Ci sono persone che hanno paura ad entrare in contatto con i propri sentimenti mentre altre gli vogliono vivere sul serio, rischiando di provare vari tipi d’emozioni, dal dolore alla gioia e viceversa.
Ditonellapiaga, già dal nome ci fa capire a quale categoria appartiene e possiamo definirla un’artista dalla personalità fluida con l’urgenza di raccontare le mille sfaccettature della propria identità, spesso solare e piena di entusiasmo, a volte nevrotica, a tratti malinconica. Nel suo stile urban incarna le infinite articolazioni del complesso animo femminile, senza ridurre la femminilità a un’immagine univoca.
Nella società di oggi spesso tendiamo a nascondere quello che proviamo in favore di un omologazione culturale ed emotiva, e così essere se stessi diventa quasi una forma di ribellione.
Perché le ferite del cuore non sempre ci piace guarirle, farlo significherebbe superare non tanto il dolore stesso, ma la persona che ce lo ha arrecato. A volte si riesce ad essere così masochisti per la paura di abbandonare o di essere abbandonati, io personalmente credo che non ci sia amore senza un po’ di dolore, ma quando l’equilibrio si rompe è importante rendersene conto e avere il coraggio di lasciare andare.
Assolutamente sì, ma quando succede, quando diventa una cosa indispensabile da provocarti vere e proprie crisi d’astinenza, significa che c’è qualcosa di più. Per me più c’è un forte coinvolgimento emotivo, più l’esperienza è potente, e non parlo per forza di “amore” nel senso canonico del termine, ci sono mille modi per essere legati emotivamente e fisicamente a qualcuno, non soltanto il classico dei classici.
Più che rovesciare, penso che potremmo parlare di annegare. Sono una grande fan dell’alcol, lo ammetto. Mi piace proprio bere e arrivare alla sensazione di semi perdita del controllo (mai totale). Quando ci sono i sentimenti di mezzo è tutto amplificato, l’euforia è alle stelle ma, dall’altra parte, la tristezza trapana il petto talmente forte che sembra non frenarsi più. E’ un altro di quegli atti di masochismo che in fondo piace a tutti, che ci fa sentire vivi.
Domanda molto bizzarra e molto interessante! Probabilmente la mia musica sarebbe un insieme di sensazioni molto diverse tra loro, forse addirittura opposte. Inizialmente sarebbe come l’ortica, che appena la tocchi sembra quasi velluto ma dopo poco comincia a bruciare sempre di più, sempre più forte, e poi, improvvisamente, sentiresti qualcosa di estremamente fresco e cremoso che seda tutto il bruciore e provoca un grande sollievo (come quando tiri fuori il doposole dal frigorifero e te lo spalmi sulla pelle arrostita dal sole).
Secondo me no. Io credo che ci riabitueremo molto in fretta, il processo sarà talmente graduale che non ce ne accorgeremo neanche.
Forse freddo, bruciarmi la lingua è una delle cose che non sopporto.
Non sono mai stata una peste, per lo meno da bambina, se ho toccato delle cose che non andavano toccate sarà stato per colpa del mio essere sempre un po’ svampita, tra le nuvole. Da adolescente invece sì, ho avuto la classica fase ribelle in cui si subisce moltissimo il fascino del proibito. Credo sia normale in fin dei conti, prima o poi ci si passa tutti.
Strana domanda, ad ogni modo sì: una delle mie compagne delle medie (ma anche delle elementari) è tutt’ora una delle mie migliori amiche. Per il resto non sento più quasi nessuno, ma frequento ancora moltissimi amici che ho conosciuto al liceo.
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