New Indie Italia Music Week #207

New Indie Italia Music Week #207

“Panico! Non farti prendere dal panico. Pure quando tutto cade giù. Chiudi gli occhi e tienimi la mano. Sorridi e respira piano” (Ghali)

E no, non è il momento di mollare la presa. O meglio, potresti anche mollarla e forse avresti tutte le ragioni per farlo; ma una cosa è certa, non abbandonare la presa sul mondo. Afferra ogni appiglio che ti si presenterà lungo il percorso e circondati di ciò che ti fa stare bene.

Degli amici, della natura, della musica!

Sorridi e respira piano aspettando nuova linfa vitale, ascoltando i migliori nuovi brani #IndieItalia scelti e recensiti dalla redazione!

Hotel esistenza (Album)

“Hotel Eistenza” è il settimo album dei Fast Animals and Slow Kids, un progetto ambizioso che trasforma la musica in uno spazio fisico. Le undici tracce, dalla potente “Una Vita Normale” alla provocatoria “Dimmi Solo Se Verrai all’Inferno”, dipingono stanze e corridoi dove si mescolano storie personali e influenze musicali variegate. Il lavoro di produzione, curato insieme a Giovanni Pallotti, crea un viaggio sonoro tra passato e presente, tra il punk delle origini e ballate più mature. Ogni brano riflette la coerenza della band, che non ha mai tradito il proprio spirito. Un disco personale e universale, destinato a coinvolgere chiunque decida di soggiornare nel loro “hotel”.

Fast Animals and Slow Kids: 8

Volevo fosse per sempre

Keezy e Pevecic insieme formano i Liceo paranoia. “Volevo fosse per sempre” è il loro ultimo singolo, disponibile dal 25 ottobre su tutte le piattaforme. Il brano esprime quella vogliadi fissare nel tempo la giovinezza. Quel momento in cui tra mille peripezie si è in equilibrio con i propri amici, ci si ritrova nello stesso punto e si è semplicemente ragazzi. Poi le cose cambiano, la vita va avanti e “chissà se ora quella panchina si chiede dove siam finiti tutti”. La melodia ha un sound elettronico, il testo è indie-pop e questo gruppo è fresco, sincero e nostalgico. “Volevo fosse per sempre” è il brano perfetto per chi sta affrontando un grosso cambiamento e ha paura di lasciarsi tutto alle spalle.

(Greta Karol Nesci)

Liceo paranoia: 9

Dottore

Dedo è un cantautore romano di 22 anni. “Dottore” è il suo nuovo singolo, disponibile su tutte le piattaforme dal 25 ottobre. Nonostante la giovane età, riesce a descrivere quella sensazione di pace e completamento che si riesce a provare solo con un’altra persona. “Dal nulla notai che questa città se tu non ci sei è viva a metà”: questa citazione lo esprime bene. La melodia è indie pop e il testo è carico di riferimenti alla vita quotidiana. Il brano è emblema di una generazione di giovani che, seppur sommersa dalla frenesia di questo tempo, riesce a vivere i propri sentimenti.

(Greta Karol Nesci)

Dedo:8,5

Tutto bene

Il nuovo singolo di Han è disponibile dal 24 ottobre su tutte le piattaforme. Si intitola “Tutto bene” . E’ un’immersione profonda nell’interiorità dell’artista, nel suo percepire se stessa e il suo modo di approcciarsi alla vita. “Tutto bene” è la classica risposta che le persone vogliono sentirsi dire; la patina sotto cui si nascondono problemi, insicurezze e situazioni da risolvere. Il brano di Han analizza tutto questo in chiave pop con tendenze dark e lo-fi. Han è una cantautrice con un sound davvero particolare. Di recente ha anche partecipato ai tour di artisti come Cigarettes after sex e Bonomo. “Tutto bene” è la scelta giusta per chi ha voglia di riflettere sulla propria interiorità ascoltando non pezzi strappalacrime pieni di virtuosismi tecnici, ma melodie pop fresche e tristi allo stesso tempo.

