Rokas e il suo “Nemico del Cuore” | Indie Italia Mag
Di Claudio La Magna
Durante un’altra delle mie solite ricerche di nuove proposte su Spotify mi sono imbattuto in un rapper emergente, il suo nome è Rokas. Mi hanno probabilmente colpito il nome e i colori cupi della copertina dell’album, al punto da farmi premere play.
ROKAS è un rapper di Sarzana (SP) di base a Milano. Classe ’92, Alberto Sanlazzaro aspetta 19 anni prima di trasferirsi nel capoluogo lombardo, portando con sé la passione musicale trasferitagli dai genitori, due disk jockey di radio locali. Un progetto che nasce dal desiderio di dare spazio alle proprie parole e ai propri pensieri, di raccontare con sincerità la vita, gli amori, le amicizie. Un percorso indispensabile per un “poeta di strada”.
“Nemico del cuore” è un album che parla d’amore, un argomento da cui l’arte ha storicamente sempre attinto. In questo caso però, ROKAS lo fa in una chiave strettamente personale: raccontando le proprie esperienze attraverso un linguaggio moderno, sincero e diretto ci rende partecipi della sua storia nella quale tutti noi possiamo trovare pezzi della nostra vita.
All’interno di “Nemico del cuore” compaiono featuring con I Miei Migliori Complimenti e l’interessante promessa indie-rap testacoda.
“Nemico del cuore non l’ho scritto, era già lì. È la tipa che ti piace da un sacco ma con cui non ci provi mai. Quindi esci con altre dieci, cento tipe, solo per imparare come comportati con quella che ti piace davvero. Nemico del cuore è tutta roba vissuta. Tranne il T-Max.”
Ho divorato l’album, sonorità originali e mai banali e un Rokas che tiene la base in maniera eccellente. All’interno dell’album vi sono due collaborazioni che hanno dato ai brani quel qualcosa in più. La canzone che più mi ha preso maggiormente è stata “Diavolo” che ha soddisfatto a pieno i miei personali gusti.
In un panorama hip hop statico e superficiale in prevalenza, Rokas si colloca tra quegli artisti per niente banali e che accompagnano le mie giornate sempre piene di musica. Ho avuto la fortuna di poterlo intervistare e fare quattro chiacchiere con lui.
Intervista Rokas
Perché Rokas?
Non farmi domande e non ti dirò bugie.
Fai rap da tanti anni e scommetto che hai assistito in prima linea ai cambiamenti del mondo del rap in Italia. Cosa è cambiato rispetto a quando è iniziato?
E’ cambiato tutto, però è un bene, non sono nostalgico anche se mi sono divertito, non dirò mai cose come :” che bello quando andavamo a scuola vorrei tornarci.” Era figo fare i cerchi di freestyle e tutto era figo quando dicevi “ canto, faccio rap” e ti rispondevano “YOOOOO COME BUTTA BROOO FAMMI DUE RIME”
Nel tuo album ci sono due featuring, una con I Miei Migliori Complimenti, l’altra con testacoda. Come nascono queste collaborazioni?
Eravamo a Oslo, faceva freddo, eravamo appena tornati da una settimana un po’ pesante a Turku, mi ricordo buio , un dobermann e che c’era qualcosa nell’aria.
C’è un modo per sentirti live?
Davanti allo specchio canta 3 volte puro Bogotà al contrario e compaio. Sennò a Gennaio.
Chi si è occupato delle produzioni dei brani?
Luke Giordano, Abathingboi, Rayless Manfree e Kanesh.
Chi è Rokas?
Cercalo su urban dictionary, non pensavo nemmeno io avesse un significato.
Il tuo brano a cui tieni di più.
Blu.
Da quale musica trai ispirazione?
Non traggo ispirazione dal metal dal country dalla classica, dalla bossa nova, dalla sperimentale e dalla techno.
Tre nomi che apprezzi nella scena hip hop di nicchia italiana attuale.
Testacoda, Disme, Rayless.
Nel brano “Diavolo” citi spesso i tuoi diavoli in testa. Quali sono?
Di avere una vita inutile. Ci sono state 513 miliardi di persone nel mondo e a malapena te ne ricordi 200, questa cosa non mi fa dormire a volte.
Ascolta Rokas su Spotify nella nostra playlist Indie Italia Mag
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