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Dark Room con i GOMMA: e mo basta co sto punk!

Sono le 3 di notte, è inverno. Morfeo mi ha dimenticato, mi chiedo ancora se sia in grado di ricordare il mio nome. Di fatti, non mi chiama più da anni. Mi rifugio nella musica: cuffie e Deezer; la soluzione dei miei mali.

La selezione delle nuove proposte segnalatami è la seguente: Colombre, Gazzelle e poi Gomma. Insomma, sono bastati 5 minuti per scoprire tre artisti che avrebbero poi contrassegnato le mie playlist da lì ad oggi e chissà per quanto altro tempo ancora.

Intrigato dalla copertina dell’album e dal titolo, Toska, faccio play su Elefanti.

Rimango estasiato dal suono e dal testo. Decido di proseguire nell’ascolto dell’album e divoro le tracce in un men che non si dica più e più volte nei giorni successivi.

gomma

Chi sono I Gomma?

Giovani, meridionali, inquieti, artisticamente acidi, acerbi, insoliti: i GOMMA sono la novità dell’anno nello scenario del rock e della musica indie in Italia.

L’idea, nata nei primi mesi del 2016, da Matteo, Paolo, Giovanni e Ilaria. Come la gomma, hanno vari modi d’uso. Quello che suonano è il loro GOMMA è l’idea, nata nei primi mesi del 2016, da Matteo, Paolo, Giovanni e Ilaria. Vengono dalla provincia di Caserta, quella da cui sarebbe meglio fuggire, che però è anche il filo conduttore che li ha fatti incontrare.

Ci troviamo a Barcellona Pozzo di Gotto, precisamente al Perditempo. Mando un Whats App a Giovanni:

“Ciao Giova, noi siamo qui. Siete già arrivati al locale?”

“Sì. ci trovi sotto le colonne. Come ti riconosco?” risponde lui.

“Polo beige”

“Ah ecco vi ho visti” (Giovanni)

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Finalmente ci siamo, dopo mesi di ascolto nevralgico, abbiamo l’occasione di incontrare i fautori della nostra colonna sonora invernale che risponde al nome di Toska, l’album d’esordio dei Gomma.

Io e Claudio, insostituibile compagno di merende, non vediamo l’ora di conoscere gli autori dei brani che insieme ad altre cose più o meno futili, ci hanno accompagnato lungo un inverno in provincia caratterizzato da un’impalpabile e pericolosa assenza di stimoli accompagnata da discutibili vicende personali che non troverete di certo nei nostri prossimi numeri.

Inerzia degli eventi, torpore emozionale, inquietudine e quindi Toska.

Dopo esserci presentati, Giovanni ci invita a bere qualcosa con gli altri membri della band. Beviamo amari con ghiaccio fondamentalmente, qualcuno chiede una tequila dalle retrovie.

Basta poco per avvertire la genuinità dei membri del gruppo, tutti giovanissimi, e soprattutto lo stupore irrorato dai loro sguardi nei confronti di tutto ciò che stanno vivendo da qualche mese a questa parte.

“Questo è il nostro decimo live da Giugno”  mi dicono.

Ilaria.

Poi ci spostiamo in un luogo meno affollato. Scorgo Ilaria, la cantante dei Gomma. Ci presentiamo e rimaniamo subito rapiti dal fascino e dalla plomb di questa giovane donna, una figura carismatica che impareremo a conoscere nel corso di questa intervista.

gomma

“Mettiamoci qua” dice Giovanni facendomi un cenno con la mano.

Entriamo in una stanza che ha tutta l’aria di essere una sala congressi. Ma non c’è luce, intravedo solo dei filari di sedie blu.

“Quindi intervista al buio?” faccio io

“Ma sì, ma sì. meglio no?” replica Giovanni.

A noi la cosa garba parecchio. Qualcuno accende fa luce con la torcia del cellulare, disponiamo le sedie a cerchio, do un sorso celebrativo al mio Amaro del Capo e avvio la registrazione.

