle spalle una di quelle relazioni sbagliate che Davide, in arte Tropico, Petrella ha saputo proiettare davanti i nostri occhi con parole tanto semplici quanto evocative.

Elettra Lamborghini: 7

No grazie

No grazie è uno schiaffo in faccia, sia nel testo che nei suoni. È uno schiaffo in faccia alla politica che nutre i sogni idealizzati delle masse, senza dare vero pane, al razzismo, al disappunto e alla ribellione che esplodono solo dietro uno schermo, al populismo imperante e a tutta quella musica che riflette sempre e solo su se stessa, senza mai farsi specchio del mondo. 

“È venuto Salvini a suonare al mio citofono chiedendomi se volessi firmare la petizione per non far suonare Junior Cally a Sanremo”

Io: NO GRAZIE

Questo recita un ormai popolare commento sotto al video del partecipante più criticato dell’Ariston e, facendo appello al buon senso necessario per distinguere la persona dal personaggio e anche a questo brano, non si può che essere d’accordo.

Junior Cally: 7

 

Gigante

Da dedicare ai figli, ai cugini, ai fratelli che si aprono ad una nuova fase della loro vita e anche a tutte quelle persone che vogliono semplicemente ripartire da zero. Insomma, un inno alla rinascita, alla sana ambizione e al miglioramento personale. Peccato che nel complesso sembri suonare come un motivetto un po’ banale in cui la vena rock che ha sempre caratterizzato l’artista è stata notevolmente ostruita. Ai suoni al cui ritmo si muove il Gigante, forse meglio quelli de El Diablo.

Piero Pelù: 6,5

 

Dov’è

Sempre in testa nelle preferenze della sala stampa, Le Vibrazioni hanno convinto. Un brano credibile, solido e sincero. Sarcina e i suoi hanno dato vita ad un singolo che rende onore alla presenza della band sul palco dei palchi per la musica italiana. Non sarà forse una hit radiofonica, ma Dov’è ha già lasciato il segno nella settantesima edizione del festival.

Le Vibrazioni: 7,5

 

Il sole ad est

Alberto Urso, il lirico siciliano protagonista della passata edizione di Amici, è quota della lirica pop in questa edizione del Festival, come se sentisse la mancanza de Il Volo. Il sole ad est è un brano ben costruito ma non convince. Lo stesso Urso ha dimostrato di saper fare di meglio durante l’esperienza nel programma di Maria De Filippi. Una prestazione sottotono che non rimarrà negli annales.

Alberto Urso: 6

 

Il confronto

Masini è un cantautore maturo e consapevole della propria linea artistica. Il confronto è un brano che non fa una piega, molto ben scritto e interpretato. Un singolo radiofonico ma non leggero che narra di un disagio esistenziale, della paura del confronto nei confronti della quotidianità, dei cambiamenti e di una realtà che spesso ci costringe al confronto con gli altri e con noi stessi. Un brano “alla Masini” che di sicuro ha aggiunto valore a questa edizione del festival.

Marco Masini: 6,5

 

Nell’estasi o nel fango

Zarrillo è ormai un habitué della kermesse, tuttavia, pur riconoscendo il peso specifico dell’artista capitolino, si fa fatica a pensare che questo brano possa fare strada all’interno della competizione, così come al di fuori dell’Ariston. Una partecipazione istituzionale che non ha ha brillato per ricercatezza e originalità. Una canzone d’amore magistralmente cantata che però non dà i brividi.

Michele Zarrillo: 6

 

Ho amato tutto

Una delle interpreti più stimate nello scenario della musica italiana: Tosca. Un’artista elegante, impeccabile, e tecnicamente ineccepibile che non ha bisogno di look PAZZESKI o improbabili acuti per attirare l’attenzione degli ascoltatori. Ho amato tutto è un brano teatrale che esalta il romanticismo e la passione di chi ogni giorno, in ogni gesto onora l’amore.

Tosca: 7,5