Biopsy O Boutique

Biopsy O Boutique: Rats racconta la metamorfosi negativa | Intervista

Biopsy O Boutique sono una band che nasce a Vicenza nel 2018. Il gruppo fissa le proprie radici nel trasporto spirituale e viscerale evocato dal Blues e, attraverso la distorsione, lo scolpisce dando vita a composizioni dal sound noir, ruvido e graffiante, contornato da tematiche che ruotano attorno alla corporalità e sensorialità della condizione umana.

Con questa forte base di Blues e Rock il gruppo inizia a lavorare su brani originali e in breve arriva a definire una propria identità fatta di energia e schiettezza che colpiscono e ipnotizzano l’ascoltatore, il quale si può lasciare accompagnare da B.O.B. tra le sonorità dure e allo stesso tempo meditative della loro musica.

Abbiamo parlato con i Biopsy O Boutique del loro singolo Rats (accompagnato dal videoclip già pubblicato su youtube), della loro crescita musicale e dei loro riferimenti musicali. In questa intervista tutto ciò che ci siamo detti!

Intervistando i Biopsy O Boutique

Brani come i vostri prendono connotazioni ancora più viscerali durante i live: come avete vissuto il blocco dei concerti? Aspettate come leoni in gabbia o continuate a produrre in attesa di risalire sul palco?

Questo blocco dei concerti è stato inizialmente una bella botta per noi, come per tutti i musicisti crediamo. Si sente la mancanza del live, del contatto diretto con il pubblico. Ma sfruttiamo il periodo per studiare, scrivere brani nuovi e per migliorare il nostro sound

Consigliateci tre dischi che vi hanno cambiato la vita (personalmente sento tanto Blues Funeral di Mark Lanegan).

Ci sono molti dischi e autori che amiamo, è difficile sceglierne tre fra tanti. Mark Lanegan è sicuramente un artista che sentiamo vicino come genere. Dovendo fare una selezione ci vengono in mente i dischi Led Zeppelin I , oppure Aenema (Tool) . E in generale tutta la musica Blues.

Esiste una raccolta dal titolo “Negro Prison Blues and Songs” che contiene registrazioni reali dei canti dei condannati ai lavori forzati d’inizio ‘900. E’ un album molto intenso che fa sentire tutta la sofferenza e l’autenticità dell’anima di quelle persone che subirono ingiustamente la triste sorte della schiavitù che purtroppo era a quei tempi una realtà.

Qual è la storia dietro “Rats”? Raccontateci meglio cosa vi ispira per scrivere i vostri testi.

Rats parla della condizione umana, di come spesso si vada incontro nel tempo a una sorta di metamorfosi negativa. Si viene al mondo pieni di sensibilità e positività, ma crescendo si rischia di perdere la capacità di sentirsi comprensivi verso gli altri, di diventare cinici, e di tramutarci in bestie, appunto ratti, che per la sopravvivenza sono disposti a far del male ai propri simili. Il brano è stato scritto dal nostro bassista Michele Lavarda.

La nostra musica contiene spesso temi legati alla vita dell’essere umano, ci lasciamo ispirare dal nostro vissuto o dal vissuto delle persone a noi vicine.

Il blues sarà per sempre un genere immortale, ma cosa pensate invece della nuova musica italiana? Quale band/artista vedete bene a tenere alta la bandiera del blues nel nostro Paese?

Ci sono gruppi e artisti fantastici anche in Italia nell’ambito Blues/Rock. Alcuni tra questi sono i Bud Spencer Blues Explosion, Tolo Marton, Marco Pandolfi. Il fatto che questo tipo di musica non faccia parte della nostra cultura fin dall’inizio della sua nascita forse penalizza i musicisti italiani agli occhi del pubblico internazionale, ma ci sono tante formazioni che meritano e che sono tranquillamente paragonabili ai gruppi americani, inglesi o di qualsiasi nazionalità.

Essere italiani e scrivere in inglese vi ha mai penalizzato?

Non ci siamo troppo posti il problema. Ci piace scrivere in inglese, il nostro cantante Daniele Perrino ha origini americane e quindi ha un approccio naturale verso la lingua. Ma soprattutto ci piace così.