New Indie Italia Music Week #101

“Finalmente qualcuno che parla per me
Che sa quello che provo
Finalmente qualcuno che pensa alla gente
E che mi dà un lavoro
Che promette di farmi dormire tranquillo
In tutte queste notti
Finalmente qualcuno che mi sembra onesto
In mezzo a tanti corrotti
Qualcuno che mi assomiglia
Che in TV parla la mia lingua
Che difende tutti quei valori
Italiani, tipo la famiglia”
(Propaganda, Fabri Fibra – Colapesce – Dimartino)

Sei alla ricerca di una guida? Di un’icona che rappresenti i tuoi valori e le tue aspirazioni?

Non lasciarti abbindolare dal frastuono penetrante della “Propaganda”, che tanto non c’è niente che ti manca.

La vera propaganda sei tu! E non c’è migliore slogan che ti possa rappresentare, al di là del tuo.

Strappa i tuoi soliti quattro assi e fanne di nuovi lasciandoti ispirare dai migliori brani Indie Italia della settimana recensiti dalla redazione di Indie Italia Magazine!

 

VAMPIRO

La passione di YTAM per il cinema e la cultura pop risuona forte e chiara anche in “VAMPIRO”, che presenta però un’atmosfera più dark e quasi alla Thriller, rispetto al primo singolo “GBYE”.

YTAM nel brano diventa appunto un vampiro che viene scoperto nella notte dalla sua amata e cerca di intrattenerla a suon di Moonwalk sui balconi. Non mancano sicuramente nei suoi brani i riferimenti a Michael Jackson, figura chiave nel percorso di YTAM.

In “VAMPIRO” prendono vita dei personaggi che da sempre hanno caratterizzato l’immaginario comune di svariate generazioni, rappresentando i “buoni” e “cattivi” che aiutano o intralciano YTAM nelle storie da raccontare.

(Sara Pederzoli)

YTAM: 7

 

Trovami una cura

È l’alba, le stelle si sciolgono nelle prime luci del giorno. Un ragazzo solo con la sua chitarra sulle rive del fiume affida le parole alla corrente. La sua voce si riverbera nella valle e ci trascina con sé, svegliandoci dolcemente da un sogno. Ecco il potere della musica di Bais: evocare immagini, colori, scene.

Un pezzo da dedicare alla persona che ci fa stare bene, che sia un amore, un amico, un genitore… una boa nel mare di casini che affrontiamo ogni giorno.

“Trovami una cura, che mi faccio paura oggi. Che non ho più nessuna voglia di vivere di corsa”. Più che una richiesta d’aiuto è la proposta di condividere un viaggio. Un viaggio verso l’equilibrio, che poi è quello che tutti cerchiamo: la felicità.

(Vernante Pallotti)

Bais: 8,5

 

Pornobisogno

A distanza di dieci anni dal clamore debutto con “Auff!!”, i Management (al secolo Management del dolore post operatorio), tornano sulle scene insieme a Garrincha Dischi per aprire un nuovo capitolo discografico, che a inizio con un rework del brano “Pornobisogno”, arricchito da una formazione inedita e innovativa.

Il brano vede la partecipazione di FumettiBrutti che per la prima volta, oltre a disegnare la copertina, ha presentato la sua voce in una canzone.

Una collaborazione insolita e originale, che vuole rendere omaggio ad una delle band più trasgressive e provocatorie della scena italiana, per dare una versione ancora più irriverente di quel singolo che già nel 2021 aveva rotto ogni schema con il suo essere volutamente rivoluzionario.

(Sara Pederzoli)

Management, Fumettibrutti: 7,5

 

DPCM (Album)

DPCM è il titolo del nuovo album di Valerio Visconti uscito per Dischi Sotterranei e prodotto da Giulio Ragno Favero del Teatro degli Orrori.

DPCM è “un inno che nasce durante il lockdown per scalciare l’incertezza”, come ci anticipano nel post che annuncia l’uscita dell’album, e già ad un primo ascolto non possiamo che trovarne conferma. Visconti non ha la minima incertezza, infatti, nel presentarci un lavoro che ricorda (finalmente) “il buon vecchio indie”, deciso e decadente, a tratti punk, a tratti più classico.

