Animali di Plastica

Una “Poetessa” ispira la nuova canzone degli Animali di Plastica | Intervista

“Processo di bestiale evoluzione, seguito da uno spirito pratico di adattamento”. Ecco, in poche parole, come si definiscono gli Animali di Plastica, riguardo anche la propria musica. La band fiorentina nasce nel 2015, calcando fin da subito palchi prestigiosi come quello dell’Emergenza Festival e Beat Festival.

Nel 2019 il gruppo toscano raggiunge la finale di Area Sanremo, esibendosi perfino al celebre Casinò, venendo inserito tra le band italiane più promettenti dell’anno. Dopo la release del primo singolo Samantha, gli Animali di Plastica ritornano nel 2020 con un nuovo brano, Poetessa, pubblicato l’8 Marzo in concomitanza della Festa della Donna.

Ecco cosa ci hanno detto in merito alle ispirazioni che hanno influenzato Poetessa, anticipandoci l’uscita imminente del loro EP.

Intervistando gli Animali di Plastica

Che cosa vi ha ispirato per la creazione di Poetessa?

Poetessa nasce dopo una serata passata ad ascoltare un reading di poesie, nasce dall’ascolto di un racconto e qualche bicchiere di vino. Tornato a casa , ero rimasto così colpito da questa esperienza, che la mattina seguente in venti minuti scarsi, scrissi Poetessa. Fu strano, era così tutto immediato e intimo: ogni parola che usciva dalla penna, sembrava quella giusta.

In un mondo pieno di stories, foto, video, quanto pensate sia importante l’immaginazione della poesia? Pensate che si ritornerà al “sogno” della scrittura oppure i poeti saranno per sempre degli outsider?

Sicuramente oggi abbiamo bisogno di una poetica d’impatto, veloce e fruibile e l’immaginazione rimarrà sempre un caposaldo della creatività, perché se prima non immagino, non posso creare, i poeti sono outsider privilegiati, perchè loro riescono a raccontarti, caricare di immenso significato anche una  cosa che a prima occhiata sembrava banale.

Poetessa è uscita il giorno della Festa delle Donne: è una sorta di omaggio a qualcuno in particolare?

Beh si…in primis sicuramente alla poetessa che quel giorno lesse questo racconto inspiratorio e poi alla donna in genere, in quanto musa ispiratrice, perchè la donna è vita; la donna con le sue forme sinuose racchiude in sé la bellezza del peccato e il mistero dell’amore e noi tutti con questo ci dissetiamo.

Cosa è cambiato dal vostro ultimo singolo “Samantha”? 

E’ cambiato molto, perchè oltre ad aver cambiato un componente della band, abbiamo intrapreso una ricerca sul sound e il modo di fare musica, cercando di crescere sempre e di influenzarsi il più possibile tra di noi.

C’è voluto più di un anno per pubblicare il vostro secondo singolo: adesso cosa avete in cantiere?

Ora che la band ha preso il via, difficilmente vogliamo fermarci! Infatti anche in questi giorni difficili, grazie al supporto tecnologico, riusciamo comunque a lavorare. Abbiamo già iniziato ad arrangiare i pezzi nuovi che andranno nel prossimo disco.

Se un giorno doveste scrivere una lettera aperta, una poesia (non una canzone), a chi la indirizzereste?

La scriveremmo ai sognatori, a chi,come noi, lavora per i propri sogni, qualsiasi essi siano. Scriveremmo di non perdere la tenacia  e la voglia di scoprire, di tirar fuori le qualità che ha dentro e renderle più forti delle voci che ti dicono “non c’è la farai mai” .

 

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