Anima Nera

Anima Nera: Amantide (2018) | Recensione Album

Gli Anima Nera sono una band vicentina formata da Massimiliano De Angeli (chitarra ritmica e voce) , Stefano Speranza (chitarra solista e cori), Lorenzo Piva (batteria) e Fabio Lanaro (basso e cori). Al momento il quartetto veneto ha pubblicato due album, Terzo Incomodo (2017) e Amantide (2018), ma già il terzo è in cantiere.

Gli Anima Nera definiscono il loro genere musicale come “Aperirock”. Le sonorità della band più che da piccolo palco davanti a clienti intenti a bere uno Spritz, sono adatte ad un main stage. Il rock ha davvero bisogno di opulenza a volte ed immagino gli Anima Nera facendo esplodere il loro sound davanti ad un pubblico scatenato sotto il palco.

Amantide è l’esempio concreto di quanto una band possa attingere tanto da influenze rock prettamente italiane, quanto dal rock internazionale.

I Brani

Il primo brano, Alta Tensione Emotiva, a discapito di una intro molto spinta, si sviluppa sugli accordi tipici del rock’n’roll, tra giochi di parole e caratterizzazioni vocali. L’ascolto riporta un po’ all’irriverenza del primi Bennato o Vasco (ad esempio Lunedì). Il piano honky tonk e l’armonica suonata in prima posizione che in sottofondo ribadiscono il concetto.

Amore Clandestino riprende un topic caro all’immaginario rock, la fuga da qualcuno che non è “tuo”, il pensiero costante di quell’incontro fugace e clandestino, che lascia in un limbo di malinconia ed incertezza. Le sonorità si fanno decisamente più spinte, le distorsioni prendono il sopravvento, con una linea di basso dritta e continua, che fa da vero e proprio motore del brano.

Chissà Di Chi Sei Adesso invece riporta a sonorità più internazionali, ricordando i primi Police di Outlandos D’Amour. L’andamento reggae con le chitarre filtrate sullo sfondo conferiscono una certa liquidità all’intero pezzo, mostrando maggiormente la verve da aperitivo. Un long drink con retrogusto acidulo accompagnerebbe perfettamente l’ascoltatore, pronto a gustarsi i brani successivi.

Ballad e rock classico in salsa italiana

Farfalle di Polvere, Il Miele Nell’Anima e Lieve segnano il giro di boa del disco, scandendo ogni parola come fendenti dritti al cuore. Ogni frase è pesata, inserita nel contesto visionario e poetico che da all’ascoltatore immagini nitide dei racconti musicali. In queste ballad si sente fortemente l’influenza dell’underground italiano degli anni ’90; Afterhours, Giorgio Canali, Verdena, come del resto in Non Può Non Essere Amore, la quale esplode nel ritornello sostenuta dalla presenza costante della sezione ritmica molto tight.

Quello Che Ci Rende Unici è probabilmente il brano più “pop” dell’intero disco; anche in questo pezzo il rock’n’roll la fa da padrone, con derivazioni vagamente ottantine nelle chitarre pulite in background. I coretti à la Beach Boys rendono il tutto più fresco e leggero, sebbene si alternino con assoli e svisature chitarristiche ricercate e potenti.

 

 

 

Teresa ha una doppia anima: da un lato riporta a quei suoni tipici da ballad hard rock degli anni ’80, ma il testo in italiano rientra perfettamente nella narratività cantautoriale della tradizione italiana, in cui anche il folklore trova spazio per creare un sound immediatamente riconoscibile.

Ti Voglio Vivere Bene e Torno Domani chiudono il disco in modo antitetico. Se Ti Voglio Vivere Bene racconta di due persone che vogliono ancora passare un attimo nel silenzio, insieme ed abbracciati, Torno Domani vede ritornare il tema della fuga, dell’allontanamento, della distanza.

Nella sua interezza Amantide degli Anima Nera è un godibile disco di rock italiano. Con onestà ci parla di storie quotidiane raccontate in musica e liriche ben pensate. L’influenza dei grandi del rock, italiano e non, è ben presente nel disco. Forse però in un mondo musicale dove la sperimentazione è sempre più ricercata, un disco onesto dalle sonorità tradizionali è una buona scelta per esprimere al meglio il pensiero degli Anima Nera.

Ascolta gli Anima Nera nella playlist di Indie Italia Magazine!