New Indie Italia Music Week #97

“Corriamo il rischio” di partecipare all’Eurovision con quattro italiani in gara: Mahmood e Blanco per l’Italia, Achille Lauro per San Marino (confermati) e Tananai per la Svizzera.

“Brividi” inoltre è al 15esimo posto nella top 200 di Billboard tra le canzoni più ascoltate nel mondo.

L’ Italia vive un periodo di grande splendore considerando i volumi di ascolto internazionali registrati sulle piattaforme di streaming, ci auguriamo che tutto ciò si rifletta positivamente sulle condizioni dell’intero settore nel nostro paese che è pronto a di lanciarsi dopo 2 anni di difficoltà.

Sii parte del cambiamento! Supporta i nuovi artisti della scena musicale italiana attraverso la selezione dei migliori brani #IndieItalia della settimana ad opera della redazione di Indie Italia Magazine!

 

dalla terra a marte (album)

Primo disco in formazione da cinque, i rovere ci regalano un concept album che dalla terra ci proietta direttamente verso Marte.

Siamo tutti un po’ degli astronauti che dopo due anni bui vanno alla ricerca di una rinnovata libertà. Molto azzeccata la metafora dell’astronauta, che viaggia ma rimanendo dentro alla sua bolla: i rovere così rappresentano anche il processo di scrittura di questo album, nato in lockdown e sviluppato negli ultimi due anni. 

Un album pieno di citazioni musicali, nascoste e meno nascoste, come quella a David Bowie dal nome dell’intro alla ripresa in precipitare, brano di chiusura. Così chi ascolta può anche divertirsi, oltre che riflettere sulle più varie tematiche che vengono affrontate nel disco. In classico stile rovere.

Come dopo ogni viaggio si torna più confusi di prima, così dicono i rovere presentando il disco: ora sta al pubblico farsi trascinare in questa esperienza, che fa crescere e poi precipitare, in attesa di cantare con loro sotto i palchi.

(Sara Pederzoli)

rovere: 8,5

 

A me di Roma piace il rap

“Ho già capito che non vale niente
Il tuo dolore no non vale niente
Si è perso fra la gente”

“A me di Roma piace il rap” è il secondo singolo nato in collaborazione tra Cor Veleno e Tre Allegri Ragazzi Morti. Avevamo già annunciato che non si sarebbe trattato di una collaborazione una tantum ma di un vero e proprio progetto musicale che si sarebbe sviluppato nel 2022. Vogliamo essere sinceri? Meno male che non si tratta di una collaborazione spot perché l’insieme di due stili è super. “A me di Roma piace il rap” è una canzone dove sia la band rock e il gruppo hip-hop riescono a essere protagonisti senza togliere nulla all’altro. Il racconto di una Roma cruda e ruvida, uno spaccato tra le vie di Trastevere, una canzone che non poteva non concludersi con la presenza del rapper romano Metal Carter.

(Ilaria Cantoni)

Cor Veleno, Tre Allegri Ragazzi Morti ft. Metal Carter: 8

 

Imbroglione

Una ballad malinconica e nostalgica, quasi un mea culpa di The Andre che con “Imbroglione” riflette sulla figura di tutti quei cantautori, artisti, che mettono da parte i propri sogni e ciò di cui vorrebbero davvero cantare o scrivere, per riuscire a raggiungere l’audience media, che è quella che paga e, banalmente, gli riempie la pancia. “E se non hai tanto contante, com’è che fai la rivoluzione?” questa domanda introspettiva che si pone The Andre, che non a caso arriva proprio qualche settimana dopo la fine del Festival di Sanremo, è una timida e rassegnata accettazione della fragilità della figura dell’artista che cerca di trasmettere i suoi sentimenti ed ideali all’interno della sua arte, ma che finisce spesso ad annullarsi, andando alla deriva e lasciando i sogni nella stiva. “Imbroglione” è un brano che ci porta a riflettere sulla situazione di tutte quelle persone che sono costrette ad abbandonare i propri desideri per far fronte alle difficoltà della vita e un po’ di amaro in bocca, ce lo lascia.