(Greta Karol Nesci)

Han:7,5

Il Canto dell’Asino (Album)

Si potrebbe definire come un ritratto introspettivo dell’artista Luca Galizia, alias Generic Animal: il suo nuovo album “Il Canto dell’Asino” celebra l’ingresso nell’età adulta con un inno ai suoi vent’anni in maniera sia ironica che malinconia. Con il tocco visionario di Yakamoto Kotzuga, Generic riesce a dare vita ad un sound che oscilla tra R&B cupo, cantautorato italiano e rock, abbracciando un’estetica fiabesca e distopica, come una graphic novel musicale in cui ogni brano rappresenta una scena di vita. Una fotografia cruda e sincera del passaggio verso una nuova consapevolezza di sé.

(Ilaria Rapa)

Generic Animal: 8,5

Vogliono essere me

Una M¥SS a tutto pepe, che si esprime con lo stile che la contraddistingue dagli esordi: senza filtri, sospeso fra reale e fittizio. Si misura qui con un croccante beat baile funk, con colpo di scena finale fidget house, senza tenersi un cecio in bocca.

Una canzone-manifesto che svela il punto di vista di M¥SS su un certo tipo di ambiente musicale che trasforma la spinta artistica in un mero prodotto commerciale. Il tutto come sempre masticato dalla lingua tagliente di M¥SS e restituito con colori saturi e ironia quanto basta.

Nella performance proposta dal videoclip, la diva mascherata amante da sempre delle provocazioni, diventa essa stessa un piatto da portata, di cui tutti gli invitati al banchetto sono chiamati a nutrirsi. Una chiara allegoria di quello che il testo del singolo esprime: il corpo di M¥SS, che ne rappresenta il prodotto artistico, viene mangiato dai presenti, che se ne impossessano al punto tale da renderlo letteralmente parte di loro. Il tutto avviene in uno spazio performativo, una galleria d’arte, dove ogni cosa è concessa.

M¥SS KETA: 7,5

Acqua con le dita

È più dolce la nostalgia o l’attesa dell’estate? Stefano Costantini, alias COSTA, esplora proprio questa malinconia resa ancora più poetica attraverso un sound fresco. In “Acqua con le dita” l’artista riesce ad unire introspezione e leggerezza. L’atmosfera è leggera eppure profondamente evocativa, come un ricordo che si fa mare, intriso di speranza e pazienza, con un’attesa che è poetica quanto il viaggio stesso.

(Ilaria Rapa)

COSTA: 8

HANGOVER

Un inno psichedelico che celebra il tormentato rituale del “giorno dopo”, trasformandolo in una missione per ritrovare sé stessi. Con una fusione di krautrock e psichedelia, COOPER AND THE NIGHT OWLS ci porta in un viaggio musicale denso e pulsante che riflette l’euforia e il disorientamento da “Hangover”. Il ritmo incalzante fa da cornice perfetta a questa “sbornia cosmica”, una sorta di trance sonora che porta a esplorare la propria interiorità con spirito ribelle e trascendente, in un universo sonoro tanto caotico quanto affascinante.

Cooper and the Night Owls: 8

I Muri delle case

I muri delle case” è il nuovo singolo di Livrea.
Il brano racconta in modo realistico episodi tratti dalla vita familiare, momenti nascosti e intimamente protetti. Il legame che viene messo in evidenza è un rapporto profondo tra due persone nascoste, due outsider, due cani sciolti. “I muri delle case” si fanno scudo per proteggere dalle malelingue e dagli occhi indiscreti. L’amore fraterno diventa tenerezza curativa, soprattutto nella parte del ritornello in cui si intravede una via d’uscita nel momento in cui il dolore si dirada e lascia spazio ad una sottile nostalgia. La profondità di questo legame si percepisce anche dal sound viscerale; il ritmo tribale delle batterie, i pattern dei synth e la voce in primo piano rendono il brano piacevolmente frastornante, come un incantesimo.

Livrea: 7

Trittaralla

Carlo Amleto torna con una nuovo singolo, Trittaralla.

Trittaralla è un vocabolo inventato, un suono privo di significato concreto, che danza nell’aria come un’idea libera. Rappresenta l’assurdo e l’irrazionale, lontano da ogni logica, riflettendo la bellezza del puro suono. Uno strano scioglilingua per sciogliere ogni tensione, ogni blocco, per ballare senza pensare a nulla.

