PH: Giada Robin

Giada Robin: “Sono una Barbie Metal Queen!” | Intervista

Al diavolo la perfezione! Viva tutto ciò che è sbagliato, speciale e unico.

Giada Robin si trasforma in una Barbie Metal Queen, tutta nera, altro che il rosa pastello del film ora nelle sale, per esporsi al mondo esterno senza paura di essere criticata, o ancora peggio giudicata.

La sua musica prende a calci gli stereotipi, evidenziando che la bellezza non ha bisogno di regole principi matematici, ogni essere umano dev’essere orgoglioso di chi è, senza temere quello che pensa il mondo.

Nella nostra società questo atteggiamento sembra una provocazione anticonformista, ma per Giada Robin e per noi, questa è sincerità e non una moda per sembrare strani unicamente con lo scopo di farsi riconoscere.

I social hanno creato nuove etichette, diventando una trappola pericolosa per chi non riesce a prendere autocoscienza di se stessi, l’artista vuole essere una forma d’ispirazione per il suo pubblico, incoraggiando l’ascoltatore a sentirsi a proprio agio in ogni situazione, senza sentire il bisogno di farsi troppe domande.

INTERVISTANDO GIADA ROBIN

In un mondo di Ken come si comporta la Barbie Metal Queen?

Credo che il mondo non sia fatto ne di Ken ne di Barbie, ma di semplici esseri umani. Finché si continuerà a fare questa distinzione tra uomo e donna, non ci sarà mai quella parità di genere che tanto viene desiderata e che dovrebbe garantire ad entrambi gli stessi diritti, senza ostacoli e pregiudizi.

A differenza del film appena uscito con Margot Robbie, questa è una Barbie in cui tutti possono rispecchiarsi. Il focus infatti non è sulla femminilità ed il “girl power”, ma piuttosto sul suo vissuto umano ed è quell’esperienza di solitudine che si prova quando nessuno ci comprende all’infuori di noi stessi.

Questa canzone è diretta a tutte quelle persone che almeno una volta nella vita hanno provato l’ingiustizia di non essere accettate. Questa Barbie dal cuore di metallo, è più umana che di plastica e rappresenta il coraggio di mostrarsi per quello che si è veramente, infatti anche se ha degli scheletri nell’armadio non ha paura di mostrarli e questo va ben oltre le barriere e le etichette di genere. Apparentemente può sembrarci un’adolescente confusa, ma il punto è che lei si sente bene così com’è, è felice ed appassionata di quelle cose “inquietanti” ignorate o disgustate dalle persone “normali”. Il suo mondo è avvolto dall’oscurità ma lei continua ad essere piena di luce.

Con tutte le sue insicurezze ed il giudizio della gente riesce a non prendere la vita troppo sul serio ed andare avanti con la sua infinita dolcezza.

Perché il mondo di oggi tende a dare etichette?

Le etichette in verità ci sono sempre state, solo che una volta forse le persone erano più coraggiose e meno depresse.

Oggi con l’avvento dei social network molti pensano più alla fama ed al successo, ai soldi facili ed a compiacere gli altri più che a cercare di sfamare lo spirito cercando di realizzare i propri sogni e fare ciò che è giusto per il loro cammino.

Inoltre il consumismo spasmodico ha portato all’omologazione delle masse e molti hanno perso la bussola del proprio io.

Chi non segue le mode del momento ed il progresso tecnologico quindi rimane indietro e viene visto come diverso o strano agli occhi delle persone che vivono negli standard che la società ci propone.

Ma il diverso fa paura ed è da sempre vittima di cattiverie e prese in giro.

Ricordo ancora quando venivo bullizzata a scuola dai miei compagni di classe per i miei ottimi voti, per come mi vestivo, per la musica che ascoltavo e persino per alcune mie passioni tra cui il cosplay ed i videogiochi.

PH: Giada Robin

Ti senti anticoformista?

Anche l’anticonformismo lo vedo come un’etichetta, spesso associata a termini come rivoluzionario ed anarchico.

L’essere contrari alle mode o all’omologazione, non significa essere contrari ad alcuni principi fondamentali della moralità o alle norme giuridiche che devono necessariamente essere presenti in una società civile. Più che anticonformista, direi che posso definirmi autentica perché la mia unica fonte risiede nel cuore: io sono quello che sono.

Ci sono alcuni aspetti del femminismo con i quali non sei d’accordo?

Come ho detto prima è proprio la distinzione fra uomo e donna a generare in primis la discriminazione.

Queste correnti non fanno altro che peggiorare la situazione a mio avviso. Sono d’accordo con alcune lotte femministe del passato che hanno portato al diritto di voto ed altri progressi a livello umano, ma ultimamente il femminismo trasuda una propaganda di superiorità nei confronti dell’uomo che non trovo giusta. Io credo nella parità dei sessi, ma anche nel rispetto reciproco dei ruoli. Uomo e donna non sono altro che due facce della stessa medaglia e dovrebbero coesistere allo stesso modo ma ricoprendo ruoli differenti affinché tutto funzioni (un po’ come in natura il sole e la luna), ed essere l’uno il complementare dell’altro.

Cerchiamo di vivere l’umanità come un dono prezioso, in armonia come esseri umani e non come una supremazia tra generi.

I brani usciti nel 2023 mostrano diverse versioni di te. Stai già pensando a quali emozioni cercherai in futuro?

Ogni canzone che scrivo è un viaggio stupendo ed autentico! Mi piace trasportare il mio pubblico in un’esperienza continua, in cui esprimo tutta me stessa. Oltre che con la musicalità dei pezzi mi piace giocare con la mia personalità. Creo diversi personaggi all’interno dei miei video musicali in modo che esaltino determinate caratteristiche del mio essere (complice anche il mio passato da cosplayer) e che utilizzo per trasmettere emozioni o veicolare un messaggio. Ho già in mente molti progetti per il mio nuovo album “Gnockstar”, basato proprio sul tema dell’identità, la ricerca dell’essere e l’autenticità, ma credo sia ancora presto per parlarne.

Provocare può essere un rischio intelligente?

La provocazione è un’arma a doppio taglio ed è sempre rischiosa, quindi dipende da quello che si vuol ottenere e comunicare.

Se è un gesto fatto con coscienza e con uno scopo ben preciso ne vale sempre la pena ed è sempre intelligente. Se è fatto tanto per suscitare un po’ di scalpore, fare notizia e racimolare qualche like in più allora è solo vana gloria. L’intenzione è molto importante.

Alle volte però può capitare che quella che sembra essere una provocazione non sia stata voluta come tale. Alle volte la più semplice ed innocente delle azioni può smuovere mari e monti.

Per accettare la vita bisogna essere capaci a trovare del senso anche nei momenti più bui?

Assolutamente! La vita è fatta di up and down. Nel video musicale durante lo special della canzone possiamo vedere come questa Barbie vestita di nero (che poi sarei io), si guarda allo specchio, sente una voce e poi con una chiave apre l’armadio e dentro cosa trova? Se stessa vestita di bianco con una candela che porge la mano. Non c’è miglior modo di combattere le tenebre abbracciandole con i nostri segreti più profondi, le nostre ferite, paure e tormenti. I momenti bui servono proprio a farci accendere la luce dentro di noi, a renderci più forti e consapevoli. Tutto accade per un motivo ed anche se molte cose ci sembrano brutte possono servirci di lezione, illuminarci. La sofferenza fa parte dell’umanità ma ricordiamoci sempre di quella luce interiore che ci da speranza e ci conforta sussurrando nel bel mezzo della notte.

PH: Giada Robin