(Margherita Ciandrini)

The Andre: 8,5

 

Brillantini

“Brillantini”, nuovo singolo di VV, continua la narrazione iniziata già precedentemente con “Veleno” rimarcando il sound “caleidoscopico” ma con delle preziose aggiunte. Come riff di chitarra che richiamano molto lo stile funk di Prince e kick ben posizionati per valorizzare al meglio ogni parola che vi si poggia.

Il brano è estraniante ma in senso buono. Riesce a trasportarti via lontano dalla noia in un mondo fatto di immagini e colori. Il viaggio intrapreso da VV sembra continuare a gonfie vele e ci auguriamo che continui a far viaggiare anche noi.

(Filippo Micalizzi)

VV: 8

 

Buio

“Chi sono io fuori da questo buio?”

Uscire allo scoperto insieme a Riva, Edo e alla loro ultima canzone. Non aver paura di mostrarsi per quello che si è non solo di fronte agli altri ma prevalentemente quando ci si trova davanti allo specchio. E allora “chi sono io?”, ci si domanda continuamente nel ritornello, che, come un mantra, cerca di trovare la risposta proprio nella ripetizione della stessa frase. E allora non abbiamo paura di mostrarci per quello che siamo, di uscire “fuori dal buio”, come cantano Riva e Edo!

(Ilaria Rapa)

Riva, Edo: 8

 

Plastica

“Lei sa come farmi male con gli sguardi, ho messo il cuore in una scatola di plastica”

C’è più sperimentazione nel nuovo brano di Lamette, “Plastica”, che mantiene un sound indie pop con punte di urban e affronta una situazione che è capitata quasi a tutti almeno una volta nella vita: la fine di un amore. Quando l’altra persona ci prosciuga, ci manipola a tal punto che non abbiamo più nulla di vivo dentro di noi, neanche il cuore che è diventato di plastica, l’unica soluzione è “togliere il disturbo” e cercare di correre nella direzione opposta per ricominciare a vivere. Mentre raccogliamo i pezzi del nostro cuore infranto, cerchiamo di seguire i consigli di Lamette e cancelliamo tutti i ricordi che abbiamo in comune con l’altra persona e allo stesso tempo soffriamo terribilmente, ma dobbiamo trovare un modo per uscire dall’apatia che si è creata intorno a noi: una delle soluzioni è sicuramente allontanarsi il più possibile da chi era linfa vitale ed è diventato gas tossico.

(Margherita Ciandrini)

Lamette: 8

 

Delacroix 

Delacroix prende vita di notte, quando tutte le riflessioni sulla complessità della vita e delle giornate appena passate vengono a galla e ci portano a lottare con i nostri sentimenti. Il protagonista è come noi, stordito da domande ossessive che lo assillano e da pensieri e timori che nella testa si mescolano ad un immenso desiderio di vivere.

Come in un quadro di Eugene Delacroix anche il protagonista del brano si fa portavoce di una rivoluzione. Questa però è totalmente personale, e arriva direttamente dal cuore di chi la vive.

Una sorta di rinascita che arriva dalla disperazione per scampare la morte, che può attendere perché alla fine c’è ancora tutta una notte per poter ballare

(Sara Pederzoli)

Dodicianni: 7

 

UNA POESIA CELESTIALE 

Musica elettronica, rNb, urban e un tocco di influenze jazz: un mix perfetto di stili che amalgamandosi danno vita all’identità del collettivo DJSTIVO che ha appena rilasciato il nuovo brano dal titolo “UNA POESIA CELESTIALE”.
Titolo azzeccato considerando le atmosfere sognanti e astrali che caratterizzano la produzione di questo brano.
Da ascoltare in cuffia a occhi chiusi con il rischio di essere trafitti da un raggio abbagliante a proveniente da galassie ancora inesplorate.
(Salvatore Giannavola)

DJSTIVO: 8

 

L’educazione

L’elettronica ermetica, che all’inizio si muove in sottofondo, valorizza le parole in modo tale da farti arrivare il messaggio direttamente in testa. Si muove leggera per poi risalire nel silenzio, con una distorsione che ti allerta quasi come una scossa elettrica, trasformando quel che prima era un flusso di pensieri molto rilassato, in una botta di adrenalina che ti fa venire voglia di ballare.