Carlo Amleto: 7

Scegli con cura

Una voce che muta insieme agli stati d’animo, incarnandoli perfettamente in una canzone. Come la nostra, di voce, si spezza, poi evolve mentre iniziamo a credere in noi stessi e dichiariamo di avere le “spalle larghe”. O diventa cavernosa di rabbia per gli errori commessi.
Irene osa tantissimo e riesce. Ascoltare “Scegli con cura” ci prende parola dopo parola. Vogliamo sapere cosa ha spezzato e ricostruito il suo cuore, o semplicemente seguire il processo emotivo. E il dimenticarci e ricordarci, istante per istante, che stiamo ascoltando una canzone, rivela quanto l’esercizio intimo/stilistico ha funzionato.
Il ripetuto “mi fa male tutto” poi, è confidenziale e avvicina incredibilmente al messaggio e all’anima della cantautrice.

(Stefano Giannetti)

Irene Buselli: 8

Self care

È un dolce mantra. Lo dimostrano non solo le poche parole in inglese, come in codice, ripetute. Ma anche la voce lieve che accompagna, che consiglia e rilassa. Una sorta di ASMR, però per restare svegli e vivere appieno la lentezza, il momento per sé. Per accorgersi che il tempo può aspettarci. Il presente può aspettarci, se guardiamo esso e non ci abbattiamo a cercare di vedere un futuro che ci sembra in disaccordo coi nostri obiettivi. O se non ci arrovelliamo nei rimorsi e nei rimpianti del passato.
“Sembra di aver perso il momento”, ma non è proprio così. Pensare a curarci dentro perché è il nostro corpo il vero mondo, non come quello esterno “piccolo ma profondo”, in cui riusciremo a non cadere dentro. Se impariamo ad abitare in quello più grande. In noi.

(Stefano Giannetti)

Palmaria: 8

Poi rinascere (Album)

“Poi Rinascere” è un disco che parla di imprevedibilità, di eventi positivi e negativi che si susseguono in una ciclicità che non dipende dalla nostra volontà di agire.
Il nuovo album degli Atlante ci invita ad abbracciare l’imprevedibilità, a trovare forza nella rinascita e a celebrare la bellezza che emerge anche nei momenti più bui. Ci ricordano che la vita
è un continuo fluire, e che è proprio nell’accettazione del cambiamento e del fatto che nulla è permanente che troviamo la vera libertà.

“Cercare di migliorare se stessi e il mondo circostante deve essere un obbiettivo primario nella vita di una persona. Sono invece le conseguenze e le emozioni che ne derivano ad essere la parte
dell’esperienza vincolante, non mutabile”.

Ne è esempio lampante il brano “Primavera” brano che racchiude dentro di se proprio il tema perno dell’intero disco. “Non importa quanto la si possa cercare, desiderare o evitare, ad un certo
punto dell’anno lei arriva e tutto rinasce”. Questo disco in particolare si vuole focalizzare sulla rinascita, sul bello intrinseco delle cose, sulla gioia di riscoprire la vita.
Gli arrangiamenti ricalcano i ritmi serrati e i suoni sintetici della città: il traffico, le fabbriche, il calendario e le scadenze. Una trama costante di percussioni scandisce ritmicamente le tracce, Le
esplosioni più industriali e techno vengono spezzate da momenti di apertura con armonie emotive che pitturano paesaggi sconfinati.
Il contrasto tra città e natura, tra il cemento e il verde, è la costante sonora dell’intero disco.

Altante: 8

Posti Vuoti

Il duo milanese Coma_Cose torna a far parlare di sé con il nuovo singolo “Posti Vuoti”, un brano che richiama pienamente le atmosfere autunnali.
Il groove energetico del basso ci trasporta immediatamente nel mood malinconico del brano ed attraversiamo un viaggio verso la nostalgia e la solitudine.
Il brano affronta temi potenti e significativi, temi che ormai tutti possono sentire vicini: solitudine, vuoto interiore, alienazione e posti desolati.
La ricerca di qualcuno nei posti vuoti diventa un obiettivo interiore, un tentativo di riempire quel vuoto.
“Posti vuoti e ti vengo a cercare nei posti vuoti…/ Dentro siamo posti vuoti in attesa di una verità.” Il finale lascia aperta la porta alla speranza di provare ad alleviare il dolore, di ricostruire qualcosa di perduto, di trovare appunto un qualcuno o un qualcosa.
“Posti Vuoti” è un brano che ci fa emozionare, confermando ancora una volta la grandissima bravura dei Coma_Cose nel raccontare storie universali attraverso la loro musica.
(Benedetta Rubini)

