Love is the Bomb | Intervista Indie Italia Mag
Love is the Bomb è un duo formato dall’attrice\cantautrice Martina Catalfamo e dal compositore\produttore Francesco Santalucia. Il progetto nasce dalla collisione tra i testi e le melodie di Martina con la produzione musicale di Francesco.
In una società satura e sovraccarica, in cui l’unica via di fuga possibile sembra “volare su Marte”!
L’amore è la Bomba, l’antidoto più potente contro i pregiudizi e la rabbia che pullula nella società in cui viviamo. L’“amore” nel senso ampio del termine, si riferisce al riconoscimento dell’altro, al prendersi cura di tutto ciò che ci circonda dando importanza alle piccole cose e generando così una rivoluzione culturale spontanea che possa riportare l’uomo ad una dimensione più umana con se stesso, con l’altro e con la Terra.
Il progetto ha l’obiettivo di creare un’esperienza totalizzante, quasi catartica, per lo spettatore, coinvolgendolo sia a livello sonoro ma soprattutto a livello visivo attraverso la realizzazione di video arte che si susseguono secondo una coerenza narrativa cinematografica. In questa commistione tra realtà sonora ed universo visivo i Love is the Bomb collaborano con la regista Arianna Del Grosso che ha già diretto il videoclip del singolo “Volo su Marte”.
Il concept album dal titolo omonimo, racconta la quotidianità vista con gli occhi di una donna, Martina, che ad un certo punto, esausta della società in cui vive, decide di “volare su Marte”, un luogo ancora vergine, in cui si può essere “nudi” senza il peso del ruolo sociale, del giudizio e del pregiudizio, un luogo utopico in cui l’uomo può tornare ad essere libero in contatto con la propria essenza più vera.
INTERVISTANDO LOVE IS THE BOMB
Ciao ragazzi. Allora, come vi siete conosciuti e come avete scelto il vostro nome, Love is the Bomb?
Ciao! Ci siamo conosciuti a un concerto e da lì abbiamo capito subito che c’era una sintonia particolare tra noi, così dopo poco tempo siamo finiti in studio a cercare di dare un sound ai miei file audio. Francesco è rimasto colpito dai miei testi e ha deciso di produrre il progetto. L’idea del duo è nata a New York ed è anche lì che abbiamo avuto l’idea del nome che racchiude un po’ la necessità che avvertiamo in questo momento storico.
L’amore è l’arma più potente che abbiamo per migliorare le cose e per creare dei rapporti costruttivi e sinergici con l’altro. L’amore è aggregazione, così come avviene in natura, tra le cellule.
Martina sei del 1993, mentre Francesco è del 1986. Com’è lavorare insieme, pur avendo tanti anni di differenza. Come per l’amore, anche le unioni musicali non hanno età?
L’età per me è un fattore estremamente relativo. Spesso ci capita di sentire una distanza abissale tra noi e un nostro coetaneo e una vicinanza creativa e di opinione con una persona molto più grande o con un bambino. È sempre questione di punti di vista. Se trovi quelle persone che vedono il mondo dalla tua prospettiva, è bello riuscire a scoprirlo insieme.
Anche a livello musicale, i gusti miei e di Francesco non sono molto distanti. Per questo siamo riusciti a creare una bella sintesi lavorativa.
Quali sono i vostri riferimenti musicali?
Ascoltiamo tantissima musica. Per quanto riguarda il progetto, nello specifico, ci ispiriamo alla produzione italiana degli anni ’70, alle band rock psichedeliche di fine ’60 e al trip hop che ci permette di unire tutto questo alla musica elettronica.
Avete due background diversi. Martina, tu sei un’attrice, mentre Francesco è un compositore. Quanto i vostri percorsi individuali hanno influito sul vostro progetto musicale?
Io ho sempre pensato di canalizzare il mio flusso emotivo in un progetto musicale. Avevo migliaia di note vocali e testi che aspettavano di trovare un canale produttivo. Il mio desiderio era quello di avere una band e questo non toglie nulla al mio percorso cinematografico.
Del resto Francesco oltre ad essere musicista e produttore artistico, compone musiche di scena e colonne sonore, quindi cinema e teatro in questo senso ci legano e hanno influito nel nostro modo di vedere la musica come flusso unico che si snoda attraverso immagini.
Non riusciamo a percepire un brano separato dagli altri.
Per realizzare il video del singolo “Volo su Marte” avete collaborato con Arianna Del Grosso. Com’è stata questa esperienza?
Con Arianna si è creata subito un’empatia particolare. Lei ha preso a cuore il progetto, ne è rimasta entusiasta sin dal primo ascolto ed è stato facile arrivare alla stesura finale del videoclip.
Volo su Marte è anche il titolo del vostro concept album. Com’è nato questo progetto?
Il progetto è nato da un’ esigenza comunicativa e sociale. Nei miei testi descrivo la realtà dal punto di vista di una donna che si trova a vivere in una società complessa e dentro un periodo storico particolare. Vedo il mondo con gli occhi di chi, finito il liceo, ha deciso di andar via dal proprio paese d’origine per inseguire le proprie ambizioni.
Sono gli occhi di chi è voluto fuggire da un luogo che sentiva asfissiante, ma che poi non ha potuto far a meno di tornare ad amare. Per questo “Volo su Marte…”, perché probabilmente se tutti noi andassimo su Marte, torneremmo a prenderci cura della Terra.
Voi parlate dell’amore come di un antidoto contro i pregiudizi e la rabbia. Come avete sviluppato questo concetto?
L’amore nel senso ampio del termine. L’amore riferito al concerto del “prendersi cura” di noi stessi, dell’altro e del Pianeta. L’amore come forza aggregante, così come dicevo prima.
Parliamo ancora di Volo su Marte. Il tema dei giudizi continui che ogni giorno chiunque deve sopportare è di grande rilievo in questo brano. Quali sono le altre tematiche di questo singolo e com’è nata questa canzone?
Volo su Marte ha un testo onirico e pieno di metafore. C’è la voglia di libertà, la nostalgia verso un luogo che in qualche modo ti ha lasciato dei graffi sulla pelle, c’è l’abbraccio collettivo, rituale, quasi mitologico, tra donne che chiedono aiuto alla terra quasi per invocarne la fertilità e per lasciare andare alle spalle il peso del passato.
C’è il desiderio di girare per strada “nudi” e dunque VIVI. Senza maschere, senza schemi o ruoli prestabiliti. Marte è un’isola utopica. Marte è dentro di noi.
Progetti per il futuro? Vi vedremo in tour quest’estate?
Sicuramente publicheremo prestissimo il videoclip del secondo singolo insieme all’ EP e da lì si vedrà. Stiamo producendo tutto da soli e stiamo cercando di capire al meglio come muoverci.
Ascolta Love is the Bomb nella playlist Spotify di Indie Italia Mag
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