New Indie Italia Music Week #55

Fin dalle prime luci dell’alba siamo accompagnati da un’infinità di suoni che stridono alle nostre orecchie e non sempre piacevolmente come non amare il tichettio  delle lancette dell’orologio e il vibrare di una sveglia?

Accendiamo poi la radio in macchina, o mettiamo play sulla nostra playlist preferita in cuffia sul bus… sulla “canzone nostra” e ancora ascoltiamo i suoni del luogo in cui ci troviamo: le vibrazioni diventano più soavi, le note ci avvolgono morbide. Ci sentiamo sospesi come su un tappeto volante.

La musica è il nostro Genio della lampada.

Lasciatevi trasformare dal suo incantesimo con la le formule magiche in pentagramma delle nuove uscite della settimana selezionate dai nostri editor Alessandra, Nicolò, Salvatore, Ilaria, Vernante, Elena, Antonella e Aurora!

 

Paraocchi

Blanchito, baby…Michelangelo mettimi le ali. Quale modo migliore di iniziare a parlare di Blanco se non il tormentone che apre i suoi testi? Torna dopo il successo de “La canzone nostra” il cantante più selvaggio della scena italiana, con un nuovo singolo che riconferma la composizione della sua anima: energia esplosiva, punk rock, provocazione e ritmo.

Nel videoclip di “Paraocchi” sfoggia come sempre il suo outfit preferito: le mutande. Ma la capacità di mettersi a nudo di Blanco riguarda in senso metafisico anche i suoi testi, che raccontano in modo crudo e acuto la giovinezza.

Ed è proprio questo il suo superpotere, ciò che lo rende intoccabile e così affascinante: la giovinezza per come dovrebbe essere. Una giovinezza fatta di voglia di vivere e follia, che sprizzano da tutti i pori del suo personaggio e della sua musica. Può cantare quello che vuole, perfino se il sole bacia i belli, ti bacio il culo. Lui può, gli viene bene.

(Vernante Pallotti)

Blanco: 8,5

 

Mille cose 

“Odio ed amo. Perché lo faccia, mi chiedi forse./ Non lo so, ma sento che succede e mi struggo”.

La traduzione dell’incipit del celebre carme “Odi et amo” del poeta latino Catullo sembra essere l’origine e il fulcro del brano Mille cose di Mecna. 

Amore e odio, infatti, sono i due sentimenti che animano il testo del rapper, il quale racconta con l’intimismo e la schiettezza che lo hanno sempre contraddistinto come sensazioni così opposte possano convivere in uno stesso stato emotivo. Quale? Quello della gelosia. 

È proprio quando siamo travolti da questo impulso, ci ricorda Mecna, che siamo in grado di provare contemporaneamente amore e odio: il primo slancio per tutto ciò che di bello ci lega all’altro ed il secondo per il timore di perderlo che ci fa spesso allontanare dalla piena consapevolezza di noi stessi e del rapporto che abbiamo costruito. 

Quando il trascorrere del tempo e l’accumularsi delle esperienze ci fanno rendere conto di tutto questo, sembra che Mecna voglia dirci che ci si penta. E che, forse per redimersi e autogiustificarsi, si tenda inconsciamente a scordare gli errori commessi, ricordando solo gli aspetti positivi del legame.  

Cosa resta, allora? Lividi, questo rimane. Cose da dimenticare. Ma non solo. Resta anche una bellissima canzone in cui la voce di Mecna e quella di Rainsford si amalgamano sul finale proprio come amore e odio si mescolano alla fine di una storia.

(Aurora Aprile)

Mecna: 9 

 

Moquette (Album)

Tutti pensano che l’amore sia la cosa più dolce del mondo, ma in realtà i nostri sentimenti sono costretti a subire violenza emotiva.

Il cuore vorrebbe essere “Soffice” come una “Moquette”, ma molte volte diventa un “Flambè” di passione, tristezza, gelosia e “Paranoia”. Spesso passiamo tutta la vita a proteggere noi stessi, però può capitare di cadere in trappola davanti allo sguardo di qualcuno che ci colpisce come un’arma a “Doppio taglio”, e così siamo costretti a scatenare una guerra interiore tra emozioni e ragione.

Se tutto inizia con Saremo belli come il sole, mamma mia quanto mi piace il tuo nome, attenzione a non finire poi Lo so che fai bene, lo so che fa male se vai via lontano.

