Sentinelli: “Voglio uscire la notte” a caccia d’emozioni | Intervista

Greta Thunberg in un suo celebre discorso rivolto ai potenti del mondo ha pronunciato la seguente frase che è entrata nella storia: ” Ci state rubando il futuro”

Ecco, anche Tommaso Sentinelli, nel suo nuovo singolo “Voglio uscire la notte” esprime un disagio giovanile abbastanza simile che rientra senza dubbio in questo momento storico in cui ci sentiamo come prigionieri chiusi nelle nostre stanze e non abbiamo la possibilità di fare tutte quelle cose tipiche dell’adolescenza e degli anni universitari.

Il nostro modo di relazionarci con gli altri e la realtà esterna ha subito dei traumi, addirittura ci siamo chiusi ancora più dentro noi stessi cercando conforto dentro le serie tv e le canzoni da  ascoltare su Spotify. Il virtuale ha  praticamente sostituito il contatto fisico, reso impossibile da questa pandemia.

Sentinelli sente così il bisogno di sfogarsi e usa le sue canzoni come mappa per trovare luogo dove poter vivere una nuova libertà.

INTERVISTANDO SENTINELLI

Cosa farai appena si potrà uscire la notte?

Tornerò a fare tutte le cazzate che facevo prima. Uscire con gli amici fino a tarda notte, parlare, cantare,  giocare, amare, vivere. La notte poi è romantica e piena di emozioni, ecco cosa farò, andrò a caccia di queste. 

Ci sono sentimenti dai quali ti viene naturale scappare?

Ho capito che scappare dai sentimenti non serve a niente, anche se a volte l’amore fa paura e ti fa fuggire via. Tanto vale viverli e correrci insieme, farsi travolgere da loro, abbracciarli, litigarci, giocarci. È un rapporto un po’ complicato devo ammetterlo, ma sono le cose che poi racconto con la mia musica. 

Quando questo periodo sarà finito, ci rimarranno comunque delle cicatrici addosso?

Purtroppo sì, questa pandemia ci ha reso tutti più distanti alimentando delle paure spesso inutili. Ci vorrà del tempo per superarle. Ora abbiamo paura di abbracciare le persone, ma noi abbiamo bisogno del contatto, di condividere fisicamente la vita, cosa che adesso si fa principalmente online. Ma da dietro uno schermo non riesci a sentire un cuore che batte, l’odore delle lacrime o un suono di un sorriso.

Il lockdown ha influenzato il tuo modo di fare musica?

Ha modificato il modo di viverla, non ci sono più concerti, non ci sono aggregazioni, ma il mio modo di fare musica è rimasto sempre lo stesso. Durante la giornata, spesso la notte, scrivo le infinità di cose a cui penso, poi qualche ora dopo davanti al pianoforte provo a mettere un po’ di ordine in quel marasma di parole e a farle suonare. Se nasce qualcosa, poi diventano le canzoni che tutti voi potete ascoltare. 

Che storie vuoi raccontare nelle tue canzoni?

Come dicevo prima, le mie canzoni sono sempre il risultato dell’impatto tra me e le mie emozioni. Immaginatevi come se ci fosse uno tsunami in arrivo, ecco io mi fermo sulla riva ed aspetto l’impatto, poi quel che esce esce. Può essere tutto, in base a cosa mi ha travolto in quel momento. 

A quale artista emergente vorresti fare un grande applauso e perché?

Ci sono diversi artisti tra gli emergenti che si meritano un grande applauso. A me piace molto M.E.R.L.O.T. che con le sue canzoni riesce ad essere molto diretto e crudo, senza troppi giri di parole. 

Perché è esplosa la moda delle “Airpods”?

I fili si intrecciano, a volte fanno dei nodi che non riesci a sciogliere, un po’ come le nostre vite. Eliminarli è come togliere un po’ di problemi. Insomma è la soluzione più semplice ahah. 

Ti capita mai d’isolarti dalla realtà?

Si, essendo io un sognatore mi capita spesso. Poi in questo momento la realtà che purtroppo viviamo non  mi piace e mi viene in mente un testo di Francesco Di Giacomo:

“Non mi svegliate ve ne prego

Ma lasciate che io dorma questo sonno,

C’è ancora tempo per il giorno

Quando gli occhi si imbevono di pianto…”

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