Conelli

Giovanni Conelli: “Ecco il mio invito a guardarci dentro” | Intervista

L’elettro-cantautore napoletano Giovanni Conelli pubblica un nuovo progetto. E ci cambierà (remixes) è un singolo potente che invita a guardarci dentro in un momento universalmente così complesso e delicato.

La canzone è stata inizialmente commissionata per l’organizzazione di raccolta fondi Artisti in Rete Solidale – ARS. Un progetto benefico fondato dalla street-artist italo-berlinese Ale Senso attraverso il coinvolgimento di altri artisti italiani e internazionali in un’inedita rete di solidarietà digitale.

Dopo l’uscita del videoclip a cura della visual-artist Anna Sobczak E ci cambierà sarà distribuito da DOGMA (Metatron/INRI Torino) dal 15/12/2020 su tutte le piattaforme digitali insieme a tre remix a cura di alcuni dei più interessanti produttori indipendenti di musica elettronica del sud Italia.

I napoletani Iken e Randohm e il pugliese Atlas Palace hanno realizzato tre diverse versioni di una canzone che interpreta in maniera lucida e sottile ciò che il mondo sta vivendo durante quest’ultimo anno. Il risultato è un singolo pregno di echi sperimentali, suggestioni glitch e contaminazioni funky, che donano nuova luce al particolarissimo universo cantautorale di Giovanni Conelli. A coronare un progetto così importante è la grafica dell’illustratrice di base a Berlino Dyef, che evoca l’universalità e la fatalità del nostro sentire nell’era della pandemia globale.

Intervistando Giovanni Conelli

Come ti ha cambiato il periodo di stallo che abbiamo vissuto nel 2020, umanamente ed artisticamente?

Inutile sprecarsi in sentimentalismi, il 2020 ha portato a poco di buono. Molte prospettive artistiche e professionali sono totalmente andate in fumo e nessuno di noi musicisti ha avuto realmente modo di esprimersi. Nessuno streaming, nessun escamotage digitalizzato, nessuna diretta Instagram riuscirà mai a sostituire ciò che si sente nel mondo reale e quello che senti nel mondo reale, soprattutto su un palco, è molto forte e fa vibrare il sangue nelle vene.

Nonostante ciò ho continuato a produrre musica per me stesso e per altri artisti, ho studiato moltissimo e sicuramente non smetterò di farlo. In questo 2020 ho provato rassegnazione, rabbia, ma anche molta gioia, stimolo, incontro. Sono molto contento di essere rimasto umano, in un mondo genericamente ripugnante, mediamente intollerante e forzatamente moralista. Posso sicuramente dire che ad oggi mi conosco meglio come musicista, ma soprattutto come essere umano.

“E ci cambierà” fa parte di un progetto internazionale di ARS che coinvolge diversi artisti. Cosa si prova a sentire il proprio brano rivisto da altri colleghi?

Nel marzo scorso, in un periodo di shock collettivo, la street artist di fama internazionale Ale Senso mi ha chiesto di scrivere una canzone per questo progetto di solidarietà. Fin dalla genesi, quindi, questo singolo ha visto l’apporto di miei carissimi collaboratori e amici. Dopo averlo pubblicato, mi ha contattato il produttore napoletano Randohm, dicendomi di voler realizzare un remix di “E ci cambierà”. Così ho deciso di ampliare il progetto e di coinvolgere anche altri musicisti.

Abbiamo il pugliese Atlas Palace e due produttori napoletani, appunto Randohm e IKEN. Il risultato è magnifico, ognuno ha visto qualcosa di diverso in questa mia canzone e ciò mi rende estremamente felice. Dopotutto il senso della musica è la condivisione, lo scambio, la contaminazione, e mai come in questo momento ne abbiamo bisogno.

Giovanni Conelli

 

Come nasce “Elettronicamente, Napoli 2020 – quarantine EP”?

Durante il primo lockdown mi capitava di scendere di casa e di trovare la mia Napoli completamente svuotata. Passare dall’essere a contatto con migliaia di persone in una città estremamente dinamica, al vedere le strade completamente deserte è stato impressionante. Spesso mi risuonavano in mente le canzoni di sempre della musica napoletana, un po’ per darmi forza, un po’ per ribadire il viscerale legame che sento con la mia città. Così è nato “Elettronicamente, Napoli 2020 – quarantine EP”, chiuso nel mio home-studio a rendere omaggio a dei capolavori della cultura partenopea. Con immensa riverenza ho stravolto tutto, un classico gesto di folle amore.

Hai già diverse produzioni all’attivo: quali sono i progetti per il futuro?

Il futuro si fa sempre più incerto, ma la mia musica no. So che la musica coincide con la mia vita e finché vivrò, scriverò, suonerò, pubblicherò come atto di resistenza. Ho in mente di fare uscire ancora nuove canzoni, di suonare dal vivo non appena si potrà e di produrre per altri cantautori.

Se avessi cinque minuti esclusivi sulle televisioni di tutto il mondo per lanciare un messaggio, cosa diresti?

“Al mio 3 spegnete la televisione, buttate il cellulare nel cesso, godetevi la vita, che siamo già tutti abbastanza morti.”