Con DPCM Visconti ha dimostrato come, nonostante questi ultimi anni difficili in cui anche la musica indie ha inevitabilmente subìto cambiamenti importanti, sia ancora possibile omaggiare i grandi classici e allo stesso tempo creare qualcosa di innovativo. Era forse proprio ciò di cui avevamo bisogno.

(Eva Ceccarelli)

Visconti: 8,5

 

Particelle

“Ci vuole equilibrio per restare fermi, per non cadere a pezzi, per restare gli stessi”.

Eccome se ce ne vuole! Ma che bello è sentirselo dire su un sound disco anni ‘90 (firmato PLASTICA) come quello che ci regalano Giuse The Lizia e Laila Al Habash nell’ultimo singolo?

Ci piace questa unione di voci, questo mood sbarazzino e ironico che fa venire voglia di ballare e di sorridere in mezzo ai problemi, un po’ per esorcizzarli e un po’ perché ormai ci abbiamo fatto amicizia.

Tutti vorremmo “scoprire davvero le cose belle, sentire impazzire le particelle” e siamo alla costante ricerca di un equilibrio che riusciamo a toccare solo momentaneamente e che poi perdiamo, soprattutto perché le relazioni umane sono incredibilmente complicate. E forse non è altro che la nostra condizione: cercare sempre e comunque “qualcosa che non so, che non sai, che non siamo”.

(Benedetta Fedel) 

Giuse The Lizia, Laila Al Habash: 8

 

Benevolent (Album)

Il nuovo progetto di Luca Galizia, in arte Generic Animal, è apparso sotto il titolo di Benevolent ed è un vero e proprio viaggio nella magia dei 10 brani che lo costituiscono.

Alla maniera di un autentico cantastorie, in un’atmosfera alternative elettronica, pur senza rinunciare alla cara amica chitarra, Generic Animal delinea una sorta di percorso psichedelico che oscilla tra dimensione onirica e realtà, tra immagini cupe e mostruose. Ma non dobbiamo spaventarci: Generic Animal sembra conoscere molto bene i suoi mostri e ce li presenta nel modo più puro possibile.

(Eva Ceccarelli)

Generic Animal: 8,5

 

Astronauti

Con la sua inconfondibile voce Margherita Vicario ci regala un momento di piacevole spensieratezza grazie al suo nuovo singolo, intitolato Astronauti.

“E lo so non è facile, ma disperarsi è inutile” canta Margherita: è un concetto nel quale, soprattutto in questi periodi difficili, è facile immedesimarsi, ma di fronte a questo senso di impotenza la giovane cantautrice vuole darci la forza di affrontare gli ostacoli praticando la leggerezza e la condivisione.

È dunque un vero e proprio dono quello che ci ha presentato Margherita Vicario e noi non possiamo che esserle grati per questo.

(Eva Ceccarelli)

Margherita Vicario: 8

 

$EXY DELIR*O

L’intro del nuovo pezzo di Meli e Sethu con la produzione di Snepper evoca l’ingresso in un girono infernale dove tutto è confuso, perso: suoni e voci distorte portano l’ascoltatore in un vortice da cui sembra non potersi liberare.

Tutto questo “delir*o” iniziale è contrapposto dalla strofa dai toni più tenui e di introspettivi in cui la voce narrante guida chi ascolta verso una nuova direzione: “modifica le forme è segno di maturità”.

(Alessandra Ferrara)

Meli, Sethu: 6,5

 

BABY FRIDA

L’amore è un gran casino anche per poeti, pittori e cantanti. Diventa difficile raccontare emozioni che mutano continuamente ma l’arte vive d’ispirazioni come queste.

È complicato mischiare razionalità e passione, scegliere la giusta canzone da dedicare in un preciso momento. Magari se ascoltiamo un pezzo pensiamo subito ad una persona, ma se in realtà sarebbe stata più adatta in un’altra situazione?

Nel grande caos della vita “Baby Frida è un poema d’amore pronto a riscaldare cuori che non hanno paura di battere fuori tempo.

(Nicolò Granone)

LeonardoQ: 7

 

Nella notte

Con il suo nuovo singolo dal titolo “Nella notte”, Adelasia affronta un tema attuale che pochi riesco ad affrontare nella giusta misura.

