Shoeghera | Indie Tales

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Shoeghera | Indie Tales

Almeno una volta nella vita siamo stati viaggiatori inconsapevoli, vittime dell’avventura o levando un po’ di romanticismo e poesia, sarebbe più corretto dire figli della sfiga.

Quando si viaggia in macchina è  un’esperienza da fare abbassare i finestrini, lasciare entrare un po’ di freddo, mentre gola e cuore si scaldano con canzoni random.

Molte, sono quelle che si ascoltano di più, anche imparando il ritornello, senza però riuscire a capire il titolo o ricordarsi come si chiama quell’artista.

Nella musica di oggi ti chiami semplicemente con nome e cognome, oppure ne scegli uno di quelli che sembra alternativo, speciale e fuori dagli schemi.

Forse tornando a casa, nel silenzio della notte, si prova una certa simpatia verso questo individui che possono generare arte dal dolore e un nuovo finale ad aspettative interrotte.

Potrebbe essere un tormentone la storia di questo ragazzo che tornando, sbaglia strada, e senza sapere il perché rimane intrappolato da qualche parte, lontano o vicino dalla sua camera, dalla vita di tutti i giorni o dal caffè della mattina.

Quando si commette un errore, prima di risolvere il problema si usano tutte le energie alla ricerca di un colpevole.

Eh, no! In questo caso come in tanti altri, non si ha una controfigura con un nome un po’ così, pronto a prendere in mano una chitarra, strimpellare due note e via.

Spesso si è sempre soli quando si commettete un errore.

Ad esempio il protagonista di questa storia si perde, sbagliando una deviazione, rimanendo sorpreso di non trovare il suo paesaggio, con quel cartello sempre in bilico.

Era sempre lì. Sarà sempre lì anche gli anni successivi, quando lui cambierà completamente vita.

In quel momento la nebbia aveva preso il sopravvento.

Tutto era come una volta. Come gli altri giorni in cui la strada non aveva cambiato direzione.

All’improvviso le cose possono prendere una svolta inaspettata, ma la realtà è un punto fisso. Una colata d’asfalto tra campi di tulipani.

Ci sono persone che si alzano al mattino, impostando già la sveglia per la notte successiva, al riparo da frustrazioni e fluttuazioni varie. Niente cambia se lo si osserva da lontano, senza interferire sugli eventi, scontrandosi con la possibilità di novità o addio.

Senza dubbio il protagonista di questa storia non è una persona che non vede nulla oltre la nebbia, il problema che lui stesso è la nebbia negli occhi degli altri. Le sue insicurezze creano un blocco, il suo domani è pieno di punti di domanda. È figlio di un passato progettato da altri, genitori troppo innamorati, ma solo per finta, e di una casa in montagna dove trascorrere le vacanze.

Arrivato in quel prato esisteva l’opzione di tornare indietro, magari impostando il navigatore per ritrovare la retta via. Ma che senso avrebbe avuto fare un percorso a ritroso e arrivare a destinazione mantenendo sempre gli stessi dubbi?

Quali confini doveva superare il protagonista di questa storia per fare pace con se stesso, trovare le giuste risposte dal mondo senza avere il bisogno di perdersi costantemente anche a pochi metri dai luoghi dove abitava?

Era il momento di scendere, lì chissà dove. Aprire la portiera e scendere con un piede nel fango, avendo il coraggio di sporcarsi. Insomma, scendere. La perfezione è un difetto da non avere sulla pelle. Tanto vale ululare dentro quella coltre misteriosa uno strano verso di libertà, capire che tutto può essere sbagliato e decidere come reagire. Se scappare senza ritornare indietro, fermarsi ad aspettare l’aiuto di qualcuno o rimanere lì, chiedendo tempo e riparo alla nebbia.

Almeno una volta nella vita siamo stati viaggiatori inconsapevoli, vittime dell’avventura o levando un po’ di romanticismo e poesia, sarebbe più corretto dire figli della sfiga.

Quando si viaggia in macchina è  un’esperienza da fare abbassare i finestrini, lasciare entrare un po’ di freddo, mentre gola e cuore si scaldano con canzoni random.

E tutto ricomincia, inconsapevolmente nell’incertezza dei nuovi giorni che arriveranno. Quando la fine sembra un nuovo inizio diventa più facile trovare riparo negli occhi indiscreti del mondo, sentendosi errori del tempo o eroi, senza qualcuno pronto a scegliere il giusto finale, di un romanzo che sembra essere sempre alla prima pagina.

RACCONTO LIBERAMENTE ISPIRATO AL BRANO SHOEGHERA DI TOISTOI