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Arya – “Feelings in Disguise” | Videoclip Review

Di Vernante Amarilla Pallotti

Abbiamo incontrato Arya, cantautrice italo-venezuelana dalla voce angelica e il modo di fare leggero come il suo nome d’arte, e Martina Amoruso, regista e fotografa classe 1998 che ha diretto il video del brano di Arya “Feelings in disguise”.

Un videoclip che ha saputo mettere in scena questo pezzo introspettivo e coinvolgente che fa ballare, ma anche riflettere. Un volo tra le atmosfere di Arya sospese tra soul, hip hop e R&B.

Godetevi questa chiacchierata tra amiche a proposito di videoclip, pace interiore, femminilità e del periodo assurdo che stiamo vivendo.

Ciao ragazze, come va? Volevo partire dal titolo dell’EP “Peace of Mind” per fare una domanda ad Arya: come si fa in questo periodo incasinato a raggiungere la pace interiore?

Arya: Non è semplice. La “Peace of Mind” per me è un’aspirazione, un work in progress, non un traguardo che è possibile raggiungere una volta per tutte. In questo momento storico è super difficile, nel primo lockdown ero riuscita a fare pace con tutto, perfino con e il non poter suonare, ma dopo un anno sto facendo più fatica. La musica in questo senso può essere un mezzo importante per cercare un equilibrio.

Raccontatemi un po’ la storia del videoclip. Com’è nato il progetto?

Arya: È venuto un po’ da sé. Ci siamo conosciute al Locus Festival di Locorotondo, Martina era venuta per fare delle foto a Ghemon (Arya ha cominciato come corista nei tour di Ghemon e Venerus, ndr), foto tra laltro pazzesche, e ci siamo state subito simpatiche.

A ottobre quando è uscito il mio singolo Mad, Martina mi ha scritto per propormi di girare il video, ma visto che era già pronto abbiamo rimandato la collaborazione alluscita dell’EP.

Martina: Quando ho ascoltato per la prima volta Feelings in disguiseero in metropolitana a Milano (dove Martina studia Fotografia e Ripresa alla Luchino Visconti, ndr) e ascoltandolo sono impazzita. Mi ha riempito subito la testa di immagini, le stesse che poi ho sviluppato. È stato facile e veloce lavorare per lei, eravamo sulla stessa lunghezza donda. Riunioni velocissime! Alla fine forse sono stata più contenta di fare il video di questo pezzo rispetto a Mad”.

Il video ha un cast tutto al femminile, ma non solo per questo trasmette femminilità in ogni inquadratura…

Martina: Ho sentito da subito lesigenza di inserire nel video qualcuno oltre ad Arya, ma mi sembrava banale mettere in scena quella singola persona a cui si rivolge nel testo (I think I’m over YOU, ndr). Volevo più persone per rendere Arya centrale e perché, lo ammetto, sono fissata con le composizioni e lidea di creare una piramide con i corpi mi ispirava. Ho scelto 4 ragazze che dessero lidea di un videoclip al femminile giusto per il brano. Le scene con il telo bianco sullo sfondo appartengono alla parte del video che rappresenta la femminilità e il senso di solidarietà e amicizia della piramide in cui le attrici sono quasi incastrate con Arya, come una scultura.

Ogni ambiente incarna un lato della canzone: i videowall sono legati al mood anni ‘90 della musica di Arya, la parte in cui le attrici sono vestite di nero è l’aspetto più sensuale, le scene nel campo con i vestiti blu sono la vastità, un luogo della mente in cui cè tutto e niente.

Arya. Una delle sensazioni che suscita la tua musica è il bisogno di muoversi e danzare. Che rapporto hai con questo aspetto “fisico” della musica?

Ho studiato danza per un sacco di anni. Prima danza moderna e classica, poi mi sono avvicinata all’Hip Hop. Mi manca molto andare a ballare in un club, per me musica e movimento sono due facce della stessa medaglia. Forse deriva dal fatto che mio papà è un cantante di salsa e mi ha trasmesso la parte ritmica e di movimento della musica. Nel videoclip le parti danzate sono state fatte girate tutte al doppio della velocità per creare un effetto con il rallenty. Con i tacchi altissimi che indossavo (grazie a Francesco lo stylist) è stata una bella sfida.

Martina. Come ti sei rapportata alla danza nel videoclip. Come hai lavorato con le attrici sotto questo punto di vista?

