Mi sento TOTALE: storie da MI AMI FESTIVAL (2018)

Di Salvatore Giannavola

Come ti senti quando ascolti un brano che ti piace? Cosa avverti quando dopo una giornata strana, ti fermi un attimo e metti le cuffie per ascoltare il tuo artista preferito? Ecco, adesso pensa a tutte le emozioni contrastanti che provi mentre sei all’ascolto di un pezzo che ti coinvolge, e immagina di sentirle, di cantarle all’unisono con un pubblico proveniente da ogni regione d’Italia, un pubblico di persone che si trova lì come te per assaporare l’ebbrezza di una catarsi sul finire di maggio. Il cuore si apre e sublima in piccolissime particelle nell’aria, quasi si riesce a vederle. La voce si propaga nel cielo azzurro incastonato dalle chiome rigogliose degli alberi e si leva un coro intonato dall’eco imperituro.

Io lo sento ancora, eppure sono sospeso in aria. Sull’appennino, sul mar Tirreno, o forse sulla cima di un vulcano. Non riesco a toccare il suolo, sto tornando a casa e il mio bagaglio è un po’ più pesante rispetto a quando mi sono lasciato la porta alle spalle. Contiene una sostanza speciale. Mi chiedo come sia riuscito ad eludere i controlli in aeroporto. I miei occhi custodiscono gioia, la mia pelle odora di umanità e spensieratezza, la mia bocca racconta sorrisi, le mie corde vocali si son rotte ma hanno continuato a vibrare. Metto un sigillo nella memoria perchè so di aver preso parte alla Festa dell’anno. Mentre il mondo fuori è in balia di conti, grilli e leghe dell’odio, io me ne sto qui insieme alla mia gente a cantare la vita mia.

La gente del MI AMI FESTIVAL che ogni anno si riunisce al Circolo Magnolia, vicino l’aeroporto di Linate, per celebrare la voglia di vivere, per onorare la diversità, per sostenere e abbracciare la creatività italiana espressa da band e cantautori che smuovono le coscienze.

INDIE ITALIA MAG e il dono dell’ubiquità

Adesso vorrei condividere con voi alcuni dei momenti salienti che hanno caratterizzato il MI AMI FESTIVAL, almeno secondo quella che è stata la nostra esperienza in questa due giorni di musica catartica a Milano, nel bene e nel male. E’ stato un piacere poterli condividere con il pubblico di Indie Italia Mag (siamo in tanti, oggi abbiamo raggiunto quota 6 mila).

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Le emozioni più forti, quelle che rimarranno vivide in me per ancora molto tempo, le ho provate alla Collinetta, un anfiteatro naturale dove si sono esibite le giovani promesse della musica alternativa italiana. Lo stesso palco in cui l’anno scorso sono stati consacrati progetti musicali del calibro di  CanovaGommaColombre , Giorgio Poi, Carl BravexFranco126, e Coez.

Il Pertini, il palco principale, è stato il set di concerti memorabili, riassuntivi di carriere di artisti che hanno segnato l’ultimo ventennio della musica italiana come I Tre Allegri Ragazzi Morti, i Prozac+, e quindi Cosmo che ha portato la festa del Cosmotronic anche al Magnolia con il solito stage diving che è andato a buon fine anche grazie alle nostre mani.

Il primo giorno, venerdì 25 maggio

Le esibizioni che mi hanno colpito di più durante la prima giornata del festival sono state numerose. Avrei voluto disporre del dono dell’ubiquità per poter assistere a tutti live, chissà magari l’anno prossimo vedremo di acquisire questa abilità. Intanto, da comune mortale, mi sono diviso tra un palco e un altro insieme a un gruppo di amici che ringrazio per avermi aiutato e accompagnato in questa spedizione: Giuseppe, Luca e Katia.

