“Cliché” è il primo disco di Ziliani e ha un’anima variegata che spazia dall’indie fino al rock, riscoprendo i suoni da discoteca anni 80′, creando così delle situazioni intime e spensierate.
Ogni canzone del disco ha una storia a sè, ma il filo conduttore sembra essere comunque la voglia di libertà, ricercando dei modi utili per sfuggire, con la speranza d’evadere così dalla monotonia.
In “No no, grazie a te” ad esempio questa fuga si mischia con il potere della musica, mentre in “Libertà criminale” serve sbagliare per trovare un senso.
“Cliché” è una tirata d’orecchie ai tormentoni estivi, “Indaco” si rifà alla guerra tra cuore e ragione. Chi si sta riprendendo da una delusione trova conforto in “Come ieri”. “Oh Maria che devo fare” è l’incipit di una serata allegra vissuta al “Civico 37” che magari finisce con qualcosa di vizioso per provare l’emozioni di stare su “Nuvola”.
Dipende dalle situazioni, a volte si a volte no.
Sono più le volte no, forse. Ma mi piace credere che i colpi di fortuna esistano, è più romantico
Se avessi più tempo mi dedicherei al giardinaggio, soprattutto nella cura dei ciliegi. Sono degli alberi pazzeschi. Soprattutto quando sono in fiore.
Da bambino ne avevo uno piantato da mio nonno negli anni 60 quando costruì la casa. Avrei voluto farci una casa sull’albero, ma non l’ho mai fatta. Forse è arrivato il momento per la mia casa sull’albero.
“Libertà criminale” perché alla fine siamo un po’ tutti amanti delle cose pericolose ma non lo vogliamo ammettere. In fin dei conti il pericolo è adrenalina che ci aiuta ad evadere dalla routine della vita.
L’estate è un weekend che ci ha creduto di più si, soprattutto nei colpi di fortuna.
Cambiano le dinamiche, ma la sostanza è sempre quella. Mi piace troppo il palco, mi fa sentire a mio agio.
Sia quando faccio il backliner sia quando faccio quello che canta.
Alla fine sono due realtà completamente diverse è vero ma la bella vibra che mi danno quelle assi di legno, è speciale.
“Come ieri”. Non sono un grande fan dei miei brani, ma quello mi piace davvero. Soprattutto suonarlo. Forse è esattamente per quello che mi fa sentire al sicuro.
A dire il vero, le persone vanno al Bar Franca perché fa parte proprio della routine.
Ed è la parte più bella.
Le hit, perché anche se non ti piacciano ti rimangono in testa.
Le persone che corrono sulla spiaggia con gli auricolari bluetooth.
I ciclisti sulla Gardesana.
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