Cantando la “Madre Teresa” di Didonna | Intervista
L’ultimo singolo di Didonna, giovanissimo artista della provincia di Napoli, parla di un amore ingannevole e pericoloso, della sua “Madre Teresa“.
Se a un primo colpo d’occhio, infatti, la donna descritta dal cantautore pare essere generosa, celestiale e perfetta, si scopre che non è altro che una trappola, che probabilmente ti trascinerà tra le fiamme dell’inferno.
Una donna che tutti aspirano ad avere, ma che si rivela solo una tortuosa strada verso la perdizione.
Didonna in “Madre Teresa” conferma non solo di saper dare forma a storie interessanti, ma anche a produzioni e musiche tutt’altro che scontate.
INTERVISTA A DIDONNA
Ciao DIDONNA, come stai? Il 9 luglio è uscito il tuo brano, “Madre Teresa”. Questa lei di cui parli nella canzone sembra essere una donna assai pericolosa, una che, almeno all’apparenza, può sembrare buona e generosa, come il suo nome suggerisce, ma che in realtà ti inganna e ti porta verso la perdizione. Come è nata questa immagine?
Ciao ragazzi, sto bene, e sono davvero felice di potervi incontrare. Vedo, che il messaggio della mia “Madre Teresa” sia stato ben masticato, anche da voi.
La donna che metto in scena, attraverso il mio singolo, è il simbolo dell’inganno. Inizialmente la mia “Madre Teresa” si presenta come un angelo. Lei è la personificazione della salvezza e della redenzione, della cura e dell’amore puro e viscerale. Ben presto, però, questa magica facciata si sgretola davanti ai nostri occhi, lasciando sgomento e tristezza, portando persino all’ossessione.
“Madre Teresa” si tramuta dunque in un demone, che illude ed inganna, che accarezza ed abbraccia – schernendo chiunque di lei abbia bisogno. Io e Lele, il produttore di questo singolo – nonché mio amico -, abbiamo pensato al nome del singolo, “Madre Teresa”, in un flusso creativo che ha visto un susseguirsi di immagini che ben ritraevano l’idea che volevamo trasmettere. Tra bellezza ed inganno, magia e illusorie fantasie, la donna che ritraiamo ha, all’apparenza, i tratti compassionevoli e gentili di una “Madre Teresa”, facendo riferimento alla Madre Teresa di Calcutta.
Le sue movenze, eleganti e leggere, ben ci ricordano le sensazioni suscitate dalla donna ritratta da Leonardo Da Vinci, “La Gioconda”. Nello sguardo inchiodante e disinteressato della nostra “Madre Teresa”, che pare nulla voglia attrarre né trattenere, si cela un profondo e lacerante inganno. Da questa menzogna nasce e si stagna la perdizione, di chiunque creda o abbia creduto a questa donna, la cui immagine s’incenerisce dinanzi ai nostri occhi.
Ti è capitato di vivere in prima persona una “Madre Teresa”?
Io ho vissuto in prima persona questo amore lacerante; è in questa mia esperienza che si cristallizza l’immagine di questa donna angelica e magnanima – che pare farci ritornare ad uno stato primordiale del nostro “sentire”.
Hai presente quando ti ripeti di non aver mai provato “qualcosa” che sia simile a quello che provi – in un istante ben preciso? Ecco, questa è la mia “Madre Teresa”, la stessa che ci restituisce alla vita, attraverso l’amore. Colei che ci riporta sotto terra, trasformando l’amore in odio e ossessione. “Madre Teresa” è rinascita e morte.
Come hai già anticipato, nella cover art avete scelto di rappresentare “La Gioconda” di Da Vinci tra le fiamme, coerentemente, perché chi meglio di lei ti guarda e ti inganna? Come ti è venuto in mente il riferimento artistico?
“La Monnalisa” di Leonardo Da Vinci, difatti, ben ha rappresentato, sin dal primo istante, un riferimento artistico più che azzeccato. Io e Lele abbiamo immediatamente pensato alla donna dipinta da Leonardo, riferendoci specialmente al suo sguardo docile ed apparentemente disinteressato, ma così penetrante ed avvolgente da essere indecifrabile. Nell’immagine de “La Gioconda” ben si celebrano tutti gli ideali che rendono la donna che cantiamo: “Madre Teresa” è bellissima ed elegante, e tutti ispira per la sua delicatezza. Lei è una donna da raggiungere o emulare; tutti desiderano toccarla ed accarezzarne l’anima. L’inganno, tuttavia, genera le fiamme nelle quali la nostra “Madre Teresa” si sgretola, assieme ai suoi finti valori. I suoi colori si sciolgono e le sue menzogne nutrono un incendio che pare non volersi arrestare. “Madre Teresa” è, infine, cenere, che si posa sulle ferite, e addolcisce la perdizione.