Le migliori esibizioni di venerdì 5 maggio sono state quelle di: Coma_Cose, il duo milanese ha ribaltato la Collinetta con una performance evocativa e ineccepibile che ha dato il via a una serata memorabile, Willie Peyote che ancora una volta ha dimostrato una grande abilità nel rap, nell’arte oratoria e soprattutto un elevato livello di contenuti proposti, forse è proprio lui l’artista che si è spinto più in là da un punto di vista dei messaggi sociali condivisi con il pubblico (c’è stato anche un cammeo di Dutch Nazari molto apprezzato), Leo Pari trascinatore e intrattenitore come pochi, Frah Quintale che ha anche cantato insieme a Giorgio Poi e quindi Cosmo. Interessante anche il ritorno degli Ex-Otago da un punto di vista visivo. L’aspetto musicale lo lasciamo da parte, non ce ne vogliate ma non rientrano nel nostro pantheon.

L’apparizione di Calcutta

Sto bevendo una birra sul prato, lontano dai palchi principali quando improvvisamente odo una voce familiare, è lui. Lo so, non c’è neanche bisogno che inizi a cantare per capirlo. Tutti si precipitano al Pertini, il palco principale dove si era appena esibito Cosmo. C’è gente che corre verso tra le vie del Circolo Magnolia arraffando borse, teli e oggetti personali di varia natura con il fare di chi sta per essere attaccato dai nemici e deve scappare e con gli stessi occhi di chi sa che a momenti vedrà apparire la madonna o chissà quale entità soprannaturale.

C’è però un problema evidente. Calcutta non è stato riconoscente nei confronti dei suoi fan, o forse siamo noi che ci siamo abituati a questo tipo di esibizioni.

Come puoi caro Edoardo, a un giorno dall’uscita del disco, presentarti a un pubblico così importante senza conoscere almeno i testi delle nuove canzoni? Non chiedevamo troppo. Non si tratta mica del repertorio di Baglioni. I pezzi non sono poi così tanti, e di quelli che cantato, per un motivo o per un altro, li ha sbagliati tutti: intonazione, accordi, parole, interruzioni.

Però anche in questo caso, la partecipazione ha vinto. Si cantava all’unisono e almeno io ho cercato di ricordare il primo Calcutta e le emozioni che ha saputo detonare in me. Sarò sempre grato nei confronti della sua poetica, mi sono sentito comunque molto coinvolto durante il live, però non posso far finta che venerdì su quel palco non sia successo nulla. Anzi.

MI AMI FESTIVAL

Il secondo giorno, sabato 26 maggio

La line up della seconda giornata del MI AMI FESTIVAL è stata altrettanto ricca e interessante. Abbiamo ascoltato gli indomabili Tre Allegri, i Prozac+ in reunion dopo anni di assenza che hanno ipnotizzato il pubblico del Pertini, Maria Antonietta tenace, emotiva e scenografica che ha incantato il pubblico con un’interpretazione sublime, Germanò sofisticato interprete da tenere d’occhio, i Selton che hanno portato la gioia e la saudade brasiliana strappando una lacrima e un sorriso e quindi Colapesce, sciamano siculo che ha redento i presenti come in una sorta di messa profana cantata per lenire i mali provenienti da tutto ciò che ci circonda e che ci vuole cambiare.

L’esibizione di Colapesce è stata l’ultima alla quale ho potuto assistere e devo ammettere che non c’era modo migliore per concludere questa esperienza. Grazie MI AMI FESTIVAL, grazie Rock.it per aver dato vita a questo appuntamento di aggregazione sociale necessario. Parafrasando il poeta Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce, mi sono sentito TOTALE.

VOTO 8.5. Ancora meglio della passata edizione che ci aveva comunque impressionato.

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Line up Indie Stage Sundays Festival

Cimini, Lemandorle, La Municipàl, I Giocattoli, The Heron Temple, Agnello, Era Serenase, Nevro, Erika.

Info: SUNDAYS FESTIVAL.