Avendo visto Arya esibirsi live al concerto di Ghemon, sapevo che sapeva muoversi e avrebbe potuto ballare senza doversi preparare una coreografia.Tutti i movimenti sono stati improvvisati sul set, avevo dato qualche reference come il ballo di Lady Gaga nel video di Alejandro, in cui lei balla con il caschetto e la tuta nera, oppure i movimenti di Solange, che forse è più vicina al mood di Arya. Sentivo l’esigenza di rendere i movimenti morbidi e sensuali, da qui l’uso del rallenty su una base velocizzata. Ovviamente il rallenty rende complicato il lip sync, ma alla fine ce labbiamo fatta.

Non sembra stato facile. Qualche aneddoto dal set?

Arya e Martina si guardano e scoppiano a ridere.

Martina: C’erano -20 gradi è stato terribile! Le attrici erano vestite pochissimo e volevo fare tutto velocemente per non farle soffrire troppo. Nella fretta generale ci sentivamo in colpa per le ragazze, ma non dovevamo dimenticarci niente e questo mi ha messo addosso una certa pressione. Insomma è stata una lotta contro il tempo.

Arya: Tra una ripresa e laltra la produzione ci lanciava addosso dei plaid. Se guardate bene nelle scene con il telo bianco di sfondo si vede che ho il naso rosso! Il capannone era enorme con vetrate da cui passavano spifferi ovunque e soprattutto quando siamo arrivati sul set abbiamo scoperto che…era una fabbrica di bare! Scherzando lo stylist ha commentato “Beh, queste sono perfette per il riposino”.

Quanto è importante per un artista creare un immaginario ben definito e coinvolgente oltre allo scrivere musica?

Arya: È indispensabile. Non so se sia positivo o negativo, ma la parte di grafica e video è diventata quasi al livello della musica. Il mito dell’album ha lasciato spazio ai singoli e questo si riflette nei video. Per ogni singolo devi fare un video che lo supporti, che lo faccia conoscere.

Martina: Forse sono di parte, ma un artista oggi è legato alla sua estetica. Mi rendo conto che ascoltando Arya ho pensato che fosse riconducibile al mood di Solange. Penso a Tommy Cash, che fa cose pazzesche sul piano dei video, che mi piacciono più della sua musica. Limmagine diventa parte del mondo di un cantante. È importante che il cantante si veda nel suo video, la gente deve capire chi è, empatizzare e sentirsi vicino al genere.

Arya. Feelings in Disguise racchiude il tema del mondo artificiale dei social network. La tua musica ha sonorità anni 90. Vorresti vivere in unaltra epoca?

Arya: Una parte di me ti direbbe di sì. Allo stesso tempo però penso che ognuno abbia il proprio binario e ci sia un motivo per cui nasciamo in un preciso momento e luogo. Forse sono un po’ fatalista. In questo pezzo ho riflettuto sulla tendenza che abbiamo a “esporci” nel mondo di oggi, principalmente sui social. Quando si condivide tutto con facilità è importante mantenere un nucleo nascosto, protetto. Anche se anche io ho un lato pubblicoci tengo a tenere una parte del mio cuore solo per me.

Martina. A proposito del tema dei social e della vita filtrata dallo schermo, cosa rappresenta il videowall nel videoclip?

Martina: Rappresenta proprio questo tema della canzone. Arya dice che sente di star vivendo in una soap opera, per questo ho inserito le televisioni a tubo catodico, come se qualcuno vedesse la vita da uno schermo. Inoltre rimandano alle vibes anni ’90 alla Beyoncé della musica di Arya. Le televisioni sono state installate da Nicolò Carubo, che è specializzato in questo. L’avevo conosciuto in passato e appena ho ascoltato il brano ho pensato che dovevo averlo nel team.

Beh non ci resta che parlare di futuro. Cosa avete in programma?

Arya: Sogno di continuare a scrivere ed esplorare sonorità, magari fare qualche featuring che finora non c’è stato!

Martina: Ti darei la stessa risposta, ma dal punto di vista video. Con la mia crew vorrei fare altri videoclip, fashion movies e allontanarmi sempre dalla comfort zone. Fare, fare, fare.

Credits Video

Regia: Martina Amoruso

Aiuto Regia: Emanuela Ornaghi

Assistente di Prod: Giulia Bizzi

Operatore: Filippo Andreoni

1AC: Alessandra Chiappa

Lights and Grips: Edoardo Marangoni e Leonardo Piacente

Styling: Francesco Cuzzi

MUA: Chiara Viola

Producer: Andrea Dotto

Montaggio: Simone Brassini

Color: Alessandro Cannarozzi

Scenografia: Federico Trezzi

Videowall: Nicolò Carugo

Catering: Claudia Bencetti

Attrici: Anna Bellotti, Rebecca Erroi, Stefania Favero, Anna Guerra

Una produzione Eclettica Video