(Nicolò Granone)

Laila Al Habash: 8+

 

Sapiens

Ehi. Dimmi chi sei, che cosa fai, dove vai. Germanò ha scelto di iniziare in modo “soft” il suo singolo. Ci ha solo spiattellato in faccia le domande esistenziali a cui non sappiamo rispondere da millenni!

Se volessimo coniare un termine per «Sapiens», potremmo inserirlo in un nuovo pionieristico genere: l’Indie Antropologico, che si svincola dai soliti temi quotidiani e romantici (il sugo della nonna, le sigarette, il pazzo che ti vuole completamente) per riflettere sui meccanismi dell’essere umano.

No, non è un trattato di antropologia: la voce dolce e le sonorità (a volte vagamente alla Tame Impala) del cantante della scuderia Bomba Dischi riescono ad alleggerire il messaggio, in una canzone tranquilla che sa trascinare anche senza farsi troppe pare.

(Vernante Pallotti)

Germanò feat Jesse the Faccio: 7,5

 

ALBI (Album)

Ultima tappa del viaggio dello Stato Sociale: dopo Bebo, Checco, Carota e Lodo, arriva Albi.

Il motto di questo disco è stare bene, nonostante la povertà, la crisi globale, non sprecando più nessuna occasione (“Sesso, Droga e Lavorare), stare bene in una relazione nonostante il disordine (“Belli così”) e con se stessi (“Fucking Primavera”).

Equazione – Una canzone per AIL arriva dritta al cuore e non può che emozionarci.

È l’ultima traccia, dedicata ad un amico prematuramente scomparso a causa di una malattia, ho perso un pezzo di cuore, l’ho perso e non tornerà, chissà se mi potrai sentire, chissà poi se ti va.

(Elena Caggia)

Albi (Lo Stato Sociale): 8

Virtuale

Non ce la faccio più, ho gli occhi rossi e le dita in cancrena, un filtro sull’anima ho perso lo slancio per uscire la sera. Ma cosa ci vuoi fare di devi adattare.

Il virtuale sta diventando sempre più reale. Dietro lo schermo siamo noi stessi con tutti i nostri difetti, mentre online possiamo mettere la foto in cui siamo rimasti bene, postare frasi filosofiche e fare finta di essere pieni di amici che ci mettono like.

In questo contesto, peggiorato dalla pandemia e dal divieto di assembramenti sotto al palco, sta perdendo la sua fisicità, trasformandosi sempre più in un prodotto di consumo. Le canzoni rischiano di diventare quasi degli oggetti usa e getta, che durano giusto qualche giorno prima di nuove canzoni che poi faranno la stessa fine.

Poi esistono degli artisti,  quasi fuori dal tempo, che non hanno paura di dire: Ma siete davvero felici cosi?

(Nicolò Granone)

Nicolò Carnesi: 8

 

Cosa è giusto

Siamo una generazione che vuole sbagliare con la propria testa, senza cadere vittima dei buoni consigli dei più grandi.

Pensiamo che per stare bene possiamo fare di tutto, applicando la teoria machiavellica del fine giustifica i mezzi.

E non mi dire cosa fare tranquillo che non ti ascolto, anche se sbaglio pagherò un giorno.

(Nicolò Granone)

Lil Busso:7,5

 

Quando parlano di te

Quante sono le domande rimaste sospese a mezz’aria tra me e te, ancora non lo riesco a spiegare. Ancora non riesco a quantificare quale sia la distanza che separa i nostri cuori annegati tra le parole che costruiscono muri, che cementificano le emozioni, quando queste parole parlano di te.

Non ho dimenticato affatto il bene delle tue carezze, ma non riuscirò mai a colmare i vuoti lasciati dai tuoi silenzi, dai tuoi sguardi sfuggenti, così come non riuscirò a dimenticare la tua schiena che se ne andava l’ultimo giorno insieme.

(Ilaria Rapa)

Riviere: 7+

 

Tapirulan

Prima di evitare equivoci ci tengo a dire che quando riapriranno le palestre, io farò finta di niente, continuando a passare le giornate facendo squatt tra letto e divano, ma senza dubbio “Tapirulan”, fa venire voglia di fare un po’ di esercizio fisico.

E poi quel Tapi,tapita, tapi, tapita, tapituralan dovrebbe diventare il nuovo motto dei personal trainer.

(Nicolò Granone)

G.bit:8-

 

Eden (Album)

Eva, cogliendo la mela ha commesso il peccato originale, ma ci ha permesso di vivere in questo mondo.

