Don Diego Trio: il rockabilly Made In Italy che piace nel mondo | Intervista a Don Diego

Don Diego Trio è una band nata nel 2014, fondata da Don Diego; l’ambasciatore del rockabilly Made in Italy nel mondo. Il percorso artistico di Diego Geraci, prende forma nel lontano 1994 con gli Adels, band storica per la scena del rockabilly, del rockin’ blues texano e quindi dell’honky tonk.

DON DIEGO TRIO: come nasce la band?

Il 2014 segna l’inizio di una nuova avventura artistica per Don Diego. Con questa nuova formazione, pone fine a un capitolo significativo della sua carriera (Adels ndr) e si dedica a nuovi progetti che includono altri due musicisti molto apprezzati. Stiamo parlando di Sandro Pittari (batterista ed ex drumer degli Adels) e il giovane bassista Luca “Guizzo” Chiappara.

Diego, Sandro, Luca: i fab 3 del rockabilly italiano

Sicilianità, rockabilly e carica da vendere: sono queste le keywords che accomunano Diego, Sandro e Luca che dopo circa tre anni di tournée nazionali e internazionali hanno sviluppato un’alchimia perfetta; elemento caratterizzante dei live di questa band che ho avuto il piacere di ascoltare diverse volte.

La presenza sciamanica di Diego, il carisma di Sandro Pittari e del “Guizzo” Luca Chiappara costituiscono un valore aggiunto per questo trio i cui brani sono ormai divenuti un cult per gli amanti del genere e per tutti coloro che sanno riconoscere e quindi apprezzare la buona musica, soprattutto quella dal vivo.

IL TOUR INTERNAZIONALE: TRA EUROPA E USA

Il Don Diego Trio non si ferma mai…. Dall’Italia al Texas, passando per l’Europa, Diego e i suoi non smettono mai di elargire buona musica in giro per il mondo. Vediamo cos’ha da dirci Diego Geraci riguardo alla tappe salienti del Don Diego Trio:


“I tre live che ricordiamo particolarmente sono sicuramente il primo live che abbiamo in Texas lo scorso anno, in una vera roadhouse nei pressi di San Antonio. Eravamo “a casa” di coloro che hanno inventato la musica che suoniamo, e volevamo fare colpo su di loro. Fortunatamente, complice la nostra sfacciataggine italica, ce li siamo conquistati subito. Il secondo è quello sul palco del Summer Jamboree nell’estate del 2014. Il Don Diego Trio esisteva da appena due mesi, e suonare in quel contesto, con decine di migliaia di presenze nella piazza centrale di Senigallia, è stato un bel banco di prova. E poi su quel palco con noi c’erano la bravissima Violetta Zironi e il batterista degli Stray Cats, Slim Jim Phanton (un’icona per chi ama questo genere). Un altro palco che ricordiamo con enorme piacere è quello di Tessenderlo in Belgio. Siamo stati in tour in quell’area per quasi un mese nell’autunno del 2016, e suonare dentro un teatro sold out, davanti ad un pubblico enormemente competente ed educato come quello, è stato un momento indimenticabile per noi (esiste una ripresa integrale di quello show su YouTube).”

Partiamo dalle origini, le roots di Diego Geraci. Nato a Caltanissetta e oggi cittadino del mondo. Come sei riuscito ad emergere a questi livelli pur provenendo da un contesto provinciale che per tradizione non rappresenta di certo l’habitat ideale per il making of di una carriera artistica?

Tenacia, costanza e dedizione. Se ce le hai, non importa in quale contesto sei nato e cresciuto, le distanze si accorceranno, i muri si abbasseranno.

Radici, origini, nostalgia: il blues è la musica dell’anima. Quanto è importante il legame con la tua terra, la nostra terra, la Sicilia per la tua musica? La sua natura e i suoi paradossi, ispirano la tua musica? Se sì in che modo?

