FRACTAE

FRACTAE | Intervista Indie Italia Mag

Di Gabriele Lupino

Paolo Caruccio in arte FRACTAE, è una nuova leva dell’indie, riesce a sposare le sue parole al sound elettronico delle sue produzioni, create in collaborazione con l’RKH di Torino, uno studio rinominato per la sua città, in cui lavora Jack Sapienza come produttore (che per la cronaca è stato uno dei primi produttori di Shade e il produttore attuale di Blue Virus) e Andrea Dipa come videomaker (che per la cronaca ha lavorato con Jovanotti, giusto per citarne uno).

Insomma questo team ha voluto investire su un artista che vuole provare a dipingere la Black City con la sua voce ed i suoi testi e non solo, perché nel suo ultimo video ufficiale di “Torino è una droga”, la protagonista vera è la città. La città per un artista è la storia più sincera per raccontare se stesso e gli altri. Ma ora veniamo al sodo, perché oggi sarà lui l’intervistato.

INTERVISTANDO FRACTAE

Beh innanzitutto benvenuto! Voglio partire dalla tua città, una delle città più misteriose d’Italia e una delle più affascinanti, Torino. Cosa rappresenta per te la tua città? Ma soprattutto quanto influisce sui testi che scrivi?

Ciao e grazie, avendo sempre vissuto in questa città penso di avere un forte connessione con lei: amore e odio spesso convivono. Sono legato ai quartieri in cui ho trascorso periodi della vita, ai locali in cui ho iniziato a fare musica, ai posti in cui ho vissuto esperienze che mi sono rimaste addosso. A volte nei testi faccio riferimento a luoghi specifici di Torino ma credo che la sua influenza nelle canzoni sia più che altro presente a un livello inconscio e si rifletta nello stile della scrittura.

Una collaborazione molto interessante è quella insieme all’RKH di Torino, un team di esperti a 360 gradi, sia di audio che di video. Com’è collaborare a tu per tu con Jack Sapienza? È vero che tra produttore e artista ci deve essere un legame stretto e intimo?

Con Jack ci sentiamo quotidianamente per mandarci canzoni nuove che abbiamo scoperto, film da guardare o anche solo per parlare di cazzate. Durante quest’anno abbiamo consolidato un team di lavoro condividendo le nostre esperienze, competenze e sensibilità. Credo sia essenziale avere un rapporto stretto per riuscire a costruire insieme un progetto artistico e avere consapevolezza della sua direzione.

Molte volte il mondo dei DJ è visto con scetticismo, vedendo qualche video sui tuoi social, vedo che sai fare anche quello oltre che a suonare diversi strumenti. Quale può essere il legame tra il mondo di un DJ e il mondo di un cantautore?

Non mi ritengo un dj ma mi diverte molto mettere dischi per far ballare gli altri. Andando avanti pregiudizi, dogmi e barriere artistiche cadranno (per fortuna); i ragazzi più giovani non sono scandalizzati, per loro è già la norma vedere questi due mondi che convivono. Penso che tutto quello che è contaminazione abbia sempre fatto bene all’evoluzione della musica.

Hai fatto uscire diversi singoli anche su Spotify, ci dobbiamo aspettare un album vero e proprio?

Non è in programma, ho tante canzoni sull’hard disk ma il concetto e il formato album per il momento non li trovo funzionali né adatti al mio progetto; uscirà un nuovo singolo il 17 Dicembre che si intitola “Fiat Punto” tanto per restare a Torino.

Se tu fossi un ascoltatore di FRACTAE, come lo descriveresti con tre parole?

Pop per outsiders.

Ci sono tanti artisti italiani che si presentano ai vari talent show, pensi mai di percorrere un giorno questa strada?

No, sebbene ci siano artisti talentuosi che usciti dai talent hanno dimostrato il loro valore ho scelto un altro tipo di percorso: preferisco comunicare direttamente alle persone quello che ho da dire senza il medium di uno show televisivo che vive già del suo pubblico e ha le sue regole

Prima di salutarti, un’ultima domanda che mi suscita curiosità, perché hai scelto di chiamarti FRACTAE?

FRACTAE è una declinazione inventata dal latino fracta che potremmo tradurre con “frammenti”. La musica elettronica si crea partendo da samples rubati da altri dischi, campioni o loop di suoni, piccoli frammenti di tempo appunto che messi insieme danno vita a qualcosa che prima non esisteva. C’è poi una suggestione legata ai frattali: quelle forme geometriche che si ripetono uguali a se stesse mi fanno venire in mente i beat di batteria o certa architettura urbana.