La notte è ciò che ha dentro e nella quale è avvolta/o chi vive un amore tossico, malato da cui non riesce a scappare: “mi accorgo che non sono felice con te e piango e sono invisibile”.

L’unica via di uscita sembra essere quasi l’eliminare l’altra parte tanto da sognare che possa morire. Ma l’essere umano, fortunatamente è in grado anche di ascoltare la sua parte empatica che lo porta da affrontare e risolvere le situazioni non dreasticamente!

“Mi accorgo che non ero felice ora brilla il sole intorno a me”

(Alessandra Ferrara)

Adelasia: 7,5

 

Come le star

Il polistrumentista e compositore Renesto ci mostra la società di oggi per come la percepisce, piena di finzioni e di superficialità, e più passiamo del tempo sui social a guardare la vita delle star, apparentemente perfetta, e più ci sentiamo vuoti dentro.

“Il tempo non aggiusta niente, o quasi” siamo sempre in attesa di qualcosa e pensiamo che, prima o poi, le occasioni ci capiteranno, ma le situazioni vanno create, siamo noi i padroni della nostra vita e siamo sempre noi i fautori del nostro destino e non ci resta che partire, fisicamente e metaforicamente.

“Come le star” è una dichiarazione scritta di getto, in cui si percepisce tutta l’amarezza di Renesto verso questa epoca in cui tutto quello che vale è indossare le scarpe giuste o conoscere le persone che contano, e “poveri noi con quattro selfie in tasca”.

(Margherita Ciandrini)

Renesto: 7,5

 

Immagine

 Il pensiero di San Tommaso, legato al concetto del se non vedo non credo, nella società di oggi potrebbe entrare in crisi. Con lo sviluppo dei social network siamo costantemente bombardati da immagini e facciamo fatica a distinguere quello che è realtà dalla finzione.

In più dobbiamo considerare che il nostro egocentrismo ci ha spinto a diventare noi stessi una rappresentazione ideologica da mostrare, orgogliosamente agli altri, cercando di modificare i difetti trasformandoli in pregi irreali e fittizi.

Riccardo Morandini ci consiglia di fare come Santa Lucia, spogliandoci della vista, iniziando a guardare il mondo attraverso gli occhi dell’anima.

(Nicolò Granone)

Riccardo Morandini: 7,5

 

Respiro su Marte

“Prima ci metto me stessa e mi faccio un regalo più grande di te”
Quando la persona che dovrebbe apprezzarci di più è la stessa che ci vorrebbe diversi in ogni situazione, forse è il caso di farsi due domande. Littamè con “Respiro su Marte” si accorge di essere un’aliena dentro la situazione in cui si trova, quasi un mondo a parte, ma questo non vuol dire essere sbagliata, semplicemente non ha ancora trovato la sua dimensione.

È importante riconoscere che l’unica cosa importante è apprezzare noi stessi, siamo le persone con cui dovremo passare tutta la vita, che importa se gli altri ci giudicano sbagliati, se noi ci sentiamo bene e sereni con noi?

La consapevolezza di Littamè di essere giusta, nella dimensione sbagliata, ci apre gli occhi: nessuno è perfetto, ma, allo stesso tempo, nessuno è sbagliato ed è meglio vedere un diamante in un pezzo di vetro che non vederlo mai.

(Margherita Ciandrini)

Littamè: 8

 

WAXTAPE: II^ Movimento (Album)

Chi dice che la musica elettronica in Italia sia finita con i primi anni duemila dovrebbe stare più attento ai nuovi artisti dell’underground della nostra penisola: è uscita infatti la seconda parte di Waxtape che con otto nuovi brani va a completare il percorso iniziato con i sette brani presentati precedentemente. Quel mondo da lui disprezzato in giovane età ma che poi ha deciso di abbracciare durante i suoi vent’anni studiando proprio al conservatorio elettronica, che si è trasformata nella sua realtà tramutandosi (fortunatamente per noi) in carriera. 