Siamo nati da una ribellione, da un colpo di stato, e per questo siamo figli di un crimine.

Riccardo Morandini, ci porta all’interno del Paradiso umano fatto di scelte sbagliate, orgasmi esistenziali e fragilità.

(Nicolò Granone)

Riccardo Morandini: 7,5

 

Come una festa

Lettera aperta quella di Fotomosse, dal titolo “Come una festa”. Una similitudine a cui associare la bellezza, la spensieratezza e la gioia che solo la persona che ci resta nella mente o che ci piove addosso come fosse una stella a San Lorenzo può farci provare. E quando questa persona non c’è più, e non sa più di noi, che cosa facciamo e se abbiamo ancora le stesse abitudini di sempre, quale modo migliore per farglielo sapere se non con una canzone? L’intenzione non può che essere delle migliori, ed è per questo che non possiamo che augurare al caro Fotomosse che presto ritorni anche per lui quella sensazione che lo fa andare “fuori di testa” come se fosse ad una festa!

(Ilaria Rapa)

Fotomosse: 7+

 

Buio Infondo

Infondere buio o trovare il buio in fondo? Disarmo col gioco di parole nel suo ultimo singolo, ci ammalia già dal titolo, per poi continuare attraverso la sua voce a tratti soul, a tratti r&b. “Buio infondo” è la dimostrazione che non importa “quante volte dovremo sentire sgretolarsi al peso dei nostri passi questo pavimento di cristalli” e non importa quante volte cadremo per poi rialzarci più forti di prima, il buio non serve a farci sprofondare nelle tenebre all’infinito, anzi, ci ricorda che se prima non abbiamo vissuto il buio, non potremmo capire la luce.

(Ilaria Rapa)

Disarmo: 7,5

 

Turisti (Album)

Ma come si fa?  La nostra quotidianità gira intorno a questa domanda. Non troviamo mai pace, vorremmo cambiare le cose ma restiamo sempre fermi al punto di partenza. Vorremo delle storie d’amore come certi film in tv, far colazione in cucina ma il nostro caffè è con l’Aspirina. Non siamo in grado di star bene da soli, o amare qualcuno. il sapore dell’essere un po’ masochisti ci piace: le padelle scintillano e i nostri cuori si bruciano. 

Ma come si fa?  Forse non ci resta che iniziare a sognare: mettimi le cuffie che ti porto a ballare davanti allo specchio, mettiti il costume che ti porto al mare Miami-Fregene è quasi lo stesso.  Forse dobbiamo avere il coraggio di rischiare, di ammettere di dire che io non c’entro niente con tutta questa gente, di non far caso ai loro giudizi.

Rischiamo di trasformarci  in tristi e stanchi Turisti con la pizza tra i denti. Siamo come La bella addormenta, in attesa del bacio si un principe che sciolga l’incantesimo.

Che ne sai, magari faccio goal, vinciamo una partita!

(Alessandra Ferrara)

Avincola: 8-

 

Non è colpa tua

Mettere a tacere i sentimenti è come buttare cenere su un fuoco che in realtà continua ad ardere. Sei una macchia che non va più via, una macchia indelebile un cuore pieno di lividi ed un corpo attanagliato dalle spine. 

L’amore non più ricambiato diventa a volte devastante, al punto da voler trascorrere tutti i giorni peggio di quello prima: non sto più vivendo, sto solo invecchiando. Così facendo però si perde un pezzo prezioso di vita che non tornerà mai più indietro.

Dovremmo solo trovare di nuovo il coraggio di  esprimere un desiderio quando guarderemo le stelle cadenti.

(Alessandra Ferrara)

Gavio: 7

 

Supernovae (Srcd 624) – Album

Country, influenze internazionali, sonorità tipiche da film western tra i deserti e le scorribande dell’esistenza tra polvere e raggi di sole appuntiti e sfumature rock: il primo album di Nebüla è un coacervo di sonorità diverse. Una cantautrice che ama le sfide stilistiche e che non ha paura di mettersi in gioco con le proprie emozioni forte di abilità musicali non indifferenti. 

Nebüla classe 85’, è Azzurra Buccoliero , è infatti un’artista salentino-romana la cui produzione artistica spazia dal rock grunge anni 90’ al blues sino al jazz. Polistrumentista (sassofonista, chitarrista, armonicista ), ha studiato sassofono jazz e canto jazz è questo le permette di giocare con i pastelli della musica e di affrontare diversi generi e ritmiche.