Coma_Cose:9

Portami Via

Siamo pronti a farci portare via attraversando un viaggio emotivo attraverso il significato più profondo dell’amore? L’amore di cui parla Lucrezia è un amore salvifico, che è capace di liberarci dalle gabbie della sofferenza e della violenza.
Se amiamo davvero una persona dobbiamo liberarla e lasciarla libera, senza oppressioni e prigionie.
Il testo esplora proprio il concetto di essere in gabbia in tutte le sue forme, la cantante però ci parla di un amore in senso molto ampio, non si limita a riferirsi agli esseri umani, ma include anche gli animali nella sua riflessione.
Il brano si apre con una forte immagine evocativa e ci suggerisce che spesso le cose belle e semplici sono fugaci. “ Adesso che i locali piangono e le gelaterie si sciolgono.”
“Portami Via” ci colpisce con la sua sincerità e capacità di toccare corde emotive profonde.
(Benedetta Rubini)

Lucrezia: 8

Fuochi Per La Festa Del Paese

Lo Straniero attraverso una lente personale e intima ci racconta una storia, ci fa un vivido e malinconico dipinto di una famiglia che per provare a trovare la fortuna si sposta da un luogo all’altro.
“Lui di sera un lupo si mangiava, la madre sulla sedia piangeva.” Disperazione e lotta per vita, oggi sono ancora presenti in alcune realtà, il brano ci parla proprio delle difficoltà e speranze di chi è costretto a vivere ai margini della società.
Tutto questo all’interno di una sonorità sperimentale, che mescola la dance ambient elettronica con elementi del cantautorato italiano.
Il singolo arricchisce il panorama musicale italiano offrendo allo stesso tempo una riflessione profonda

(Benedetta Rubini)

Lo Straniero:7,5

non mi scorderò mai

Peter White ci regala il nuovo singolo Non mi scorderò mai, un titolo che sembra quasi un promemoria per evitare di dimenticare quei ricordi che proprio non vogliamo cancellare, anche se a volte si incastrano in testa come un vecchio jingle pubblicitario. Il brano, infatti, non si limita a sussurrare amore e nostalgia, ma tira fuori un’attaccatura a quei momenti indimenticabili che inevitabilmente finiscono per colorare la nostra vita.
In un mix di passioni, rimpianti e una buona dose di gratitudine, Peter dà voce al desiderio universale di trattenere quei flash di vita vissuta insieme a una persona speciale. Ogni verso è una piccola cartolina emotiva, tanto che sembra quasi di sfogliare un album di ricordi mentre lui canta. La narrazione è così ben costruita che, senza accorgercene, ci ritroviamo anche noi a fare la conta dei nostri momenti irripetibili, con un po’ di ironia e, forse, un pizzico di malinconia.

(Andrei Lepadat)

Peter White: 9

Zenzero

Zenzero è una canzone di pop cantautorale che oscilla tra l’ironia e il bruciore di stomaco: Dente e Colapesce cantano di quegli amori che scaldano, più per acidità che per passione, immersi in un mondo dove le “perle” televisive e le catastrofi, grandi e piccole, fanno da sottofondo. n questo brano, Dente ospita Colapesce in un featuring che sembra il culmine di un lungo sodalizio: un decennio di amicizia e canzoni su cui aleggia l’ombra dei grandi maestri. Dopo essersi fatti largo tra il pubblico con dischi dall’inconfondibile tenerezza vintage, i due finalmente collaborano per la prima (e unica) volta. Con Zenzero, i due cantautori rinnovano il piacere di fare i conti col proprio tempo e, ovviamente, con un pizzico di amarezza.

