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Gli Effetti Collaterali : il talento del sapere “vivere in sottovuoto” | Intervista

La musica da sempre, in quanto forma d’arte, è veicolo per comunicare e descrivere la condizione umana.

Viviamo in un epoca colma di  ingiustizie sociali che sono un effetto diretto del sistema economico sul quale abbiamo fondato la nostra società ed intorno al quale gravitano le vite di ognuno di noi. Un sistema che fa del guadagno un valore fondante ed imprescindibile e che assoggetta e comprime tutte le nostre esistenze a quello che banalmente viene spesso chiamato “Dio denaro”. In questa cornice la nostra società produce storture ed ingiustizie sociali che hanno effetto diretto sulla vita di ognuno di noi. L’essere umano perde di valore, considerato poco più di un mezzo per raggiungere il fine ultimo dell’accumulo di ricchezza. Tale situazione riduce la persona ad una merce di scambio pronta da impacchettare.

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Inoltre, l’emergenza sanitaria che ha stravolto le nostre esistenze ha creato condizioni emotive molto particolari nelle persone ed in cui è probabile che ci sia sentiti “sottovuoto”.

“Vite Sottovuoto”, primo disco degli Effetti Collaterali pubblicato a fine novembre, descrive proprio molte di queste dinamiche che caratterizzano l’epoca in cui viviamo. Il titolo per quanto esplicativo, ha significati molteplici e si riferisce da un lato alle storture e alle ingiustizie che la nostra società produce e che fanno perdere di valore alle vite di tutti noi, dall’altro a particolari e personali condizioni emotive che possono generarsi in ogni persona.

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Gli Effetti Collaterali sono una band di Bergamo nata circa un paio di anni fa. Non vogliono essere etichettati sotto un genere musicale particolare ma, come è evidente dal sound del disco e come d’altronde anche loro stessi ammettono, le loro radici affondano senza dubbio nel punk-rock.

Gli Effetti Collaterali, esordiscono con un disco diretto e potente. Senza troppi fronzoli ci urlano in faccia che, in un modo o nell’altro, siamo tutti condannati a vedere compresse le nostre vite fino a percepirle “sottovuoto”. Nonostante questo però, c’è la possibilità di acquisire consapevolezza e riuscire a riemergere da questa condizione e tornare a respirare.

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“Mallory” è il primo singolo estratto dal disco di cui è stato anche prodotto un video home-made. Il brano è stato ispirato dalla protagonista del fil cult “Natural born killers”.

Dopo aver ascoltato l’interessante esordio di questa rock-band “vecchie maniere” abbiamo contattato direttamente i componenti degli Effetti Collaterali per conoscerli meglio e domandargli qualche curiosità su questo loro primo disco.

INTERVISTANDO GLI EFFETTI COLLATERALI

Ciao Ragazzi, parlateci un po’ di voi. Come nasce il progetto “Effetti Collaterali”?

Daniel: Io e Paolo eravamo i componenti di un’altra band, un progetto che per diverse vicissitudini si era purtroppo arenato da diverso tempo. Con un po’ di fortuna con l’arrivo di Mirko abbiamo dato vita al progetto “Effetti Collaterali”. Per parecchio tempo siamo stati “a caccia” di un bassista finché abbiamo incontrato Carlo sulla nostra strada. Da lì i nostri brani hanno raggiunto la completezza che ci mancava e abbiamo potuto concentrarci sulle registrazioni dei brani dell’album.

Paolo: Sì, nasce dalle ceneri di un altro gruppo mai decollato ma che ha posto le fondamenta per la nascita degli “Effetti Collaterali”.

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Da poco è uscito il vostro primo disco “Vite Sottovuoto”. Quali sono stati i primi riscontri?

Paolo: Al momento abbiamo ricevuto riscontri positivi, sicuramente arriverà anche qualche critica, come è giusto che sia, anche perché sono le critiche che ti fanno crescere, purché costruttive.

Carlo: I riscontri sono stati davvero positivi, più di quanto ci aspettassimo; non perché non crediamo in ciò che abbiamo fatto, ma perché è sempre difficile “dall’interno” capire come i pezzi vengono percepiti da chi li ascolta. Siamo comunque soddisfatti dei riscontri avuti finora.

Il titolo del disco è abbastanza esplicativo rispetto agli argomenti trattati. Quanto anche le vostre vite le sentite “sottovuoto”?

Daniel: Specialmente in questo periodo storico è difficile non sentirsi “sottovuoto”.

Mirko: Intitolare l’album “Vite sottovuoto”, che è anche il titolo di uno dei brani dell’album, ci è sembrato particolarmente azzeccato in quanto riassume perfettamente la condizione umana attuale di merce, merce a basso costo, merce in vendita come tra gli scaffali di un supermarket. “Vite sottovuoto” ha significati molteplici e più ampi che vengono espressi e ritornano in ogni traccia dell’album. Questo stesso titolo riflette sia stati collettivi imposti dal sistema in cui ognuno vive, sia stati emotivi più personali che ognuno vive con sé stesso. Detto ciò è ovvio che anche noi ci sentiamo “sottovuoto”, ma l’importante è soprattutto esserne consapevoli per poi trovare gli strumenti per uscirne e liberarsi dal “sottovuoto” e quindi ricominciare a respirare!

“Mallory” è il primo singolo estratto dal disco. La canzone è ispirata alla figura di Mallory Knox, protagonista del film “Natural born killers”. Da dove nasce l’ispirazione di dedicare un brano ad una figura così particolare?

Mirko: Nello scrivere il testo di questo brano sono partito usando come riferimento per l’appunto Mallory Knox, personaggio estremo e controverso del film che hai citato, però la figura del personaggio in questione mi è servito più come “pretesto”, come fosse una musa ispiratrice per poi sviluppare l’intero testo, raccontando le gesta di un’ipotetica ragazza che vive fuori da ogni schema. Sfrontata e impulsiva, Mallory non si fa condizionare da pregiudizi o retaggi sociali e culturali che purtroppo spesso limitano la libera espressione umana.

Di “Mallory” avete pubblicato anche un video. Di chi è stata l’idea di dargli questo taglio e chi si è occupato della realizzazione?

Mirko: L’idea della realizzazione è stata mia, la scelta stilistica è stata dettata unicamente dal fatto che essendo una band indipendente e autoprodotta non avevamo il budget necessario per una produzione professionale. Comunque tutto sommato pur con gli scarsi mezzi a disposizione siamo soddisfatti del risultato finale. In mancanza di fondi abbiamo rimediato con la creatività.

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Ci saranno altri video-clip delle canzoni del disco?

Daniel: Sicuramente, le idee non mancano!

Avete collaborato con qualcuno in particolare durante la varie fasi della realizzazione di “Vite Sottovuoto”?

Daniel: Colgo l’occasione di questa tua domanda per ringraziare Fabio del “Trai Studio” dove abbiamo registrato l’album, che ci ha dato preziosi consigli su come migliorare la resa dei nostri brani. Per il resto, scrittura, testi, musica e arrangiamenti, sono tutta “farina del nostro sacco”.

Voi siete una band dall’impatto sonoro importante. Quanto vi manca la musica live in questo periodo in cui tutto è bloccato da molto tempo?

Daniel: Sì, la dimensione live è una componente molto importante per un gruppo come il nostro, speriamo di poter tornare presto sul palco perché ci manca il contatto con la gente.

Grazie ed in bocca al lupo.