Andrea Muccin | Intervista Indie Italia Mag

Sceglie il nome del suo hater più agguerrito come alterego artistico. Lui è Andrea Muccin, cantautore indie pop piacentino. Il suo progetto nasce dall’incontro di un gruppo di amici, bravi ragazzi di una città di provincia come tante. Andrea, in una notte, scrive una dozzina di canzoni che vengono poi prodotte da Prez Beat e Millgates.

Dopo aver pubblicato il singolo L‘ultimo spettacolo che dà il titolo anche all’album omonimo, il cantautore è tornato con il suo nuovo brano, Vestito Bordeaux.

Andrea Muccin, attraverso i suoi testi e il suo sound, dà vita alla sua musica e si inserisce a pieni voti nel panorama dell’ITPOP. Un’artista che racconta, in modo giovane e spontaneo, le avventure quotidiane di un gruppo di ragazzi che vogliono raccontarsi e coinvolgere il loro pubblico attraverso la passione comune per la musica.7

INTERVISTANDO MUCCIN

Ciao Andrea. Raccontaci qualcosa in più di te.

Ciao ragazzi, è un piacere fare due chiacchiere con voi.  Innanzitutto vi stupiró, ma Andrea non è il mio vero nome!
Sembrerà strano ma è il nome del mio hater più feroce quando ancora facevo Hip Hop. Sembrerà ancora più strano dirvi che questo Andrea è come allora uno dei miei amici più stretti.

Com’è nato il progetto “Andrea Muccin + quei bravi ragazzi”?

Diciamo che è il vecchio team, per cui più che altro si è evoluto da quello che era il mio precedente progetto: io più pop/indie, l’altro cantante molto più trapparo e rappuso, che ha deciso di separarsi, e quindi io di fare quello che più mi si addice, essere più terra terra e così è uscito. Siamo in un po’ a dire il vero.

Scrivi tutti i tuoi testi. Come ti sei approcciato alla scrittura di brani?

Direi che qua abbiamo poco da spiegare: le canzoni non le scrivi tu, secondo me si scrivono da sole. Sono loro che si avvicinano a te, che affondano l’approccio. È come scegliere una donna, tu tenti l’affond,  ma è lei che sceglie te.

Quali sono i tuoi riferimenti musicali?

Non vorrei sembrare azzardato, ma la mia cultura musicale si basa sui grandi cantautori, anche non posso dire proprio di assomigliarci, perché scolto molto rap, pop e l’indie contemporanei.

Cosa pensi della scena musicale italiana? C’è qualche artista che apprezzi più degli altri?

La scena musicale italiana, sia come artisti sia come attenzioni, non è mai stata così in fermento. Rispetto ad anni fa si è raggiunto un buon livello. Sentire il rap e l’indie in radio è una sconfitta del me da ragazzo, ma una vittoria per me ora. Il mio preferito da sempre é comunque RE CESARE.

È uscito oggi il tuo nuovo singolo Vestito Bordeaux. E’ un brano molto fresco, la perfetta hit indie estiva. Com’è nato questo brano?

Beh la hit è stata resa hit dal maestro Zangi, un genio in tutto e per tutto. Le motivazioni ad oggi è giusto non ricordarle perché appunto un pezzo che parla d’amore deve un po’ raccontare chi lo ascolta.

Vestito bordeaux è accompagnato da un video dall’estetica molto convincente. Chi lo ha realizzato e soprattutto dove?

Il video è stato interamente girato a Tokio dal grande Claudio Pellizzeni, un travel blogger mio concittadino. Tra l’altro è appena uscito il suo libro, che vi consiglio.

“Vorrei andare al cinema di sabato per vedere l’ultimo spettacolo”. Questo è il ritornello di L’ultimo spettacolo, il primo singolo estratto dal tuo disco omonimo. Che significato ha per te questa canzone?

Ma espressamente e tangibilmente significa che quando sei con qualcuno per il quale sei moralmente “preso” non importa fare chissà. Puoi fare anche futili programmi, rimanere a casa e stare lo stesso bene. Puoi fare il solito sugo con un altro soffritto, ma un po’ più semplice. Insomma, una cosa da bravi ragazzi.

Cosa ci puoi raccontare del tuo disco “L’ultimo spettacolo”?

Posso dirvi che sarà una raccolta più che un disco, perché fisicamente non sarà stampato. Sarà composto da 11 brani che avranno uscita bimensile. Inoltre, sarò prodotto da Mill Gates Prez Beat Mixati da Marco Zangirolami e tutta l’immagine curata da Amarildo Shelna.

Il 16 aprile è uscito il tuo singolo Dorme già, un brano ispirato alla tua città, nato durante un giro in macchina. Piacenza, secondo te, è una città che offre tante possibilità ai musicisti?

Le opportunita dei musicisti sono infinite se poi ci fosse una clientela sarebbe il massimo. Ovviamente questo brano parla appunto di una donna che poi è rivista nel corpo di una città che dorme, ma dentro di sè ha tanti pensieri. Come i ragazzi si muovono nel buio sui sedili delle auto e i locali notturni fino ad arrivare all’alba senza soldi nè sigarette.

Progetti per il futuro? Ti vedremo in tour quest’estate?

Io sono sempre aperto a suonare, ma purtroppo con solo una manciata di brani e difficile pensare ad un live vero e proprio.

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