(Andrei Lepadat)

Dente, Colapesce: 8,5

Chissà

La voce dolce e incantevole di Ditonellapiaga apre Chissà, il nuovo singolo in collaborazione con Willie Peyote, un vero tira e molla tra Ditonellapiaga e Willie Peyote che ci porta dritti dentro le montagne russe delle emozioni post-rottura, dove tra un “chissà” e l’altro ci si chiede chi davvero abbia avuto l’ultima parola. Ditonellapiaga si cala nel ruolo di nostalgica dell’amore perduto, mentre Willie Peyote, fedele alla sua ironia caustica, ci ricorda che la disillusione è sempre dietro l’angolo. Il risultato? Un ritratto onesto e spietato di un sentimento complicato che tutti, prima o poi, abbiamo assaporato. Chissà segna un capitolo nuovo per entrambi, che dimostrano, ancora una volta, di saper cambiare pelle con la stessa disinvoltura con cui cambiano genere musicale.

(Andrei Lepadat)

Willie Peyote, Ditonellapiaga: 9

Cowboy 

Oltre a Chissà, Willie Peyote ci sorprende con il nuovo singolo inedito Cowboy, un brano che svela una dimensione più profonda del suo percorso artistico attraverso riflessioni intime e personali. Qui, l’artista mostra il suo lato vulnerabile, esplorando il presente con una nota di malinconia e sincerità. Cowboy diventa un viaggio nel labirinto dell’identità, dove Peyote ammette di non essere proprio come appare. Tra battute sugli accenti e le differenze culturali, si interroga sul nostro essere, quasi come se fossimo solo il prodotto del contesto in cui viviamo. Mentre riflette su chi scrive la storia e la vera natura degli eroi, si rende conto che, in fin dei conti, siamo tutti un po’ schiavi di meme e delle tendenze. Insomma, il brano è un mix di introspezione e ironia, che mette in luce quanto siamo influenzati dalla vita che ci circonda, mantenendo sempre uno sguardo divertito sul lato comico delle nostre esistenze.

(Andrei Lepadat)

Willie Peyote: 9 

Ascoltare gli alberi

La canzone “Ascoltare gli alberi” è stata scritta da Vasco Brondi per i titoli di coda del film  “Fiore Mio” in uscita il 25 novembre, che rappresenta l’esordio alla regia dell’amico fraterno Paolo Cognetti.

«È una canzone che ho scritto e registrato nel rifugio di Paolo e nei luoghi in cui sono avvenute tutte le riprese. La prima idea mi è proprio venuta mentre camminavo lì, un anno prima che questa canzone servisse. Si era manifestata mentre seduto vicino a un torrente lo ascoltavo scorrere e ascoltavo il vento tra gli alberi e mi sembrava di capire qualcosa di più dei misteri delle nostre esistenze  – racconta Vasco Brondi a proposito del brano “Ascoltare gli alberi” – Dentro c’è il pensiero di Thoureau, ci sono i libri di Stefano Mancuso e ore e giorni che ho passato negli ultimi anni in mezzo ai boschi, camminando o rimanendo fermo immobile»

Vasco Brondi: 7,5

Bersagli

Soli, resteremo da soli e con gli occhi stanchi persi nel buio. Guarderemo il branco che corre ammassato che ci supera correndo. Noi resteremo lì, fermi ed impassibili, ammirando il panorama fatto di polvere di sabbia e nebbia fitta. La colonna sonora avrà le note dell’incipit, malinconica ed un po’ strampalata. Sembrerà uno di quei film comici anni ‘40 dove non si parla e ci si guarda intensamente.
La nostra vita a trent’anni sarà questa. Sbanderemo con la macchina cercando la giusta direzione con una bussola non calibrata e, al posto del nord, sceglieremo l’ovest. E in questo momento cambierà la colonna sonora e le note non saranno più malinconiche ma nuove ed irregolari proprio come vuole l’it-pop.
Una moralità della comicità, se sempre esiste, ci riderebbe in faccia.

(Viola Santoro)

Perenne: 8,5

Cosa non va?

“Sei scappata con i tuoi incubi”, correndo via da qualcosa che non voleva lasciarti respirare.
In mezzo a mille volti e sorrisi di convenienza ti sei trovata così tra la folla che corre e che non ti fa vedere l’orizzonte. Persa ed impaurita in una società che chiede sempre di più tu sei lì, ferma, inerme, e con gli occhi pieni d’acqua. Sarà la pioggia? Sarà il tuo umore? Non lo sappiamo e va bene così, preferisci coprirti con l’ombrello.
Pensi spesso di poterti liberare di quegli incubi che non ti fanno dormire e che ti fanno svegliare la mattina con la testa sotto il cuscino. Un giorno non succederà più e manco te ne accorgerai.
Ma gli altri ti chiederanno sempre cos’è che non va e tu non saprai rispondere altro se non con un semplice: “tutto bene”.
Sonorità indie e un sound elettronico distintivo, un mix perfetto con la voce del duo.