Adoro la Sicilia, anche se non ci vivo più. Tutte le culture del Sud, in un certo modo, si intrecciano e parlano alla stessa maniera. La Sicilia, il Texas d’Europa, ha influenzato il mio sound, l’ha riscaldato, reso più umano. Sicuramente se sei nato in Sicilia per emergere sei costretto a viaggiare tantissimo, e questo stare sempre in giro, inevitabilmente, influenza la mia scrittura. Parlo di cose vere, esperienze vissute.

Stati Uniti, Europa Centrale e Italia. Secondo te, il pubblico internazionale è più incline all’ascolto di generi musicali diversi dai soliti rispetto alle tendenze del pubblico italiano?

Sicuramente hanno una cultura più vasta, perchè i media funzionano meglio e danno più spazio a generi musicali di nicchia. E poi ci sono posti al mondo dove la musica è la quotidianità. Quindi sei apprezzato e non visto come un alieno.

Cosa ascolta Don Diego? Parlaci delle tue playlist favorite.

Per adesso sono dentro all’honky tonk. Sto ascoltando a ruota Buck Owens, specie le registrazioni degli anni ‘60. Ma non disdegno del sano e vecchio Western Swing. Sono di rientro da un festival in Francia dove ho comprato una ventiina di dischi e quindi ho tanta musica da ascoltare. Oggi in auto girava una raccolta di Phil Baugh.

Un aneddoto che ci può aiutare a comprendere la nascita di Don Diego Trio dopo l’esperienza con gli Adels?

30 minuti dopo lo scioglimento degli Adels, eravamo in Germania, salì sul palco Deke Dickerson, facendo uno spettacolo perfetto, mischiando i generi che più mi piacciono. In quel momento di sconforto ho avuto l’illuminazione: voglio fare come lui! E l’ho fatto….è stato quasi un segno divino!

Chi sono le altre band che meglio rappresentano il country rockabilly in Italia?

Per me il “country” è quello col sound autentico dagli anni 40 alla fine dei 60. Oggi in Italia troppi fanno country tendente al pop. Non è quello che mi piace. Quindi, sinceramente, non saprei dirti cosa bolle in pentola nella nostra penisola. Per certo ci sentiamo delle mosche bianche, suonando una musica che cammina sul sottile filo del country rockabilly degli esordi. Siamo “honky tonkers”, nello spirito casereccio e nei desideri compositivi.

Dove possiamo trovare e ascoltare il vostro Album?

Abbiamo fatto 3 album fino ad ora. I primi due si trovano tranquillamente sul catalogo Bear Family. L’ultimo, per scelta nostra, solo durante i concerti.

Progetti futuri?

A settembre uscirà il nostro quarto disco, registrato in Texas, con un sacco di ospiti stranieri, pieno zeppo di composizioni originali. Insieme a questo disco uscirà un documentario su di noi tre, girato da Vittorio Bongiorno (lo scrittore di “City Blues”) sempre in Texas. Un documentario che racconta di come noi tre, caccole del genere, siamo andati a “sfidare” i “real honky tonkers” a casa loro. Vi anticipo che la sfida è finita in parità. Per questo, insieme all’uscita del prossimo disco, stiamo progettando una lunga tourneè europea prima, e un’altra negli USA per i primi mesi del 2018.

Che consiglio daresti a un giovane artista che come te, partendo da un contesto provinciale a scarsa inclinazione artistica, desidera far conoscere la sua musica ad un audience più numeroso?

Individua la tua “scena” e focalizzati su quella. Non sarai mai bistrattato dalla tua scena, se la tratti con rispetto. Evita la ricerca della fama a tutti costi. Non perdere tempo a girare videoclip, investi queste risorse cercando spazi per esibirti.

Per ascoltare i brani di questa fantastica band, vi consigliamo di andare su ReverbNation o su Youtube (basta cercare Don Diego Trio). Esistono diversi estratti dai concerti, session speciali e brani dei dischi da ascoltare liberamente.

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