La sua musica, come piace definirla lui, è un’aura magica in cui perdersi per trovare poi qualcosa di diverso per ognuno di noi. Alla voce limpida di Ginevra troviamo accostata questa volta quella di un’altra giovane artista affermata nel nostro panorama musicale: quella di Joan Thiele. Non discostandosi troppo dal lavoro compiuto già prima in questo progetto l’immaginazione riesce a trovare ancora una volta il suo spazio e la sua giusta dimensione, perché se il ritmo delle casse presenti è sicuramente il partner ideale per le serate da club ciò non toglie che possa rivelarsi un valido accompagnatore per i nostri momenti più di introversione. Di grande aiuto anche la scelta dei titoli, come Marzo Piangente o Altura Paura, che riescono ad impattare ‘’facilmente’’ con due sole parole il nostro immaginario.

All’interno troviamo anche il remix di Due Ali di Frah Quintale, artista con cui l’autore e produttore aveva già lavorato. Ceri non è nuovo nemmeno nell’ambito dei RMX, ci aveva già stupito infatti con quello di musica leggerissima di Colapesce e Di Martino, inserito dagli stessi nel loro EP del 2021.

(Bianca Cela)

Ceri: 8

 

Agua (giuro non mentivo)

“E se ti ho detto che mi manchi, giuro non mentivo”
Suoni da club mischiati con r&b e sound orientali in questo nuovo pezzo del duo Vvendi “Agua (giuro non mentivo)”. Veniamo catapultati all’interno di un dancefloor nel deserto, in cui ci sono danze di sguardi che si legano, si sfuggono e si ritrovano.

Ci sembra di vedere ovunque quella persona che abbiamo in testa, come se fosse un miraggio, e vorremmo avvicinarci ma non possiamo, perché sappiamo già come finirà: verremo punti dal suo veleno e cadremo ai suoi piedi. Eppure, non ci scoraggiamo, continuiamo a seguirla, come dei fedeli devoti, sperando prima o poi di poter perdere quell’equilibrio che stiamo cercando di mantenere per cadere finalmente nel vuoto dell’ignoto.

(Margherita Ciandrini)

Vvendi: 8

Cose superflue

I Botanici con il loro nuovo singolo “Cose superflue” ci aprono alla consapevolezza che se messe a confronto con la vita stessa, tutte le preoccupazioni e i tormenti non sono nient’altro che sciocchezze futili.

La band anche stavolta porta avanti una ricerca introspettiva con lo scopo di trovare delle risposte alle mille domande esistenziali che puntualmente ci ritornano in testa. Quel che viene fuori dal brano è un racconto generazionale che risveglia le menti dell’ascoltatore attraverso un fantastico ritmo frenetico, che una volta raggiunto il suo apice si evolve in un riff di chitarra Jazz che apre la mente ai massimi sistemi.

(Filippo Micalizzi)

I Botanici: 9

 

Swarovski

Dopo 4 anni dal disco d’esordio da solista Francesco De Leo torna con “Swaroski”, il singolo che anticipa l’uscita di un nuovo disco in arrivo questa primavera.

“Swarovski” è totalmente distante dal tipo di sound che siamo abituati a sentire. De Leo, infatti, si allontana totalmente dai classici stilemi, portando al massimo la sua cifra stilistica attraverso suoni vapor e dream, creando una dimensione psichedelica che culla la mente dell’ascoltatore.

 Il brano inoltre conta due aggiunte formidabili: Miss Keta che con la sua solita dolcezza si adagia con leggerezza sulla musica, e Populous alla produzione per rendere il tutto ancora più magico.

(Filippo Micalizzi)

Francesco De Leo ft. Miss Keta & Populous: 8

 

Felice di conoscerti

Ci perdiamo dentro i giorni bui, i problemi esistenziali, la noia che corrode l’anima, senza nemmeno renderci conto di aver perso la luce. E una volta persa risulta impossibile salvarsi da soli. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci tiri su per ristabilire l’equilibrio della vita, ma a patto che a farlo sia una persona speciale.

Il brano porta avanti questo concetto di salvezza attraverso un ottimo sound rock che brilla di una luce splendente che rinnova la speranza, e una voce che si innalza sovrastando i brutti ricordi di un tempo lasciando spazio a quelli nuovi.