Il tema dell’amore e della morte sono molto legati nel tuo pezzo, tant’è che si ripete: “E voleva morire per me”. Parliamone.
L’amore di cui io Lele parliamo in questo singolo è un sentimento viscerale ed incontrollato. L’uomo, accarezzato dalla nostra “Madre Teresa” e cullato dalle sue menzogne, perde la ragione, e lascia spazio, nel suo cuore e nella sua testa, all’immagine della donna, unicamente. Lui morirebbe per lei, tra le sue stesse fiamme; sceglierebbe di salvare lei, anziché salvare ciò che resta di lui. Lei, d’altro canto, mente – dicendo di potersi sacrificare per quest’amore fasullo. Da qui viene la domanda, che rimbombava incessantemente nella mia produzione, “sei pronta a morire per me?”. Sembra quasi che questa domanda voglia sfidare la nostra “Madre Teresa”; in realtà trattasi unicamente dell’ennesima triste constatazione e definizione di un amore tossico e dilaniante.
Com’è stato collaborare con LELE?
Lele è il produttore di “Madre Teresa”. Lele è il mio producer, e con lui ho collaborato e collaborerò ancora. La nostra unione è inspiegabile poiché è una sincronia ed una simbiosi che ben si esplica proprio nei toni che entrambi mettiamo in scena nella struttura del nostro brano. Trentasei ore di full immersion creativa hanno caratterizzato la nascita di questo pezzo. Nel corso di queste ore, io e Lele abbiamo avuto modo di viverci e conoscerci attraverso la musica, il nostro imperativo. Abbiamo condiviso i nostri spazi e, con essi, le nostre personalità e tutte le sensazioni che c’attraversavano incessantemente. “Madre Teresa” è figlia di un piacevole lavoro di ricerca che non ha mai visto una reale scaletta; “Madre Teresa” è un flusso percepito e assecondato, capito ed ascoltato. Ogni tassello creativo ha portato, pian piano, ad un puzzle nitido e definito, non casuale e non adattato. “Madre Teresa” è nostra, in tutto e per tutto.
Musicalmente, “Madre Teresa” è una continua sorpresa, cambia repentinamente e ti presenta elementi che non ti aspettavi affatto (come l’assolo di sassofono). Come avete pensato alla struttura della canzone?
“Madre Teresa”, come affermato precedentemente, segue le note delle nostre percezioni: flusso creativo, produzione e scrittura sono state fasi costantemente interconnesse per noi. Anche questo ci ha portato a definire, passo dopo passo, l’inserimento di note e accorgimenti che ben accogliessero e vestissero il vestito che stavamo creando per la nostra protagonista. Da questo, infatti, nasce l’idea di Lele d’inserire l’assolo di un sassofono. In quel preciso istante lui ha sentito l’esigenza di esprimere ciò che sentiva proprio con un sassofono – come a coronare un suono ed abbagliarlo perfettamente. Abbiamo chiamato, dunque, Cristiano Stocchetti – un sassofonista di Napoli – che ha prodotto per noi quel suono unico, che ha donato al nostro pezzo un colore in più.
Sei soddisfatto del tuo progetto?
Sono molto felice di quanto abbia suscitato e continui ancora a dare “Madre Teresa”, a me e ai suoi ascoltatori. Sono certo che la soddisfazione sia una sensazione che ha caratterizzato la creazione di questo singolo proprio poiché abbiamo dato voce a esperienze e sensazioni.
Tuttavia, non voglio smettere di imparare e crescere, attraverso nuove esperienze; in questo senso, non mi dirò mai soddisfatto. Ugualmente posso affermare per il mio produttore, Lele, il quale trova nelle esperienze la materia prima per generare la sua musica.
Sono felice degli intrecci che si sono creati tra di noi e tra la nostra musica. Credo che questo percorso, attraverso il quale mi sto scoprendo, formerò anche la mia identità musicale, andando ad affinare e limare quelli che sono i miei tratti caratteristici, accarezzandoli tutti. Già da settembre torneremo con nuovi progetti e contiamo di fare ancora di più, in una scia creativa nella quale vogliamo coinvolgere il pubblico.
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