INTERVISTANDO I GOMMA (al buio)

Come si è evoluto il percorso dei Gomma?

Qual è il fattore che vi ha permesso di arrivare fin qui, al vostro decimo live estivo per esempio, o di raggiungere numeri significativi in termini di ascolto sulle piattaforme digitali? 

Beh, diciamo che è stato un percorso abbastanza graduale e casuale (aggiunge Ilaria).

Casuale in che senso?

Nel senso che noi ci aspettavamo tutto questo. Ovviamente nulla avviene realmente per caso. Ci siamo impegnati molto nel fare la nostra musica al di là di quelli che potevano essere i risvolti. (Ilaria)

Avete inviato delle tracce a qualcuno nelle fasi iniziali del vostro progetto?

In realtà no. Ci hanno contattato dopo aver ascoltato un brano che avevamo pubblicato e po abbiamo mandato il resto. (Ilaria)

Qual è la vostra etichetta?

La V4V Records.

Toska è il titolo del vostro primo album: da dove deriva la scelta di questo nome?

Cercavamo un nome, una parola che legasse tutti i pezzi, accomunati da un senso comune che è quella dell’ansia. Quindi per caso io incontrai questo termine russo che indica un sentimento di inquietudine generale che non è legato a una causa specifica. Questo termine si ricollegava molto alle tematiche del nostro album, era proprio quello che stavamo cercando.

Quando scrivo musica, infatti, cerco proprio quel sentimento. Un qualcosa che rimanda alla tensione e all’ansia appunto. (Giovanni)

A cosa è dovuto questo stato di inquietudine?

La vita. (Giovanni)

Ridiamo (ndr)

Beh stiamo scadendo nel banale raga. Cercavamo qualcosa che potesse dare una linea a tutti i brani. (Ilaria)

Voi quanti anni avete? (Giovanni)

25, lui 20.

Eh, è quell’ansia lì. Propria dei nostri anni. (Giovanni)

Giovanni ha reso l’idea (ndr)

Ricollegandoci a queste tematiche e quindi all’instabilità. Il nostro paese è affetto da un forte immobilismo politico e quindi da una incertezza sociale prorompente. Uno scenario che ha dato una scossa alla creatività nel nostro paese soprattutto negli ultimi 5 anni. A mio avviso, ci sono diverse proposte artistiche molto più alte qualitativamente parlando rispetto al passato. Parlo di musica e cinema in particolare.

Voi cosa ne pensate?

Secondo me è più un accrescimento quantitativo piuttosto che qualitativo. Nel senso che mi sembra che nell’ultimo periodo ci sia stato un boom di robe che escono, belle o brutte che siano. Una quantità esorbitante (Ilaria).

Secondo me invece, di cose belle ce ne sono sempre state, la differenza è che adesso rispetto al passato, c’è stato un’interesse maggiore da parte di realtà molto influenti della scena musicale italiana che hanno smesso di fare determinati numeri e che hanno capito che l’attenzione del pubblico si stava spostando verso altre proposte artistiche, magari di nicchia ma comunque forti di una certa fan base. (Giovanni)

Questo è vero. Però, nel vostro caso, sarebbe riduttivo considerare questo fattore come uno dei motivi che vi hanno portato al successo. La vostra proposta musicale è autentica, genuina, ed è portatrice di una urgenza comunicativa gorgogliante. Al momento non vedo delle sovrastrutture che vi rendano convenzionali rispetto a quello che il panorama musicale nazionale offre ad oggi.

Grazie. Il nostro album, almeno per noi, è la cosa più lineare del mondo. Non poteva andare diversamente (Giovanni).

Progetti futuri? Avete il tempo di pensare a qualcosa di nuovo?