(Viola Santoro)

Corso Italia: 8

Farla facile

“Farla Facile” ci riporta immediatamente negli anni Ottanta, con un sound che fonde funk e indie pop, disco dance e cantautorato italiano. Percepiamo una grande nostalgia nei confronti del passato. Di un passato che è sia il ricordo di un momento trascorso, e ora rielaborato, sia l’intuizione di un tempo mai vissuto.
Il singolo parla di quando ci sentiamo un po’ distaccati da noi stessi (“mi sento un po’ troppo spesso altrove” / “è che a volte non mi sento più in me”) e ci guardiamo da lontano.
Anna and Vulkan condivide in questo brano la sensazione di apatia che ha provato in un determinato periodo, probabilmente durante la pandemia, associata a una grande fatica a provare emozioni e alla tendenza a ergere muri di autodifesa nei confronti degli altri.
Cerca ora di ritrovare se stessa in questa malinconia ballabile, stendendo una pennellata poetica su una tela preparata anni fa.

(Giulia Silvestri)

Anna and Vulkan:9

Sei minuti

Tornare al guscio, perché fuori è freddo. Svegliarsi in una mattina bianca, guardarla in faccia e sapere di dover uscire lo stesso. Lei dorme, si alzerà più tardi e arriverà dopo di te. Contare gli attimi, le macchine in coda in tangenziale, le stronzate del capo e tutte quelle cose subite quotidianamente da chi non vuole una vita normale. E poi tornare a casa. Finalmente tornare. “Sei minuti” è tutto questo. È il tempo prima di uscire per poterla salutare, “per trattenere un po’ di calore”, per guardarsi negli occhi un’ultima volta. È il sentimento di perdita costante che si aggira fra le nostre vite. È il guscio per un desiderato eterno ritorno.

Livrizzi: 7,5

La stessa cosa insieme

Facciamo “La stessa cosa insieme”.
Sulla scia elettronica inaugurata dal singolo “Passo dopo passo”, tornano i Delicatoni con un nuovo brano, che anticipa “Delicatronic”, il progetto musicale che uscirà a breve.
Dopo un momento di dialogo tra diverse sonorità alla ricerca della giusta armonia, ci ritroviamo su una navicella spaziale che fluttua nello spazio e si muove seguendo lo stesso incalzante ritmo. È la rappresentazione di una creazione fatta insieme, che viene eseguita incorporando ciò che rende dissimili e trovando una strada comune. Una danza universale che coinvolge tutte le persone perché alla fine si condivide sicuramente una cosa: la vita. Il ciclo vitale che si ripete, che viene qui trasmesso attraverso una musica ripetitiva, che assume le sembianze di una formula rituale.
Ascoltando il brano partecipiamo infatti a un rito. Un rito estatico per uscire dal nostro sé, dalla nostra individualità, fino a sentirci permeati da un senso di appartenenza e comunanza, che assottiglia le differenze e ci lega l’un l’altro. Impariamo a stare bene insieme, perché alla fine “quando balliamo la stessa musica siamo la stessa cosa”.

(Giulia Silvestri)

Delicatoni:9

Piramide

“Piramide” è un brano disincantato e senza veli, che, su un sound opaco e ruvido, condanna l’umanità, che con la sua tendenza alla prevaricazione, non può che autodistruggersi. I post nebbia, con il loro mood underground e il gusto per il rock anglosassone, ci regalano un racconto satirico, in cui lo sguardo è rivolto verso la nostra contemporaneità e, in particolare, la corruzione e la presunzione che la pervadono.
“Vuoi salire in cima alla piramide”
Con ironia si rivolgono a un personaggio fittizio, che potrebbe benissimo essere un leader politico dotato di carisma e compiacenza, che vuole imporsi come autorità a priori. Oltre che a fare allusione a determinati personaggi politici e non di oggi, viene qui rappresentata in generale l’inclinazione umana a superare i propri limiti, a desiderare sempre di più, a voler a tutti i costi avere in mano il potere e dominare.
Ma cosa succede se togliamo i mattoni che compongono la piramide? Una costruzione apparentemente così perfetta crollerebbe in un istante. Anche chi ha combattuto per raggiungere il vertice di questa perderebbe la propria posizione.
Questo brano incarna dunque la consapevolezza della nostra generazione sul futuro che ci aspetta: questa conquista sfrenata ci condurrà al declino.