Dopo tutti questi anni neri finalmente ci si sente leggeri e pieni di colore, non resta che urlare a polmoni pieni come i Safari: “Felice di conoscerti”.

(Filippo Micalizzi)

Safari: 8

 

Io sono meno inglese di thè (album) 

Cantautorato pop rock ed elettronico rivisitato e fatto proprio, unito ad una penna che non ha paura di dire quello che vuole: ecco gli ingredienti per creare “Io sono meno inglese di thè”, il nuovo album del polistrumentista riminese Luca Fol.  

Di questo nuovo progetto se ne apprezza la totale coerenza musicale e testuale e il fatto che, nonostante i rimandi e le influenze siano molte e percepibili, Luca Fol rimane un personaggio da una forte identità musicale. E questo, ad oggi, è parecchio raro.  

Una polemica sarcastica, una società che viene guardata con un velo di tristezza e un velo di (auto?) ironia: si parla di “educazione”, di tutte le nostre “piccole ossessioni”, con il satirico ghigno di chi sa come gira male il mondo e come siano ciechi gli umani che lo abitano, ma è ugualmente costretto a farne parte. Quindi, perché non farlo a proprio modo? 

(Benedetta Fedel) 

Luca Fol: 8 

 

Pazzo lunatico 

“E sono un pazzo lunatico, però, dai, almeno sono simpatico  

Ho fatto a pugni con me stesso, ora mi conosco molto di più” 

Sul fatto che G.bit si conosca non ci sono dubbi dopo questo nuovo scoppiettante pezzo. E lo dice bene: per conoscersi davvero è necessario fare a pugni con se stessi, lottare contro uno specchio. Infatti, è solo allora che si capisce cosa si vuole, che si apprezza davvero tutto ciò che si è e anche tutto ciò che non si è.  

Un pezzo che musicalmente trasmette una parvenza di tristezza e di malinconia, completamente spezzata però dalla carica della voce, una voce che ha ben presente il premio a cui ambire, che ha dovuto soffrire per arrivare dov’è e non ha intenzione di spostarsi di un centimetro. Una voce che si conosce bene e che, soprattutto, si va bene. 

E, a volte, il cambiamento a volte sorprende così tanto che non ci si riconosce più. Ci ritroviamo a guardare un nuovo, interessante e sconosciuto “io” e a dirci:“ ci ho provato ad essere me stesso, ma ultimamente mi sento diverso”. Quasi sempre, poi, è per il meglio. 

(Benedetta Fedel)  

G.bit: 8,5

   

Attimi di sole (Album)

Lo abbiamo assaporato un singolo alla volta, prima con “Precipitare” per poi passare a “Fulmini di guerra” e infine a “Geronimo”. Stiamo parlando del nuovo album di Apice, uno squarcio nel cielo grigio di marzo, che ci rasserena e porta il “Beltempo” così come l’artista ha saputo fare fino a questo momento. Cinque sono invece i brani inediti che a tratti rimarcano lo stile nudo e crudo cantautorale di Apice, e che si soffermano sulla descrizione della bellezza anche delle piccole cose, altri invece sono del tutto diversi ma non per questo lontani dalle canzoni precedenti. 

Specialmente “Mia” e il “Futuro che sgomma” lasciano intravedere, proprio in quegli attimi di sole che descrive Apice, un pizzico di futuro che speriamo porti ancora altre novità.

(Ilaria Rapa)

Apice: 9

 

NON ERA VERO

Autotune con un pizzico di trap e pop: il nuovo singolo di Charles Muda, “NON ERA VERO”. Un racconto sincero e senza veli di una parte della propria vita che forse è meglio dimenticare, specialmente quando quel che si ricorda alla fine “non era vero”. Vero è invece tutte le parole che è riuscito a mettere su carta e poi ancora a cantarle. Perché non sempre è facile fare la lotta con i propri mostri, specialmente se questi non rappresentano ancora un’ombra nella nostra vita.

Charles Muda lascia dunque affogare senza salvagente tutti quegli sbagli che ha potuto commettere fino ad ora, magari con la speranza che un nuovo giorno arriverà.

(Ilaria Rapa)

Charles Muda: 7,5 

 

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