Ci incuriosisce anche solo dal titolo, “Eclissi e Albedo”, l’album di Millepiani, cantautore di Carrara che da poco ha deciso di “mettersi in proprio” per iniziare la sua catabasi e poi anabasi nella musica.
Non è soltanto la ricercatezza delle parole, centellinate e mai lasciate al caso, ma anche ciò che c’è dietro ad esse. “Eclissi e Albedo” ha avuto un lungo periodo di gestazione, periodo in cui il suo creatore ha cercato di unire alla bellezza della geometria astrale, la profondità della filosofia, per non dimenticarsi della letteratura e della scienza. Insomma, Millepiani ha cercato di inserire nel suo album una conoscenza enciclopedica da fare invidia.
A chi non è venuta la voglia di scoprire cosa si nasconde al di là del segno di “Eclissi e Albedo”? Andatelo a scoprire nell’intervista che ci ha rilasciato.
È stata una genesi molto lunga, soprattutto a livello testuale. Il lavoro di composizione dell’album è durato circa due anni. Le melodie sono state la parte che è emersa in maniera più naturale, alla chitarra e al pianoforte. Il lavoro sui testi invece è stato un cantiere aperto e in continua evoluzione per cercare la giusta parola sulla giusta nota. Su alcuni particolari non mi sono deciso fino all’ultimo. La soluzione ad alcune parole che non mi convincevano a fondo mi è arrivata addirittura come un’illuminazione la sera mentre in auto stavo andando in studio di registrazione per le sessioni vocali!
Beh, direi che il mio sistema planetario sono proprio le canzoni del disco. Guarda caso sono proprio otto, come i pianeti. In effetti è stato proprio così, il Sole ha creato i pianeti con il suo moto rotatorio e loro girano intorno a lui in un equilibrio (quasi) perfetto.
L’eterna frontiera è la continua ricerca della verità ineffabile, che ci definisce in quanto esseri umani. Il nostro cammino interiore tra la luce e il buio, l’essere e il nulla, l’assoluto e il caos. Credo che ognuno di noi sia alla ricerca della sua “eterna frontiera” a modo suo, il mio modo è quello di scrivere canzoni.
Le canzoni che scrivi ti definiscono, ti descrivono e sono parte di te. A volte arrivano in sogno, soprattutto la musica, altre volte nascono da sole tra le corde della chitarra, come se avessero una volontà propria di nascere. È un po’ come se fossero farfalle che volano sopra la tua testa e tu le devi afferrare con un retino.
La coda di Iperione, oltre ad essere il finale del disco e ad avere una struttura particolare, ha la funzione di legare tutta l’opera sia a livello di significato che di suono. Alla fine di “Eclissi e Albedo“, i due protagonisti ideali del viaggio, si sdraiano in un prato estivo e immersi nel suono dei grilli, osservano le stelle in silenzio. Nell’epitaffio di Kant c’è scritto: «Due cose hanno soddisfatto la mia mente con nuova e crescente ammirazione e soggezione e hanno occupato persistentemente il mio pensiero: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me»
Credo che consiglierei ovviamente “Mille Piani” di Gilles Deleuze e Felix Guattari: un incredibile volume di filosofia visionaria ed onirica che affronta tutti i temi del reale con un’originalità e una creatività incredibile. Più che un libro è un mondo da abitare e da frequentare quando si è alla ricerca di buone domande e punti di vista alternativi. Nel mio piccolo ho tentato di fare la stessa cosa nel mio disco.
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