(Giulia Silvestri)

Post nebbia: 8,5

Ovvio

L’ovvio è l’emblema di chi, pur di dire la sua, alla fine della corsa avrebbe voluto sapere come sarebbero andate le cose se non avesse fatto lo sgambetto ad un altro concorrente. “Ovvio” è ciò che è scontato per me ma non per te. “ovvio “ è tutto ciò che avrei rimpianto se non avessi guardato guardato l’ora e mi fossi accorta che era troppo tardi.
La paura di farsi vedere felici, di scoprirci dalla maschera della sicurezza, ci renderebbe più sinceri eppure siamo così tanto orgogliosi che anche mostrare un sorriso diventerebbe “ovviamente” da odiare.
“Ovvio” è chi pretende di non vedere oltre il proprio campo visivo, chi fa del proprio zoom l’unico punto di vista, senza considerare il grandangolo.
Accordi indie, da ascoltare in preda alla ricerca di sè stessi.

(Viola Santoro)

Asp126: 8

Sul Mare

RXNN è un collettivo artistico estroverso al punto di coinvolgere musica, visual e sintetizzatori con lo scopo di creare un tipo d’esperienza totalizzante. Il nuovo brano Sul Mare racconta una relazione impossibile, senza orizzonti, dove i protagonisti sono obbligati ad accettare alcune condizioni, un po’ come gli scogli che non possono scappare dalla forza delle onde. È una storia cruda, a tratti anche senza speranza, ricca di dolore e sofferenza legata al potere delle illusioni. Immaginare qualcosa che non può accadere crea più aspettativa rispetto a viverla sul serio.

Sul Mare è un sogno ad occhi aperti che incontra la luce del giorno e  si mischia dentro tempi in cui le possibilità possono essere chiamate false alternative, dato che tutta questa libertà esiste molto in teoria, mentre sulla pratica ci sono rigidi ostacoli. La sincerità di questo brano mette fine all’infinite strade dell’essere, giungendo alla consapevolezza che arriva sempre il momento di accettare e comprendere le conseguenze delle azioni.

(Nicolò Granone)

RXNN:7,5

Dimmi Dimmi

I Frammenti, tirando forse in mezzo xfactor, si concentrano sull’importanza dei consigli che però rischiano di limitare la libertà. “Io vorrei vivere come se fosse sempre domenica”, libero da vincoli, costrizioni, con la possibilità però di sopportare e confrontarsi con un vuoto esistenziale.

Dimmi Dimmi esplora l’ambiguità che si mescola tra diritti e doveri, tra scelte personali e scelte necessarie che non possono essere procrastinate troppo a lungo, altrimenti si pagano le conseguenze. Per fare la ribellione esiste il coraggio, per riuscire ad ottenere qualcosa in più bisogna accettare le responsabilità.

Questo brano si può ballare oppure si può anche scegliere di mettersi comodi, seduti dove si vuole, interrogandosi sul senso dell’esistenze e le paure del domani. Insomma contiene sia un’anima spensierata, sia un giudizio legato al diventare grandi ed essere fautori del proprio destino.

(Nicolò Granone)

Frammenti: 8

Infinito

Le infinite possibilità dell’amore finisco con la fine di una storia. Un dolore emotivo da curare con chitarre, poghi e la fotta di un progetto tutto da scoprire.

Ecco la spensieratezza della gioventù che incontra il rap punk della band ALLERTA! dando vita ad un abbraccio creativo dentro il quale trovare riparo quando il cuore fa crack e le lacrime continuano a illuminare gli occhi. Si può perdere la propria rotta rincorrendo le persone, scegliendo di seguire quella strada che non è nostra, per finire sottosopra.

Crescere significa anche capire fino a che punto si possono spingere le illusioni, se si viaggia troppo con la fantasia, la realtà porterà il conto.

(Nicolò Granone)

ALLERTA! 8