“L’educazione” di Luca Fol è un perfetto mix di musica e pensieri per combattere la pochezza che ogni giorno siamo abituati ad osservare inermi.

(Filippo Micalizzi)

Luca Fol: 7,5

 

Dietro Casa

Sarà capitato a tutti di tirare fuori un mazzo di chiavi, provare ad aprire una porta, ovviamente scegliendo sempre quella sbagliata, e se questo modo di fare succedesse anche per i sentimenti?

“Dietro Casa”, ha un tono dark, per evidenziare il fatto che le conseguenza delle nostre scelte a volte si vedono solo quando si spengono le luci e la città si addormenta, lasciando parlare solo i pensieri.

Quando proviamo a fuggire da qualcosa, in realtà ce lo stiamo portando dentro, nascosto in mezzo a tutte le nostre fragilità.

(Nicolò Granone)

Yosh Wale: 8-

 

Spine 

Una delle immagini più associate all’idea dell’amore è quella di una rosa: qualcosa di delicato come un petalo, inebriante come il suo profumo, ma al tempo stesso potenzialmente pericoloso come le sue spine. 

Questa analogia viene ripresa da VEE, artista milanese classe ’91 che, dopo un percorso come emcee della scena dancehall italiana, ha deciso di intraprendere una nuova strada artistica. E lo ha fatto con Spine, suo singolo di debutto, che è una raffinata co-produzione R&B con Cristiano Maclovin. 

Attraverso melodie eleganti, la cantante narra quegli attimi in cui sboccia un amore,  desiderabile proprio come un fiore che schiude i suoi petali, ma che, all’occorrenza può anche ferire con le sue spine. Non si sa quando accadrà, ma l’unica certezza è che lascerà un segno profondo, proprio come questo pezzo capace di restare in testa già dal primo ascolto. 

(Aurora Aprile) 

VEE: 8-

 

Neve Nostalgia (Album)

“Neve Nostalgia” è il terzo album del duo Laneve. Un EP composto da 5 tracce che vedono anche la partecipazione di Santo Blue (“Respirare”) e Bleu Smith (“Mille drammi”).

Il duo composto da Giovanni Bartolucci e Patrick Petrillo ha realizzato un album che racchiude in sè diversi stili: si va dal emo-core di “Demoni”, all’rNb di Respirare, passando alle sonorità puramente indie-pop e urban di ”Asimmetria”, “Vino Rosso” e “Mille drammi”.

Un Ep ben prodotto che data la varietà stilistica dei brani che lo compongono, si fa ascoltare con curiosità dalla prima all’ultima traccia: il filo rosso che accomuna i brani è la nostalgia.

(Salvatore Giannavola)

Laneve: 7

 

Upside Down

Quando finisce una relazione capita di prendere due strade diverse e spesso almeno una porta in un altra dimensione, dove tutto è diverso rispetto a come si era immaginato.

I pensieri creano un universo alternativo, dentro al quale è normale sentirsi fuori posto e soli. Con il tempo però capiterà di riuscire ad uscirne, trovando la consapevolezza di vedere il mondo con un nuovo punto di vista, naturale conseguenza dell’essere stati sottosopra.

(Nicolò Granone)

Cena: 7

 

La droga

Si scrive “Droga” si legge “passione”, dice Il pianista indie riguardo al suo nuovo singolo: un viaggio edonista verso un mondo dominato dalle nostre pulsioni interiori e nient’altro. Un po’ come succede quando siamo sotto effetto di sostanze stupefacenti, per cui il mondo ci sembra un posto bellissimo e pieno di ispirazioni, anche quando siamo totalmente lucidi dovremmo provare a ricreare questa esperienza lisergica affinché, quando il nostro tempo sarà finito, potremmo affermare di aver vissuto tutto a pieno. Il pianista indie ci spiega tutto nel suo nuovo brano “La droga”.