Probabilmente usciranno delle cose in autunno. Però potrebbero passare anche degli anni prima dell’uscita di un nuovo album. (Giovanni)

Le nostre uscite non sono legate a particolari strategie. Uscirà qualcosa quando avremo degli argomenti validi da proporre. (Ilaria)

Come sarà il sound di questi nuovi lavori? Dobbiamo aspettarci qualcosa di filo-punk?

Sicuramente sarà molto pesante. Però mo basta co sto’ punk! (Giovanni)

Partiamo dal presupposto che: punk de che? Io non ci vedo nulla di punk in quello che faccio. Parlo di percezione, di approccio. Non mi piacciono le etichette in generale, ecco.(Ilaria)

Il vostro sound ricorda un po’ anche gli CCP.

Eh sì li ascoltiamo. (Ilaria)

Avete letto le ultime affermazioni di Giovanni Lindo Ferretti, leader degli CCP che in diverse interviste dichiara di essere stato da sempre vicino agli ideali del fascismo? Io ho smesso di ascoltarli. Voi cosa ne pensate?

Un breakdown dovuto all’età, potrebbe essere questa la spiegazione.

Io apprezzo chi crede in qualcosa in ogni caso, poi che siano motivi diversi da quelli che credo io… (Giovanni e Ilaria).

Io credo che gli CCCP siano stato un caso molto controverso per il semplice fatto che, politica a parte, c’erano ascoltatori dai profili sociali variegati e diversi ai loro live.

Se doveste pensare a una collaborazione con un artista italiano, chi scegliereste?

Vasco Rossi (Giovanni).

Qualcosa di meno mainstream?

Io a Bologna Violenta, Verdena per esempio, Il Teatro degli Orrori, Giulio Favero, Giorgio Canali o gli Zeus.(Giovanni)

Beh stiamo andando troppo in là, io direi Iosonouncane (Ilaria).

Parlando invece di denuncia sociale e musica: non vi sembra che gli esponenti della musica in Italia se ne stiano lavando un po’ le mani, a differenza di quanto avviene all’estero? 

A mio parere, gli unici artisti che offrono una critica sincera nei confronti della società italiana di oggi e quindi della politica siano quelli facenti parte della scena hiphop. Opinioni?

Il fatto è che la stampa e il pubblico italiano in generale, credono che questi temi siano una sorta di specialità riferita a poche nicchie della proposta musicale come il punk o l’hiphop.

Ricordo un’intervista di Fabri Fibra ai tempi di Tradimento, in cui si lamentava appunto del fatto che venisse interpellato dalla stampa per dire la sua riguardo a determinate vicissitudini della politica in Italia come se tutti gli altri artisti dovessero restarne fuori.

Vallo a chiedere agli artisti pop cosa ne pensano del policentrismo dei partiti. (Giovanni)

Ecco. 

After live

Il live è stato sensazionale. Ilaria è una vera e propria icona di stile che si caratterizza per una forte abilità interpretativa, drammatica accompagnati da un’estetica singolare e intrigante. Potrebbe fare cinema o teatro e riscuotere comunque lo stesso successo.

Conoscere Matteo, Paolo, Giovanni e Ilaria è stata un’esperienza unica oltre che formativa. Abbiamo avuto l’impressione di confrontarci con delle persone, dei coetanei, molto attenti e sensibili nei confronti delle dinamiche e delle caratteristiche della società di oggi; un particolare che, alla luce della siccità ideologica da molti decantata, non è facilmente riscontrabile, ahinoi.

I Gomma oltre ad essere molto interessanti da un punto di vista personale, hanno prodotto un album insolito, sicuramente non uguale o tanto meno simile minimamente ad altre produzioni musicali rintracciabili ad oggi in Italia.

Non convenzionali, efficaci, espressivi, controversi; i Gomma, che ricordano anche i Prozac+,  potrebbero giocare un ruolo determinante nel rock in Italia nei prossimi anni. Noi ci auguriamo proprio che sia così e vi lasciamo invitandovi ad ascoltare Toska, l’album che ha decretato l’esordio di questo band casertana nello scenario musicale italiano.

Le date del tour

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