“Supernovae (Srdc 624) è uno di quegli album da mettere su durante una domenica pomeriggio di primavera, persi in contesti bucolici, respirando a pieni polmoni aria pura. Aria fatta di ricordi, aria di rivalsa.

(Salvatore Giannavola)

Nebüla: 7,5

 

Autostrade

Siamo travolti da milioni di attività sul lavoro, nella routine casalinga, di emozioni che hanno l’andamento di un elettrocardiogramma dicontinuo, al punto da perdere il controllo anche del nostro corpo. Il nostro cuore ha addirittura l’autopilota.

Che fretta hai di vivere? Che fretta c’è, stai un pò con me! Una buona dose di tranquillità non ci farebbe male: potremmo goderci i momenti trascorsi con chi vogliamo bene, potremmo dedicare del tempo a noi stessi. Solo così possiamo sperimentare la condizione dell’essere spensierati: ho scoperto che posso volare sopra le Autostrade per vedere dove arrivano. 

(Alessandra Ferrara)

Celestopoly: 8-

 

Luce spenta (Album)

Un dialogo sincero con la propria intimità, spogliarsi da insicurezze, mettere insieme i pezzi di un cuore spezzato sono alcuni dei test della prova di maturità che siamo tenuti a sostenere almeno una volta nella vita.

Siamo pronti a sostenerla con il massimo dei voti? Non esiste manuale che possa farci sentirci un re ma se piangi fai polvere, che non ci faccia avere un amico che mi ruba le parole di bocca o che possa non far piangere lacrime rosse tra me e te.

Fuori dove tutto il mondo è mosso è la nostra scuola professionalizzante da cui non possiamo disertare.

(Alessandra Ferrara)

Erin: 7,5

 

Lunedì

Sembra una ballata onirica, una musica che proviene da lontano, da un passato perduto o dalla nostra pancia. La voce di Bluem ci accompagna mano nella mano in questo ritmo che batte al ritmo del nostro cuore, al ritmo dei nostri ricordi. È passato tanto tempo da quando hai detto no, nostalgia per un qualcosa passato e che non tornerà. Rimane il gusto amaro di una serenità dimenticata chissà dove, sostituita da rabbia e da una nevrosi altalenante.

Sembra quasi un ritmo evocativo, come se si volesse fare una seduta per rievocare uno spirito che non appartiene più al nostro presente, accompagnato da quella sensazione di disperazione che ci causa ritmi scomposti e frenetici di confusione e perdizione.

(Anto D’Eri Viesti)

Bluem: 8

 

Eclissi

Baby sai che io ti penso è l’incipit, molto anni Novanta, della nuova traccia di Nocca.

Il sound è quello fedele al rap di anni che furono, ma che sono sempre validi perché sempre bellissimi. È il classico pezzo romantico rap che non tradisce le aspettative. Il sogno è sempre quello di fuggire, di andare via con la persona che si ama per staccare la spina dal mondo, mentre si pensa di progettarne uno a misura dei propri desideri, condivisi solo con la persona che si ama. 

E lei, lei è sempre quella che non è perfetta, ma che si ama più della propria vita, insomma, quella per cui percorreresti anche la lunga strada che porta alla Luna senza stancarti mai.

(Anto D’Eri Viesti)

Nocca: 7+

 

Klose

Già dalle prime note si sente l’eco di quel cantautorato italiano così bello che non ce la facciamo proprio a dimenticarlo sui vecchi vinili. C’è Battisti che grida fortissimo in questo pezzo di Warco, quella malinconia, quella bellezza che salta da una nota all’altra che, invece, ti fanno venire voglia di ballare.

Una donna in un cuore che non ha ancora interrotto il suo battito, perché che sublime visione l’immagine di noi due a sedici anni, quando per innamorarsi bastava la tua maglietta dei Nirvana, mentre si cresce insieme e ci si vede cambiare, senza mai perdersi davvero.

Un po’ lontani, un po’ vicini, due amanti che si perdono e si ritrovano continuamente nel presente e poi nei ricordi e poi di nuovo nel presente.

Da ascoltare in loop, in un’auto decappottabile, in un pomeriggio di inizio primavera, quando il sole comincia a scaldarsi e le emozioni sopraggiungono tutte insieme.

(Anto D’Eri Viesti)

Warco: 9

 

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