(Ilaria Rapa)

Pianista indie: 7,5

 

Quella giusta

In amore bisogna osare, meglio rischiare di cadere piuttosto che aspettare sdraiati a terra, vivendo con la paura di scivolare.

“Non mi conoscevi ed eri lì”, da quel momento ho trovato la felicità e per questo posso dirti solo grazie, chissà come sarebbe stato se avessi tenuto fede alla mia timidezza facendo finta di nulla davanti al mistero dei tuoi occhi.

“Quella giusta” è il momento in cui l’ipotesi diventa scoperta.

(Nicolò Granone)

Vento: 7+

 

STARTER

In questo anno di lockdown anche dei sentimenti, sembrerebbe difficile innamorarsi e ancora di più riuscire a pensare alle parole giuste da dire alla persona che sia ama. Ecco però che in tutta questa aridità, sbuca il fiore di Qualunque e Marta Tenaglia, dal titolo “Starter”. L’urban di Qualunque si mescola alla voce calda e r’n b di Marta Tenaglia, in un dualismo perfetto che somiglia proprio allo yin e allo yang, a quel nero e bianco che fanno parte di due metà che si incastonano perfettamente l’una nell’altra.

(Ilaria Rapa)

Qualunque, Marta Tenaglia: 7,5

 

Ancora un’altra volta

“Mi hai lasciato solo un’altra volta, vorrei dimenticarti ma non posso”

Male e Lorenzo Ciaffi, attraverso la produzione di Pi Greco, con “Ancora un’altra volta” cantano con il cuore in mano le difficoltà e le sofferenze conseguenze dirette di un amore andato in frantumi. Il sound delicato e malinconico accompagna le voci dei due artisti che, nonostante tutte le cicatrici lasciate da questo amore profondo e tossico, chiedono ancora un’altra opportunità per amare, un altro abbraccio, un altro bacio, che non faranno altro che aumentare il dolore acuto che lascerà il ricordo di tutti quei momenti perfetti in cui il resto del mondo non esisteva. Quando il coinvolgimento non è solo fisico, ma anche mentale, è difficile riemergere dal baratro in cui ci ha fatto precipitare un “no”, l’unica cosa che ci fa avere l’impressione di andare avanti è quella di donarsi di nuovo all’altra persona, anche se sappiamo che ci sta solamente usando e che, appena possibile, ci lascerà soli, ancora un’altra volta.

(Margherita Ciandrini)

Male, Lorenzo Ciaffi, Pi Greco: 8,5

 

Tutte le piccole cose

E fa niente se “domani è una sconfitta”, l’importante è aver vicino gli amici, con il quale condividere gioie e dolore. Nell’incertezza del futuro, appoggiarsi sulle spalle di qualcuno che ci conosce bene non è un sintomo di debolezza, ma di maturità emotiva. Ammettere le proprie debolezze, cercando aiuto nell’esperienze degli altri, vuol dire accettare di cadere con la consapevolezza che basta una mano per tirarsi su.

Bisogna promettere a noi stessi di non trascurare le “Tutte le piccole cose” perché sono le uniche che ci indicano la strada per la felicità.

(Nicolò Granone)

welcomeFICO: 7

 

WAXTAPE: I° movimento (Album)

Ceri riconferma tutta la sua potenza “visiva” negli otto pezzi che compongono “Waxtape I° movimento”. Se chiudo gli occhi, percepisco l’aria muoversi, vedo luci strobo, sento movimenti rallentati e la notte che ci porta via, anche sulla sedia da cui scrivo. Un personale club anni ‘90 in cui possiamo sentire quello che vogliamo ed essere ciò che siamo, in una sintesi tra io solo e io e voi, noi, insieme.
“Waxtape” nasce dalla ricerca di un momento di magia, da quell’attimo che Ceri sentiva nei suoi 14 anni a giocare con i suoni, quando bastavano un paio di cuffie, il suo FL Studio crackato e la notte davanti. Era un momento in cui il corpo e la mente si scollegavano e si finiva in quello che il produttore chiama “luogo misterioso”.

