PH: Nahele Caneva

Brezzy Bruce: “So che non è facile scrivere nel margine” | Intervista

Ti ho scritto ti amo anche se non ho spazio, ad amarsi ci vuole coraggio

Ogni relazione ci porta via tempo, memoria, sogni ed esperienze, nonostante questo, capita spesso di dimenticarsi del dolore passato per conoscere nuove persone, con la speranza di riuscire a trovare proprio quella che ci soddisfa al cento per cento.

Brezzy Bruce si spinge oltre a quello che c’è stato, buttandosi al di là del margine di sicurezza, nell’attesa di guarire da vecchie ferite con il coraggio di chi non ha paura di rimettere il proprio cuore in situazioni pericolose.

Immaginiamoci di tenere traccia di tutti i nostri incontri, prendere appunti per auto consigliarci sentimentalmente, ecco, sono sicuro che una parte di noi rimarrà sempre delusa, provando la mancanza di qualcosa che, forse, alla fine, neanche esiste.

Quante parole possono servire per descrivere l’amore? Probabilmente non esiste neanche una risposta a questa domanda, anche se lo sappiamo cerchiamo sempre di scrivere  qualcosa per arrivare ad un finale migliore.

INTERVISTANDO BREZZY BRUCE

C’è sempre spazio per una seconda possibilità?

In altri contesti ho avuto più di una possibilità, nella mia vita mi è stato tolto tanto, quindi credo nelle seconde possibilità e nelle rivincite. 

In amore invece, sono io che fatico a darmi delle seconde possibilità, perché sono emotivamente “rotto” e fatico a concedere me stesso ad un’altra persona, se dovesse capitare è perché chi ho di fronte ha una certa presa sulla mia testa.

Quanto è difficile scrivere i propri pensieri e trasformare il vissuto in una canzone?

È soggettivo, per me è naturale raccontare il mio vissuto in un brano, poi ovviamente al pubblico racconto solo ciò che voglio fare sapere o esperienze in cui chi ascolta ci si possa rivedere. Anche il linguaggio utilizzato mi piace che sia semplice e ricco di immagini e di figure retoriche che mi facilitano l’esternazione di emozioni che difficilmente riuscirei a esprimere.

Il futuro funziona a seconda del passato?

Il passato fa di te ciò che sei ora, ma è il futuro a influenzare come il presente venga gestito, cioè tu sei la somma di tutte le tue esperienze, ma la quotidianità la vivi in funzione delle aspettative che hai.

PH: Nahele Caneva

Gli artisti interpretano la realtà con una diversa sensibilità?

Ogni artista ha il suo linguaggio e il suo modo di esternare le proprie emozioni e il proprio vissuto.

Ci sono artisti che mi hanno ispirato e che mi ispirano quotidianamente. Tante volte il pubblico da per scontato che la sensibilità sia solo l’amore o qualcosa di malinconico, ma per come la vedo io la sensibilità è ovunque, anche nei testi più crudi.

L’amore è un atto d’inconsapevole coraggio?

Assolutamente si. Amare è l’atto di coraggio più grande che due persone posso fare, perché stai regalando tutto ciò che sei e che hai ad un’altra persona incondizionatamente.

PH: Nahele Caneva

Lasciarsi nel weekend è più faticoso?

Sia per la testa che per il fegato.

Dopo la fine di una storia il gin tonic del weekend ha un sapore diverso.

Stai lavorando ad un EP, Lovebot, che uscirà prossimamente. Hai superato dei limiti per lavorare a questo progetto?

Potrei stare a raccontare mille favole, ma Lovebot nasce per scommessa con un mio collaboratore. Strumentali, testi, mix e master sono stati fatti in 9 giorni. I testi sono stati scritti tutti di getto senza correzioni, evidentemente avevo tante di quelle emozioni da buttare giù che mi ha permesso di vincere la scommessa in modo del tutto naturale.

È un progetto fatto di pancia, ed è stato talmente naturale fare tutto, che non so dirti se inconsciamente abbia superato dei limiti, secondo me no, perché ad oggi sono ancora pieno di fantasmi in testa.