“Estate 2021. Un mondo stanco intorno a me appesantiva il mio spirito. Da tempo faticavo a ritrovare quell’attimo misterioso che per tutta la vita mi ha guidato e che mi ha portato sin qui. Poi la cascata: mi sono imbattuto in cassette di vecchie serate in discoteca degli anni ’90, rippate e caricate su YouTube. La porta si era riaperta”, dice lui.

Un attimo che chiunque abbia ascoltato il mixtape ha percepito. Un momento che era difficilissimo da ricreare, ma che Ceri ci ha regalato. Quindi grazie di averci resi complici di questo segreto, di questo non-luogo, di questo non-tempo, che era ben più necessario di quanto credessimo

(Benedetta Fedel)

Ceri: 9

 

Vorrei

“Ho perso tutto quanto, voglio tornare indietro, ho perso tutto quello che dicevi di tenermi stretto”.

C’è un qualcosa che scivola tra le dita, accompagnato dalla consapevolezza che tutto quello che si vorrebbe rimarrà un pensiero urlato al vento. Perché, forse, è troppo tardi e indietro non si può tornare.

La frustrazione viene espressa perfettamente dal genere e dalla “maturità musicale” della rock band veneta, che riesce a far diventare la musica sentimento e viceversa.
In un loop di domande e risposte puntualmente deludenti, si arriva alla soluzione che tutto quello che si vuole non può che rimanere fumo, perché indietro non si può andare, indietro è troppo tardi, si può – si deve – solo guardare avanti.

(Benedetta Fedel)

ADA: 8

 

Sul fortunadrago

“Sul fortunadrago” è un brano indie pop che nasce nel 2021 da un’idea di Alessandro Di Andrea. Un brano che nasce dall’esigenza di voler riuscire a dare forma all’illusione di un amore onirico, ovvero quel tipo di amore che troppo spesso i social ce lo fanno assimilare come verosimilmente possibile in tutta la sua fittizia perfezione.

Talmente perfetto ed idilliaco che a volte preferiamo nasconderci in quella finta realtà per poter immaginare cosa sarebbe potuto essere se avessimo preso determinate scelte, vivendola grazie a un dono che possediamo fin da piccoli: la fantasia.

Una filastrocca per adulti che fa fischiettare e sognare con un sorriso dolce amaro in bocca.

Alessandro Di Andrea: 7,5

 

Vertigine

“Vertigine” è il primo brano degli ERIDE, band indie rock che si presenta al pubblico con un singolo d’esordio credibile e ben prodotto.

Il sound alt-rock si muove lungo una spirale sonora che coinvolge l’ascoltatore in loop “blu” sferzato dalla leggerezza e dall’emotività delle parti cantante che elevano il concept del singolo verso vette emozionali dalle quali è difficile scendere: una piacevole vertigine che ricorda il mood sonoro dei primi Verdena.

(Salvatore Giannavola)

Eride: 7,5

 

Siderno

“Ricordi Siderno i suoi strani dialetti
Ragazze con i culi perfetti
Gli specchi dei lidi affollati
Il sale, i palloni, sgonfiati”

Siderno è il primo singolo di esordio di Nebraska, una canzone firmata Honiro Label e un disco prodotto da Marta Venturini. Siderno è una canzone malinconica, una ballad lenta ma del testo molto significativo. Infatti, il giovanissimo cantante ci parla della sua terra e scendendo più nel particolare della sua città. Siderno significa dolci ricordi, pensieri sfumati e un’infanzia calorosa. Si tratta di tutti quei dettagli che a distanza di anni possono essere raccontati solo attraverso il filtro della malinconia. E Nebraska proprio questo di regala: una canzone morbida e accogliente che esplode nel ritornello.

(Ilaria Cantoni)

Nebraska: 7,5

 

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